Artiglio del Diavolo: proprietà e controindicazioni

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Introduzione

Nativo del Sudafrica, in particolare del deserto del Kalahari, l’Artiglio del diavolo (Harpagophytum procumbens) deve il suo nome al caratteristico aspetto ad uncino, ad artiglio, dei suoi frutti.

Nella medicina popolare africana le sue radici sono utilizzate come tonico generale, come rimedio per i disturbi digestivi, come antifebbrile e antidolorifico. In Europa è conosciuto e usato da più di 50 anni per il trattamento delle patologie reumatiche: le prime evidenze dell’attività antinfiammatoria e antireumatica risalgono al 1958, quando un gruppo di ricercatori dell’Università di Jena, in Germania, aveva osservato un effetto benefico, in seguito alla somministrazione di un estratto acquoso di radice di Harpagophytum, in pazienti sofferenti di artrite.

[1,2,3]

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A cosa serve

L’Artiglio del diavolo è considerato un buon rimedio in caso di

Può avere anche effetti positivi su

L’utilizzo in caso di osteartrite, dolori muscolo scheletrici e dispepsia è approvato sia dalla Commissione E tedesca (organo di riferimento per preparati fitoterapici della tradizione occidentale) che dall’ESCOP (European Scientific Cooperative on Phytotherapy– Cooperativa scientifica europea sulla fitoterapia) [1].

A conclusioni simili è giunto il Comitato per i prodotti medicinali fitoterapici dell’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali), secondo il quale, sulla base dell’uso tradizionale di lunga data, l’efficacia dell’Artiglio del diavolo è da considerarsi plausibile e ammessa nel trattamento dei dolori articolari di non grave entità, nei disturbi digestivi e per stimolare l’appetito [4,5].

La maggior parte degli studi clinici si è concentrata sull’utilizzo orale dell’artiglio del diavolo, tuttavia in commercio esistono anche preparati ad uso topico (creme, gel,unguenti).

Composizione e meccanismo d’azione

Il principale componente attivo della pianta è ritenuto essere l’arpagoside, un glicoside iridoide che dovrebbe costituire non meno dell’1,2% della pianta essiccata. Oltre ad esso, la pianta contiene

  • arpagide, procumbide, verbascoside (altri glicosidi iridoidi)
  • zuccheri
  • triterpeni
  • fitosteroli
  • fenoli
  • glicosidi flavonoici

L’efficacia dell’azione antinfiammatoria è avallata da buoni risultati ottenuti sia in vitro, che in vivo che in studi clinici sull’uomo.

Il meccanismo d’azione non è del tutto chiaro: secondo alcuni autori agirebbe sul sistema oppioide, secondo altri avrebbe azione antiossidante e antinfiammatoria, agendo sulla sintesi di prostaglandine e leucotrieni.

Da esperimenti in vitro, inoltre, sembrerebbe che l’Artiglio del diavolo sia in grado di inibire non solo i mediatori dell’infiammazione ma anche i responsabili della distruzione delle cartilagini, come le metalloproteinasi di matrice, il monossido d’azoto e l’elastasi: questo significa che esiste evidenza di un effetto cosiddetto condroprotettivo, ossia protettivo nei confronti della cartilagine articolare, in grado di ostacolare i processi degenerativi artrosici [1,2,4].

Studi clinici – Approfondimento

Artrite

L’Artiglio del diavolo è usato prevalentemente in caso di dolore e infiammazione a carico dell’apparato muscolo-scheletrico e l’evidenza clinica ne conferma l’efficacia.

In uno studio multicentrico (ossia in più centri clinici, nello stesso arco di tempo) condotto su 75 pazienti con artrosi dell’anca o del ginocchio, trattati per 12 settimane con una dose giornaliera di 2,4 g di estratto di Artiglio del diavolo (corrispondenti a 50 mg di arpagoside), si è osservata una marcata riduzione del dolore e dei sintomi dell’osteoartrite [6].

Stesso risultato in un altro studio osservazionale (quindi senza un gruppo di controllo come riferimento) condotto per due mesi su 227 persone con osteoartrite all’anca o al ginocchio e dolori lombari, trattate con 60 mg di arpagoside al giorno: miglioramento dei sintomi già dopo 4 settimane di trattamento [7].

In uno studio condotto per 8 settimane su 259 pazienti si è potuta osservare una significativa riduzione del dolore e un aumento della funzionalità articolare su mani, polsi, gomiti, spalle, bacino, ginocchia e schiena. In aggiunta al miglioramento generale della sintomatologia dolorosa, il 60% dei pazienti aveva ridotto o interrotto l’assunzione di farmaci antidolorifici [3,8].

