Cos’è lo shock cardiogeno
Lo shock cardiogeno è una rara condizione pericolosa per la vita in cui il cuore improvvisamente diventa incapace di pompare abbastanza sangue per soddisfare le necessità dell’organismo e, in particolare, gli organi nobili come cervello e reni.
La causa più comune è l’infarto.
Cause
Tecnicamente lo shock cardiogeno è la condizione in cui si assiste ad una riduzione significativa della gittata cardiaca (il volume di sangue che il ventricolo destro e il ventricolo sinistro riescono ad espellere in un minuto) a seguito di un problema occorso al cuore.
La causa più comune è un attacco cardiaco (infarto), ma tra le altre condizioni in grado di causare shock cardiogeno si annoverano:
- altre patologie cardiache
- insufficienza cardiaca
- aritmia
- traumi diretti sul cuore
- altre condizioni di salute
- tamponamento cardiaco (accumulo di fluidi nel petto)
- emorragia interna
- embolia polmonare
- lesioni in grado di esercitare una forte pressione sul cuore
- farmaci e procedure mediche
- beta bloccanti
- calcio antagonisti
- cateterismo cardiaco.
Fattori di rischio
Tra i più comuni fattori di rischio in grado di favorire l’insorgenza di shock cardiogeno ricordiamo:
- sesso maschile (va tuttavia notato che le donne corrono anche un maggior rischio di avvertire precocemente i sintomi)
- età avanzata (più di 75 anni)
- disturbi cardiocircolatori
- Aterosclerosi (placche nelle arterie che trasportano il sanguo ossigenato)
- Cardiomiopatia
- Disturbi della conduzione del cuore
- Attacco di cuore
- Insufficienza cardiaca
- Colesterolo alto
- Trigliceridi alti
- Ipertensione (pressione alta)
- miocardite (infiammazione del cuore)
- Malattie delle valvole cardiache
- Cardiopatia ischemica
- altre malattie
- Diabete e prediabete
- Sovrappeso ed obesità
- Pneumotorace (accumulo di aria nello spazio pleurico, la membrana che avvolge i polmoni)
- Sepsi
- Bypass cardiaco
Sintomi
I segni e i sintomi dello shock cardiogeno sono variabili a seconda dell’entità dell’abbassamento della pressione sanguigna e di quanto rapidamente questo si verifichi; è quindi possibile sviluppare inizialmente solo disturbi lievi che peggiorano gradualmente, così come perdere improvvisamente conoscenza.
L’abbassamento della pressione sanguigna può causare di per sé capogiri, confusione e senso di nausea, ma il medico è in grado di avvertire anche un polso debole o irregolare, spesso accompagnato da tachicardia (aumento della frequenza cardiaca).
Il paziente può inoltre sviluppare:
- affanno e fame d’aria
- distensione delle vene nel collo (che quindi appariranno più gonfie)
- sudorazione algida (fredda)
- gonfiore dei piedi
- riduzione della produzione di urina
- perdita di conoscenza.
Complicazioni
Lo shock cardiogeno è un’emergenza medica che richiede immediata assistenza ospedaliera, perché organi delicati e sensibili come cervello e reni non ricevono più adeguate quantità di sangue ossigenato.
Possono rapidamente svilupparsi
- danni cerebrali permanenti
- insufficienza renale
- danni epatici.
Se non trattato uno shock cardiogeno è fatale; in caso di diagnosi tempestiva la mortalità si mantiene purtroppo molto elevata, ad esempio a seguito di infarto pari a 60-65%.
Diagnosi
La diagnosi di shock è clinica, ovvero condotta attraverso la sola visita medica attraverso l’osservazione dei sintomi e la rilevazione della pressione arteriosa (la cui massima, sistolica, è in genere inferiore a 90 mm/Hg).
È possibile poi ricorrere a numerosi esami strumentali e di laboratorio per dipingere un quadro più chiaro della situazione e delle cause che hanno portato allo stato di shock:
- esami del sangue (relativi alla funzionalità cardiaca, epatica, renale e della valutazione del lattato, che risulta aumentato)
- emogasanalisi per quantificare la quantità di anidride carbonica circolante
- TAC cardiaca
- Radiografia del petto
- Angiografia coronarica
- Ecocardiografia
- Elettrocardiogramma
Cura
Lo shock cardiogeno è una condizione pericolosa per la vita che richiede una rapida diagnosi ed un trattamento medico di emergenza, volto a supportare o ripristinare il flusso sanguigno prevenendo così danni agli organi.
In parallelo è necessario identificare la causa scatenante per intervenire nella sua correzione.
- Farmaci
- anti-aritmici per ripristinare un battito cardiaco regolare
- anticoagulanti/antiaggreganti per favorire la dissoluzione di eventuali coaguli nel caso di infarti coronarici
- medicinali vasopressori e inotropi per supportare la pressione sanguigna
- Chirurgia ed altre procedure mediche
- Riapertura delle coronarie od intervento di bypass
- Interventi percutanei (angioplastica e posizionamento di stent)
- Defibrillazione
- Cardioversione
- Posizionamento di pacemaker
- Altro
- Fluidoterapia (somministrazione di liquidi per endovena per garantire la presenza di un adeguato volume di sangue)
- Ossigenoterapia
- Dialisi in caso di grave insufficienza renale
- Ventilazione meccanica in caso di problemi respiratori
Prevenzione
La prevenzione dello shock-cardiogeno è sostanzialmente sovrapponibile a quella dell’infarto e delle malattie cardiovascolari in genere:
- Evitare l’esposizione al fumo e smettere di fumare
- Perdere peso se necessario
- Migliorare la propria dieta ed in particolare
- Ridurre l’apporto di grassi saturi (provenienti prevalentemente da alimenti di origine animale, come carni e latticini)
- Ridurre il consumo di sale
- Ridurre il consumo di zucchero (e alimenti dolci in genere)
- Ridurre il consumo di alcolici
- Aumentare il consumo di frutta e verdura
- Praticare regolare attività fisica
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.