Leucorrea: cause, significato e rimedi

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Cos’è la leucorrea?

Il termine leucorrea si traduce letteralmente come scarico bianco ed indica la fisiologica fuoriuscita dalla vagina di una secrezione bianco-trasparente, inodore e non associata a sintomi.

Le perdite vaginali bianche (leucorrea fisiologica) sono un evento normale nella vita di una donna a partire dall’età fertile. Si tratta di muco prodotto grazie all’attività di alcune ghiandole presenti nella porzione dell’utero nota come cervice uterina (o collo dell’utero). Anatomicamente la cervice uterina è formata da un epitelio colonnare dove si trovano alcune ghiandole produttrici di muco, che svolge 3 importanti funzioni:

  • lubrificante: mantiene umido e lubrificato l’epitelio della vagina (che invece è privo di ghiandole muco-secernenti),
  • mantenimento della fertilità: rende alcalino l’ambiente vaginale, normalmente acido, rendendolo così santuario sicuro per la risalita degli spermatozoi che avviene durante un rapporto sessuale,
  • difesa: funge da barriera protettiva per possibili infezioni.

La secrezione del muco è regolata dagli ormoni sessuali, in particolare dagli estrogeni, e si presenta in una donna sana ed in età fertile. Le perdite vaginali bianche compaiono per la prima volta in età prepubere, anticipando in tal modo l’arrivo del menarca, ossia della prima mestruazione. Prima di tale età è molto raro riscontrare secrezioni vaginali biancastre nelle bambine, salvo nelle neonate nelle prime due settimane di vita a causa dell’esposizione estrogena materna.

La produzione di muco non è quantitativamente sempre la stessa, varia invece fisiologicamente in rapporto alle varie fasi della vita di una donna, risultando più abbondanti:

  • nei giorni che precedono l’ovulazione, in cui il muco appare non solo più abbondante, ma anche più filamentoso ed elastico, simile all’albume dell’uovo crudo,
  • durante la gravidanza (leucorrea gravidica), in cui è normale poter osservare perdite vaginali acquose e trasparenti,
  • meno comunemente in menopausa, a causa di un calo della produzione ormonale ed un assottigliamento della mucosa vaginale.

Anche altri fattori possono influenzare la produzione di muco, come ad esempio:

  • cambiamenti climatici,
  • alimentazione,
  • assunzione della pillola anticoncezionale,
  • igiene personale,
  • eccitazione sessuale,
  • condizioni di stress emotivo.

Al muco prodotto dalle ghiandole della cervice uterina va aggiunta la normale desquamazione dell’epitelio vaginale, che a sua volta forma un secreto biancastro/trasparente dall’odore acidulo per la presenza dei lattobacilli produttori di acido lattico.

In alcuni casi le normali perdite bianche possono cambiare aspetto, assumendo colore, consistenza od odore diversi oppure diventare più abbondanti, causando una sensazione di disagio nella donna o veri e propri disturbi; generalmente questi sintomi sono indicativi di una leucorrea patologica, la cui causa è presumibilmente da riferirsi alla presenza di un’affezione a carico della cervice uterina o della vagina.

Andiamo a conoscere più in dettaglio le caratteristiche cliniche, l’eziologia e come comportarci per prevenire e curare queste perdite.

Donna con le mani appoggiate sulla pelvi

iStock.com/Tharakorn

Leucorrea ed altre perdite vaginali

La perdite vaginali possono diversificarsi per

  • colore,
  • consistenza,
  • odore,
  • quantità

e richiedere talvolta cure mediche specifiche.

In particolare nella donna si possono osservare le seguenti perdite vaginali:

  • trasparente: non indicano alcuna patologia. Sono secrezioni inodori, non accompagnate da sintomi, prodotte fisiologicamente in quantità variabili in base alle fluttuazioni degli ormoni sessuali o sotto l’influsso di altri fattori. Non devono destare alcuna preoccupazione!
  • bianco: indicano la presenza di muco e sono normali in una donna in età fertile. Se particolarmente abbondanti o dense possono accompagnarsi ad una sensazione di disagio intimo ed esser segno di un’ infiammazione intima o indicare la presenza di patologie che vanno ricercate con un’accurata visita ginecologica.
  • giallo o verde: indicano un’infezione intima. Possono associarsi altri disturbi come
    • secrezioni di cattivo odore,
    • bruciore intimo o franco dolore,
    • prurito.
  • marrone: indicano la presenza di sangue, da distinguersi dalle normali perdite mestruali che nella donna si verificano ogni 28-30 giorni circa. Queste perdite, comunemente note con il termine “spotting”, si manifestano nel periodo che intercorre tra un ciclo mestruale e l’altro e possono esser dovute a varie cause come

