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Introduzione
Paura eh? Hai paura di avere la glicemia alta, dì la verità… E magari la paura è accompagnata anche da senso di colpa, dalla consapevolezza di avere uno stile di vita pessimo e non aver (ancora?) avuto la forza di volontà per intervenire e cambiare le tue abitudini.
Sai cosa ti dico? Fai bene ad avere paura… Sì, fa bene! Perché la glicemia alta, ovvero un’eccessiva quantità di zucchero nel sangue, è il segno caratteristico del diabete, una malattia con conseguenze che possono essere drammatiche, devastanti, come amputazioni e cecità.
E visto che le brutte notizie non arrivano mai da sole, te ne do un’altra: la glicemia alta non causa praticamente alcun sintomo, almeno finché non diventa davvero MOLTO alta. Questo significa che potresti andare avanti anni con valori superiori alla norma, senza accorgertene, mentre intanto lo zucchero in circolo inizia a fare danni, come una piccola goccia in grado di scavare la roccia… silenziosa, subdola, strisciante… d’altra parte non è un caso se il diabete viene spesso definito un killer silenzioso.
Spesso si dice che non tutto il male viene per nuocere… ma per il diabete è diverso, viene per nuocere e per null’altro.
In realtà c’è una buona notizia, ma se stai leggendo questo articolo è perché vuoi che ti dica segni e sintomi della glicemia alta, allora parliamone e lasciamo questa nota di speranza per la fine.
Glicemia alta, un killer silenzioso
Iniziamo a dare un minimo di contesto:
- La glicemia è considerata normale se a digiuno è inferiore a 100 mg/dL.
- Il diabete si diagnostica quando, sempre a digiuno, è superiore a 125 mg/dL.
- Posto che dopo un pasto, in un soggetto sano, la glicemia potrebbe raggiungere i 140 mg/dL circa e sarebbe del tutto normale, cosa ne deduciamo? Che una glicemia a 140 è una situazione del tutto normale per l’organismo, ovviamente normale dopo un pasto, ma questo significa che essendo normale debba essere per definizione priva di sintomi.
Il problema è che se avessi 140 a digiuno, quindi senza sintomi, saresti già diabetica… Ma c’è di peggio… perché in realtà i veri disturbi legati ad un’eccessiva quantità di zucchero in circolo non iniziano prima di arrivare a 250–300 mg/dL.
E sai come si dice no? Al peggio non c’è limite, perché è sufficiente avere una glicemia cronica, ovvero costantemente, per diverso tempo, attorno ai 200 mg/dL per sviluppare complicazioni permanenti senza accorgersi di nulla, almeno inizialmente, almeno fin quando le complicazioni non inizieranno a crollarti addosso una dopo l’altra.
Ecco perché conoscere i sintomi e i segni non è abbastanza… io non sono un fanatico degli esami del sangue di routine, ma soprattutto in presenza di fattori di rischio come sovrappeso o familiarità verificare periodicamente la glicemia può in effetti essere una buona idea, perché è l’unico modo per portare alla luce un’eventuale condizione di pericolo che altrimenti passerebbe inosservata per troppo tempo.
Sintomi e segni dell’iperglicemia
Ma passiamo ora ai segni e sintomi dell’iperglicemia, che possiamo suddividere in due categorie:
- i disturbi che si sviluppano in tempo reale, quando cioè la glicemia è davvero altissima, come abbiamo detto prima a 300 e oltre,
- e le complicazioni che invece si manifestano a distanza di tempo, a causa di persistenti valori troppo elevati che tuttavia possono passare inosservati.
I 3 segni classici e più caratteristici di un’eccessiva quantità di zucchero nel sangue sono:
- fame,
- un sacco di pipì.
- sete.
Ma perché?
