Iperventilazione: sintomi, cause, pericoli e cura

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Introduzione

Per Iperventilazione s’intende l’aumento della frequenza degli atti respiratori in condizioni di riposo; è importante sottolineare la differenza con l’iperpnea, fenomeno fisiologico che invece rappresenta l’aumento della frequenza degli atti respiratori durante l’attività fisica.

L’iperventilazione può presentarsi in svariati contesti patologici come malattie polmonari e cardiache, o più semplicemente essere la conseguenza di disturbi d’ansia o attacchi di panico. A prescindere dalla causa l’aumento degli atti respiratori porta ad

  • un aumento della concentrazione di ossigeno nel sangue,
  • un calo della concentrazione di anidride carbonica,

causando complessivamente ad un aumento del pH arterioso e all’instaurarsi di una condizione chiamata alcalosi respiratoria.

I sintomi principali associati all’iperventilazione sono:

L’iperventilazione è facilmente identificabile con l’esame obiettivo del paziente che risulterà

Nella maggior parte dei casi l’iperventilazione tende a normalizzarsi autonomamente e quindi basterà calmare e rassicurare il paziente al momento della comparsa.

Per favorire il recupero di una normale respirazione è utile:

  • respirare lentamente trattenendo l’aria per 5-10 secondi,
  • respirare lentamente in un sacchetto di carta.

Questi due semplici accorgimenti permettono di incrementare i livelli di anidride carbonica nel sangue, ristabilendo il normale pH e rimuovendo i sintomi dell’iperventilazione.

Uomo che respira in un sacchetto di carta per affrontare l'iperventilazione

iStock.com/vitapix

Cause

L’iperventilazione è un fenomeno piuttosto frequente, che può coinvolgere chiunque nel corso della  vita.

In giovane età (sotto i 40 anni) è associata ad una maggiore prevalenza nel sesso femminile, dove si manifesta essenzialmente come conseguenza di disturbi d’ansia e attacchi di panico (due disturbi dell’umore frequenti in tale categoria di persone). Oltre i 40 anni, invece, mostra una prevalenza simile in entrambi i sessi, dove si presenterà in seguito a malattie

  • polmonari,
  • cardiache
  • e metaboliche.

L’iperventilazione può essere classificata come:

  • volontaria (scatenata da ansia, stress, nervosismo, …),
  • involontaria (scatenata da patologie polmonari, cardiache, …)

oppure:

  • acuta (quando si manifesta come singolo episodio),
  • cronica (quando si manifesta in maniera ricorrente o continua).

Le cause principali sono:

A prescindere dalla causa, l’aumento degli atti respiratori conduce all’innalzamento dei livelli di ossigeno e alla diminuzione di quelli di anidride carbonica nel sangue, due variazioni che conducono ad un aumento del pH arterioso (pH superiore a 7.4) portando alla cosiddetta alcalosi respiratoria, condizione responsabile dei sintomi tipici dell’iperventilazione.

Sintomi

L’iperventilazione si manifesta essenzialmente con i seguenti sintomi:

  • Respiratori:
    • respiro affannoso e superficiale,
    • dispnea (sensazione di “fame d’aria” con respirazione difficoltosa),
    • tachipnea (aumento del numero degli atti respiratori);
  • Extra-respiratori (e meno specifici):
    • confusione mentale e agitazione psico-motoria,
    • vertigini che a loro volta possono essere:,
      • oggettive (percezione che l’ambiente ruoti intorno a sé),
      • soggettive (percezione di rotazione di se stessi rispetto all’ambiente circostante),
    • tachicardia con palpitazioni,
    • visione offuscata,
    • dolore toracico,
    • sudorazione abbondante,
    • parestesie agli arti (ovvero la sensazione di formicolio alle mani e ai piedi),
    • debolezza muscolare,
    • tetania (contrazioni involontarie e prolungate dei muscoli con spasmi, crampi e tremori),
    • sincope (svenimento con temporanea perdita di coscienza),
    • cianosi (colorazione bluastra di cute e mucose).

Questi sintomi sono causati da una quantità insufficiente di anidride carbonica in circolo, scatenando una comprensibile ansia e paura nel paziente che le vive sulla propria pelle; la reazione è un ulteriore aumento della velocità/superficialità della respirazione, che a sua volta va a peggiorare l’iperventilazione innescando e sostenendo un fastidioso circolo vizioso.

Gravidanza

Nel corso della gravidanza la gestante va incontro a una serie di modifiche fisiologiche volte a garantire un sviluppo ottimale del feto, tra queste spicca per importanza l’aumento della richiesta e del consumo di ossigeno, oltre all’aumento di tutto il metabolismo in generale.

A livello respiratorio questo si traduce in un aumento della ventilazione alveolare, che mira ad aumentare l’ingresso di ossigeno a livello polmonare; questo processo è di fatto anche l’anticamera dell’iperventilazione e conseguente alcalosi respiratoria.

