Ultima modifica

Introduzione

La clamidia è una malattia sessualmente trasmissibile (MST) causata dal batterio Chlamydia trachomatis.

Può colpire sia gli uomini che le donne, ma è in quest’ultime che si manifesta in tutta la sua pericolosità, potendo causare complicazioni gravi e permanenti al sistema riproduttivo e rendendo più difficile o talvolta impossibile una gravidanza naturale. L’infezione può inoltre aumentare il rischio di gravidanza ectopica.

Le donne possono venire contagiate dalla clamidia principalmente a livello di

  • cervice,
  • retto,
  • gola,

mentre gli uomini a

  • uretra (il canale all’interno del pene da cui passa l’urina),
  • retto,
  • gola.

L’aspetto che rende drammatica l’infezione è che spesso rimane del tutto asintomatica, priva cioè di sintomi; la conseguenza è che non venendo diagnosticata è in grado di causare in modo silente danni potenzialmente irreparabili.

Donna in visita dalla ginecologa

Shutterstock/New Africa

Quando presenti, i sintomi nelle donne possono essere:

  • perdite vaginali anormali, che possono avere odore sgradevole,
  • sensazione di bruciore durante la minzione,
  • dolore durante i rapporti (dispareunia).

Se l’infezione si diffonde, possono comparire dolori addominali, nausea e febbre.

I sintomi negli uomini comprendono:

  • perdite dal pene,
  • sensazione di bruciore durante la minzione,
  • bruciore o prurito intorno al meato uretrale (foro da cui esce l’urina),
  • dolore e gonfiore in uno o entrambi i testicoli (poco comuni).

In caso di infezione al retto possono comparire:

  • dolore,
  • perdite,
  • sangue.

La malattia è curabile attraverso una terapia antibiotica, che tuttavia non garantisce immunità: il risultato è quindi che l’infezione può essere contratta e ripetute più volte.

Causa e trasmissione

L’infezione da clamidia è causata dal batterio Chlamydia trachomatis, parassita intracellulare obbligato; il suo ciclo di vita è caratterizzato da due diversi stadi cellulari:

  • corpo elementare, incapace di riprodursi, ma in grado di sopravvivere al di fuori della cellula ospite,
  • corpo reticolare, in grado di riprodursi ma privo di capacità infettante.
Ricostruzione grafica del batterio della clamidia.

iStock.com/iLexx

È una delle infezioni sessualmente trasmesse più comuni ed è possibile venire contagiati attraverso i rapporti sessuali, in caso di contatti con pene, vagina, bocca o ano di un partner infetto; in altre parole si può essere contagiati da soggetti infetti attraverso rapporti

  • vaginali,
  • anali,
  • orali.

È da notare che l’infezione rimane locale, circoscritta cioè alla zona in cui avviene il contagio e solo con i contatti in quel distretto corporeo può avvenire la trasmissione; se per esempio un uomo ne è affetto a livello del pene, potrà contagiare il/la partner:

  • in gola in caso di rapporti orali,
  • a livello vaginale in caso di rapporto vaginale,
  • a livello anale in caso di rapporto anale.

Essendo la mucosa anale e vaginale separate da una piccola distanza (perineo) non è impossibile un contagio della mucosa vicina.

Non è necessario che avvenga l’eiaculazione affinché si verifichi la trasmissione della malattia, né in un senso, né nell’altro, è infatti sufficiente il contatto tra le mucose.

Può infine essere trasmessa dalla mamma al bambino al momento del parto, sotto forma di

  • infezione oculare (congiuntivite, possibile anche negli adulti per contatto con secrezioni infette)
  • o polmonare (polmonite).

La clamidia non si diffonde attraverso contatti casuali, ad esempio con una stretta di mano o con l’uso condiviso di servizi igienici.

Vedi anche: È possibile prendere la clamidia senza rapporti sessuali?

Fattori di rischio

Può colpire qualsiasi soggetto sessualmente attivo, anche se sembra essere particolarmente diffusa nelle ragazze più giovani, probabilmente anche a causa del numero di partner che, insieme al mancato utilizzo del preservativo, aumenta il rischio di contrarre l’infezione.

Sintomi

La chlamydia è spesso descritta come un’infezione “silenziosa”, perché purtroppo la maggior parte dei soggetti infetti (uomini e donne) sono asintomatici e non presentano anomalie nemmeno in caso di visita di controllo; alcuni lavori di ricerca stimano che solo il 10% degli uomini e il 5-30% delle donne con infezione confermata sviluppano sintomi.

Il periodo d’incubazione della clamidia non è chiaro, ma alla luce del ciclo di replicazione relativamente lento del microrganismo i sintomi possono non comparire fino a diverse settimane dopo l’esposizione (ovviamente solo nei soggetti che li svilupperanno).

Donna

Nelle donne contagiate a livello vaginale i batteri inizialmente infettano la cervice (la parte terminale dell’utero, che sporge in vagina), dove l’infezione può causare segni e sintomi tipici di cervicite, come ad esempio:

Possono talvolta arrivare a contagiare anche l’uretra, il canale da cui viene espulsa l’urina, con i sintomi tipici dell’uretrite:

L’infezione può diffondersi dalla cervice fino al tratto riproduttivo superiore (ossia utero e tube di Falloppio) causando la malattia infiammatoria pelvica (PID), che può essere a sua volta

ma invariabilmente pericolosa per la fertilità della donna.

