Puntini rossi sul glande, cosa può essere? Cosa fare?

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Introduzione

Manifestare un arrossamento sul corpo è ovviamente un evento relativamente comune, che in genere non preoccupa a meno di sintomi particolari od una persistenza davvero rilevante nel tempo; quando invece lo stesso si verifica sul pene, comprensibilmente, si può sviluppare un senso di preoccupazione maggiore, perché il pensiero corre rapido a patologie gravi.

In questi casi è tuttavia importante non lasciarsi prendere dal panico, perché fortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di patologie facilmente risolvibili, quando non addirittura condizioni non patologiche o comunque destinate ad una risoluzione spontanea.

Scopo di questo articolo è quindi non tanto quello di guidarti ad un’autodiagnosi, processo che solo un medico ha le competenze per affrontare, ma comprendere invece quando sia necessario rivolgersi a personale sanitario ed a chi.

A seconda dei casi la presenza di puntini sul pene potrebbe infatti richiedere la consulenza di:

  • farmacista,
  • medico curante,
  • specialista (dermatologo e/o venereologo),

ma è importante ricordare che in caso di dubbi rivolgersi al curante non è mai sbagliato.

Uomo dal dermatologo

Shutterstock/Pixel-Shot

Richiami di anatomia

Il pene è l’organo riproduttivo maschile esterno; al suo interno accoglie il canale (uretra) che  consente il trasporto di sperma e urina all’esterno del corpo, mentre all’esterno è possibile osservare:

  • base, ovvero dove il pene si protende dal corpo;
  • asta, che indica la porzione preponderante in lunghezza dell’organo,
  • glande, ovvero la punta del pene dove si trova anche l’apertura dell’uretra; è tipicamente la parte più sensibile dell’organo;
  • prepuzio, assente negli uomini circoncisi, un lembo di pelle che copre e protegge il glande quando il pene si trova in condizione flaccida.

Perché devi sapere cosa sono le papule perlacee

Le papule perlacee peniene sono piccole protuberanze benigne che si formano a livello della corona del glande, delle dimensioni comprese tra 1-3 mm; più comuni nei soggetti circoncisi, possono talvolta estendersi anche sul glande, ma sono

  • innocue,
  • non contagiose,
  • prive di sintomi (nella maggior parte dei casi).

In altre parole sono una caratteristica fisiologica di alcuni uomini e non la conseguenza di malattie sessualmente trasmesse e né dell’attività sessuale in senso più lato (anche se potrebbero irritarsi ed arrossarsi, ad esempio, in caso di prolungata od eccessivamente frequente masturbazione).

Cause

In alcuni casi la presenza di puntini o macchie rosse può essere la conseguenza di una lieve irritazione, destinata a risolversi in 1-2 giorni, che può venire innescata da:

  • Scarsa igiene: Per una corretta pulizia del pene è necessario procedere regolarmente alla rimozione dell’eventuale smegma presente sul glande, scoprendolo delicatamente dalla protezione del prepuzio. L’accumulo di gocce di urina/sperma e di materiale di rifiuto (ad esempio cellule morte dello strato cutaneo) può favorire la proliferazione batterica e l’infiammazione della mucosa). Questo caso rientra in realtà nei due seguenti, ma data la sua frequenza viene spesso nominato a parte.
  • Dermatite irritativa o allergica: L’utilizzo di detergenti inadatti, così come il contatto di altro materiale estraneo può favorire lo sviluppo di irritazioni o vere e proprie reazioni allergiche (molto caratteristiche, ad esempio, quelle dovute al lattice dei preservativi). Quando la causa sia di natura allergica in genere è presente anche un certo prurito. Le cause di natura irritativa possono essere legate anche ad eventi traumatici, che comprendono ad esempio un’eccessiva frequenza di rapporti sessuali/masturbazioni, od una loro natura eccessivamente vigorosa sulle delicate mucose del pene.

