Cos’è il CA 19-9?
CA 19-9, anche conosciuto come sialil-LewisA o antigene carboidratico 19-9, è una proteina presente sulla superficie di alcune cellule tumorali (chimicamente si tratta di un tetrasaccaride normalmente legato agli O-glicani che si trovano sulla superficie delle cellule).
La sua funzione biologica non è particolarmente rilevante, ma è coinvolto nei processi di riconoscimento cellula-cellula, importanti soprattutto nel contesto immunitario. Ciò che invece risulta importante è che la sua produzione aumenta in modo significativo nel corso di alcuni processi neoplastici.
Similmente agli altri marker tumorali, l’utilità nella sua misurazione è quindi molteplice:
- supporto alla stadiazione del tumore
- supporto nella previsione di come evolverà il tumore (analisi prognostica)
- valutazione sommaria delle dimensioni della lesione
- valutazione dell’efficacia e della risposta alla terapia
- valutazione nel tempo delle recidive di malattia
Nonostante la comprovata utilità clinica del CA 19-9, va sottolineato che la sua secrezione non è appannaggio esclusivo del tumore al pancreas, può essere infatti prodotto anche in caso di:
- tumore del colon-retto
- tumore del polmone
- tumore della cistifellea
- tumore delle vie biliari
Livelli minimi di CA 19-9 sono inoltre rilevabili anche in pazienti perfettamente sani, pertanto, il suo riscontro va sempre contestualizzato nel quadro clinico complessivo del paziente e non deve essere automaticamente associato alla presenza di tumore.
Anche per questa ragione purtroppo la misurazione di CA 19-9 non è abbastanza specifica perché possa essere utilizzata in un programma di screening esteso a tutta la popolazione; in altre parole ciò significa che la sua concentrazione potrebbe risultare elevata anche in una serie di condizioni che non hanno niente a che vedere con la patologia neoplastica.

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Valori normali
Concentrazione inferiore a 37 U/mL.
Fonte: MedScape
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto in caso di esami del sangue ed urina.)
Valori alti
La misurazione di CA 19-9 non deve mai essere presa in considerazione senza cognizione di causa, in quanto non sono rari i casi in cui l’esame risulti fallace o addirittura fuorviante.
In nessun caso il marcatore da solo consente di fare diagnosi di tumore al pancreas, né d’altra parte consente di escluderlo.
L’analisi al contrario risulta di prezioso quando viene interpretato nel contesto complessivo del paziente, che nel caso si sospetto tumore al pancreas prevedono la valutazione di
- segni e sintomi clinici suggestivi
- riscontri agli esami di imaging svolti per altri accertamenti
- esame obiettivo (visita medica)
- altri esami del sangue.
Nonostante CA 19-9 sia specialmente utile nel monitoraggio della malattia pancreatica, va ricordato che tale parametro risulta alterato anche in altre patologie anche non neoplastiche; alcuni esempi sono:
- calcoli biliari e altre ostruzioni delle vie biliari,
- pancreatite,
- fibrosi cistica,
- malattie del fegato come la cirrosi epatica.
Per quel che riguarda la macro-categoria dei tumori del pancreas, sono in particolare le neoplasie esocrine (di gran lunga le più diffuse) quelle caratterizzate da un aumento dell’espressione e quindi della concentrazione di CA 19-9.
A seguito della diagnosi, il risultato acquisisce grande utilità quando è ripetuto nel tempo (misurazione seriata), questo consente infatti di tracciare un grafico dell’andamento che può essere interpretato come segue:
- l’aumento costante nel corso delle misurazioni può indicare una concomitante crescita della massa;
- la stabilità del parametro può indicare una condizione cronica, oppure il raggiungimento di una stabilità nelle dimensioni della massa;
- una diminuzione nella concentrazione può essere letta come una regressione della massa;
- l’aumento di una concentrazione che si era normalizzata a seguito della terapia può essere indice di una recidiva tumorale.
Valori bassi
Valori di CA 19-9 inferiori al cut-off del laboratorio di riferimento sono da considerarsi fisiologici, ossia del tutto normali.
Fattori che influenzano l’esame
L’assunzione di biotina e/o vitamina B7 (spesso contenute negli integratori alimentari multivitaminici reperibili in farmacia) possono alterare e potenzialmente inficiare l’esito dell’esame; è pertanto indicato sospenderne l’assunzione almeno 12 ore prima di eseguire il prelievo.
La somministrazione di radioterapia (sovente utilizzata come primo approccio neoadiuvante nei confronti del tumore al pancreas) è altresì un fattore che influenza l’esame, in quanto può contribuire ad aumentare il rilascio di CA 19-9 da parte delle cellule tumorali.
Quando viene richiesto l’esame
La bassa specificità rende l’esame non utilizzabile ai fini della diagnosi in caso di sospetto di tumore al pancreas, per cui la conferma va ricercata con altre metodiche. Ciò non significa che CA 19-9 sia un marcatore “inutile”, ma che la sua ricerca trova massimo riscontro tra gli esami di primo livello (come CEA o lo studio degli enzimi epatici) qualora siano presenti sintomi suggestivi di neoplasia, come ad esempio:
- dolori addominali, talvolta irradiati al dorso
- ittero o subittero (rispettivamente cute e mucose di colore ingiallito)
- debolezza cronica
- nausea e vomito
- calo ponderale non spiegato
- urine di colore scuro.
Va comunque sottolineato che purtroppo le neoplasie pancreatiche hanno carattere asintomatico in una grande percentuale dei casi, pertanto il riscontro di sintomi suggestivi di solito è correlato a stadi avanzati di malattia.
Preparazione richiesta
Non è richiesta alcuna preparazione specifica, l’esame si esegue con un semplice prelievo venoso, solitamente dal braccio del paziente.
Fonti e bibliografia
Autore
Iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Vicenza n. 6758.
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