Introduzione
Parlando di malattia renale cronica (CKD, acronimo inglese di Chronic Kidney Disease) si fa riferimento alla presenza di lesioni così severe ai reni, che viene meno la capacità di filtrare efficacemente il sangue. L’aggettivo cronico suggerisce invece che il danno che i tuoi reni sono danneggiati e non possono filtrare il sangue come dovrebbero. La malattia è chiamata “cronica” perché il danno ai reni avviene lentamente e per un lungo periodo di tempo.
I reni, ciascuno delle dimensioni di un mouse da computer, sono organi in grado di filtrare tutto il sangue circolante ogni 30 minuti circa; il loro compito principale è filtrare tanto i liquidi in eccesso quanto le sostanze di rifiuto dal sangue, eliminando poi entrambi attraverso l’urina. Per un funzionamento ottimale dell’organismo i reni sono quotidianamente impegnati a mantenere un fine equilibrio dei numerosi minerali circolanti nel sangue, come calcio, fosforo, sodio e potassio. I reni producono inoltre ormoni coinvolti nel controllo dei valori di pressione del sangue, nella produzione dei globuli rossi e nel mantenimento della salute delle ossa.
Reni malfunzionanti possono quindi avere serie ripercussioni sull’intero organismo ed in caso di grave insufficienza renale il paziente potrebbe alla fine necessitare di dialisi o di un trapianto di rene poter sopravvivere.
Malattia renale cronica o insufficienza renale cronica?
La naturale conseguenza della malattia renale cronica è l’insufficienza renale cronica, ovvero la perdita progressiva e irreversibile della funzione renale; negli stadi più avanzati di malattia renale cronica le due condizioni sono sostanzialmente sovrapponibili.
Cause
Le cause più comuni di malattia renale cronica sono
- Diabete. Il diabete è la principale causa di insufficienza renale cronica. La glicemia alta (iperglicemia) è causa di gravi danni ai vasi sanguigni renali, tanto che quasi un paziente diabetico su 3 svilupperà un problema ai reni.
- Pressione alta. L’ipertensione è la seconda causa di insufficienza renale cronica ed anche in questo caso la ragione risiede nelle lesioni perpetrate ai danni della circolazione sanguigna renale.
Tra le altre condizioni è possibile annoverare:
- Malattia del rene policistico, una malattia genetica che causa la crescita di numerose cisti nei reni
- Infezioni
- Farmaci nefrotossici (come litio od abuso di antinfiammatori)
- Malattie sistemiche ed autoimmuni come il lupus o la sindrome di Goodpasture
- Nefropatia da immunoglobulina A
- Avvelenamento da metalli pesanti, ad esempio da piombo
- Condizioni genetiche rare, come la sindrome di Alport collegamento esterno NIH
- Sindrome emolitico uremica nei bambini
- Vasculite da deposito di immunoglobulina A (IgAV)
- Stenosi dell’arteria renale
Fattori di rischio
- Cardiopatia. La ricerca ha dimostrato un forte e duplice legame tra malattie renali e malattie cardiache; i soggetti affetti da disturbi al cuore sono a più alto rischio di malattie renali e le persone con malattie renali sono a più alto rischio di malattie cardiache.
- Familiarità: Avere un parente stretto affetto da insufficienza renale aumenta il rischio di svilupparla a propria volta.
- Età. La probabilità di sviluppare una malattia renale aumenta con l’età.
- Etnia. Afroamericani, ispanici, asiatici e indiani d’America tendono ad avere un rischio maggiore di CKD (anche se in realtà l’aumento del rischio è dovuto principalmente a tassi più elevati di diabete e pressione alta in queste popolazioni).
Stadi
La definizione di malattia renale cronica è stata definita nel 2002 dalla National Kidney Foundation; questa viene poi classificata in base a
- danno renale
- riduzione della funzione renale
in 5 diversi stadi:
- Stadio 1 (eGFR uguale o maggiore di 90): si osserva un lieve danno ai reni, che tuttavia funzionano ancora bene ed è quindi improbabile che ci siano sintomi (tuttavia potrebbero già essere presenti segni di danno renale, come la presenza di proteine nelle urine).
