Balanite di Zoon nell’uomo: cause, sintomi e cura

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Introduzione

La parola balanite deriva dalla parola greca balanos, che significa ‘ghianda’, mentre il suffisso -ite in medicina suggerisce la presenza di infiammazione; sostanzialmente si tratta quindi dell’infiammazione del glande.

La balanite di Zoon è una condizione infiammatoria cronica del glande che colpisce gli uomini adulti o gli anziani (tra la quinta e l’ottava decade di vita) non circoncisi; pur essendo stata descritta per la prima volta a metà del secolo scorso dal Prof. Zoon, ancora oggi non si è individuata la causa né gli eventuali fattori di rischio.

I sintomi sono solitamente assenti ed il segno che la contraddistingue consiste unicamente nella presenza di macchie di color rosso brillante o marrone che coinvolgono simmetricamente il glande ed il foglietto interno del prepuzio.

La prognosi è buona poiché non si tratta di una patologia che degenera in senso neoplastico, ma il trattamento definitivo consiste nella circoncisione.

La condizione è nota anche con il nome di balanite plasmacellulare, sulla base del tipo di infiltrato infiammatorio che la caratterizza se analizzata istologicamente (ossia attraverso l’analisi al microscopio di un campione di tessuto prelevato dalla lesione).

Causa

Nonostante esistano numerose teorie, la precisa origine della balanite di Zoon resta ad oggi sconosciuta; non se ne conosce nemmeno l’esatta diffusione, perché a causa di ragioni sociali e alla luce della mancanza di disturbi è probabilmente sottodiagnosticata.

L’irritazione del glande e/o del prepuzio può essere indotta dalla ritenzione di urine e squame tra due superfici epiteliali (il foglietto interno del prepuzio e la mucosa di rivestimento dell’asta del pene) che sono in stretto contatto tra loro e che

  • non sono adeguatamente separate,
  • sono bagnate inadeguatamente,
  • vengono colonizzate eccessivamente da germi commensali.

Non è stato tuttora identificato alcun microorganismo responsabile, ad oggi quindi non è considerata una malattia contagiosa; allo stesso modo non di ritiene che possa essere legata ad alcuna forma di famigliarità.

Alcuni Autori suggeriscono che potrebbe essere ragionevole annoverare tra i fattori di rischio:

  • scarsa igiene genitale,
  • ripetute infezioni locali,
  • insulti cronici di vario genere (trauma, attrito, calore e sfregamento, …).

Sintomi

Le lesioni si localizzano comunemente al glande nella parte dorsale sotto forma di una o più chiazze arrossate (eritematose) o brunastre dalla superficie lucida, brillante e umida, di dimensione anche importante; talvolta si associano aspetti erosivi o persino protrudenti/vegetanti (ossia escrescenze).

Le chiazze del glande sono spesso completate da analoghe chiazze sul foglietto interno del prepuzio, che sembrano ricalcarle fedelmente. I contorni della lesione possono essere irregolari (la chiazza non ha una forma specifica) ma ben demarcati, le lesioni sono piane o minimamente palpabili mentre sono assenti edema, perdite, croste ed altri segni di infiammazione.

Le lesioni sono di norma asintomatiche, questo significa che il paziente non avverte quasi mai dolore, prurito od altra sensazione, ma specialmente le forme erosive possono diventare sede d’infezioni.

Lesioni analoghe a quelle del pene possono essere osservate alle piccole labbra dei genitali femminili (vulvite di Zoon), nel cavo orale a livello di palato, mucosa geniena, labbra ed a livello congiuntivale. In queste ultime due sedi le lesioni tendono ad essere più umide ed edematose.

Diagnosi

La diagnosi viene sospettata in seguito all’esame clinico ma richiede una conferma fornita dall’esame istologico di un campione prelevato mediante biopsia; questo mette in evidenza un’epidermide atrofica (assottigliata) ed al di sotto di essa un infiltrato dermico composto essenzialmente da plasmacellule con dilatazioni vascolari e stravaso di emazie. Le plasmacellule sono le cellule del sistema immunitario che producono gli anticorpi (o immunoglobuline).

La balanite di Zoon dev’essere differenziata da una condizione neoplastica che si può presentare con analoghe caratteristiche cliniche: l’eritroplasia di Queirat (un carcinoma spinocellulare in situ); quest’ultima è tuttavia maggiormente eritematosa, ha una superficie ruvida o granulare ed è leggermente rilevata.

Cura

La balanite di Zoon ha un’evoluzione protratta per anni, talvolta per decenni, ma è comunque benigna, non degenerando in senso neoplastico.

Nessuna terapia è completamente soddisfacente. Le creme a base di cortisone di potenza medio-alta portano ad un miglioramento temporaneo. La circoncisione rappresenta una procedura terapeutica a tutti gli effetti, portando ad una guarigione rapida e spontanea; a seguito dell’esecuzione spesso guariscono anche le zone interessate dall’infiammazione pur se non rimosse dall’intervento chirurgico.

Prevenzione

La circoncisione potrebbe rappresentare una misura preventiva, ma per ovvie ragioni non è eseguibile su larga scala; consigliabile è invece la pratica di una regolare ed attenta igiene intima (che preveda anche la pulizia del glande dopo essere stato scoperto dal prepuzio), pratica che potrebbe ridurre il rischio di sviluppare balanite di Zoon, ma che sicuramente contribuisce alla prevenzione di numerose altre forme infettive di balanite e balanopostite.

Fonti utilizzate

  • Saurat J, Grosshans E., Laugier P, Lachapelle J. Dermatologia e malattie sessualmente trasmesse. Edizione italiana a cura di Girolomoni G. e Giannetti A. Terza edizione 2006. Masson.
  • Braun-Falco O., Plewing G., Wolff H.H., Burgdorf W.H.C. Dermatologia. Edizione italiana a cura di Carlo Gelmetti. Sprienger – Verlag Italia 2002.

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