DEMENZA, colesterolo e statine: gli studi che cambiano tutto

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La demenza è davvero una delle poche cose che spaventa tutti, me per primo. Per certi versi è anche strano… delle malattie cardiovascolari, che sono la prima causa di morte in Italia, non ne parliamo mai abbastanza, mentre tendiamo a essere particolarmente preoccupati da due cose:

  1. Perdere la nostra indipendenza e finire bloccati a letto.
  2. Perdere la nostra mente, lasciandoci prigionieri di un corpo che magari funziona ancora.

Prova a pensare cosa significa ricevere una diagnosi di demenza… ricevere la notizia che progressivamente e, per lo meno ad oggi inesorabilmente, la nostra capacità di comprendere, ricordare, ragionare e persino riconoscere i nostri cari andrà a sfumare.

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I 12 fattori di rischio (più due)

La buona notizia è che circa metà dei casi di demenza può essere prevenuta, o quantomeno ritardata e rallentata, agendo su 12 fattori di rischio modificabili:

  1. ridotta istruzione,
  2. perdita dell’udito,
  3. pressione alta,
  4. esposizione o abitudine al fumo,
  5. obesità,
  6. depressione,
  7. sedentarietà,
  8. diabete,
  9. consumo eccessivo di alcol,
  10. trauma cranico,
  11. inquinamento atmosferico
  12. e isolamento sociale.

Recentemente, in un’importante pubblicazione sulla rivista The Lancet, sono stati aggiunti due nuovi fattori di rischio per la demenza, basandosi sulle più recenti evidenze scientifiche:

  • la perdita della vista
  • e il colesterolo alto, in particolare il colesterolo LDL (quello cattivo).

Ora, in fondo, questo legame tra demenza e colesterolo alto non è proprio una novità, lo sospetta da decenni, ma il report di cui parliamo praticamente “ufficializza” la cosa. Non solo conferma che l’alto colesterolo è un fattore di rischio, ma ci dice anche quanto sia fondamentale mantenere sotto controllo i livelli di LDL per proteggere la nostra salute mentale, non solo quella del cuore.

E qui arriva la buona notizia: non è mai troppo tardi per intervenire!

Colesterolo e demenza: perchè?

Donna preoccupata per una diagnosi di demenza

Shutterstock/PeopleImages.com – Yuri A

Non ti annoierò con le solite spiegazioni sul colesterolo, ma è utile ricordare che una giusta quantità di colesterolo è fondamentale per la vita. Però, quando la sua concentrazione supera un certo limite, i rischi aumentano considerevolmente. Sì, ci sarebbero tante sfumature e dettagli scientifici da aggiungere, ma alla fine quello che ci interessa davvero – a me e a te – non è tanto quale molecola nel sangue inizia a fare caos nel cervello, ma come evitare che questo accada.

Faccio una piccola premessa giusto per chiarire un punto: perché il colesterolo LDL, quello che viene comunemente chiamato “cattivo” (e che è noto per il suo ruolo negli infarti e negli ictus), potrebbe diventare un problema anche per il nostro cervello?

Ecco il punto interessante: anche se gli studi sono ancora in corso e molti aspetti sono ancora da chiarire, sembra ormai evidente che i meccanismi alla base di questa connessione siano complessi e strettamente intrecciati. Quindi, sebbene ci siano ancora molte domande senza risposta, ciò che emerge con chiarezza è come l’elevato colesterolo LDL possa contribuire a disturbare il funzionamento del cervello.

Anche se il legame non è ancora del tutto spiegato, le prove che hanno portato gli autori del lavoro citato in apertura ad annoverare il colesterolo LDL tra i fattori di rischio sono molto forti e comprendono tra l’altro

Finora ti ho parlato genericamente di “demenza”, ma in realtà esistono diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche.

Demenza vascolare

Prendiamo ad esempio la demenza vascolare, che si stima essere la seconda forma più diffusa; il concetto di demenza legata a problemi vascolari è cambiato molto nel tempo.

  • In passato si pensava fosse causata dall’irrigidimento delle arterie cerebrali, fenomeno responsabile di una riduzione dell’afflusso di sangue al cervello, responsabile di danni diffusi e perdita di tessuto cerebrale.
  • Negli anni ’70 è tuttavia iniziato a emergere un fenomeno per certi versi ancora più spaventoso, ovvero una sorta di demenza multi-infartuale, causata da piccoli ictus ripetuti. Ed è da qui che si è iniziato a comprendere come la prevenzione delle malattie vascolari, ad esempio infarto e ictus, potesse aiutare a prevenire anche la demenza.
  • Successivamente, grazie allo sviluppo di tecniche di imaging cerebrale, si è iniziato a poter osservare un danno più diffuso al tessuto cerebrale, che non si limitava alle sole lesioni multiple da ictus.

In realtà, tuttavia, questa è solo la punta dell’iceberg.

Alzheimer

Prendi ad esempio la malattia di Alzheimer, la demenza in assoluto più diffusa. Anche in questo caso non abbiamo ancora un quadro perfettamente delineato dei meccanismi che portano alla comparsa dei sintomi, ma che il colesterolo LDL ne sia in qualche modo coinvolto lo osserviamo da anni e ad oggi tra le ipotesi più condivise spicca quella per cui livelli troppo elevati favoriscano la deposizione nel cervello di due proteine, amiloide e tau, fortemente collegate al morbo di Alzheimer e sospettate di essere tra le responsabili dirette dei sintomi.

