Introduzione
Per sierosite si intende un processo infiammatorio che coinvolge una o più membrane sierose, con la conseguente formazione di liquido reattivo infiammatorio che prende il nome di versamento.
Si parla di:
- sierosite propriamente detta se coinvolge una sola membrana,
- polisierosite se sono coinvolte più membrane.
In relazione alla sede e al tipo di membrana che viene coinvolta dal processo infiammatorio si parla di:
- pleurite, se viene coinvolta la pleura polmonare (membrana che avvolge i polmoni),
- pericardite, nel caso del pericardio, la membrana sierosa che riveste il cuore,
- peritonite, se viene coinvolto il peritoneo che riveste la cavità addominale,
- sinovite, se è coinvolta la membrana sierosa che avvolge le articolazioni.
Le cause di sierosite sono eterogenee:
- processi infiammatori acuti o cronici,
- infezioni da virus o batteri,
- malattie autoimmuni,
- patologie neoplastiche.
La sierosite si manifesta clinicamente con molti sintomi che variano ovviamente in base alla sede coinvolta:
- malessere generalizzato,
- arrossamento e gonfiore,
- tosse e dispnea,
- dolore cefalico (mal di testa), toracico, addominale o articolare,
- febbre,
- nausea e vomito.
Nelle cavità ricoperte da sierosa (come appunta la cavità pleurica, pericardica, addominale ed articolare) il processo può cronicizzarsi sino allo sviluppo di sintomi sempre più gravi e alla formazioni di aderenze fibrose che limitano notevolmente la funzionalità di organi come polmoni, cuore, organi viscerali endoaddominali ed articolazioni.
Il trattamento delle sierositi è di tipo eziologico, basato cioè sulla rimozione della causa sottostante. Essendo le cause della sierosite molto diverse tra loro, la prognosi sarà
- favorevole nelle patologie meno gravi come nel caso di un’infezione o di un processo infiammatorio,
- infausta nel caso all’origine vi sia un patologia tumorale.
Una forma particolare di sierosite è la sindrome di Dressler: si manifesta a diversi giorni di distanza da un infarto cardiaco ed è caratterizzato dal contemporaneo sviluppo di pleurite e pericardite con relativi versamenti.
Di solito ha una prognosi benigna con risoluzione spontanea o adiuvata da terapia nel giro di pochi giorni.
Pleurite
La pleura è costituita da due sottili “foglietti” sierosi che rivestono la cavità toracica (pleura parietale) e i polmoni (pleura viscerale); all’interno di questi foglietti si trova il liquido pleurico, sostanza che permette lo scorrimento senza attrito dei due foglietti e consensualmente permette l’espansione dei polmoni all’interno della gabbia toracica durante gli atti respiratori.
Le principali cause di pleurite sono:
- Infezioni di natura virale o batterica: tutti i tipi di polmoniti e broncopolmoniti possono associarsi ad infiammazione della pleura ed essere accompagnati dalla formazione di versamento pleurico.
Le polmoniti più frequenti sono quelle virali (come in corso di influenza) e quelle batteriche (da pneumococco, stafilococco, tubercolosi,…). - Malattie sistemiche, soprattutto quelle autoimmuni reumatologiche come
- Tumore primitivi o secondari:
- Interventi chirurgici, specialmente di cardio-chirurgia o di chirurgia toracica; più raramente toracentesi.
- Embolia polmonare, pneumotorace, emotorace, …
In caso di pleurite il sintomo cardine è il dolore al petto, che può essere acuto o subacuto con carattere
- trafittivo,
- localizzabile a livello del torace
- con possibile estensione alle zone contigue:
- collo,
- spalle,
- schiena
- e addome;
tende a peggiorare in caso di respiro profondo, tosse o starnuti.
La pleurite è diagnosticabile sulla base del quadro clinico (sintomi e segni), degli esami del sangue e degli esami strumentali (radiografia e TC del torace).
La terapia è basata sull’uso di antibiotici ed antinfiammatori nelle forme infettive-infiammatorie. Nelle forme neoplastiche la prognosi si aggrava e si dovrà valutare l’indicazione all’intervento chirurgico o a cicli di chemioterapia.
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Pericardite
Il pericardio è la membrana sierosa più esterna che avvolge e protegge il cuore all’interno del mediastino. Ha la stessa struttura e funzione della pleura, permettendo al cuore le sue normali escursioni nelle fasi sistolica e diastolica. Rispetto alla pleurite, la pericardite ha un’incidenza meno frequente e si sviluppa in seguito a:
- infezioni virali, batteriche, micotiche,
- malattie autoimmuni,
- infarto cardiaco,
- scompenso cardiocircolatorio con riduzione della proteinemia e dell’albumina (con crollo della pressione osmotica-colloidale nel sangue),
- effetti collaterali di alcuni farmaci,
- tumori a partenza dal mediastino o dai polmoni,
- trauma toracico,
- forma idiopatica senza una causa riconoscibile.