Cause

La leucorrea fisiologica, cioè non correlata a malattie, è spesso da riferirsi alla stimolazione degli estrogeni; non è necessariamente una condizione anomala o da curare.

La leucorrea gravidica è invece l’aumento della produzione di muco tipico della gravidanza e stimolato proprio dall’aumento della sintesi di estrogeni; non è espressione di malattia e potrebbe essere un meccanismo utile alla difesa e pulizia del canale vaginale, a protezione dell’utero.

Per la stessa ragione i neonati di sesso femminile possono mostrare leucorrea per un breve periodo dopo la nascita, stimolata dall’esposizione uterina agli estrogeni.

La leucorrea può tuttavia manifestarsi anche in presenza di varie condizioni patologiche, come:

Una comune causa di leucorrea è la presenza nel collo dell’utero di un polipo secernente muco. Si tratta di un tumore benigno, innocuo, facilmente diagnosticabile dal ginecologo durante la visita. I polipi uterini si formano più frequentemente nelle donne mature (dai 40 anni in su).

La cervicite è un’infiammazione, acuta o cronica, del collo dell’utero dovuta a varie cause come ad esempio:

In questi casi la cervice uterina appare durante il controllo ginecologico arrossata, con piccoli e numerosi puntini rossi localizzati dette petecchie (da cui il nome di cervice a fragola).

La malattia infiammatoria pelvica è dovuta ad un’infezione batterica a carico degli organi riproduttivi femminili contenuti nella piccola pelvi: utero, tube di Falloppio, ovaie. Le pazienti possono lamentare diversi disturbi come

L’ectropion, comunemente chiamata piaghetta, è un’estroflessione di una parte del collo dell’utero in prossimità del canale vaginale. Si osserva un’espansione del tessuto di rivestimento del canale cervicale verso il canale vaginale. Può essere congenita o svilupparsi per lacerazioni da parto od in seguito ad un’infezione.

Trichomonas vaginalis è un protozoo, causa di frequenti infezioni al livello vaginale, cervice uterina, uretra e talvolta vie urinarie. La trasmissione avviene per contatto sessuale oppure (più raramente) per utilizzo di indumenti o oggetti contaminati. Altri patogeni che possono causare vulvo-vaginiti sono infezioni da:

I tumori ginecologici sono abbastanza frequenti nella donna, dopo il tumore della mammella ed il tumore del colon-retto. Il sintomo più comune è una perdita di sangue post-coitale, intermestruale o in donne già in menopausa. Altri sintomi sono:

  • dolore al basso ventre
  • e aumento delle secrezioni vaginali.

La letteratura scientifica, infine, ha ampiamente descritto come alcuni altri fattori possano influire sull’equilibrio vaginale di una donna, andando ad irritare la vagina ed essere causa di perdite vaginali anomale, quali:

  • cambiamento dei prodotti usati per l’igiene intima,
  • detersivi ed ammorbidenti per la pulizia della biancheria,
  • spray femminili,
  • creme,
  • lavande vaginali frequenti,
  • gel o schiume contraccettive,
  • farmaci, ad esempio antibiotici,
  • assorbenti interni,
  • rasature complete del pube.

Sintomi associati

La leucorrea può decorrere quasi del tutto asintomatica, cioè la donna può manifestare solo secrezioni vaginali bianche ed abbondanti che possono eventualmente causare una sensazione di disagio durante lo svolgimento delle comuni attività quotidiane.

