Introduzione
La procalcitonina è una proteina che funge da precursore per l’ormone calcitonina (coinvolto nella gestione del calcio).
L’utilità dell’esame del sangue della procalcitonina è legata all’osservazione che la quantità in circolo aumenta nei pazienti affetti da infezione batterica e sepsi (una gravissima infezione diffusa nel sangue), mentre non è influenzata da infezioni virali.
Si tratta quindi di un marker infiammatorio utile a evidenziare la natura batterica dell’infezione, a differenza di altri esami (come la proteina C-reattiva), che mancano di questa specificità, utile ad esempio a capire quando ricorrere a una terapia antibiotica. Trova inoltre applicazione nel monitoraggio delle infezioni stesse, per verificare la risposta alla terapia antibiotica (ci si aspetta una riduzione dei valori in caso di contenimento dell’infezione).
Cos’è la sepsi?
La sepsi è la risposta ultima del sistema immunitario a un’infezione batterica e si verifica quando il batterio responsabile trova la strada per il flusso sanguigno; la temibile conseguente diffusione innesca una reazione a catena in tutto il corpo, che provoca un’immediata e rilevante infiammazione che si manifesta anche con la formazione di pericolosi coaguli di sangue. In assenza di un rapido trattamento rapido la sepsi può infliggere lesioni gravissime ai tessuti, insufficienza d’organo fino a un esito fatale.
Tra i sintomi più caratteristici si annoverano:
- Febbre e/o brividi
- Pelle umida o sudata
- Confusione
- Dolore
- Battito cardiaco accelerato e abbassamento della pressione
- Fiato corto e affanno.
Le infezioni che più spesso portano alla sepsi sono quelle che iniziano a livello polmonare, nel tratto urinario, nella pelle o nell’apparato digerente.
Richiami di fisiologia
La procalcitonina (PCT) è una proteina che aiuta a regolare i livelli di calcio; normalmente viene prodotta quasi solo a livello della tiroide e, in presenza di quantità eccessive di calcio in circolo, viene trasformata in calcitonina, un ormone che produce una riduzione della concentrazione di calcio impedendo alle ossa di rilasciarne ulteriori quantità.
In caso di grave infezione batterica l’organismo potrebbe iniziare a rilasciare in circolo abbondanti quantità di procalcitinina, da parte di numerosi tessuti e non più limitatamente alla tiroide.
Valori normali
Un paziente sano presenta in genere valori pari o superiori a 0.15 ng/mL di sangue (fonte Mayo, ma sono possibili piccole variazioni in funzione della strumentazione utilizzata).
Quando viene prescritto
Il dosaggio della procalcitonina nel sangue è utile per:
- Riconoscimento di infezioni batteriche diffuse e valutazione della prognosi (ovvero del rischio di progressione verso sepsi grave, shock settico, morte):
- Diagnosi di batteriemia (batteri nel sangue) e setticemia negli adulti e nei bambini (compresi i neonati)
- Diagnosi di coinvolgimento renale nelle infezioni del tratto urinario nei bambini
- Diagnosi di infezione batterica in pazienti neutropenici (carenti di neutrofili, una forma di globuli bianchi)
- Diagnosi e monitoraggio dello shock settico
- Diagnosi di infezione sistemica secondaria a chirurgia, gravi traumi, ustioni e insufficienza multiorgano
- Distinzione tra infezioni virali e batteriche, ad esempio:
- Monitoraggio della risposta terapeutica alla terapia antibatterica.
L’esito dell’esame ha importanti risvolti sia terapeutici che per il paziente, perché può consentire un utilizzo più razionale degli antibiotici.
Valori alti
La procalcitonina inizia ad essere rilevabile entro 2-4 ore dall’evento scatenante e raggiunge il picco entro 12-24 ore; la quantità in circolo è tipicamente proporzionale alla gravità dell’insulto infiammatorio (valori più alti sono in genere associati a infezioni più gravi) e iniziano a diminuire con la risoluzione della malattia (in assenza di stimolo la quantità circolante si dimezza ogni 24-35 ore, rendendola molto utile anche per un monitoraggio ripetuto del paziente).
È interessante notare che può essere utile anche per escludere, non solo per riconoscere, un’infezione batterica; sembra una differenza sottile, ma in realtà non è così scontata in ematologia. Più in particolare:
- Valori inferiori a 0,15 ng/mL permettono di escludere con ragionevole sicurezza un’infezione batterica.
- Valori compresi tra 0,15 e 2,0 ng/mL non escludono un’infezione, perché potrebbero essere dovuti a infezioni localizzate.
- Valori superiori a 2,0 ng/mL sono altamente indicativi di infezione/sepsi batterica sistemica o grave infezione batterica localizzata, come polmonite grave, meningite o peritonite, ma possono essere causati anche da gravi stimoli infiammatori non infettivi come ustioni severe, gravi traumi, insufficienza multiorgano acuta o interventi chirurgici addominali o cardiotoracici maggiori (in caso di aumenti non infettivi, i livelli di ProCT dovrebbero iniziare a diminuire dopo 24-48 ore).
Preparazione
Per l’esame non è necessaria alcuna forma di preparazione e consiste in un normale prelievo di sangue da una vena (in genere dal braccio); spesso sono richiesti anche altri esami utili in condizioni di emergenza, come ad esempio:
- emocoltura (ricerca di batteri nel sangue),
- urinocoltura (ricerca di batteri nelle urine),
- emocromo,
- lattato,
- emogasanalisi,
- pannello metabolico:
- Glicemia (quantità di zucchero nel sangue)
- Elettroliti (calcio, sodio, potassio, anidride carbonica e cloruro)
- Albumina, una proteina prodotta nel fegato
- Proteine totali in circolo
- Transaminasi e fosfatasi alcalina per una valutazione della salute del fegato
- Bilirubina, un prodotto di scarto prodotto dal fegato
- BUN (azoto ureico nel sangue) e creatinina, prodotti di scarto rimossi dal sangue dai reni;
- tempo di protrombina e/o aPTT,
- Proteina C-reattiva (PCR).
Fonti e bibliografia
- MedLinePlus
- Procalcitonin – Derrick A. Cleland; Ambika P. Eranki
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.