Uomo

Gli uomini che diventano sintomatici mostrano i sintomi tipici dell’uretrite, con

Una minoranza dei pazienti sviluppa epididimite (con o senza uretrite sintomatica), presentando dolore testicolare unilaterale (cioè dolore a un unico testicolo) e gonfiore.

Altre infezioni

La chlamydia può infettare la mucosa rettale in entrambi i sessi,

  • direttamente (attraverso un rapporto anale passivo),
  • o indirettamente (attraverso la diffusione dalla cervice e dalla vagina in una donna con infezione cervicale).

Di norma si tratta di infezioni asintomatiche, ma possono talvolta causare i sintomi tipici della proctite:

La congiuntivite da clamidia sessualmente acquisita può verificarsi sia negli uomini che nelle donne attraverso il contatto con le secrezioni genitali infette.

Ricordiamo infine il possibile contagio a livello della gola, contratta attraverso rapporti orali passivi; in genere si tratta di infezioni asintomatiche, ma da trattare perché potenzialmente trasmissibili.

Complicazioni

Come abbiamo visto spesso l’infezione da clamidia è purtroppo asintomatica, ma se trascurata capace di diventare causa di gravi problemi di salute sia a breve che a lungo termine.

Nelle donne la clamidia non trattata può diffondersi a livello delle tube di Falloppio e causare malattia infiammatoria pelvica (PID), in grado di provocare danni permanenti e in particolare:

Alcuni pazienti con PID possono andare incontro ad infiammazione addominale e in particolare della capsula epatica.

Una particolare forma di artrite reattiva può verificarsi negli uomini e nelle donne a seguito di infezioni clamidiche sintomatiche o meno.

Ricordiamo infine che un’infezione da clamidia non trattata può aumentare le possibilità di contrarre o trasmettere l’HIV.

Gravidanza

Nelle donne in gravidanza la chlamydia non trattata è stata associata ad un aumentato rischio di parto pretermine, oltre che alla possibile trasmissione oculare e polmonare dell’infezione al neonato, potenzialmente molto pericolose.

Una donna incinta portatrice di una malattia sessualmente trasmessa può quindi contagiare il neonato anche se la malattia non presenta sintomi evidenti. Lo screening di alcune malattie a trasmissione sessuale (ma non di tutte!) è ormai una prassi durante l’assistenza prenatale, ma si raccomanda in caso di dubbi di segnalarli sempre al ginecologo.

Diagnosi

L’infezione da clamidia viene diagnosticata attraverso test di laboratorio genetico-molecolari, che consentono di ricercare la clamidia sia in campioni organici raccolti attraverso tamponi (endocervicali e/o uretrali, vaginali, rettali, orali) od in campioni di urine.

Più raramente può rendersi necessaria una laparoscopia, un esame chirurgico che richiede l’inserimento di una piccola videocamera in addome alla ricerca di aderenze conseguenti al processo infiammatorio acuto o cronico sostenuto dall’infezione.

In caso di positività al test per clamidia, è necessario che anche tutti i partner sessuali vengano testati per la ricerca di questa infezione, oltre che per le più comuni malattie sessualmente trasmesse (tra cui l’HIV).

Cura

Se a un paziente viene diagnosticata la clamidia, tutti i suoi partner sessuali devono essere informati e curati con gli antibiotici (secondo i CDC si dovrebbe andare indietro nel tempo di almeno 60 giorni), anche se non hanno alcun sintomo, in modo che non sviluppino alcuna complicazione a lungo termine o propaghino l’infezione a terze persone.

La buona notizia è che la chlamydia può essere curata facilmente attraverso il ricorso ad antibiotici; è raccomandata l’astensione sessuale per almeno 7 giorni di terapia per evitare la diffusione dell’infezione, ma in alcuni casi si preferisce attendere fino al riscontro negativo di laboratorio durante gli esami di verifica.

In caso di persistenza dei sintomi questi sono da segnalare al medico.

Come nel caso di altre MST, la clamidia può dare l’impressione di essere migliorata, quando in realtà è ancora presente. Il fatto che i sintomi scompaiano dopo pochi giorni anche se non ci si è curati non significa che l’infezione sia scomparsa, per questo si procederà alla ripetizione degli esami per verificare con certezza la guarigione.

Il farmaco curerà l’infezione, ma purtroppo non sarà in grado di riparare eventuali danni permanenti.

Purtroppo venire nuovamente contagiati è piuttosto comune e, anche per questo, il trattamento del/dei partner è assolutamente indispensabile per salvaguardare la salute riproduttiva.

Prevenzione

Poiché la clamidia si diffonde attraverso il contatto sessuale, il miglior modo di prevenirla rimane l’astinenza. Il contatto sessuale con più di un partner o con qualcuno che ha più di un partner aumenta il rischio di contrarre qualsiasi tipo di STD.

Se usato in maniera corretta e regolare, il preservativo può diminuire il rischio di contrarre malattie a trasmissione sessuale.

Fonti e bibliografia

Articoli Correlati
Articoli in evidenza