Neutrofili (granulociti) alti e bassi: cause e significato

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Introduzione

I granulociti neutrofili sono una tipologia di globuli bianchi (leucociti) che svolgono importanti funzioni di protezione nei confronti di infezioni di natura batterica o fungina; l’attività di queste cellule si esplica attraverso un meccanismo di fagocitosi, durante il quale inglobano al proprio interno materiali estranei, per poi procedere alla loro distruzione.

I neutrofili si occupano anche di rilasciare, in condizioni di necessità, altre sostanze importanti per la difesa dell’organismo, come mediatori della risposta infiammatoria o fattori che producono un innalzamento della temperatura corporea (pirogeni).

Queste cellule devono il loro nome al fatto che, se sottoposte in laboratorio a processi di colorazione, non si impregnano né con coloranti acidi né basici e possono essere pertanto considerate “neutre”; fanno poi parte della più ampia popolazione di granulociti (insieme ad eosinofili e basofili) perché contengono al loro interno delle minuscole granulazioni

I neutrofili costituiscono la percentuale più rappresentativa dei globuli bianchi (circa il 30-60% del totale); nel sangue sopravvivono fino a 10 ore, a seconda dell’esigenze dell’organismo (per esempio infezioni, stati febbrili, condizioni di stress) mentre nei tessuti la loro vita ha una durata di qualche giorno al massimo.

Rappresentazione grafica di un granulocita neutrofilo

iStock.com/Eraxion

Intervalli di riferimento (valori normali)

I valori considerati normali variano da laboratorio a laboratorio, per cui è buona norma fare sempre riferimento al range riportato sul referto delle proprie analisi.

  • I neutrofili rappresentano il 30-60% dei globuli bianchi.
  • La loro quantità nel sangue è pari a circa 1830-7250 celluleµL.

(Fonte: Harrison, Manuale di medicina, 19° edizione, Casa Editrice Ambrosiana)

Valori alti

Quando i valori ematici dei neutrofili superano gli intervalli di normalità, si parla di “leucocitosi neutrofila o neutrofilia”; l’eccessiva presenza di queste cellule nel sangue può essere dovuta principalmente a:

  • Condizioni di stress
  • Infezioni (i neutrofili aumentano nel tentativo di distruggere un microrganismo patogeno, in genere un batterio, o un’eventuale sostanza estranea)
  • Ustioni
  • Processi di necrosi tissutale (che possono verificarsi in corso di infarto del miocardio, infarto polmonare o renale)
  • Malattie infiammatorie croniche (specialmente di pertinenza reumatologica, come l’artrite reumatoide, la gotta o alcune forme di vasculiti, ma anche di natura intestinale come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa)
  • Uso di farmaci (glucocorticoidi, adrenalina o litio)
  • Malattie mieloproliferative (patologie del midollo osseo caratterizzate da un’eccessiva produzione di alcune cellule del sangue e da un’aumentata immissione in circolo)
  • Malattie metaboliche (come l’uremia, lo stadio terminale dell’insufficienza renale caratterizzato dall’accumulo nel sangue di sostanze azotate, in particolare l’urea) e la chetoacidosi (complicanza grave del diabete mellito in cui si assiste ad un’aumentata produzione di corpi chetonici).

Altre cause meno comuni di neutrofilia sono:

  • Neoplasie maligne
  • Emolisi acute (condizioni cliniche in cui si assiste ad una massiva distruzione dei globuli rossi)
  • Emorragie
  • Interventi di splenectomia: in seguito ad un intervento di asportazione della milza, è possibile riscontrate un caratteristico aumento dei neutrofili in circolo

Tra le condizioni parafisiologiche in grado di determinare un aumento dei neutrofili ricordiamo

  • Gravidanza: durante la gravidanza è possibile rilevare un innalzamento dei neutrofili che nella maggior parte dei casi può essere considerato fisiologico (è bene, tuttavia, rivolgersi sempre al proprio ginecologo per escludere eventuali condizioni patologiche sottostanti)
  • Sforzi fisici intensi

Valori bassi

Quando i valori ematici dei neutrofili si riducono rispetto agli intervalli di normalità, si parla di “neutropenia”; la riduzione di queste cellule nel sangue può essere dovuta principalmente a tre processi:

  • Aumentata utilizzazione: in questo caso la diminuzione del numero dei neutrofili potrebbe essere riconducibile al massiccio impiego di queste cellule per contrastare:
  • Aumentata eliminazione: questo processo di distruzione cellulare si verifica più frequentemente in corso di:
    • Patologie autoimmuni: in questi casi si assiste alla produzione di auto-anticorpi che distruggono i neutrofili circolanti;
    • Processi di ingrossamento della milza: in questi casi la milza aumenta di volume, intrappola e distrugge al proprio interno i granulociti neutrofili.
  • Ridotta produzione da parte del midollo osseo, causata più frequentemente da:
    • Tumori
    • Carenze vitaminiche (specialmente di vitamina B12) o di folati
    • Radioterapia e chemioterapia
    • Esposizione a tossine (come benzene e insetticidi)
    • Anemia aplastica (patologia ematologica grave, in cui si assiste ad un’interruzione, da parte del midollo osseo, della produzione di tutte le cellule del sangue)
    • Malattie ereditarie: più spesso congenite (presenti fin dalla nascita), comportano una riduzione della produzione dei neutrofili, con maggiore o minore rischio di infezioni, a seconda del numero assoluto di cellule prodotte.

Quando è richiesto l’esame

Di norma la formula leucocitaria (l’esame che consente di ottenere una conta differenziale dei globuli bianchi) è richiesta nell’ambito di un controllo clinico di base, insieme all’emocromo o qualora si voglia indagare l’eventuale presenza di patologie di natura autoimmune o infiammatoria, sospettate in ragione della sintomatologia e del quadro clinico presentato dal paziente.

Preparazione

Lo svolgimento dell’esame non richiede una preparazione specifica.

Non è necessario digiunare prima del prelievo.

Fattori che influenzano l’esame

  • Condizioni di stress fisico (dolore, attività motoria particolarmente intensa), nonché emozioni intense (gioia, paura, tensione), possono comportare un rialzo temporaneo dei valori dei neutrofili.
  • Una “neutrofilia para-fisiologica” può essere presente durante la gravidanza o in seguito al parto (in questo caso è comunque necessario escludere l’eventuale presenza di altre condizioni mediche).
  • Farmaci come litio, cortisonici e adrenalina, possono comportare innalzamenti nei livelli dei neutrofili; una riduzione del numero di queste cellule, invece, è frequente in pazienti sottoposti a trattamenti radio e chemioterapici.

Sindrome da iperviscosità

Questa condizione clinica rappresenta un’emergenza medica caratteristica dei pazienti affetti da leucemia.

In questi soggetti, livelli elevati di neutrofili immaturi (superiori a 100000µL) possono determinare l’aumento della densità del sangue, con maggior rischio di complicanze respiratorie, ictus e decesso.

In questi casi, è necessario intervenire tempestivamente in regime ospedaliero, attraverso la somministrazione di liquidi (per fluidificare il sangue) e farmaci come chemioterapici e idrossiurea (per ridurre il numero di queste cellule).

La leucoafaresi è un trattamento di filtrazione sanguigna che può rendersi necessario, alterativamente, per ridurre il quantitativo di globuli bianchi presenti a livello ematico.

Fonti e bibliografia

  • Harrison, Manuale di medicina, 19° edizione, Casa Editrice Ambrosiana
  • MSD
  • MSD #2
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