In gravidanza l’iperventilazione può portare la gestante ad episodi di:

  • dispnea
  • vertigini
  • agitazione psico-motoria
  • ed altri sintomi tipici dell’iperventilazione,

che dovranno essere subito riconosciuti ed eventualmente trattati, per evitare che l’alcalosi conduca a sintomi e problematiche ben più gravi.

Diagnosi

La diagnosi di iperventilazione risulta agevole sulla base dell’esame obiettivo, cioè l’osservazione di una persona agitata, confusa, con respirazione molto rapida e superficiale, che inizia a sudare e a lamentare formicolii agli arti.

Più impegnativa sarà la ricerca delle cause che hanno portato all’iperventilazione, che prevederà una batteria di esami diagnostici e di laboratorio, tra cui:

  • Pulsossimetria: una metodica diagnostica che si avvale del saturimetro un piccolo e maneggevole strumento che inserito al dito tramite una “pinza” permette di valutare la saturazione di ossigeno, ovvero la quantità legata all’emoglobina. Normalmente la saturazione si attesta su valori superiori al 95%, ma in caso di iperventilazione rimane costantemente intorno a un valore del 100%.
  • Radiografia del torace: utile per diagnosticare malattie polmonari e cardiache che hanno fra i sintomi quelli conseguenti all’iperventilazione.
  • ECG: per diagnosticare la gran parte di disturbi cardiovascolari come infarto del miocardio, insufficienza cardiaca, disturbi del ritmo cardiaco.
  • Emogasanalisi: un’analisi che dopo prelievo di sangue arterioso permette di valutare le pressioni parziali dei gas disciolti (quindi ossigeno ed anidride carbonica) e di misurare il pH (che nel caso di iperventilazione sarà maggiore di 7.4).
  • Angio-Tc, Scintigrafia ventilatoria/perfusoria, D-dimero: sono esami per diagnosticare con certezza un’embolia polmonare, grave patologia che può manifestarsi inizialmente proprio con i sintomi di iperventilazione.
  • Consulto psicologico: nel caso tutti i test precedenti risultassero negativi con relativa esclusione di una patologia organica, sarà utile un consulto con un psicologico o uno psichiatra per accertare l’effettiva causa psicogena dell’iperventilazione (un forte stress, ansia, attacchi di panico)

Cura

L’iperventilazione può essere trattata con diversi approcci, ma è innanzitutto opportuno rassicurare il paziente circa la natura benigna dei sintomi, soprattutto quando vi sia una natura psicologica alla base del disturbo, come un attacco di panico o una crisi di agitazione psicomotoria.

È quindi utile apprendere e ricorrere a specifiche tecniche respiratorie come:

  1. Respirare con labbra socchiuse.
  2. Coprire la bocca ed una narice, utilizzando la restante per respirare.
  3. Respirare lentamente e profondamente per 5-10 secondi.
  4. Respirare in un sacchetto di carta (non di plastica!).

In assenza di un sacchetto di plastica è possibile ricorrere alla seguente procedura per mimarne l’effetto:

  1. Poiché l’aria espirata contiene più anidride carbonica rispetto all’aria normale, respirandola nuovamente l’anidride carbonica tornerà nei polmoni in quantità maggiore; per farlo chiudere le mani a conca e appoggiarle a coprire naso e bocca.
  2. Inspirare attraverso il naso
  3. ed espirare attraverso la bocca;
  4. ripetere quattro volte senza trattenere il respiro.

Questi semplici accorgimenti permettono di aumentare la quota di anidride carbonica nel sangue e ristabilire il corretto pH.

Qualora l’iperventilazione sia scaturita da una patologia organica di base, come una patologia polmonare, cardiaca o metabolica, andranno rimosse le cause di quest’ultime per normalizzare il quadro clinico e i sintomi.

Prevenzione

Parlare di prevenzione dell’iperventilazione è razionale qualora ci siano alla base cause psicologiche come ansia, forte stress emotivo, attacchi di panico. In tal caso sarà compito del medico spiegare al paziente le cause dei disturbi, farne conoscere i sintomi e il modo migliore per trattarli. Ciò impedirà che essi influiscano negativamente sulla qualità di vita e diminuirà la possibilità che si ripresentino a distanza di tempo dal primo episodio.

Fonti e bibliografia

  • Malattie dell’apparato respiratorio – Claudio Terzano. Ed. Springer
  • Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1-2 (17 Ed. McGraw Hill 2009)
  • Stulbarg SM, L. Adams I sintomi di malattie respiratorie e la loro gestione. In: Mason RJ, Murray JF, Broaddus CV, Nadel JA, eds. Murray & Nadel’s Textbook of Respiratory Medicine. 4a ed. St. Louis, Mo: WB Saunders, 2005
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