Tipicamente la pericardite si presenta con:
- febbre e malessere generalizzato,
- nausea e vomito,
- dolore toracico acuto che varia con la posizione e che può essere scambiato con quello di un infarto cardiaco.
La raccolta di liquido o sangue nello spazio pericardico esercita pressione sul cuore, interferendo con la sua contrattilità. Se la pressione è troppo elevata può verificarsi una condizione potenzialmente letale definita tamponamento cardiaco.
La diagnosi è basata sulla clinica, sull’ECG, ecografia del cuore e sugli esami strumentali radiodiagnostici.
Nella maggior parte dei casi la pericardite dovrà essere trattata con terapia antinfiammatoria ed antibiotica; più raramente vi è la necessità di un intervento chirurgico.
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Peritonite
La peritonite è il termine che indica l’infiammazione del peritoneo, la membrana a doppio foglietto che ricopre gli organi viscerali (stomaco, fegato, colecisti, milza e matassa intestinale) a livello della cavità addominale.
Le cause di peritonite e di relativo versamento peritoneale endoaddominale sono eterogenee e prevedono un processo infiammatorio acuto che può essere
- primitivo (molto raramente)
- o secondario all’estensione di un processo infettivo che origina da un organo addominale.
Le cause più frequenti di peritonite infettiva secondaria sono
- appendicite acuta,
- colecistite acuta,
- perforazione intestinale,
- diverticolite acuta (tipicamente a livello del sigma),
- malattia infiammatoria intestinale cronica (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa),
- tumore a carico di un organo addominale, soprattutto in caso di sue complicanze come l’occlusione intestinale o la perforazione.
Ogni qualvolta vi sia una patologia che interessa un organo addominale, di riflesso viene ad infiammarsi il peritoneo che avvolge quell’organo. Nelle prime fasi si avrà quindi una peritonite:
- consensuale localizzata:
- in fianco destra nella colecistite,
- in fossa iliaca destra nel caso di un’appendicite,
- in fossa iliaca sinistra nel caso di una diverticolite acuta;
- generalizzata, quando a distanza di tempo si infiamma tutto il peritoneo.
La peritonite è responsabile del dolore addominale che può essere
- vago e aspecifico, cosiddetto dolore viscerale poco localizzabile, quando viene coinvolto solo il foglietto viscerale interno del peritoneo,
- ben preciso e localizzabile quando viene coinvolto il foglietto parietale esterno del peritoneo; questo è dovuto al fatto che solo il peritoneo parietale è innervato da fibre sensitive somatiche che permettono quindi di localizzare precisamente la sede del dolore.
La diagnosi di peritonite è basata sul riconoscimento della sintomatologia e sugli esami del sangue; per identificare con precisione la causa scatenante è necessario eseguire una TC dell’addome e altri esami strumentali coadiuvanti.
Il trattamento è basato sulla rimozione della causa sottostante, e nella maggior parte dei casi si rende necessario eseguire un intervento di chirurgia generale (per risolvere ad esempio una colecistite, un’appendicite, una diverticolite o una patologia tumorale).
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Sinovite
Per sinovite si intende l’infiammazione della sinovia, la membrana sierosa che avvolge le cavità articolari. Come nelle altre sierositi, l’infiammazione della sinovia può associarsi alla formazione di liquido infiammatorio consensuale con relativo versamento.
Nella sinovite il quadro clinico prevede:
- ingrossamento ed arrossamento dell’articolazione coinvolta che appare calda al tatto,
- dolore vivo che può accentuarsi con il movimento,
- impotenza funzionale nei movimenti dell’articolazione colpita.
Le principali cause di sinovite sono:
- patologie infiammatorie autoimmuni (Lupus, artrite reumatoide a altri tipi di artrite autoimmune),
- gotta,
- trauma articolare,
- fratture,
- infezioni,
- artrosi (processo di degenerazione della cartilagine articolare).
La diagnosi si basa sui sintomi e sull’esecuzione di esami strumentali come la radiografia dell’articolazione coinvolta.
A seconda della causa che l’ha provocata, la sinovite può essere trattata con terapia antibiotica, antinfiammatoria e/o antidolorifica. In alcune circostanze si rende necessario l’intervento chirurgico.
Fonti e bibliografia
- Harrison – Principi Di Medicina Interna Vol. 1 (17 Ed. McGraw Hill)
Autore
Dr. Ruggiero Dimonte
Medico ChirurgoIscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Barletta-Andria-Trani n. 2130