Dal punto di vista scientifico i risultati più affidabili sono quelli che provengono da studi in doppio cieco, ove vi sia un gruppo di controllo trattato con placebo. In due studi in doppio cieco, condotti uno su 89 pazienti e l’altro su 100 pazienti con problemi reumatici, la somministrazione di 2 g al giorno di radice di Artiglio del diavolo per 1 o 2 mesi ha portato in entrambi i casi un significativo miglioramento dei sintomi [1].

Sono stati altresì condotti studi comparativi per valutare l’efficacia dell’Artiglio del diavolo a confronto con i farmaci tradizionalmente utilizzati per la stessa sintomatologia: uno di questi è la diacereina (Fisiodar®), antidolorifico utilizzato nel trattamento dell’osteoartrite. In uno studio in doppio cieco condotto su 122 pazienti con artrite all’anca o al ginocchio, la diacereina è stata confrontata con l’Artiglio del diavolo per un periodo di 4 mesi. Al termine dello studio, i due rimedi si sono dimostrati ugualmente efficaci in termini di miglioramento dei sintomi, ma nel gruppo trattato con l’Artiglio del diavolo si è registrata una minor frequenza di utilizzo di farmaci antinfiammatori e una minor comparsa di effetti collaterali indesiderati [9].

Lombalgia

Tre lavori di revisione sull’utilizzo dell’Artiglio del diavolo in caso di lombalgia hanno mostrato come ci sia una forte evidenza sull’effetto migliorativo dei sintomi a breve termine grazie all’utilizzo di estratti di arpagoside (il maggior componente attivo dell’artiglio del diavolo) al dosaggio di 50-100 mg al giorno [1].

In uno studio in doppio cieco condotto su 117 pazienti si è evidenziata una significativa riduzione dei sintomi dolorosi e un aumento della mobilità della schiena dopo 8 settimane di trattamento con un estratto di Artiglio del diavolo. Uno studio analogo ha riportato lo stesso effetto in un tempo ancora inferiore, ossia dopo 4 settimane di trattamento [10].

Anche in questo caso, come già visto per l’artrite, il confronto coi farmaci tradizionali ha portato a risultati comparabili: in uno studio in doppio cieco condotto su 88 pazienti per 6 settimane, l’utilizzo dell’Artiglio del diavolo (60 mg/die di arpagoside) ha permesso di ottenere risultati del tutto sovrapponibili a quelli ottenuti col rofecoxib (Vioxx®) – un farmaco antinfiammatorio utilizzato per l’osteoartrosi, ora ritirato dal mercato per problemi di rischio cardiovascolare [11,12].

Dose

L’Artiglio del diavolo si trova in commercio in preparazioni ad uso topico (creme, gel) a base di radici o bulbi essiccati.

Per uso orale si trova sotto forma di compresse oppure come estratto acquoso o alcolico.

Dagli studi clinici pubblicati in letteratura, i dosaggi risultano essere:

Per il dolore muscolo scheletrico:

  • radice secca (o l’equivalente in estratto acquoso o alcolico): 2-6 g/die per l’artrite, 4-9 g/die per il dolore lombare
  • estratto liquido (acquoso o alcolico, 1:2) titolato in arpagosidi: 6-12 mL/die
  • tintura madre (1:5) 2-4 mL tre volte al dì

In generale si raccomanda che il contenuto in arpagoside (il principale componente attivo) sia almeno di 50 mg/die (nei trial clinici l’efficacia si è evidenziata in un range compreso tra 30 e 100 mg/die).

L’estratto secco può essere formulato in forma di capsule, come ad esempio:

Normalmente l’effetto antidolorifico si manifesta dopo 4-12 settimane di trattamento continuativo, col picco di attività dopo 3-4 mesi.

Più comunemente si ricorre invece ad applicazioni topiche (creme, unguenti, …), facilmente reperibili anche online, come la seguente:

Per i problemi digestivi:

1,5 g/die di estratto secco. È consigliabile assumerlo lontano dai pasti, quando l’acidità dello stomaco è minore, poiché da alcuni studi si è visto che i succhi gastrici ne riducono l’attività [1].

Sovradosaggio ed effetti collaterali

La LD50* secondo alcuni studi sarebbe di 13,5 g/Kg, ben al di sopra delle dosi normalmente utilizzate a scopo terapeutico, che possono quindi essere considerate ragionevolmente sicure.

