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Cos’è il CEA?

CEA è un acronimo inglese per “Carcino-Embryonic Antigen”, ossia antigene carcino-embrionario. Si tratta di una proteina del peso di 210 kDa normalmente presente nei tessuti fetali, che si riduce in modo graduale dopo la nascita raggiungendo infine concentrazioni ematiche bassissime.

Si tratta di una proteina dalla funzione biologica non particolarmente interessante, tuttavia la sua misurazione nel soggetto adulto può assumere un significato importante in un contesto di diagnosi differenziale; la quantità rilevabile in condizioni fisiologiche non è infatti significativa, mentre un suo rialzo risulta spesso associato ad alcuni stati di malattia, come ad esempio

È quindi bene sottolineare che un aumento del CEA non deve mai essere interpretato come indicativo della presenza di tumore, perché può essere spia di numerose altre condizioni.

D’altra parte la valutazione del CEA non deve essere scambiata per uno strumento diagnostico o di screening per la stessa ragione, ossia perché la sua concentrazione aumenta in una moltitudine di condizioni. Risulta utile invece misurarlo quando sia già stata posta una diagnosi, in modo da valutare ad esempio l’efficacia delle cure adottate ed il controllo dell’andamento nel tempo della malattia.

Provetta di sangue con la scritta CEA

iStock.com/jarun011

Perché misurarne la quantità nel sangue?

L’utilità dell’analisi del CEA nel sangue è legata a:

  • monitoraggio della risposta alla terapia;
  • monitoraggio delle recidive di un tumore;
  • sommario indicatore delle dimensioni di una massa tumorale;
  • sommario supporto alla stadiazione di una malattia neoplastica;
  • sommario supporto allo studio prognostico di una malattia neoplastica.

Non tutti i tumori producono CEA: al momento della diagnosi, se non viene rilevata una concentrazione rilevante di questo marcatore, è probabile che il tumore sia di tipo non-secernente. In caso contrario risulta indicata la misurazione periodica dell’antigene carcino-embrionario per i fini sopra descritti.

Nel caso in cui il Medico sospetti una diffusione a distanza del tumore, la ricerca del CEA può essere effettuata anche su distretti dell’organismo diverso dal torrente ematico, come ad esempio:

  • liquido pleurico, situato tra i foglietti pleurici che avvolgono i polmoni;
  • liquido peritoneale, all’altezza della cavità addominale;
  • liquido cerebrospinale (liquor), relativamente al sistema nervoso centrale.

Valori normali

  • Non fumatori: inferiore o uguale a 3.0 ng/mL
  • Fumatori: inferiore a 5.0 ng/mL

Fonte: Mayo

(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)

Interpretazione

Il CEA non viene prodotto da tutte le neoplasie, inoltre talvolta può essere rilevato anche in pazienti non affetti da tumore; questo lo rende un indicatore estremamente aspecifico, a cui non si può fare affidamento per la diagnosi.

Le patologie tumorali in cui più frequentemente si possono trovare livelli elevati di CEA sono:

Esistono anche condizioni non neoplastiche, soprattutto infiammatorie, in cui si può riscontrare un aumento:

Fattori che influenzano l’esame

I soggetti fumatori tendenzialmente presentano livelli di CEA mediamente superiori rispetto alla coorte dei non-fumatori, tanto che i valori di riferimento in caso di tabagismo sono addirittura differenti rispetto al resto della popolazione.

Quando viene richiesto l’esame

La misurazione dell’antigene carcino-embrionario viene richiesta con obiettivi di

  • monitoraggio, ossia per valutare l’efficacia della terapia in corso nei pazienti in cui la diagnosi di tumore sia già stata posta ed in cui sia stata effettuata una valutazione del CEA all’inizio della terapia antineoplastica;
  • prognosi, ossia per stimare il rischio di progressione della malattia e quindi le probabilità di sopravvivenza del soggetto;
  • stadiazione, ossia per stimare il grado di avanzamento di un tumore noto.

Questo marcatore non ha alcuna utilità come esame di screening, e in ogni caso il suo studio non è utile in quei tumori che non producono in nessun caso CEA.

Preparazione richiesta

Non è necessaria alcuna preparazione per svolgere questo esame.

Altre informazioni

Come si esegue l’esame?

L’esame consiste in un semplice prelievo venoso, di solito effettuato attraverso una vena del braccio. In casi selezionati può essere utile la ricerca in altri liquidi (come quello peritoneale o il liquor cerebrospinale), soprattutto nel sospetto di metastasi.

Ho il CEA alto: ciò significa che ho un tumore?

Un riscontro di CEA superiore alla soglia di cut-off del laboratorio di riferimento può essere associato a neoplasia, per cui questa ipotesi è possibile ma non necessariamente vera.

Per esempio nei soggetti fumatori i valori di CEA possono arrivare a raggiungere livelli doppi rispetto a quelli della popolazione non tabagista anche in assenza di patologia neoplastica, ma sono davvero molte le condizioni non strettamente maligne in cui si può riscontrare un’alterazione di questo valore.

Ho il CEA nella norma, vuol dire che NON ho un tumore?

Purtroppo la risposta è no: alcune neoplasie possono avere connotati di malignità anche senza produzione del marcatore, quindi un risultato negativo all’esame non esclude a prescindere la presenza di un tumore.

Fonti e bibliografia

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