Tra le condizioni più prettamente patologiche possiamo invece annoverare:

  • Infezioni: Il termine corretto per indicare un’infezione del glande è balanite, balanopostite quando sia coinvolto anche il prepuzio. È una condizione relativamente comune che, anche se favorita da una scarsa igiene, in realtà può colpire chiunque. Si tratta in molti casi di infezioni da Candida, ma non è considerata una malattia sessualmente trasmessa, meno frequente invece l’origine batterica o virale.
  • Malattie sessualmente trasmesse: Una malattia sessualmente trasmessa è per definizione un’infezione contratta attraverso rapporti sessuali (vaginali, orali od anali). Benché l’uso corretto del preservativo abbatta drasticamente il rischio di contrarle, per alcune di esse il rischio non è nullo. Le due seguenti sono le infezioni più comunemente in grado di manifestarsi (anche) attraverso la presenza di puntini rossi sul glande:
    • Herpes genitale: causato da un virus (HSV-2, più raramente HSV-1), l’herpes genitale è caratterizzato dallo sviluppo di un forte prurito (in alcuni casi insoportabile) e dalla comparsa di vescicole che possono andare incontro a rottura e rilascio di siero o sangue.
    • Sifilide: Il primo sintomo è tipicamente la formazione di una piaga circolare, rossa e indolore sul pene, nell’area di entrata del batterio. Può purtroppo passare inosservata e, se non trattata, può diffondersi e trasformarsi in infezione sistemica (in grado cioè di coinvolgere l’intero organismo).
    • Verruche genitali: hanno un aspetto verrucoso (rugoso, sollevato) e sono causate dal virus HPV.
    • Ulcera venerea molle: malattia venerea poco comune e non pericolosa, che si manifesta con la formazione di ulcere (tipicamente una sola) che possono anche passare inosservate.
    • Linfogranuloma venereo: si presenta con la formazione di una piccola erosione non dolorosa, seguita a distanza di 5-21 giorni da sintomi sistemici (febbre, brividi, mal di testa, …).
    • Mollusco contagioso: Quest’infezione si manifesta con la comparsa di piccole escrescenze simili alle papule perlacee peniene, ma che tendono a diffondersi all’intero pene ed alla zona genitale in genere. È importante notare che il contagio NON è esclusivamente sessuale, perché può interessare anche la pelle propriamente detta (ad esempio addominale) ed è sufficiente un rapido contatto (anche indiretto, mediante lenzuola, asciugamani, …) affinché avvenga la trasmissione (è per questa ragione relativamente comune nei bambini).
  • Altre condizioni (elenco non esaustivo):
    • Psoriasi genitale: La psoriasi è una condizione dermatologica che nella sua forma genitale può interessare anche il pene a livello di glande e corona; negli uomini circoncisi le caratteristiche placche possono tendere alla desquamazione, mentre negli uomini non circoncisi le placche non desquamanti sono più comuni. Visivamente non si presentano quindi propriamente come un vero e proprio arrossamento (con/senza puntini).
    • Lichen genitale: patologia dermatologica cronica che si presenta in forma di lesioni biancastre e lucenti a prepuzio e glande, eventualmente accompagnate da prurito, disagio, sanguinamento e vesciche.
    • Linfocele: Si manifesta in forma di gonfiore ad improvvisa comparsa sull’asta del pene a seguito di un rapporto sessuale o dopo la masturbazione; è la conseguenza di un temporaneo blocco dei canali linfatici del pene, ma tende alla risoluzione spontanea senza conseguenze.

I puntini rossi sul glande possono essere legati all’HIV?

Per semplicità l’infezione da HIV viene in genere presentata in tre differenti passaggi:

  1. infezione acuta, una condizione che non sempre si manifesta e che è caratterizzata da una sindrome parainfluenzale, talvolta accompagnata da eruzioni cutanee diffuse a tutto il corpo;
  2. stadio di latenza clinica, privo di sintomi e che può durare anni,
  3. e stadio sintomatico, caratterizzato dal crollo del sistema immunitario e dalla comparsa di infezioni opportunistiche ed alcuni tumori.

Nel complesso quindi un arrossamento limitato al glande NON è di per sé suggestivo di HIV, ma in caso di rapporti non protetti questo non esclude un possibile contagio, che va quindi sempre verificato con un test HIV condotto nei tempi corretti dopo il periodo finestra (30-40 giorni nei casi di test di quarta generazione/combinati).

