Odore delle urine
Come si fa a non amare un cibo che lo mangi e dopo meno di mezzora ti fa puzzare la pipì?
Con 44 anni alle spalle non posso fare ancora a meno di ridere ogni volta che succede… Che poi, mezzora… come dice un mio amico con qualche anno in più… mezzora quando hai 20 anni, che diventano almeno 2 ore quando nei hai 50, o la mattina dopo dai 70 in su a causa di reni che iniziano a fare i capricci.
Il caratteristico odore è la conseguenza del passaggio nell’urina di vari prodotti di degradazione volatici contenenti zolfo e sembra che sia tanto più evidente quanto giovane è l’asparago.
Peraltro ho vissuto per anni pensando che fosse una reazione universale, mentre sembra che non solo non a tutti faccia puzzare la pipì e non si sa bene perché, ma ancora più curioso non tutti riescono a percepire l’odore, in ragione di differenze genetiche.
Ma intrattenimento olfattivo a parte, che comunque per quanto mi riguarda continua da solo a valere il prezzo del biglietto, torniamo seri per capire perché meritano tutta la nostra considerazione.
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Imparentato con aglio e cipolla, la stagione dell’asparago è quella primaverile, diciamo attorno ai mesi di aprile-maggio,e ne esistono ovviamente tantissime varietà e cultivar.
Lungi da me la pretesa di dartene una descrizione sistematica e approfondita di ciascuna, anche perché se è vero che mostrano differenze per aspetto e sapore, la composizione chimica e nutrizionale risulta invece più uniforme. Vale invece la pena di accennare alla differenza tra asparagi verdi, viola o bianchi: l’asparago bianco viene coltivato in assenza di luce, così da bloccarne la fotosintesi naturale che stimola la produzione di clorofilla e altre sostanze.
A dimostrazione che sapere è potere, questo ci permette di orientarci nella scelta, andando generalmente a preferire quelli colorati, grazie a un potere antiossidante superiore; anzi, generalizziamo pure, perché tendenzialmente quando ci troviamo di fronte alla scelta tra due verdure appartenenti alla stessa famiglia, optare per quelle con colori più intensi può essere preferibile, ovviamente senza farla diventare un’ossessione e non dimenticando di poggiare le nostre decisioni anche e soprattutto sulla rotazione.
Anche perché l’asparago bianco, avendo un sapore più delicato, immagino si adatti meglio a specifiche ricette, e chi sono io per dirti cosa preferire? L’importante è mangiare tanta verdura, scegli tu come alternarla.
Pesati a crudo sono composti per oltre il 90% da acqua e apportano circa 30 kcal per 100 g; praticamente assenti i grassi, le calorie derivano quindi da circa 3 g di zuccheri e 3.6 g di proteine, non poche se pensi che non è difficile mangiarne anche 2-300 g in una volta..
Ovviamente in quanto verdura non sono tanto i macronutrienti a interessarci, quanto più i micronutrienti, e gli asparagi certo non deludono: a parte 2 g di fibra che fa sempre bene, possono vantare un eccellente rapporto sodio/potassio, 1 mg di sodio per 260 mg di potassio (non troppo distante dalla banana, tanto per intenderci), ma è anche una fonte interessante di vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B6), beta-carotene, vitamina C, acido folico, vitamina E, vitamina K, calcio, magnesio e zinco , ferro, rame, manganese e selenio, nonché cromo e altri principi fitoattivi come la rutina e ultimo ma non ultimo l‘amminoacido asparagina… ovviamente isolato per la prima volta proprio dall’asparago.
Ma al di là del contenuto nutrizionale, quali sono gli effetti sul corpo?
Benefici e proprietà
All’asparago sono stati associati benefici sui valori di pressione del sangue e sui livelli di colesterolo e glicemia, oltre che effetti antitumorali, di protezione sul fegato, ovviamente antiossidanti, neuroprotettivi, immunoprotettivi e antimutageni, grazie alla presenza di vari composti bioattivi, come polifenoli, saponine, antocianine (in particolare, ma non solo, nelle varietà viola) e soprattutto flavonoidi. Ovviamente non devi pensare che l’asparago sia una panacea universale o un superfood miracoloso; è una verdura particolarmente interessante, forse per certi versi più di altre, ma d’altra parte come quasi tutti gli alimenti vegetali. I suoi effetti vanno intesi soprattutto in termini di prevenzione, come importante tassello nel contesto di un consumo regolare e moderato, parte di una dieta equilibrata e uno stile di vita sano.
