Steatorrea: sintomi, cause, pericoli e rimedi

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Introduzione

La steatorrea è una condizione che consiste nella presenza di un’eccessiva quantità di grassi nelle feci, che per qualche ragione non vengono quindi più assorbiti dall’intestino; si tratta quindi dell’espressione di un malassorbimento dei grassi introdotti con la dieta.

Nella maggior parte dei casi è associata a disturbi del pancreas, la ghiandola che produce le sostanze necessarie ad una corretta digestione (lipasi pancreatiche).

Un aumento del contenuto di grasso delle feci si manifesta in forma di feci pallide, di grande volume, maleodoranti e molli.

Assorbimento dei grassi

Il normale assorbimento dei grassi coinvolge una complessa miscela di

  • enzimi digestivi (si tratta di proteine capaci di smontare i grassi per renderli digeribili),
  • bile (sostanza prodotta dal fegato e conservata nella cistifellea),

ma richiede anche una perfetta integrità della parete intestinale.

Poiché i grassi non si sciolgono in acqua (si pensi ad esempio a quando si versa dell’olio o del burro fuso in acqua), è prima di tutto necessario emulsionarli, ovvero incorporarli nei liquidi acquosi presenti nel tratto digestivo; un’emulsione è consiste nella dispersione di un liquido sotto forma di piccolissime particelle (nel nostro caso i grassi) in un altro (nel nostro caso l’acqua). Esempi quotidiani di emulsioni sono il latte e la maionese.

Dopo l’ingestione i lipidi contenuti negli alimenti vengono quindi inizialmente emulsionati grazie alla bile e solo a questo punto possono essere aggrediti e spezzettati dall’azione enzimatica delle lipasi, per essere poi assorbiti attraverso la parete intestinale e trasportati nella circolazione attraverso il sistema linfatico.

Più del 90% del grasso alimentare quotidiano viene assorbito, ma eventuali difetti nei processi digestivi possono ridurre questa quota e portare alla steatorrea.

Cause

I pazienti affetti da steatorrea possono essere classificati in tre diverse categorie:

  • Insufficienza pancreatica esocrina, in assenza di un’adeguata produzione di lipasi, che può essere conseguente a
  • Carenza di bile, a causa di una ridotta produzione o secrezione, ad esempio in caso di
    • colestasi (per colangite biliare primitiva, colangite sclerosante primitiva, …)
    • incapacità di riassorbire gli acidi biliari, recuperandoli, con conseguente diminuzione della loro disponibilità (ad esempio in caso di resezione dell’intestino, morbo di Crohn) o per un’eccessiva deconiugazione degli acidi biliari (un processo che si rileva ad esempio in caso di proliferazione batterica anomala nell’intestino tenue, condizione nota come SIBO)
  • Malassorbimento dovuto a malattie dell’intestino tenue, interventi chirurgici o farmaci:
    • celiachia,
    • sprue tropicale,
    • giardiasi,
    • malattia di Whipple,
    • linfoma,
    • amiloidosi,
    • SIBO
    • ed enteropatia da HIV,
    • assunzione di farmaci in grado di sequestrare i grassi, come Orlistat (Alli® e Xenical®) e resine a scambio anionico (farmaci per la riduzione del colesterolo, ad esempio Questran®), oppure octreotide e lanreotide, analoghi della somatostatina usati per il trattamento dell’acromegalia.fec

Negli adulti la pancreatite cronica è la causa più comune di steatorrea, la causa più comune di pancreatite cronica è invece l’abuso di alcolici.

Sintomi

Se nelle prime fasi la condizione può essere asintomatica e passare quindi inosservata, i pazienti con steatorrea da moderata a severa presentano feci oleose voluminose, pallide e maleodoranti (l’assenza di bile può far diventare le feci grigie e pallide, perché questa sostanza ad essere responsabile del caratteristico colore fisiologico brunastro).

Queste feci grasse tendono a galleggiare nell’acqua e, per questo, possono causare difficoltà ad essere scaricate dal WC.

Il paziente può infine lamentare perdite anali oleose, fino ad un certo livello di incontinenza fecale.

Complicazioni

Dirette conseguenze dell’incapacità di assorbire i grassi sono:

I bambini possono manifestare un ritardo della crescita ed una pubertà ritardata, condizione tipica ad esempio della celiachia non diagnosticata o non correttamente gestita.

Nei casi più gravi possono essere osservati la perdita di grasso sottocutaneo e l’atrofia muscolare (perdita di massa muscolare, dovuta alla necessità dell’organismo di ricavare energia dalle proteine muscolari).

Ad accompagnare il malassorbimento dei grassi, soprattutto sul lungo periodo, sono le manifestazioni di carenze di vitamine liposolubili (A, D, E e K), che necessitano dei lipidi per poter essere assorbite.

Diagnosi

La steatorrea è un sintomo, espressione di una malattia; la fase di diagnosi consiste quindi nella ricerca di quale sia la causa di base ed anamnesi ed esame obiettivo sono spesso preziosissimi per formulare le prime ipotesi diagnostiche, ad esempio:

  • I pazienti celiaci possono presentare una varietà di segni extraintestinali come anemia, ulcere orali e dermatite erpetiforme.
  • Il dolore addominale è un sintomo predominante nei pazienti con pancreatite cronica, ma è riportato anche in altre condizioni come SIBO, malattie infiammatorie intestinali e celiachia.
  • I pazienti con fibrosi cistica hanno manifestazioni sinopolmonari.
  • Ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi), prurito diffuso e stanchezza sono disturbi indicativi di malattie epatiche.

In base a quanto emerso durante la visita è possibile approfondire mediante esami di laboratorio e strumentali, ad esempio

Diagnosi differenziale

È molto importante distinguere la steatorrea dalla comune diarrea (feci liquide, ma non causate dall’eccessiva presenza di grassi), che potrebbe essere causata da:

Cura

Nella maggior parte dei casi viene suggerita una dieta normale o addirittura ricca di grassi, oltre che un’integrazione di vitamine liposolubili; sebbene la restrizione dei grassi possa migliorare i disturbi intestinali associati alla steatorrea, si tratta di un approccio che peggiora lo stato nutrizionale e per questo viene evitato quando possibile.

Il trattamento è più in generale mirato alla gestione, quando possibile alla risoluzione, della patologia responsabile, ad esempio:

  • Nei pazienti affetti da disturbi pancreatici la terapia di prima scelta consiste nella somministrazione della terapia enzimatica sostitutiva, farmaci contenenti gli enzimi pancreatici non più prodotti/disponibili (ad esempio Creon®, a base di pancrelipasi).
  • Nei pazienti affetti da SIBO si procede alla somministrazione di specifici antibiotici, ad esempio rifaximina (Normix®, Rifacol®).
  • Nei pazienti celiaci non ci sono alternative ad una dieta rigorosamente priva di glutine.
  • L’acido ursodesossicolico (Deursil®, Ursacol®, …) è il trattamento di prima linea per la colangite primitiva, ma circa il 40% dei pazienti potrebbe non rispondere a questa terapia e richiedere un trapianto di fegato.
  • Nel caso di colangite sclerosante si procede invece a terapia chirurgica.

Fonti e bibliografia

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