- Stadio 2 (eGFR compreso tra 60 e 89): il danno è lieve, ma il funzionamento ancora buono e quindi in genere non compaiono ancora sintomi. Possono comunque essere presenti segni del già presente danno renale.
- Stadio 3 (eGFR compreso tra 30 e 59): il danno è danno da lieve a moderato, ma la funzionalità inizia ad essere compromessa. Alcune sostanze di rifiuto iniziano ad accumularsi e potrebbero comparire pressione alta e disturbi delle ossa, stanchezza e gonfiore a mani e piedi. A patto di poter attenersi ad un trattamento adeguato, molti pazienti riescono a stabilizzarsi a questo stadio e non progredire oltre.
- Stadio 4 (eGFR compreso tra 15 e 29): il danno è ormai da moderato a grave, con gravi malfunzionamenti. I sintomi peggiorano e potrebbero comparire cardiopatie e dolore nella parte bassa della schiena. Questa è l’ultima fase prima dell’insufficienza renale, è quindi necessario sottoporsi a visite regolari con un nefrologo (specialista che si occupa della salute dei reni) per adottare misure in grado di rallentare il danno renale e pianificare in anticipo possibili trattamenti per l’insufficienza renale.
- Stadio 5 (eGFR inferiore a 15): il danno è molto grave e i reni sono prossimi alla completa incapacità di far fronte alle necessità dell’organismo o già in piena insufficienza renale. Sono necessarie dialisi o trapianto d’organo per garantire la sopravvivenza del paziente.
Sintomi
L’insufficienza renale cronica nelle fasi iniziali non si manifesta in alcun modo, perché i reni possiedono una grandissima capacità di compensare eventuali lesioni iniziali (hanno cioè un ampio margine di sicurezza, in cui sono in grado di continuare a funzionare in modo adeguato alle necessità dell’organismo) e peraltro questa è la ragione per cui è possibile donare un rene senza accusare particolari limiti.
In questa fase l’unico modo per evidenziare un danno renale è attraverso esami del sangue o delle urine.
Man mano che la malattia renale peggiora possono fare la loro comparsa i primi sintomi, generalmente in forma di gonfiore (edema), la manifestazione lampante dell’incapacità del rene di smaltire liquidi e sale in eccesso.
L’edema può verificarsi alle gambe, ai piedi o alle caviglie, meno spesso alle mani o al viso.
Tra i sintomi di insufficienza renale cronica avanzata si annoverano invece:
- dolore al petto
- pelle secca
- prurito
- intorpidimento
- stanchezza persistente
- mal di testa
- produzione di urina aumentata (con necessità di alzarsi di notte) o più raramente diminuita
- schiuma nelle urine (dovuta alla presenza di proteine)
- perdita di appetito
- crampi muscolari
- nausea e vomito
- fiato corto
- disturbi del sonno
- difficoltà di concentrazione
- perdita di peso.
Complicazioni
Le persone con insufficienza renale cronica possono anche sviluppare anemia, malattie ossee, calo delle difese immunitarie e malnutrizione, ma più in generale possono favorire la comparsa di malattie cardiache ed eventi cardiovascolari in genere, come ictus e infarto.
Ad esempio la pressione alta può essere tanto una causa quanto un effetto della malattia renale cronica, perché una pressione eccessiva danneggia i reni e i reni danneggiati non sono più in grado di regolare efficacemente i valori pressori.
Si è infine predisposti allo sviluppo di un danno renale acuto come conseguenza di altre eventuali condizioni.
Purtroppo la malattia renale è spesso “progressiva” e cronica, il che significa che peggiora nel tempo in modo permanente.
Diagnosi
Poiché la malattia renale cronica inizialmente non è causa di alcun sintomo, gli esami di laboratorio rappresentano l’unica strategie per valutare la salute dei reni, soprattutto in caso di:
- diabete
- pressione alta
- cardiopatia
- familiarità per insufficienza renale.