In questo caso l’interferenza va oltre la semplice riduzione dell’afflusso di sangue, chiamando in causa anche alterazioni del metabolismo neuronale e fenomeni infiammatori e ossidativi, che a loro volta contribuiscono all’accumulo di queste proteine.

Statine e demenza

Dipinto così il quadro è un po’ deprimente, se non addirittura preoccupante, ma dobbiamo sforzarci di guardare il lato positivo: il colesterolo alto un fattore di rischio che per la maggior parte di noi è modificabile, quasi sempre attraverso lo stile di vita, in alcuni casi ricorrendo ai farmaci.

A proposito di farmaci: se il colesterolo alto è un fattore di rischio per lo sviluppo di demenza allora abbassarlo con in farmaci potrebbe ridurre il rischio di demenza, giusto?

In teoria sì, in pratica… no.

E qui arriva il vero enigma. Non è del tutto chiaro il motivo di questa apparente contraddizione, ma c’è anche dell’altro: alcuni studi osservazionali hanno addirittura ipotizzato che le statine, i farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo, potrebbero rappresentare un rischio per la salute cerebrale.

Gli studi più recenti, e soprattutto più robusti e convincenti, rassicurano su questo punto e complessivamente ad oggi l’insieme della letteratura disponibile depone a favore delle statine, almeno da questo punto di vista

E se ti venisse in mente di pensare “meglio un infarto che vivere con la demenza”, ti ricordo che un infarto o un ictus possono avere conseguenze devastanti, come la sedia a rotelle, la degenza a letto, la demenza e altre complicazioni davvero difficili da affrontare.

L’unico farmaco che non ti tradisce mai

Torniamo a concentrarci sugli aspetti positivi… Perché sullo stile di vita non ci sono dubbi, possiamo dire che si tratta di un “medicinale” praticamente privo di controindicazioni ed effetti collaterali. Non esiste studio che possa mettere in dubbio il fatto che impegnarsi in uno stile di vita sano non possa che fare bene – anzi, fa la differenza!

E allora, quali sono le regole da seguire?

  1. Evita cibi ultra-processati ricchi di grassi saturi, zuccheri e farine raffinate.
  2. Privilegia alimenti vegetali e minimamente lavorati, come frutta, verdura, cereali integrali e legumi.
  3. Consuma ogni giorno cibi che aiutano a abbassare il colesterolo LDL, come frutta secca a guscio, semi, pesce azzurro e olio extravergine d’oliva.
  4. Pratica regolarmente attività fisica – e qui non sto parlando di sport, ma di attività fisica in generale. Anche il semplice fare le scale, camminare, portare le borse della spesa… Ogni piccolo movimento conta! Cerchiamo attivamente occasioni per mettere in moto i nostri muscoli.
  5. Non fumare e riduci al minimo possibile gli alcolici, se proprio non puoi farne a meno.
  6. So che non è mai piacevole dirlo, ma perdi peso se necessario. E non parlo di drastiche trasformazioni, anche una riduzione del 10% del tuo peso corporeo può fare la differenza, senza ansia. L’importante è fare piccoli passi verso un miglioramento.

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Altri consigli

Quelle viste sono indicazioni specifiche per abbassare il colesterolo, ma se allarghiamo il discorso a uno stile di vita sano in generale, non dimenticare di:

  • Ridurre il sale da cucina, perché il suo eccesso aumenta la pressione sanguigna, un altro fattore di rischio comune tra le malattie cardiovascolari e la demenza.
  • Assicurati di dormire a sufficienza e di avere una buona qualità del sonno.
  • Dedica tempo al relax: pratiche come yoga, meditazione o tecniche di respirazione possono ridurre lo stress, che ha un impatto negativo su colesterolo, glicemia e salute in generale.
  • Coltiva relazioni sociali: trascorrere tempo con familiari e amici è fondamentale per il benessere mentale e cognitivo.
  • E, infine, non smettere mai di stimolare la mente: leggi, fai giochi di memoria, apprendi nuove abilità o qualsiasi attività che alleni il cervello e mantenga i tuoi neuroni attivi.

In sostanza, lo stile di vita è il miglior alleato che abbiamo per mantenere il colesterolo sotto controllo e, di conseguenza, proteggere la nostra salute mentale.

E soprattutto ricorda che

  • Non è mai troppo tardi e non è mai troppo presto per migliorare il tuo stile di vita. Il momento migliore per iniziare era alla nascita, ma il secondo momento migliore è oggi, anche se stessi già convivendo con una diagnosi di malattia.
  • Ogni cambiamento va bene, anche se introdotto un po’ per volta. Un cambiamento piccolo è meglio di nessun cambiamento, ovvero nessun cambiamento è troppo piccolo. Allo stesso tempo un piccolo danno è meno peggio di un grosso danno (e penso ad esempio a fumo, carne e alcolici).
  • I miglioramenti sono cumulativi: una nuova buona abitudine è bene, due nuove buone abitudini sono meglio e il loro effetto sommato è probabilmente maggiore dei singoli apporti.
  • Consapevolezza e quotidiana attenzione sì, ossessione no.
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