Tenesmo rettale: significato, cause e cura

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Cos’è il tenesmo?

Tenesmo rettale è un termine medico con cui si indica un disturbo che interessa l’ultimo tratto del grosso intestino, manifestandosi con frequente ed impellente sensazione di dover defecare.

Più in particolare descrive lo stimolo costante ad evacuare, accompagnato da spasmi talvolta dolorosi dello sfintere anale, non giustificato dallo stato di riempimento dell’ampolla ano-rettale (che al contrario sovente è vuota), bensì da una condizione di irritazione ed infiammazione dell’intestino.

Questo spiega perché, una volta in bagno, la defecazione spesso è irrisoria e nel giro di qualche ora tale bisogno si ripresenta con le medesime caratteristiche:

  • dolore anale
  • e sgradevole sensazione di urgenza a defecare.

Esiste anche un tenesmo vescicale, causato generalmente da cistiti di varia natura.

Cause

Il tenesmo rettale è un sintomo di svariate malattie gastro-intestinali

  • più o meno gravi,
  • più o meno frequenti,

che hanno in comune la genesi di un insulto infiammatorio a carico dell’ultimo tratto intestinale, ossia il retto e l’ano.

Ricostruzione grafica della posizione anatomica dell'ultimo tratto dell'intestino (retto e ano)

iStock.com/Lars Neumann

Tale infiammazione, indipendentemente dall’origine (infiammazione cronica, infezioni, crescite di masse tumorali, alterazione del circolo sanguigno, …) causa contrazioni spasmodiche e sovente dolorose a carico dello sfintere anale.

In particolare alcune patologie che si possono manifestare con tenesmo rettale, quali ad esempio:

In altri casi il tenesmo rettale può essere un disturbo che si manifesta nelle persone ansiose o in chi ha una cattiva alimentazione, oppure può associarsi a terapie:

  • “fai da te”, scorrette, effettuate con scarsi risultati per la stitichezza o altre patologie comuni come emorroidi, ragadi anali, sindrome dell’intestino irritabile, …
  • radioterapiche.

Nei casi di radioterapia si tratta di pazienti con una diagnosi di carcinoma del retto, dell’ano o di aree vicine all’ultimo tratto del grosso intestino come utero e prostata. La radioterapia può essere associata a chemioterapia e si prosegue per circa un mese. Il tenesmo in questi casi è dovuto a due cause strettamente connesse tra di loro: la presenza della formazione neoplastica ed il trattamento per la cura del tumore stesso.

Il paziente può accusare durante la terapia radiante dolore o bruciore anale, o riferire una sensazione di peso all’ano che lo costringe ad andare in bagno più volte in un giorno, senza tuttavia avere una defecazione soddisfacente. Questi disturbi sono dose-dipendenti: ossia si sviluppano in rapporto alla dose di radioterapia raggiunta e quindi generalmente non prima di aver completato metà del trattamento previsto; nei casi più severi può persistere anche per i mesi successivi alle cure.

Tenesmo rettale ed altri sintomi

Un paziente con tenesmo rettale riferirà

  • una sgradevole sensazione di dolore anale e/o,
  • senso di pienezza all’ano,

accompagnata da un costante bisogno di evacuare, a prescindere dal fatto che questo avvenga effettivamente o meno; spesso infatti non vi è alcuna emissione di feci, oppure la defecazione è scarsa e resta una sensazione di non aver defecato completamente.

Il paziente può accusare inoltre altri disturbi legati alla causa scatenante il tenesmo rettale, tra cui ricordiamo:

Questi sintomi contribuiscono ad aumentare il disagio fisico ed emotivo già legato al tenesmo rettale, e si ripercuotono negativamente sulla vita privata e sociale della persona affetta.

Pericoli e diagnosi

Il tenesmo rettale, da solo o accompagnato da altri disturbi, generalmente compare all’improvviso in forma acuta e può talvolta persistere per mesi, ossia cronicizzare.

Già dalla sua prima comparsa il tenesmo rettale non dovrebbe mai essere sottovalutato: può infatti rappresentare un campanello d’allarme di una patologia grave che solo il medico può escludere dopo opportune indagini.

La diagnosi di tenesmo rettale è clinica e si basa sui sintomi riferiti dal paziente. Generalmente la presenza di altri disturbi associati al tenesmo rettale, insieme all’anamnesi del paziente, possono orientare verso una prima diagnosi clinica della possibile causa scatenante.

Il medico, una volta stabilito che il paziente presenta tenesmo rettale, terrà conto di quella che è la storia clinica del paziente, per la ricerca della causa scatenante questo disturbo; tra le domande che verranno formulate in fase di anamnesi rivestono grande importanza le seguenti:

  • È un soggetto tendenzialmente stitico?
  • Soffre di ansia?
  • Assume farmaci?
  • Ha familiarità per malattie infiammatorie croniche?
  • Ha avuto una recente diagnosi di tumore dell’utero, della prostata o dell’intestino?
  • Sta effettuando una terapia anti-neoplastica?
  • Ha altri sintomi, a parte il tenesmo?
  • Ha rapporti sessuali non protetti?

La visita medica comprende la palpazione dell’addome e l’esplorazione rettale, alla ricerca di dolorabilità, masse sospette, ingrossamento del plesso venoso emorroidario, ulcere della mucosa ano-rettale, perdite ematiche o mucose, alterazioni della dimensione e consistenza della prostata nell’uomo, …

In base all’orientamento diagnostico il medico può prescrivere alcuni esami per confermare la diagnosi eziologica, quali:

In alcuni pazienti si rende necessaria una biopsia con esame istologico, ad esempio per valutare la natura di un polipo intestinale o di una neoformazione intestinale o uterina.

Cura

La cura del tenesmo dipende dalla causa scatenante tale disturbo; generalmente la terapia è farmacologica, attraverso la somministrazione di farmaci che possono essere

  • antiinfiammatori,
  • corticosteroidi,
  • antibiotici,
  • antimicotici,
  • immunosoppressori,
  • farmaci biologici

a seconda della patologia associata al tenesmo.

Ai medicinali si possono associare norme igienico-alimentari che il paziente dovrebbe seguire regolarmente.

In caso di polipi, complicanze di malattie infiammatorie croniche (ascessi, fistole, stenosi, emorragie e perforazioni) o neoplasie, è indicato l’intervento chirurgico.

Fonti e bibliografia

  • Fonte: Harrison, Principi di Medicina Interna
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