In altri casi, a seconda della causa scatenante, possono associarsi altri sintomi quali:

  • bruciore alla minzione,
  • bruciore intimo,
  • dolore durante i rapporti sessuali,
  • dolori al basso ventre,
  • perdite vaginali dal colore anomalo:
    • gialle,
    • verdognole,
    • marroni o rossastre,
  • perdite vaginali dalla consistenza anomala:
    • lattiginose (nel caso di infezioni batteriche),
    • grumose (simili alla ricotta tipiche dell’infezione da Candida),
  • perdite vaginali maleodoranti (ad esempio dal tipico odore di pesce avariato da infezione di Gardnerella),
  • prurito intimo,
  • irritazione ed arrossamento della mucosa vaginale e dei genitali esterni,
  • ciclo mestruale irregolare,
  • comparsa di tumefazioni in addome.

Quando rivolgersi al medico?

Se si notano perdite vaginali gialle, verdi o marroni oppure nel caso di secrezioni mucose biancastre particolarmente abbondanti e fastidiose, è bene rivolgersi al proprio ginecologo per un controllo.

La visita ginecologica prevede innanzi tutto una dettagliata anamnesi che prende in considerazione fattori quali:

  • sintomi,
  • eventuali farmaci assunti,
  • allergie,
  • interventi chirurgici,
  • gravidanze a termine o aborti,
  • metodi contraccettivi (se usati),
  • caratteristiche del ciclo mestruale (quando è comparso, regolarità, durata e quantità delle perdite, associazione o meno a dolore/altri disturbi),
  • familiarità per malattie quali diabete, tumori, menopausa precoce o alterazioni del ciclo mestruale, disturbi della tiroide, disturbi della coagulazione del sangue, malattie metaboliche, ipertensione o patologie cardiache, …
  • eventuali disturbi del sonno,
  • eventuali disturbi dell’appetito,
  • abitudini voluttuarie (fumo di sigaretta, alcool, droghe),
  • peso corporeo.

Quindi la donna viene invitata a distendersi sul lettino ginecologico, accessoriato con due supporti in cui poggiare le gambe in modo che siano ben sollevate e divaricate, per consentire:

  • osservazione e palpazione dei genitali esterni,
  • esame interno con lo speculum e la palpazione bimanuale (vaginale ed addominale),
  • ecografia trans-vaginale.

Grazie all’ausilio dello speculum e l’indagine ecografica trans-vaginale, è possibile indagare la maggior parte delle cause di leucorrea.

Altri possibili esami effettuati durante la visita medica comprendono:

  • Pap-test: è un esame citologico che consente lo studio del materiale cervicale prelevato dal ginecologo durante la visita. L’esame è indolore e prevede l’uso di una piccola spatola introdotta in vagina per il prelievo di cellule e muco dal collo dell’utero. Questo materiale viene strisciato su dei vetrini e successivamente analizzato in laboratorio con l’aiuto del microscopio e la colorazione dei vetrini. Permette di distinguere:
    • cellule normali
    • cellule con alterazioni benigne (da infiammazioni e/o infezioni)
    • cellule da fisiologico invecchiamento dell’apparato riproduttivo (menopausa)
    • cellule atipiche per lesioni precancerose (dette CIN da Cervical Intraepitelial Neoplasia) o cancerose

    In caso di Pap-test positivo (ossia sospetto per lesioni maligne) sono indicati esami aggiuntivi come la ricerca del Dna virale del papillomavirus umano (HPV) e la colposcopia.

  • Colposcopia: consente di esaminare il collo dell’utero attraverso uno strumento specifico, il colposcopio, che non è necessario inserire all’interno della vagina, ma consente ugualmente di osservare la zona interessata (e distesa dallo speculum) come fosse un binocolo. L’introduzione in vagina di alcuni liquidi, come acido acetico o soluzioni iodate, consente una migliore visualizzazione di eventuali cellule anomale. È possibile effettuare durante l’esame piccoli prelievi di tessuto (biopsie) od asportare parti anomale tramite elettroescissione.
  • Curettage (o raschiamento): è un prelievo bioptico di tessuto uterino da inviare in laboratorio per la diagnosi di esclusione di possibili tumori maligni.
  • Isteroscopia: è un’indagine endoscopica per la ricerca e l’eventuale rimozione di piccole formazioni uterine o lievi malformazioni. Ha dunque 2 possibili scopi: diagnosi e cura. Il ginecologo esamina, previa introduzione nella vagina di uno strumento, chiamato isteroscopio, il corpo ed il collo dell’utero. In caso di polipo uterino (o fibroma) si osserverà una formazione
    • generalmente di piccole dimensioni (da pochi millimetri a 2-3 cm),
    • peduncolata o sessile (con base d’impianto),
    • singola o multipla.

