Introduzione
La respirazione è un processo fisiologico vitale per gli esseri umani, svolto per garantire un adeguato apporto di ossigeno ai tessuti, nonché lo smaltimento dell’anidride carbonica prodotta dal metabolismo cellulare.
Il respiro è contraddistinto da due fasi differenti, l’inspirazione e l’espirazione, che insieme costituiscono un atto respiratorio, necessario per consentire lo scambio di gas tra l’organismo e l’ambiente esterno.
La frequenza respiratoria a riposo, in condizioni normali, è valutata come il numero di atti respiratori (comprendenti inspirazione ed espirazione) compiuti dal paziente in un minuto.
Un atto respiratorio è fondamentalmente costituito da:
- Fase inspiratoria: ha una durata variabile da 1,3 a 1,5 secondi;
- Fase espiratoria: ha una durata variabile da 2,5 a 3 secondi;
- Pause compensatorie: della durata di 0,5 secondi circa, al termine degli atti di inspirazione ed espirazione.
Eventuali alterazioni del respiro possono segnalare la presenza di condizioni patologiche in grado di modificare il fisiologico susseguirsi degli atti respiratori e la loro frequenza, che necessitano di una valutazione medica specialistica.
Frequenza respiratoria, i valori normali
La respirazione normale è involontaria, tranquilla e senza sforzo, e deve essere regolare per
- Ritmo, cioè nella regolarità degli atti respiratori; in relazione a questo parametro, il respiro è definito regolare o irregolare.
- Profondità, che è accertata osservando i movimenti della gabbia toracica; il respiro, in base alla profondità degli atti respiratori, può essere considerato
- normale,
- superficiale,
- profondo
- o assente.
I movimenti che consentono all’organismo l’ingresso e l’uscita dell’aria, sono detti rispettivamente inspirazione ed espirazione, che insieme costituiscono un atto respiratorio.
La frequenza respiratoria corrisponde al numero di respiri compiuti dall’individuo in un minuto e la sua valutazione è di solito condotta contando, controllando con un orologio, il numero degli atti respiratori compiuti dal paziente in un minuto e osservando parallelamente
- lo sforzo necessario a compierli,
- la regolarità dei respiri,
- nonché i caratteristici movimenti della gabbia toracica.
Adulti
Il valore della frequenza respiratoria dell’adulto in condizioni normali si attesta a valori compresi tra i 16 e i 20 atti respiratori al minuto.
Bambini
Il numero di atti respiratori al minuto nel caso dei bambini è variabile in base all’età:
- 30-60 atti nel neonato di età compresa tra 0 e 6 mesi;
- 24-30 atti per un neonato di età compresa tra 6 e 12 mesi;
- 20-30 atti per un bambino di età compresa tra gli 1 e i 5 anni;
- 12-20 atti per un bambino di età compresa tra i 6 e gli 11 anni;
- 12-18 atti per un adolescente sopra i 12 anni di età.
Cause di alterazione della frequenza respiratoria
I principali fattori in grado di determinare delle variazioni della frequenza respiratoria sono:
- costituzione corporea,
- età,
- sesso,
- stato di salute,
- attività digestiva,
- temperatura ambientale (aumenta in ambienti rarefatti di ossigeno, come quelli dell’alta montagna),
- stati febbrili,
- posizione corporea (risulta inferiore in posizione orizzontale).
Bradipnea
Con il termine “bradipnea” si indica una diminuzione della frequenza degli atti respiratori al di sotto dei valori considerati normali (nell’adulto si parla di bradipnea al di sotto di 16 respiri al minuto).
Poiché nel bambino la frequenza respiratoria cambia a seconda dell’età, anche la bradipnea è definita diversamente a seconda dei casi e viene considerata patologica quando inferiore a:
- 30 respiri per minuto, fino ad un anno di età;
- 25 respiri per minuto, da 1 a 3 anni;
- 20 respiri per minuto, tra i 3 e i 12 anni;
- 16 respiri per minuto, oltre i 12 anni.
