Cos’è la fosfatasi alcalina?
La fosfatasi alcalina (spesso indicata sui referti come ALP) è un enzima, ossia una proteina che possiede la capacità di accelerare una specifica reazione chimica che avviene nell’organismo, che esplica le sue funzioni in molteplici distretti corporei, tra cui
- ossa,
- fegato,
- reni,
- cellule intestinali,
- placenta (nelle donne in gravidanza).
Nel fegato e nelle ossa questo enzima è presente in concentrazioni maggiori, essendo prodotto abbondantemente
- a livello epatico dalle cellule dell’albero biliare (che rivestono i dotti in cui avviene il trasporto della bile dal fegato all’intestino, processo indispensabile per l’assorbimento e la digestione dei grassi)
- e nelle ossa dagli osteoblasti (le cellule responsabili del processo di formazione ossea).
Un aumento della quantità di fosfatasi alcalina nel sangue si verifica nel caso di numerose patologie in grado di colpire il fegato, in particolare in tutte le forme di colestasi (diminuzione o arresto del flusso di bile), e durante il decorso di malattie del sistema scheletrico, come il morbo di Paget, l’iperparatiroidismo, il rachitismo e l’osteomalacia, nonché fratture e tumori maligni.
Proprio per questa ragione l’esame del sangue può essere richiesto per
- valutare la salute del fegato come indagine di routine
- diagnosticare malattie del fegato o delle ossa
- verificare la risposta a trattamenti in corso
Va ricordato che in giovane età si possono verificare aumenti particolarmente rilevanti anche durante le fasi di crescita ossea, condizioni ovviamente del tutto fisiologiche.
Valori normali
- Uomini
- 0-14 giorni: 83-248 U/L
- 15 giorni-1 anno: 122-469 U/L
- 1-10 anni: 142-335 U/L
- 10-13 anni: 129-417 U/L
- 13-15 anni: 116-468 U/L
- 15-17 anni: 82-331 U/L
- 17-19 anni: 55-149 U/L
- adulto: 40-129 U/L
- Donne
- 0-14 giorni: 83-248 U/L
- 15 giorni-1 anno: 122-469 U/L
- 1-10 anni: 142-335 U/L
- 10-13 anni: 129-417 U/L
- 13-15 anni: 57-254 U/L
- 15-17 anni: 50-117 U/L
- adulto: 35-104 U/L
Fonte: MayoClinic
(I valori considerati normali variano da laboratorio a laboratorio, si raccomanda quindi di fare sempre riferimento al proprio referto per una corretta interpretazione).
Interpretazione
Il dosaggio della fosfatasi alcalina nel sospetto di una patologia del fegato di solito non è isolato, ma effettuato congiuntamente alla misurazione di altri parametri che consentano una valutazione globale della corretta funzionalità epato-biliare (come transaminasi, bilirubina, albumina, proteine totali, gamma GT, LDH e tempo di protrombina); la valutazione di questi valori risulta infatti fondamentale per stabilire la natura dell’insulto epatico (per esempio, in caso di ostruzione dell’albero biliare, fosfatasi alcalina e bilirubina aumentano in misura maggiore rispetto alle transaminasi).
Nel caso di patologie dell’apparato scheletrico, come morbo di Paget, metastasi ossee, rachitismo, sarcoidosi, …, può risultare utile il dosaggio congiunto di calcio e fosfato, che risulteranno aumentati.
Quando effettuato a scopo di screening o di routine, nel caso in cui si rilevi un aumento dei valori di difficile inquadramento diagnostico, è possibile distinguere un’origine epatica da una ossea dosando le concentrazioni degli isoenzimi (nel referto,“ALP-isoenzimi”), componenti della fosfatasi alcalina che differiscono in base al tessuto che li produce.
In gravidanza un aumento dei livelli di fosfatasi alcalina è spesso fisiologico e legato alla crescita ossea del feto, ma può essere indicativo, in alcuni casi, di eclampsia (patologia potenzialmente mortale, complicanza di pre-eclampsia o gestosi, caratterizzata dal sopraggiungere di crisi convulsive).
Anche altre patologie, come iperparatiroidismo, leucemie, linfoma di Hodgkin, colite ulcerosa, scompenso cardiaco congestizio, possono comportare un rialzo moderato dei valori di fosfatasi alcalina.
Una riduzione dei valori di fosfatasi alcalina, invece, può essere indicativa di patologie come anemia, celiachia (intolleranza al glutine), malattie renali, ipotiroidismo o più semplicemente essere legato ad un’età avanzata.