TAC e/o risonanza magnetica (RMN) possono esser richieste in caso di neoformazioni sospette o dubbie.

Se il ginecologo sospetta un’infezione può richiedere:

  • l’analisi colturale del secreto vaginale o del tampone endocervicale e/o
  • l’esame delle urine con antibiogramma per stabile causa e cura specifica.

Gli esami del sangue possono segnalare la presenza di un processo infiammatorio in atto attraverso l’aumento del valore di indici quali

Leucorrea gravidica: perdite bianche in gravidanza

La leucorrea può verificarsi comunemente durante la gravidanza, dove prende il nome di leucorrea gravidica; è legata ad un aumento del flusso sanguigno nel tessuto vaginale, a seguito della stimolazione legata all’aumento degli estrogeni circolanti.

Per approfondire si rimanda all’articolo specifico.

Cura e rimedi

Le normali perdite vaginali non richiedono nessun trattamento, anche se in caso di disagio è possibile ricorrere all’uso di salvaslip.

In presenza di leucorrea patologica, al contrario, è necessario ricorrere ad una terapia che può variare in base alla causa scatenante.

Il ginecologo può prescrivere:

  • terapie locali con ovuli o creme/gel vaginali o
  • terapie sistemiche in pillole.

Antibiotici o farmaci antivirali vanno somministrati in presenza di un’infezione batterica o virale al collo dell’utero o vaginali. Nel caso la causa sia una malattia venerea trasmessa sessualmente è necessario sottoporre a terapia medica anche il partner sessuale.

Antimicotici sono indicati nel caso di presenza di parassiti fungini (ad esempio in caso di candidosi vaginale). Il metronidazolo è la terapia di elezione nel caso di infezione da trichomonas vaginalis.

Utili anche prodotti su base naturale con il solo scopo di idratare e lenire eventuali irritazioni ed arrossamenti dei genitali esterni e della mucosa vaginale: ad esempio si può fare ricorso a

  • creme a base di calendula, acido Ialuronico, bergamotto,
  • 2-3 gocce di Tea tree oil da diluire all’acqua per l’igiene intima.

Le lavande vaginali andrebbero evitate se non espressamente prescritte, perché si associano ad un impoverimento dello strato mucoso protettivo della mucosa vaginale e della flora batterica e possono in ultima analisi favorire il perdurare (se non l’intensificarsi) dello stato di leucorrea.

La chirurgia è un’opzione nel caso di

  • cisti ovariche di grosse dimensioni (che non si sono ridotte con la pillola anticoncezionale),
  • polipi o fibromi uterini di grosse dimensioni,
  • tumori maligni (richiedono sempre un intervento di isterectomia, ossia un’asportazione completa dell’intero utero con annessi e linfonodi della pelvi).

Prevenzione

Il ginecologo può suggerire alcune norme comportamentali per prevenire nuovi episodi di leucorrea quando possibile, come ad esempio:

  1. Evitare lavande vaginali frequenti, ad esempio durante il ciclo mestruale o dopo un rapporto sessuale.
  2. Attenersi ad un’accurata igiene personale, con la giusta frequenza (che non deve essere nemmeno troppo frequente).
  3. Utilizzare prodotti specifici e delicati per la propria igiene intima.
  4. A seguito di evacuazione pulirsi sempre in unica direzione dalla vagina all’no (e mai viceversa, per non favorire il passaggio di patogeni intestinali nella vulva).
  5. Usare solo biancheria intima in cotone.
  6. Evitare indumenti troppo aderenti.
  7. Ricorrere all’uso del preservativo durante i rapporti sessuali, specie se occasionali, per prevenire possibili malattie veneree.
  8. Correggere eventuali disturbi metabolici, come il diabete mellito.
  9. Consultare il proprio ginecologo in presenza di disturbi intimi, ed evitare cure “fai da te”.
  10. Sottoporsi a controlli ginecologici regolari, almeno una volta l’anno, anche in assenza di disturbi.

Fonti e bibliografia

  • Manuale di ginecologia ed ostetricia di Tim Child, Lawrence Impey. Edra Editori
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