Introduzione
Un ascesso cerebrale è una tasca piena di pus (materiale infetto) che si forma nel cervello in seguito ad infezione; al di là del processo infiammatorio, già di per sé pericoloso, a destare preoccupazione è l’impossibilità di trovare spazio per la formazione del gonfiore (si pensi ad esempio ad un ascesso dentale), impedito dalla rigidità della scatola cranica, e che può quindi esercitare pressione sull’organo e diminuire l’afflusso di sangue per l’effetto di compressione sui vasi sanguigni circostanti.
Questa è la ragione per cui si tratta di una condizione di emergenza che richiede un trattamento in regime di urgenza.
Si tratta fortunatamente di un’eventualità relativamente rara; se in molti casi la causa rimane sconosciuta, quando nota sono due le ragioni più comuni:
- un’infezione in un distretto vicino (otite, sinusite, gengive, …) o lontano (polmonite, …) che trova il modo di diffondersi direttamente nel cervello
- trauma cranico, che espone l’interno alla contaminazione da batteri od altri microrganismi.
Il trattamento consiste in genere in una combinazione di antibiotici ed eventuale intervento chirurgico per alleggerire la pressione esercitata dal pus accumulato.
Cause
Un ascesso cerebrale è in genere conseguenza di un’infezione batterica o micotica (da funghi); se il sistema non riuscisse ad averne ragione, cercherebbe di limitarne la diffusione sacrificando del tessuto sano per formare un ascesso, così da impedire al germe di invadere i distretti adiacenti.
Le infezioni in grado di interessare il cervello sono fortunatamente rare perché, in quanto organo vitale, ben protetto da difese specifiche; sebbene non sia sempre possibile identificare la sede d’ingresso (o di origine) dell’infezione, le cause più comuni comprendono:
- Infezione nel cranio, ad esempio in forma di otite media (infezione persistente dell’orecchio), sinusite (infezione di cavità piene d’aria all’interno degli zigomi e della fronte), mastoidite (infezione dell’osso dietro l’orecchio), ascesso dentale (dente);
- Infezione del sangue, che potrebbe rendere conto di circa 1 caso su 4 e per cui sono a maggior rischio soprattutto i soggetti con sistema immunitario indebolito (ad esempio da AIDS, chemioterapia, terapia con immunosoppressori o cortisone); l’origine in questi casi potrebbe essere un’infezione anche banale, come ad esempio
- infezione polmonare (polmonite o bronchiectasie),
- infezione del cuore (endocardite),
- infezioni della pelle,
- infezioni addominali (ad esempio peritonite),
- infezioni delle vie urinarie (come la cistite);
- traumi cranici, con esposizione della materia cerebrale.
L’ascesso cerebrale può essere singolo o multiplo, ovvero svilupparsi in diversi punti del cervello.
Sintomi
Un ascesso cerebrale può causare i sintomi tipici dell’infezione e disturbi più specifici relativi all’area del cervello interessata, dimensioni e portata dell’infiammazione e del gonfiore:
- Mal di testa (fino al 70% dei pazienti, è il sintomo più comune)
- Febbre e brividi
- Letargia (incapacità di rimanere svegli), fino al coma
- Disturbi visivi
- Debolezza su un lato del corpo (quello opposto al lato interessato dall’ascesso)
- Nausea e vomito
- Convulsioni
- Cambiamenti di personalità
- Confusione
- Difficoltà a muoversi o parlare
- Ipertensione endocranica
- Rigidità del collo.
In alcuni pazienti l’evoluzione dei sintomi può svilupparsi nell’arco di giorni o, addirittura, settimane.
Complicazioni
Tra le temibili complicanze di un ascesso cerebrale di annoverano:
- Recidive dell’ascesso (comune soprattutto in soggetti con sistema immunitario indebolito);
- Danno cerebrale dovuto alla compressione del liquido o alla riduzione dell’afflusso di sangue; in alcuni casi gli effetti possono essere permanenti e dipendono dalla zona colpita;
- Epilessia;
- Meningite, un’infezione pericolosa per la vita delle membrane che circondano il cervello (meningi).
Più di tutto, infine, l’ascesso cerebrale può anche avere esito fatale (10-30% dei casi, quando riconosciuto e trattato).
Diagnosi
Se i sintomi possono essere suggestivi della presenza di un disturbo localizzato a livello del sistema nervoso e gli esami del sangue possono confermare la presenza di un processo infettivo (ad esempio con un aumento dei globuli bianchi) gli esami dirimenti sono:
Qualora venga in questo modo evidenziata la presenza di un ascesso cerebrale è possibile ricorrere ad una procedura nota come aspirazione TC-guidata che consente di rimuovere un piccolo campione di pus che può essere analizzato.
L’ascesso cerebrale entra in diagnosi differenziale con:
- Meningite batterica
- Tumori al cervello
- Processi di demielinizzazione
- Ascesso epidurale/subdurale
- Encefalite
- Infestazioni fungine o parassitarie (Criptococcosi/Cisticercosi)
- Aneurisma micotico
- Trombosi settica del seno durale
Cura e terapia
Al sospetto della presenza di un ascesso cerebrale si inizia immediatamente un’aggressiva terapia antibiotica (od eventualmente antifungina) per contrastare l’infezione, eventualmente associati a cortisone per l’infiammazione e farmaci antiepilettici.
In molti pazienti è tuttavia necessario ricorrere alla chirurgia, soprattutto in caso di ascessi particolarmente voluminosi (superiore ai 2 cm), con l’obiettivo di
- aspirarne il contenuto (semplice aspirazione, opzione meno invasiva)
- o di rimuoverlo completamente (mediante craniotomia, approccio a maggior invasività, ma talvolta inevitabile).
La craniotomia richiede la rimozione di una piccola porzione ossea del cranio per avere accesso al cervello; il chirurgo può beneficiare della guida offerta dalla TAC. In questo caso l’intervento ha durata attorno alle 3 ore ed avviene in anestesia totale.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.