Cos’è l’allergia al nichel
Il termine nichel deriva dalla parola svedese Nickel (diminuitivo di Nicolaus, con significato di persona da poco, folletto) e dal derivato tedesco Kupfernickel (“rame del diavolo”) nome dato dai minatori quando ancora il metallo non aveva utilizzo significativo.
Si parla di allergia da contatto al nichel in presenza di sintomi cutanei che si manifestano a seguito del contatto tra il metallo e la pelle del soggetto sensibile; esiste poi una seconda forma di reazione verso la molecola, dovuta al suo consumo alimentare, responsabile di sintomi gastrointestinali.
L’allergia al nichel è infine una tra le cause più comuni di dermatite alle mani, con importanti conseguenze a livello sociale e professionale.
Cos’è il nichel
Il nichel è un metallo duro e malleabile che, anche per queste sue caratteristiche, viene usato nella composizione di numerose leghe metalliche, come l’acciaio inossidabile.
Nonostante sia presente anche all’interno del corpo umano (per esempio all’interno di alcuni enzimi appartenenti alla famiglia delle deidrogenasi), si tratta di uno tra i più potenti allergizzanti e il fatto che sia frequentemente presente in oggetti di uso comune rende particolarmente diffusa la relativa dermatite da contatto.
Dove si trova?
Il nichel è purtroppo presente in numerosi oggetti di uso comune, come ad esempio:
- monete,
- forbici,
- chiavi,
- attrezzi,
- …
mentre in altre categorie di oggetti (bottoni, gioielli, orologi, …) la presenza deve essere limitata per legge sotto una soglia piuttosto restrittiva.
È infine presente in numerosi alimenti e bevande, nonché nelle padelle e in altri utensili da cucina.
Causa
Tra le dermatiti allergiche da contatto, quella causata dal nichel è la più comune e la più studiata, a causa del diffuso utilizzo del metallo in bigiotteria e altri utensili e oggetti di uso comune, come monete, bottoni, …
Da un punto di vista scientifico si tratta di un’ipersensibilità di tipo ritardato, una reazione allergica mediata dai linfociti T, uno specifico gruppo di globuli bianchi (cellule appartenenti al sistema immunitario).
L’origine dell’allergia va cercata in un primo episodio di sensibilizzazione privo di sintomi, in cui il nichel viene a contatto con il sistema immunitario che erroneamente lo riconosce come minaccia e si prepara a combatterlo nel caso di nuovi e successivi contatti; questo processo può per esempio avvenire a seguito di foratura di lobi per l’orecchino o di piercing, nel caso di utilizzo di materiali inappropriati, ma in molti casi non è possibile risalire all’episodio chiave.
Da notare che la sensibilizzazione può avvenire al primo contatto, oppure ad uno successivo, anche a seguito di ripetute esposizioni al metallo.
A seguito dell’avvenuta sensibilizzazione, tutte le volte in cui il metallo verrà a contatto con la pelle dell’individuo il sistema immunitario si attiverà per difendersi, con la relativa comparsa dei sintomi allergici.
Fattori di rischio
L’allergia sembra essere più comune nelle donne, ma forse semplicemente perché è più diffuso l’utilizzo di orecchini e piercing.
La famigliarità sembra in qualche modo avere un certo peso nella genesi dell’allergia, ma è di fatto possibile svilupparla anche per soggetti senza famigliari allergici.
Un’esposizione professionale ripetuta al metallo aumenta la possibilità di sensibilizzarsi alla sostanza.
Sintomi
I sintomi tipici dell’allergia al nichel compaiono in genere da 24 a 72 ore dopo il contatto e comprendono in genere:
- dermatite (eczema) nel punto di contatto, che si manifesta in forma di puntini o vescicole,
- prurito, talvolta molto severo,
- rossore,
- bruciore o dolore,
- gonfiore.
Le eruzioni cutanee possono durare fino a 2-4 settimane e, nei casi più gravi, possono evolvere a ferite o ulcerazioni in caso di contatto prolungato e continuo.
Meno comune, ma possibile, è la comparsa di manifestazioni cutanee distanti dalla zona di contatto, tipicamente in sedi precedentemente esposte al contatto con il metallo.
L’assunzione alimentare di grandi quantità di nichel da parte di soggetti fortemente allergici può essere causa di peggioramento della dermatite o, nei casi peggiori, della comparsa di orticaria.
In una piccola percentuale di pazienti allergici si riscontrano anche disturbi sistemici, per esempio gastrointestinali, nel qual caso di parla di allergia sistemica al nichel; in questo caso si possono verificare anche ulteriori sintomi come:
- orticaria generalizzata,
- eczema generalizzato,
- disturbi gastrointestinali:
- disturbi respiratori:
- mal di testa,
- febbre,
- stanchezza,
- …
I contatti di breve durata con oggetti contenenti nichel non causano reazioni cutanee significative, eccetto che nei soggetti particolarmente sensibili.
Raramente si verificano sovra-infezioni batteriche delle lesioni causate dalla dermatite; in caso di comparsa di vescicole è quindi importante prestare grande attenzione all’igiene (soprattutto quando ad essere colpite sono le mani) e disinfettare adeguatamente nel caso di apertura di ulcerazioni e ferite.
Da notare che alcune condizioni favoriscono la comparsa dei sintomi: l’esempio più comune è l’orologio che, se normalmente non causa alcun fastidio, a seguito di un’importante sudorazione può diventare causa di allergia; allo stesso modo la presenza di abrasioni e tagli, che può favorire la penetrazione del metallo.