Partiamo dalla prima: la fame è il modo che ha il nostro cervello per comunicarci la necessità di introdurre carburante, cibo, energia… Ma possibile che nonostante un sacco di zucchero in circolo nel sangue il cervello ne chieda altro? Sì, è possibile: se c’è troppo zucchero in circolo significa che molto probabilmente si sta accumulando perché le cellule non sono più in grado di prenderselo. Pensa che paradosso… Le cellule hanno bisogno di zucchero per funzionare, ma a causa degli squilibri metabolici tipici del diabete non riescono a prenderlo dal sangue. Il corpo continua allora a renderne disponibile ancora e ancora, ma niente da fare, proprio le cellule non riescono a prenderlo e intanto i valori di glicemia vanno sempre più su.
Morale? Cellule affamate, cervello affamato, inizi a sentire fame, una fame che non riesci a placare perché per quanto tu possa mangiare non riuscirai a far arrivare lo zucchero dove ce ne sarebbe bisogno.
Ma ora ci troviamo di fronte ad un altro grosso problema: tutto questo zucchero in circolo altera i delicati equilibri cui il sangue deve necessariamente sottostare. Per almeno contenere i danni non abbiamo quindi che una soluzione, eliminare lo zucchero il più rapidamente possibile. Per farlo i reni iniziano a estrarlo dal sangue per buttarlo fuori con le urine, ma accidenti, ce n’è così tanto… e continua ad aumentare per le ragioni che abbiamo appena visto.
Di nuovo, pensa che paradosso: da una parte continuiamo a mettere in circolo zucchero per aiutare le cellule a prenderselo, dall’altra e contemporaneamente siamo costretti a buttarlo via.
D’altra parte, come puoi facilmente immaginare, c’è un limite alla quantità che possiamo sciogliere nell’urina, non possiamo mica metterci a urinare sciroppo, no? E allora i reni si trovano costretti ad estrarre non solo zucchero dal sangue, ma anche acqua per produrre abbastanza urina per poterlo eliminare. Ecco perché iniziamo a produrre tanta, tantissima pipì.
E adesso sai già dove sto andando a parare, giusto? Se facciamo tutta questa pipì, dove li prendiamo i liquidi necessari? Bevendo, ma affinché tu beva il tuo cervello inizierà a farti sentire sete, sempre più sete, perché è sempre maggiore la quantità di urina da produrre, perché è sempre più la quantità di zucchero nel sangue.
Un bel disastro… E siamo solo all’inizio…
Eh già, perché l’incapacità per le cellule di servirsi dello zucchero non può che avere altre conseguenze:
- stanchezza, ovviamente, non potendo avere accesso a parte del carburante necessario e senza contare gli enormi sforzi metabolici per gestire tutti i processi di emergenza che abbiamo appena visto,
- sul lungo periodo perdita di peso, di nuovo perché non riusciamo a servirci di parte dei nutrienti che introduciamo con la dieta, e t’invito per la terza volta a notare l’assurdità della situazione: magari sei in sovrappeso, hai più fame di prima, mangi più di prima eppure dimagrisci. Assurdo… verrebbe quasi da ridere se non si trattasse di un organismo letteralmente alla deriva, il tuo!
- Sul momento potresti anche avvertire un generico malessere, come si può stare bene con disastro in corso di queste proporzioni?, svilupperesti tra l’altro anche mal di testa e visione offuscata,
- e se non riuscissi a bere a sufficienza la disidratazione potrebbe manifestarsi con abbassamento della pressione del sangue, tachicardia e secchezza delle mucose, ad esempio della bocca.
Quando la glicemia dovesse aumentare ancora, e magari la disidratazione peggiorare, potrebbero infine comparire sintomi neurologici, come letargia (ovvero l’incapacità di rimanere sveglio), deficit neurologici, stato mentale alterato, convulsioni e infine coma.
