Nuovo virus hMPV dalla Cina: sintomi e cura nel 2025

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Nuovo virus hMPV dalla Cina? Non così nuovo, non così preoccupante

Negli ultimi mesi del 2024 la Cina ha registrato un aumento delle infezioni respiratorie virali, tra cui quelle causate dal metapneumovirus umano (hMPV). Questo ha ovviamente e immediatamente suscitato una grande attenzione mediatica e legittime preoccupazioni di una nuova pandemia.

Ad oggi, tuttavia, non c’è ragione di temere: l’hMPV è un virus noto dal 2001 e quindi non un nuovo patogeno, questo significa che la popolazione dispone di un certo grado di immunità. Peraltro l’aumento dei casi in Cina, seppure consistente, coincide con la stagionalità tipica del virus, che raggiunge il picco in inverno e primavera.

Più nel dettaglio il 7 gennaio 2025 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato un aumento delle infezioni respiratorie acute nell’emisfero settentrionale, ma attribuibile principalmente a virus come l’influenza stagionale, il virus respiratorio sinciziale (RSV) e il metapneumovirus umano (hMPV).

L’hMPV è un virus respiratorio che si trasmette attraverso il contatto diretto con secrezioni infette o superfici contaminate. Nella maggior parte dei casi le persone infette manifestano solo sintomi lievi delle vie respiratorie superiori e si riprendono completamente in pochi giorni, ma può rappresentare una minaccia per i soggetti più fragili, come neonati, anziani e persone con patologie croniche. In questi casi, l’infezione può evolvere in forme più gravi, come bronchite o polmonite, rendendo necessario il ricovero ospedaliero.

Perché proprio ora?

Secondo gli esperti è possibile che il “debito immunitario” causato dalle restrizioni per il COVID-19, che hanno interrotto la circolazione dell’hMPV per quasi due anni, ha ridotto l’immunità nella popolazione, favorendo la vivace ripresa delle infezioni. Nonostante l’emergere di nuove varianti, queste non sembrano causare forme più gravi di malattia, pur potendo reinfettare chi ha già avuto il virus.

In Europa, l’hMPV segue schemi stagionali prevedibili, con tassi di infezione bassi ma in crescita nei mesi invernali. Secondo il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie la situazione cinese non desta particolari preoccupazioni per la popolazione europea, seppure si legga un invito a prepararsi per un possibile aumento delle infezioni respiratorie, adottando misure preventive soprattutto negli ambienti sanitari (l’Inghilterra, ad esempio, ha reintrodotto l’obbligo della mascherina in specifici contesti).

Cos’è il virus hMPV?

Immagine concettuale del mondo attorniato da virus

Shutterstock/ImageFlow

Il metapneumovirus umano (hMPV) può causare malattie delle vie respiratorie superiori e inferiori in persone di tutte le età, ma colpisce in particolar modo i soggetti più fragili:

  • bambini
  • anziani,
  • soggetti con sistema immunitario indebolito.

Scoperto nel 2001 in Olanda, l’hMPV appartiene alla famiglia dei Pneumoviridae e negli anni è progressivamente cresciuta la consapevolezza di come rappresenti una delle più importanti cause di infezione grave delle vie respiratorie soprattutto nei bambini piccoli, insieme al virus respiratorio sinciziale (RSV).

I sintomi comunemente associati all’infezione comprendono

Il rischio principale è legato alla possibile evoluzione in bronchite o polmonite, al pari di altri virus responsabili di infezioni delle vie respiratorie.

Attualmente, non esiste una terapia antivirale specifica per il trattamento dell’hMPV e nessun vaccino, quindi la terapia è esclusivamente sintomatico ed eventualmente di supporto (ossigeno e idratazione con liquidi per via endovenosa).

Come si prende?

Nei climi temperati è più attivo durante il tardo inverno e la primavera (tende a seguire RSV e influenza stagionale) e si trasmette come la maggior parte dei virus simili, mediante particelle di saliva (droplet) emesse da un soggetto infetto attraverso tosse e starnuti (ma anche semplicemente parlando),

  • sia per via diretta, quando vi sia un stretto contatto personale (vis-à-vis),
  • sia per via indiretta, stringendosi la mano o toccando oggetti o superfici su cui sono presenti i virus, e toccandosi in seguito bocca, naso oppure gli occhi.