È curioso ricordare come in passato gli si attribuissero effetti afrodisiaci, anche se sospetto che fosse una credenza legata più che altro all’aspetto fallico del germoglio, ma questo mi serve per ricordarti l’importanza di rimanere sempre scettico sulle affermazioni esagerate e non supportate da solide evidenze scientifiche; l’asparago può sicuramente contribuire a una buona salute grazie alle sue proprietà nutrizionali, ma non rappresenta una soluzione magica a tutti i problemi di salute.
La loro ricchezza in vitamine, minerali e fitonutrienti contribuisce a queste proprietà benefiche, ma è essenziale mantenere un approccio più olistico alla salute.
Come cuocerli?
E a proposito di approccio olistico, come cucinarli per ridurre al minimo le perdite nutrizionali?
Come sempre se decidessi di bollirli t’invito a recuperare l’acqua di cottura, che potrebbe contenere vitamine, minerali e altre sostanze idrosolubili; uno studio del 2015 ha provato a valutare il metodo di cottura preferibile in termini di mantenimento del potere antiossidante, arrivando alla conclusione che, ad esempio, le concentrazioni di glutatione diminuivano con l’aumentare della durata della cottura per i metodi che utilizzavano il calore secco: cottura al forno, frittura in padella e grigliatura (che in effetti sono universalmente considerati come più aggressivi), ma è comunque forse sorprendente scoprire come in realtà l’attività antiossidante complessiva fosse rimasta invariata, quando non addirittura aumentata dopo la cottura, indipendentemente dal metodo o dalla durata.
Questi risultati suggeriscono che gli asparagi sono quindi ragionevolmente resistenti alle perdite fitochimiche durante la cottura, anche se ovviamente minimizzare la durata possa ottimizzare i benefici complessivi derivanti dal loro consumo; probabilmente quello che perdi in vitamina C lo guadagni grazie alla liberazione di altri antiossidanti come i carotenoidi, presumibilmente un po’ come succede per la carota.
Anzi, a proposito di carotenoidi, ricordati di consumare sempre nell’ambito del pasto una buona fonte di grassi sani, tipicamente in forma di olio extravergine di oliva, per essere sicuro di assorbire tutti i principi attivi liposolubili, ovvero in grado di sciogliersi nei grassi proprio come carotenoidi e la vitamina A che ne deriva. Puoi condire gli asparagi stessi, ma è sufficiente che i grassi siano consumati nel pasto, non necessariamente nello stesso piatto.
Per riassumere, quindi, cerca di preferire i soliti approcci più delicati, come vapore e microonde (sì, ho detto microonde), e comunque per la cronaca gli asparagi puoi mangiarli anche crudi.
Quali sono le controindicazioni?
Troppo bello per essere vero? Chissà che pericolose controindicazioni avranno?
No, proprio come non dobbiamo aspettarci effetti farmacologici miracolosi, allo stesso tempo si tratta di alimenti tranquilli senza particolari rischi di salute nemmeno in caso di consumo abbondante.
Ovviamente da evitare se sei allergico, i principali rischi se esageri sono semplicemente un po’ di gonfiore e fastidio intestinale se non fossi abituato a consumare grandi quantità di fibra o fossi particolarmente sensibile, magari perché affetto da colon irritabile.
Cosa fanno gli asparagi ai reni?
Probabilmente a causa del caratteristico odore dell’urina, sono spesso associati a un potenziale effetto lesivo sul rene, ma onestamente non mi risulta alcun rischio di questo tipo, con l’unica eccezione dei pazienti che abbiano ricevuto espressa indicazione dal medico di ridurre l’apporto di potassio con la dieta.
L’odore deriva semplicemente dall’escrezione di metaboliti solforati volatili e, come dicevamo prima, forse nemmeno da tutti, ma questa risposta soggettiva non fa comunque differenza in termini di salute: nessun pericolo per i reni.
Quante volte a settimana si possono mangiare gli asparagi?
Per quanto detto finora non esiste un vero limite alla frequenza di consumo di porzioni ragionevoli di asparagi, puoi tranquillamente sfogarti quando siamo in stagione, con l’unica avvertenza di non limitare troppo l’alternanza con altre verdure: come ripetiamo sempre, sono varietà e rotazione i veri super-alimenti che non devi mai farti mancare.
Le domande più frequenti
A cosa fanno bene gli asparagi?
Quando non si devono mangiare gli asparagi?
Quali sono le controindicazioni degli asparagi?
Cosa fanno gli asparagi ai reni?
Chi ha il colesterolo alto può mangiare gli asparagi?
Che vitamine hanno gli asparagi?
Quante volte a settimana mangiare gli asparagi?
Chi ha problemi di fegato può mangiare gli asparagi?
Chi ha il diabete può mangiare asparagi?
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.