In altri pazienti, invece, quello che succede è qualcosa di diverso: come abbiamo detto prima è possibile avere una glicemia moderatamente elevata senza accorgersi di nulla… ti ricordi? La goccia che scava la roccia… e quindi in alcuni casi il diabete viene diagnosticato in seguito al riscontro non tanto dei sintomi acuti appena visti, ma di complicazioni in corso, o comunque a manifestazioni indirette di livelli eccessivi di glicemia, come ad esempio:
- ferite che tardano a guarire o non guariscono affatto,
- strani formicolii ed altre alterazioni della sensibilità, soprattutto avvertite a mani e piedi,
- disfunzione erettile nei maschietti,
- ma anche disturbi insospettabili, come alterazioni che riguardano la pelle: macchie scure su collo, ascelle o inguine, oppure prurito sul capo e sul corpo, pelle secca,
- e poi infezioni, molto comune è ad esempio una fastidiosa candida genitale che non proprio non ne vuole sapere di guarire, sì, sì, anche nei maschietti,
- gengivite, carie, bocca secca o anche candida in bocca.
Potrei continuare, ma come avrai capito nessuno sintomo è davvero così sensibile e specifico da darti la certezza che sia causato dalla glicemia alta e non da altro, l’unico modo per capirlo è con un esame del sangue che puoi fare anche in farmacia.
La buona notizia
Ed eccoci finalmente alla buona notizia:
Il diabete di tipo 2 si può quasi sempre prevenire, spesso curare, a volte anche guarire.
Questo significa che se la tua glicemia è buona, o magari addirittura ottima, non devi abbassare la guardia, se stai già attenta allo stile di vita bravissima, ma ti invito non solo a continuare così, ma a valutare se ci siano ulteriori margini di miglioramento possibile.
Se invece la tua glicemia è meno buona, o magari ti è già stato diagnosticato un diabete di tipo 2, non è assolutamente il momento di piangersi addosso, perché a differenza del passato non solo la malattia può essere efficacemente tenuta sotto controllo, ma in alcuni casi può essere addirittura guarita. Guarita! E indovina come si fa? Esatto, attraverso lo stile di vita.
I farmaci e l’insulina possono tenere sotto controllo i valori di glicemia ed è un risultato straordinario perché permette alla stragrande maggioranza dei pazienti di limitare i danni, ma è con lo stile di vita che puoi davvero provare a curare la malattia. E quand’anche questo non fosse possibile, credimi se ti dico che lo stile di vita può fare la differenza tra un’amputazione di un piede e un arto salvato, tra fare la dialisi 2-3 volte alla settimana per sempre oppure impegnare quello stesso tempo con i tuoi figli o i tuoi nipoti, tra perdere la vista o riuscire ancora a vederli, i tuoi nipoti.
In buona sostanza non importa quindi come siano i tuoi esami del sangue, qualunque sia il valore che hai trovato hai un buon motivo per impegnarti. A fare cosa?
- Mangia meno, mangia meglio e in modo sano.
- Pratica tutti i giorni attività fisica. Sì, ho detto tutti i giorni, ma ho anche detto attività fisica, che non significa necessariamente sportiva. Parlane con il tuo medico e valuta con lui cosa puoi fare, ma ricordati che anche solo 30 minuti al giorno di camminata a passo svelto può davvero fare tutta la differenza del mondo.
- Con questi due strumenti, magari con l’aiuto del tuo medico o di un nutrizionista, perdi peso se necessario. Come diciamo sempre recuperare il peso forma è l’ideale, ma anche solo pochi chili possono comunque fare la differenza.
In ultima analisi, se stai leggendo questo articolo immagino che tu sia giustamente preoccupata per tua glicemia, ma non trasformare la paura in rassegnazione, deve diventare forza di volontà verso scelte più sane. So che all’inizio potrebbero sembrare un sacrificio insostenibile, ma ti garantisco che affrontate poco alla volta diventano non solo alla portata di tutti, ma possono realmente trasformarsi in abitudini quotidiane che non faranno bene solo al tuo fisico, ma anche alla tua mente.
Forza! Nessun cambiamento è troppo piccolo, non è mai troppo presto e non è mai troppo tardi!
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.