Per approfondire i sintomi dell’HIV si rimanda all’articolo dedicato.

Quando rivolgersi al medico

La presenza di puntini rossi sul glande, o più in generale un arrossamento dell’area genitale, che vada incontro a risoluzione spontanea senza ulteriori disturbi in 2-3 giorni in genere non è legata a condizioni preoccupanti, anche perché le macchie rosse conseguenti ad un’infezione a trasmissione sessuale (STI) od altre patologie rilevanti in genere durano più a lungo e sono spesso accompagnate da altri sintomi.

Si raccomanda quindi di rivolgersi sempre al medico (od allo specialista dermatologo-venereologo) in caso di:

  • Formazione di ulcere, anche se non dolorose (l’ulcera è un’erosione della mucosa)
  • Sintomi comparsi dopo rapporti non protetti
  • Arrossamenti, papule, escrescenze, … soprattutto qualora non vadano incontro a guarigione spontanea entro pochi giorni
  • Sintomi sistemici (febbre, brividi, eruzioni cutanee diffuse, malessere, …)
  • Ricadute e frequenti recidive: è importante segnalare al medico la mancata guarigione, tanto quanto eventuali recidive, che a seconda dei casi possono significare
    • una guarigione incompleta (temibile ad esempio in caso di malattie sessualmente trasmesse non solo per il partner, ma anche per sé stessi in termini di possibili complicazioni),
    • la presenza di una condizione favorente di fondo (lo sviluppo di frequenti balaniti micotiche è in genere segno di sistema immunitario compromesso, ad esempio dal diabete).
  • Qualsiasi dubbio, per condizioni, sintomi od altre ragioni.

Cosa fare?

La terapia necessaria a guarire dalla presenza di puntini rossi sul glande non può che dipendere strettamente dalla causa scatenante, ad esempio:

  • la presenza di papule perlacee peniene non richiede alcun intervento,
  • una lieve irritazione può risolversi da sola, eventualmente favorita dall’applicazione di creme emollienti ed idratanti, e migliorando la propria igiene intima quando necessario,
  • dermatiti allergiche e da contatto si risolvono evitando ulteriori esposizioni alla sostanza responsabile,
  • balaniti e balanopostiti rispondono rapidamente a creme antibiotiche/antimicotiche,
  • le malattie sessualmente trasmesse richiedono in genere specifici protocolli di terapia antibiotica o antivirale,
  • così come condizioni dermatologiche come psoriasi e lichen.

In assenza di diagnosi puoi quindi procedere ad una regolare ed attenta igiene intima, praticata con detergenti delicati almeno finché persista l’arrossamento, ed eventualmente l’applicazione di creme idratanti specifiche per le mucose che può consigliarti il tuo farmacista, nel dubbio anche una semplice crema base.

Finché non siamo sicuri di cosa sia meglio poi usare un asciugamano solo per sé stessi e solo per il pene.

Cosa NON fare

Ma forse ancora più importante, almeno per quelli che sono gli scopi di questa forma di divulgazione, è però capire cosa NON fare: non applicare né cortisone né antibiotico senza una diagnosi certa, perché potresti fare danni enormi:

  • il cortisone in quasi tutti i casi garantirebbe un immediato sollievo, ma che nei casi sbagliati potrebbe trasformarsi altrettanto rapidamente in un severo peggioramento: quante volte mi è capitato di sentire descritto proprio questo andamento da ragazzi e uomini che, sicuramente in buona fede, hanno applicato creme cortisoniche su infezioni che sono ovviamente precipitate in poco tempo a causa dell’effetto di soppressione del sistema immunitario esercitato dal farmaco, penso ad esempio, ma non solo, a balanite ed herpes;
  • l’antibiotico è controindicato per ragioni meno evidenti, ma altrettanto importanti, ovvero il rischio di favorire l’insorgenza di pericolosissime resistenze batteriche.

Ci sono ovviamente eccezioni, ma di competenza esclusivamente medica, che richiedono cioè una valutazione molto approfondita del rapporto rischio beneficio della molecola scelta.

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