In questi casi è molto comune che i medici consiglino periodiche valutazioni, mirate ad evidenziare precocemente eventuali danni. Gli esami di riferimento sono due:
- eGFR, un esame del sangue per valutare l’efficace dell’azione di filtro dei reni
- ricerca di albumina nelle urina (l’albumina è una proteina che passa nelle urine solo in caso di danni).
Questi stessi esami, oltre ad eventuali altri, sono anche utili per monitorare nel tempo la progressione del danno e la risposta al trattamento; la terapia è efficace se:
- eGFR si stabilizza,
- l’albumina si stabilizza o diminuisce.
Cura
Una diagnosi ed un trattamento precoci possono fare la differenza in termini di prognosi, non solo salvaguardando la funzionalità renale residua, ma anche in un’ottica di prevenzione cardiovascolare e di qualità di vita nel quotidiano.
Adottare piccoli e grandi cambiamenti al proprio stile di vita in assenza di sintomi può essere difficile, ma ne vale davvero la pena.
Il National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases americano consiglia di:
- Controllare regolarmente la pressione sanguigna
- Attenersi scrupolosamente alle indicazioni ricevute dal proprio diabetologo, in caso di diabete, per mantenere la glicemia negli obiettivi prefissati.
- Assumi tutti i medicinali prescritti nei modi e nei tempi previsti.
- Perdi peso se necessario.
- Pratica regolarmente attività fisica.
- Dormi adeguatamente.
- Smetti di fumare.
- Non aver paura di chiedere eventuale aiuto per affrontare stress, ansia e depressione.
Non esistono purtroppo farmaci specifici, ma si ricorre eventualmente a terapie in grado di gestire le condizioni che abbiano causato la patologia (prime fra tutte eventuale pressione alta e/o diabete).
Dieta
Nefrologo o dietologo potranno fornire importanti indicazioni alimentari in caso di malattia renale cronica, che possono realmente fare la differenza in termini di contenimento del danno.
I punti più importanti sono 3:
- Ridurre drasticamente il consumo di sale (di norma in forma di sodio), non solo evitando di aggiungerlo quando si cucina, ma evitando per quanto possibile alimenti industriali che ne sono spesso eccessivamente ricchi. Per abituarsi al gusto di alimenti meno salati sono sufficienti in genere un paio di settimane ed il condimento può essere sostituito con spezie ed erbe aromatiche.
- Limita il consumo di proteine e sceglile con attenzione. Ogni volta che l’organismo consuma proteine produce rifiuti, che devono poi essere smaltiti dai reni. Mangiare più proteine del necessario può quindi sovraccaricare gli organi, per questo si consiglia di:
- Consumare piccole porzioni di cibi proteici.
- Privilegiare gli alimenti proteici vegetali.
- Scegli cibi sani per il tuo cuore (vedi video seguente).
- Limita drasticamente il consumo di alcolici.
- Privilegia alimenti poveri di fosforo. Quando si è colpiti da malattia renale cronica il fosforo tende ad accumularsi nel sangue, con la spiacevole conseguenza di favorire la mobilizzazione del calcio dalle ossa, rendendole più sottili, fragili e soggette a rottura. Tra gli altri sintomi possono inoltre comparire prurito, dolore alle ossa e alle articolazioni. Il rischio deriva anche dal fosforo aggiunto come additivo alimentare (indicato ad esempio come “polifosfati” in etichetta), ma più in generale limitare il consumo di salumi, legumi secchi, frutta secca, cioccolato, lievito di birra, gamberi e frattaglie, tuorlo d’uovo, farine e crusca, cacao amaro in polvere. Altri alimenti ne contengono quantità moderate (latte e latticini, pasta, riso, legumi freschi, orzo, biscotti, pesce), mentre ne sono privi frutta e verdura fresche, patate, marmellata, zucchero, miele, olio e burro.
- Pianificare con l’aiuto di un dietologo il giusto consumo di potassio, che può creare problemi sia quando consumato in eccesso che quando si sia esposti ad una carenza.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.