Valori alti
Valori elevati di fosfatasi alcalina possono riscontrarsi in corso di:
- Patologie che determinano un aumentato processo di rimaneggiamento osseo, come:
- Morbo di Paget: malattia cronica caratterizzata da disordini nel metabolismo scheletrico con deformazione, ingrossamento e indebolimento del tessuto osseo;
- Osteomalacia: patologia tipica degli adulti, equivalente al rachitismo che si verifica nei bambini;
- Osteomielite: grave infezione batterica dell’osso sostenuta generalmente da Stafilococchi e Streptococchi;
- Iperparatiroidismo: patologia caratterizzata da un’aumentata produzione di paratormone (ormone che regola la calcemia e la fosfatemia) da parte delle paratiroidi;
- Metastasi ossee: condizione patologica dovuta alla migrazione di cellule tumorali provenienti da altri distretti (spesso mammella e prostata) a livello del tessuto osseo;
- Osteoporosi: patologia sistemica che colpisce l’apparato scheletrico, causando un deterioramento della micro-architettura del tessuto osseo, prevalentemente nei soggetti di età avanzata.
- Malattie che colpiscono il fegato, come:
- Ittero da stasi epato-biliare: colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose, dovuta ad un aumento dei livelli di bilirubina nel sangue;
- Calcoli biliari: raccolte di materiale solido dovute all’accumulo di sostanze in eccesso, come colesterolo, sali di calcio e cristalli di bilirubina;
- Cirrosi: malattia cronica del fegato caratterizzata dall’apposizione di tessuto fibrotico, con conseguente alterazione della struttura e della funzionalità epatica.
- Epatiti acute: processi infiammatori a carico del fegato, molto spesso di natura virale;
- Neoplasie (primitive o secondarie).
- Altre patologie che possono determinare un moderato aumento dei livelli di fosfatasi alcalina sono:
- Rettocolite ulcerosa;
- Diarrea cronica;
- Leucemie;
- Linfoma di Hodgkin;
- Scompenso cardiaco congestizio.
Valori bassi
È possibile osservare una riduzione dei valori di fosfatasi alcalina in corso di diverse patologie, tra le principali:
- Anemia: condizione patologica caratterizzata da una riduzione dei livelli di emoglobina (proteina adibita al trasporto di ossigeno nel sangue);
- Stati di malnutrizione (principalmente carenze proteiche e carenze di zinco);
- Celiachia (intolleranza al glutine);
- Morbo di Wilson: malattia epatica caratterizzata dall’accumulo di rame nei tessuti;
- Ipotiroidismo: patologia dovuta a riduzione dell’azione degli ormoni tiroidei a livello dei vari tessuti;
- Fibrosi cistica: malattia genetica rara che colpisce le ghiandole esocrine deputate alla produzione di muco e sudore, causando danni multiorgano.
Quando viene richiesto l’esame
Il dosaggio della fosfatasi alcalina, effettuato mediante il prelievo di un campione di sangue da una vena del braccio, è oggi particolarmente richiesto per effettuare lo screening e il monitoraggio di patologie che coinvolgono fegato e vie biliari oppure le ossa.
Tra i sintomi suggestivi di malattia epatica si annoverano
- inappetenza
- nausea e/o vomito
- sensazione di debolezza o stanchezza generalizzata
- dolore addominale
- gonfiore addominale
- prurito
- ittero (colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose, dovuta ad un aumento dei livelli di bilirubina nel sangue)
- feci ipocoliche (biancastre, grigie o color argilla)
- urine ipercromiche (scure, di colorito giallo-bruno).
Tra i sintomi che inducono a pensare alla presenza di una malattia ossea è possibile invece citare
- dolore osseo
- fratture ricorrenti
- deformazioni ossee.
In altri casi il dosaggio della fosfatasi alcalina può essere richiesto:
- nella valutazione del paziente che assume farmaci che potrebbero danneggiare il fegato;
- per monitorare l’efficacia delle misure terapeutiche intraprese.
Come si esegue l’esame
Il dosaggio dei livelli di fosfatasi alcalina è effettuato su un campione di sangue prelevato da una vena, tipicamente del braccio.
Fattori che influenzano l’esame
Un rialzo dei valori di fosfatasi alcalina può essere considerato “fisiologico” nelle donne in gravidanza, nonché in bambini e adolescenti durante il periodo di accrescimento (per il concomitante sviluppo osseo) e nelle donne in menopausa.
Valori aumentati sono riscontrabili anche in corso di dieta iperproteica.
Valori diminuiti sono invece possibili in età anziana.
I valori di fosfatasi alcalina possono infine essere condizionati da:
- Eccessivo apporto di grassi
- Carenza di calcio
- Deficit di vitamina D
- Assunzione di farmaci (antiepilettici, ACE-inibitori, antibiotici, estrogeni, FANS).
Preparazione
Prima di effettuare l’esame è necessario:
- Osservare un periodo di digiuno di almeno 810 ore (durante il quale è possibile assumere acqua in quantità moderate);
- Sospendere almeno 72 ore prima del prelievo eventuali farmaci che possono alterare i risultati dell’esame;
- Mantenere una posizione eretta da almeno 30 minuti.
A cura della Dott.ssa Chiara Russo, medico chirurgo
Fonti e bibliografia
Autore
Dr.ssa Chiara Russo
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Latina n. 4203
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