Studi sierologici hanno dimostrato che all’età di cinque anni praticamente tutti i bambini nel mondo sono stati esposti al virus, ma purtroppo questo non previene ulteriori possibili episodi di contagio.

Incubazione

Il periodo di incubazione del virus hMPV si stima essere compreso tra 3 e 6 giorni.

Quanto dura?

La durata media della malattia (a meno di complicazioni) è simile ad altre infezioni respiratorie causate da virus e quindi di norma limitato a pochi giorni.

Sintomi

Il metapneumovirus umano può presentarsi come infezione del tratto respiratorio superiore o, più grave, inferiore.

I sintomi più comuni dell’infezione del tratto respiratorio superiore (ovvero di forme simili al raffreddore) comprendono

  • tosse,
  • naso che cola (rinorrea),
  • congestione nasale,
  • mal di gola.

I sintomi dell’infezione del tratto respiratorio inferiore, ovvero le forme più severe e a rischio di complicazioni, includono

Sono stati talvolta descritti sintomi gastrointestinali come diarrea, nausea e vomito, quadri di otite media acuta.

Complicazioni

I soggetti a maggior rischio di complicazione comprendono tra l’altro:

  • neonati (mediamente i bambini di età inferiore a 6 mesi hanno una probabilità tre volte maggiore di ospedalizzazione rispetto a bambini di età compresa tra 6 mesi e 5 anni) in particolare se prematuri,
  • soggetti immunocompromessi, ad esempio a causa di
    • HIV,
    • tumore e relative terapie,
    • cure immunosoppressive in genere,
  • malattie croniche (polmonari, cardiache, neurologiche, …).

Il quadro clinico del bambino colpito da metapneumovirus può evolvere in complicazioni anche severe dei tratti più profondi dell’apparato respiratorio, in forma di:

Nell’adulto si possono osservare invece:

Diagnosi

Spesso potrebbe non essere necessaria una diagnosi specifica che preveda il riconoscimento del metapneumovirus, ma quando necessario è possibile ricorrere a

  • rilevamento diretto del genoma virale mediante saggi PCR,
  • rilevamento diretto di antigeni virali (proteine) nelle secrezioni respiratorie (ad esempio mediante tampone) mediante immunofluorescenza o saggio immunoenzimatico,

di fatto esattamente come i due test disponibili per la COVID (molecolare e tampone).

La radiografia del torace non risulta particolarmente informativa, salvo nei pazienti in cui sia necessario verificare l’eventuale sviluppo di bronchiolite o polmonite.

In pochissimi casi ospedalieri gravi è possibile dover ricorrere ad una broncoscopia, un esame invasivo durante il quale una piccola telecamera flessibile viene introdotta attraverso naso/bocca e guidata fino ai polmoni, dove si preleva un campione di liquido per successive analisi di laboratorio.

Diagnosi differenziale

Tra gli altri possibili virus responsabili di quadri simili si annoverano:

Cura

Non esiste alcun antivirale specifico, quindi i pilastri del trattamento consistono sostanzialmente in misure di supporto:

  • ai pazienti con febbre vengono somministrati farmaci antipiretici come paracetamolo e ibuprofene;
  • in caso di disidratazione (carenza di liquidi) si procede all’idratazione dei liquidi per via endovenosa;
  • nei casi più severi è possibile dover ricorrere a supplementazione di ossigeno (come cannula nasale o, in alcuni pazienti, addirittura ventilazione meccanica in caso di insufficienza respiratoria acuta).

Nel complesso Il metapneumovirus umano ha comunque una buona prognosi; anche nei casi più severi a patto di disporre di una tempestiva assistenza ospedaliera è ragionevole aspettarsi un pieno recupero. Possono tuttavia verificarsi nuove infezioni, a testimonianza del fatto che l’organismo non è in grado di sviluppare un’immunità di lunga durata al virus.

Prevenzione

Ad oggi non esiste alcun vaccino approvato contro il metapneumovirus umano, sebbene ci siano alcuni studi in corso.

Fonti e bibliografia

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