Alimenti contenenti nichel
Prima di escludere uno o più alimenti dalla propria dieta si raccomanda di valutare la scelta con il proprio medico, in quanto nella maggior parte dei casi l’apporto alimentare del nichel è ininfluente o quasi sull’entità dei sintomi.
Esistono numerosi elenchi di alimenti e cibi con il rispettivo contenuto in nichel, ma è esperienza comune che purtroppo siano spesso in contraddizione tra loro a causa di variazioni dovute a cambiamenti stagionali, metodi di coltivazione, preparazione e conservazione, …
Tra gli alimenti più comunemente considerati a rischio ricordiamo:
- arachidi,
- alcuni legumi (fagioli, lenticchie, piselli, soia),
- avena,
- cacao (e cioccolato),
- noci,
- nocciole,
- grano.
Diagnosi
La diagnosi di allergia al nichel viene posta in genere attraverso l’anamnesi (sintomi, storia clinica, fattori di rischio, …) e la valutazione diretta della dermatite, non solo in termini visivi, ma anche di localizzazione (spesso si individua il possibile contatto con una fonte di nichel, come bottoni, chiavi, bigiotteria, …).
Il patch-test, ossia l’esame allergico attraverso l’applicazione di specifici cerotti, è spesso l’approccio chiave che permette di dirimere eventuali dubbi residui; si noti tuttavia che la positività ai test allergici è prova certa di sensibilizzazione, ma non di malattia.
Si raccomanda di evitare d’intraprendere diete di eliminazione senza la supervisione medica; non è raro che si proceda inconsapevolmente ad evitare anche altre sostanze (eventualmente responsabili dei disturbi) contenuti negli stessi alimenti e potenzialmente altrettanto responsabili dei sintomi, causando quindi diagnosi errate e potenzialmente carenze alimentari.
Cura e rimedi
Purtroppo non esiste cura per guarire da un’allergia, ivi compresa quella al nichel (fanno eccezione alcuni casi trattabili con l’immunoterapia).
Indispensabile è ovviamente ridurre il più possibile il contatto con la sostanza, ma in caso di comparsa di allergia è possibile ricorrere a creme cortisoniche per ridurre i sintomi e favorire la guarigione.
Nei casi più gravi è possibile ricorrere a farmaci per uso orale, per esempio:
- antistaminici,
- cortisone (per periodi limitati).
L’eliminazione dalla dieta di alimenti contenenti nichel deve essere attuata solo dietro espressa prescrizione medico-specialistica con l’obiettivo di verificare l’effettivo peggioramento dei sintomi (per esempio attraverso un test di provocazione orale, preceduto da una dieta di eliminazione), mentre l’autogestione potrebbe portare a pericolose carenze dietetiche.
Prevenzione
A parte porre grande attenzione nella scelta di gioielli e orecchini, è spesso difficile prevenire l’insorgenza dell’allergia al nichel in termini di sensibilizzazione; una volta diagnosticata l’allergia diventa invece importante ridurre il contatto con il metallo (monete, chiavi, utensili, …) per evitare la comparsa dei sintomi tipici.
Si raccomanda di evitare l’utilizzo di bigiotteria, soprattutto quando venduta attraverso canali che non possono garantire la completa adesione alla normativa vigente.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Dove si trova il nichel?
Seppure in modeste quantità, il metallo è presente un po’ ovunque; le parti metalliche di orologi e occhiali, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie e pentole sono le cause più frequenti delle manifestazioni, ma anche diversi alimenti ne contengono quantità non trascurabili (grano, segale, avena, miglio, grano saraceno), cacao, tè, soia, legumi, frutta secca a guscio, conserve alimentari, …), così come prodotti legati alla dermocosmesi e all’igiene personale (tinture per capelli, dentifrici, shampoo, make-up e smalti).
Cos’è il nichel?
Il nichel è un elemento metallico con un aspetto bianco argenteo e brillante; è il quinto elemento più comune sulla terra e, in piccole quantità, può essere rilevato anche nelle piante, negli animali e nell’acqua di mare. È presente in numerosi oggetti metallici di uso comune, così come in prodotti industriali e diversi alimenti. L’interesse medico è legato alla reazione allergica che determina in soggetti predisposti.
Fonte: https://www.nickelinstitute.org/about-nickel/
Come si manifesta l’allergia al nichel?
La reazione al contatto con il metallo può causare la comparsa di eruzioni cutanee, prurito, rossore e nei casi più gravi formazione di vesciche piene di liquido; in alcuni soggetti possono comparire anche sintomi gastrointestinali (bruciore di stomaco, gonfiore, disturbi intestinali, …) in caso di ingestione di alimenti contenenti quantità più o meno elevate del metallo.
Come capire se si è allergici al nichel?
La diagnosi avviene in genere attraverso la valutazione dei sintomi (e delle caratteristiche, come la posizione e la possibilità che questa sia fonte di contatto con il metallo, per esempio dell’orologio); nei casi dubbi è possibile procedere a specifici test allergici (patch test).
Come si cura?
L’approccio più comune consiste essenzialmente nell’evitare il contatto con il metallo e, quando questo non sia sempre possibile, con la gestione dei sintomi attraverso farmaci antiallergici ed antinfiammatori (antistaminici ed eventualmente cortisone).
Si può guarire?
Tendenzialmente la risposta è no, come per tutte le allergie, ma esiste da qualche anno la possibilità di avvalersi dell’immunoterapia (vaccino) che consente nell’arco di qualche anno di ridurre la sensibilità al nichel.