Normalmente l’artiglio del diavolo è ben tollerato. In caso di ipersensibilità individuale o di sovradosaggio si possono manifestare

* L’LD50 (Lethal Dose 50) è la dose di una sostanza che, in un’unica somministrazione, è in grado di provocare la morte del 50% della popolazione di cavie presa come campione.

Interazioni coi farmaci e controindicazioni

Contrariamente a quanto accade con i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), l’Artiglio del diavolo non influenza l’aggregazione piastrinica, anche se in alcuni studi si è visto un lieve potenziamento degli effetti del warfarin (un antiaggregante piastrinico).

È bene che l’Artiglio del diavolo sia usato con cautela in pazienti con ulcere gastriche o duodenali, calcoli biliari o diarrea acuta, poiché può causare irritazione gastrica.

Se ne sconsiglia altresì l’uso in gravidanza, poiché in studi su animali si è visto che potrebbe provocare contrazioni dell’utero [1].

Fonti e bibliografia

  1. Herbs and Natural Supplements- An evidence-based guide,4th ed. L.Braun, M.Cohen. Elsevier Editions
  2. Phytomedicine. 2006 Sep;13(8):598-600. Epub 2006 Feb 24. Potential molecular basis of the chondroprotective effect of Harpagophytum procumbens. Chrubasik JE, Lindhorst E, Neumann E, Gerlach U et al.
  3. J Ethnopharmacol. 2012 Oct 11;143(3):755-71. Devil’s Claw-a review of the ethnobotany, phytochemistry and biological activity of Harpagophytum procumbens. Mncwangi N, Chen W, Vermaak I, Viljoen AM, Gericke N.
  4. Phytother Res. 2019 Sep;33(9):2152-2162. Devil’s claw (Harpagophytum procumbens) and chronic inflammatory diseases: A concise overview on preclinical and clinical data. Menghini L, Recinella L, Leone S, Chiavaroli A et al.
  5. EMA/571858/2016
  6. Phytother Res. 2003 Dec;17(10):1165-72. Treatment of patients with arthrosis of hip or knee with an aqueous extract of devil’s claw (Harpagophytum procumbens DC.). Wegener T, Lüpke NP.
  7. Phytomedicine. 2002 Apr;9(3):181-94. Comparison of outcome measures during treatment with the proprietary Harpagophytum extract doloteffin in patients with pain in the lower back, knee or hip. Chrubasik S, Thanner J, Künzel O, Conradt C, Black A, Pollak S.
  8. Phytother Res. 2007 Dec;21(12):1228-33. Effectiveness and safety of Devil’s Claw tablets in patients with general rheumatic disorders. Warnock M, McBean D, Suter A, Tan J, Whittaker P.
  9. Joint Bone Spine. 2000;67(5):462-7. Harpagophytum procumbens in the treatment of knee and hip osteoarthritis. Four-month results of a prospective, multicenter, double-blind trial versus diacerhein. Leblan D, Chantre P, Fournié B.
  10. Phytother Res. 2001 Nov;15(7):621-4. Efficacy and tolerance of Harpagophytum extract LI 174 in patients with chronic non-radicular back pain. Laudahn D, Walper A.
  11. Rheumatology (Oxford). 2003 Jan;42(1):141-8. A randomized double-blind pilot study comparing Doloteffin and Vioxx in the treatment of low back pain. Chrubasik S, Model A, Black A, Pollak S.
  12. Cochrane Database Syst Rev. 2014 Dec 23;(12):CD004504. doi: 10.1002/14651858.CD004504.pub4. Herbal medicine for low-back pain. Oltean H, Robbins C, van Tulder MW, Berman BM, Bombardier C, Gagnier JJ.
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Domande e risposte
  1. A cosa serve l’artiglio del diavolo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      L’Artiglio del diavolo è considerato efficace nel trattamento di artrite e dolori articolari in genere. dolori reumatici e lombari, digestione, dolori addominali e nei casi di calo dell’appetito.

  2. Funziona l’artiglio del diavolo in crema?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Benché siano presenti in letterature numerose evidenze a supporto dell’utilizzo in forma orale (integratore), non sono disponibili studi degni di nota sull’utilizzo di crema, pomata od unguento.

  3. Quali sono le proprietà dell’artiglio del diavolo?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Il meccanismo d’azione non è chiaro, alcuni Autori ritengono che possa avere azione antinfiammatoria ed antiossidante, mentre altri ipotizzano un’azione prettamente antidolorifica. Alla luce dei diversi principi attivi presenti non è escluso che possa trattarsi di una combinazione sinergica di effetti e proprietà.