La bradipnea può essere:
- Fisiologica, cioè non legata a disturbi o malattie, come ad esempio quando il soggetto risulta estremamente rilassato (durante sedute di yoga o altre tecniche simili), oppure in caso di atleti molto allenati a sostenere sforzi prolungati (maratoneti, sub ed apneisti).
- Patologica, cioè diretta conseguenza di
- malattie (cardiache, endocrine, respiratorie, neurologiche),
- assunzione di droghe (come eroina, oppiacei),
- intossicazione acuta da alcool, farmaci (principalmente oppiacei a scopo analgesico, ma anche digitalici, antistaminici e neurolettici),
- ostruzione delle vie aeree,
- lesioni del centro respiratorio (ictus cerebrale, traumi cranici)
- e da molte altre condizioni.
In caso di bradipnea patologica, in base alla causa sottostante, è possibile rilevare un corteo di segni e sintomi fra cui si annoverano:
- dispnea (difficoltà respiratorie con “fame d’aria”),
- crepitii, rumori sibilanti, rantoli all’auscultazione polmonare,
- astenia (mancanza di forza),
- malessere generale,
- cianosi (comparsa di chiazze e colorazione bluastra sulla cute),
- tachicardia (aumento della frequenza cardiaca),
- bradicardia (diminuzione della frequenza cardiaca),
- aritmie cardiache,
- confusione mentale,
- letargia,
- ipossia,
- ipercapnia (aumento della concentrazione di anidride carbonica nel sangue).
Tachipnea
Si definisce tachipnea un aumento della frequenza respiratoria, oltre i limiti considerati normali (che nell’adulto corrispondono a 20 atti respiratori al minuto, nel bambino variabili in base all’età).
La tachipnea transitoria del neonato è un problema respiratorio osservabile nel neonato subito dopo il parto e si manifesta con un aumento della frequenza respiratoria, sopra i 30-60 atti respiratori considerati normali. È una condizione benigna, che si risolve normalmente nell’arco di 24-48 ore e dovuta probabilmente alla persistenza di piccole quantità di liquido amniotico nei polmoni dopo la nascita.
La tachipnea può essere:
- Fisiologica, principalmente correlata all’attività fisica;
- Patologica: dovuta a moltissime condizioni, tra cui, principalmente,
- patologie cardiovascolari (anemia, scompenso cardiaco, pericardite, endocardite, insufficienza cardiaca congestizia),
- patologie respiratorie (polmonite, BPCO, asma, pneumotorace, bronchiolite, fibrosi cistica, edema polmonare),
- malattie neurologiche (masse tumorali, encefalopatia epatica),
- malattie psichiatriche (stati di ansia, attacchi di panico),
- farmaci (aspirina, simpatico-mimetici, colinergici, allucinogeni),
- nonché stati febbrili, dolori addominali severi, stress.
È spesso accompagnata da
- dispnea (respiro affannoso, con “fame d’aria”),
- tachicardia (aumento della frequenza cardiaca),
- astenia (senso di affaticamento).
Diagnosi
Le alterazioni della frequenza respiratoria possono essere associate, come visto, a molte patologie e condizioni: la diagnosi e la diagnosi differenziale si basano quindi su una accurata raccolta dei dati del paziente (anamnesi), sulla visita vera e propria (soprattutto auscultazione del torace) e su vari altri esami di laboratorio e di diagnostica per immagine, come:
- esami del sangue (a partire dall’emocromo),
- emogasanalisi,
- spirometria,
- broncoscopia polmonare con biopsia,
- radiografia del torace.
Cura
La terapia è subordinata alla causa che ha determinato la variazione della frequenza respiratoria, ma l’obiettivo finale è quello di ripristinare il corretto intervallo degli atti respiratori.
Le alterazioni fisiologiche del respiro, invece, sono quasi sempre considerate normali e per questo tendenzialmente destinate a risolversi spontaneamente.
Fonti e bibliografia
- Rugarli, Medicina Interna, Masson, 2015.
- Harrison, Principi di medicina interna, CEA, 2016.
Autore
Dr.ssa Chiara Russo
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Latina n. 4203