Perdite di sangue dopo un rapporto sessuale: cause e rimedi

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Introduzione

La comparsa di perdite di sangue dopo un rapporto sessuale può essere un sintomo in grado di indurre una comprensibile preoccupazione nella coppia, ma si tratta fortunatamente di un evento che nella maggior parte dei casi non presuppone alcuna condizione grave.

Sebbene sia spesso indicato come sanguinamento “vaginale”, in realtà soprattutto nelle giovani donne è più comune un’origine dalla cervice, la parte termine dell’utero che sporge in vagina (anche se poi possono in realtà essere coinvolte anche altre parti dell’apparato genitale e urinario).

Mani intrecciate sopra un letto

Shutterstock/Prostock-studio

Cause

Tra le possibili cause di sanguinamento post-coitale figurano (in ordine sparso):

Il sanguinamento postcoitale può verificarsi durante la gravidanza e bisogna infine prendere in considerazione le possibili cause parafisiologiche di sanguinamento, come

  • rapporti traumatici
  • l’arrivo delle mestruazioni,
  • perdite che alcune donne manifestano in corrispondenza dell’ovulazione,
  • terapie con anticoagulanti e antiaggreganti,
  • perdite durante il primo rapporto in seguito alla rottura dell’imene.

Si verifica sempre una perdita di sangue al primo rapporto?

No, non sempre.

La perdita di sangue che si può verificare in occasione dei primi rapporti è legati alla lacerazione dell’imene, una sottile membrana che occupa parzialmente l’ingresso della vagina.

È peraltro importante sottolineare che la membrana mucosa potrebbe anche strapparsi prima del primo rapporto penetrativo, ad esempio a causa di:

  • attività sportive come l’equitazione
  • usando assorbenti interni
  • masturbazione.

A prescindere dalla causa, la lacerazione dell’imene non è sempre causa di sanguinamento.

Sintomi

Le perdite possono presentarsi in forma di tracce (spotting) oppure più abbondanti, eventualmente accompagnate da altri sintomi come:

  • perdite vaginali di altro colore (in genere indicative di infezione vaginale)
  • dolore durante i rapporti (dispareunia)
  • prurito e/o irritazione
  • dolore pelvico.

Quando preoccuparsi

In caso di dubbio si raccomanda di rivolgersi SEMPRE al proprio medico curante o al ginecologo, ma tra i fattori che meritano più attenzione si annoverano gli episodi di sanguinamento nelle donne in post-menopausa; anche se le cause possono comunque essere benigne (ad esempio a causa della comune secchezza vaginale in questa fase), è opportuno verificare con il proprio ginecologo.

Diagnosi

Nei casi dubbi la diagnosi viene formulata mediante passaggi successivi:

  • anamnesi (raccolta di informazioni sulla storia clinica e familiare della paziente)
  • esame obiettivo, con particolare attenzione all’esame ginecologico mediante l’uso dello speculum (il ginecologo potrà così ispezionare visivamente i tessuti coinvolti).

In caso di necessità è possibile ricorrere ad esami più specifici, come ad esempio:

  • tampone vaginale/cervicale
  • ecografia vaginale
  • biopsia
  • esami del sangue.

Solo raramente è necessario ricorrere ad esami di secondo livello come

Cura

Nella maggior parte delle donne che lamentano occasionali perdite di sangue post-coitali non è possibile risalire ad una causa specifica, fatto che suggerisce l’assenza di condizioni patologiche di fondo; secondo le stime il 60% delle donne in età fertile con sanguinamento postcoitale andrà incontro a una risoluzione spontanea dei sintomi entro sei mesi.

Quando necessario, la terapia è mirata alla risoluzione della causa specifica, ad esempio:

  • Secchezza vaginale: è in genere sufficiente maggiore attenzione ai preliminare e il ricorso a lubrificanti vaginali.
  • Infezione: Le opzioni terapeutiche vengono in genere scelte sulla base dei risultati di laboratorio e microscopici, ovvero specifici per il microrganismo responsabile.
  • Ectropion cervicale (piaghetta): non richiede trattamento, a meno che il sanguinamento non sia persistente e fastidioso per il paziente. L’ablazione cervicale con crioterapia o elettrocauterizzazione sono in genere risolutive, benché non prive di effetti collaterali significativi (che comprendono abbondanti perdite vaginali per qualche tempo e possibile stenosi cervicale, un restringimento anomale che può interferire con le gravidanze successive).
  • Polipi: La rimozione è spesso possibile anche in regime ambulatoriale (per i polipi endometriali è invece necessaria una più invasiva isteroscopia operativa con possibile dilatazione e raschiamento).
  • Atrofia vaginale: Il sanguinamento postcoitale associato alla secchezza vaginale può essere prima trattato con creme idratanti e lubrificanti vaginali che possono essere utilizzati prima e durante il rapporto. Sebbene questi metodi possano aiutare a migliorare il disagio durante il rapporto, non hanno alcun effetto diretto sul miglioramento dei cambiamenti atrofici. Le donne che continuano a sperimentare sanguinamento postcoitale nonostante i lubrificanti possono richiedere una terapia estrogenica vaginale.

Fonti e bibliografia

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