Piede cavo: sintomi, foto e conseguenze

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Introduzione

Il piede cavo (pes cavus) è una condizione ortopedica che può interessare tanto i bambini quanto gli adulti; si manifesta con un’elevazione dell’arco plantare longitudinale del piede, quindi l’area di appoggio del piede si limita alla parte anteriore ed al tallone (mentre la parte intermedia ha un contatto limitato o del tutto assente, anche sotto il carico del peso corporeo).

Si tratta di fatto della condizione opposta al piede piatto.

Piede cavo

Shutterstock/Chu KyungMin

Cause

Il disturbo è generalmente causato da uno squilibrio tra i muscoli agonisti e antagonisti del piede, mostra una spiccata familiarità e, soprattutto in questi casi, in genere interessa entrambi i piedi perché di origine genetica.

Una presentazione unilaterale (un solo piede) è fortemente suggestiva di una conseguenza post-traumatiche, ma quando questa sia esclusa è consigliabile approfondire rapidamente con una risonanza magnetica del cervello e del midollo spinale per escludere lesioni progressive curabili come un tumore al cervello o, durante la crescita, un midollo spinale ancorato (disturbo neurologico causato da aderenze tissutali che limitano le possibilità di movimento del midollo spinale all’interno della colonna vertebrale)

Sono principalmente 4 le possibili cause di piede cavo:

 

Sintomi

Piede cavo

Shutterstock/Archer All Square

Sebbene in alcuni casi la condizione sia priva di sintomi, il paziente affetto da piede cavo può lamentare

Più in generale il dolore al piede è un sintomo che si presenta frequentemente e di solito è il risultato dell’aumento dello stress concentrato in una specifica regione a causa della deformità; possono ad esempio fare male:

  • tallone,
  • osso cuboide,
  • altre porzioni della parte laterale,
  • prima testa metatarsale.

Da un punto di vista pratico le scarpe potrebbero non adattarsi più perfettamente e/o consumarsi in modo rapido ed imperfetto; potrebbero inoltre formarsi dolorosi calli.

Le neuropatie possono essere accompagnate da dolore neuropatico.

Conseguenze e complicazioni

La prognosi dipende essenzialmente dalla condizione patologica sottostante che ha portato al piede cavo.

Un ritardo nella diagnosi o un uso prolungato di plantari nonostante il peggioramento della deformità può condurre a cronicizzazione del disturbo, in grado di rispondere esclusivamente ad una correzione chirurgica (artrodesi).

Tra le possibili conseguenze si segnalano inoltre:

  • instabilità della caviglia,
  • artrosi della caviglia,
  • disturbi del tendine peroneo,
  • fratture da stress del 5° metatarso,
  • sindromi da impingement della caviglia,
  • deformità delle dita (dita ad artiglio),
  • mal di schiena,
  • squilibrio del ginocchio.

Diagnosi

Dopo la necessaria anamnesi (raccolta di informazioni generali sul paziente, sui sintomi, sulle condizioni in cui questi si manifestano, eventuali familiarità, …) si procede all’esame obiettivo: il paziente viene visitato sia in posizione distesa (sul lettino) sia in posizione eretta (in piedi).

È particolarmente importante l’analisi della camminata, che consente una valutazione approfondita del tipo di appoggio del piede (che in caso di piede cavo si verifica prevalentemente sul bordo esterno).

A giudizio dello specialista è possibile procedere ad approfondimenti con esami di imaging a conferma della diagnosi, ad esempio:

Cura

La gestione conservativa del piede cavo è volta a ridurre e ridistribuire il carico di pressione plantare attraverso l’uso di ortesi e plantari per il piede, oltre eventualmente a calzature imbottite specifiche; possono essere d’aiuto lo stretching e il rafforzamento muscolare, oltre alla periodica gestione delle callosità plantari, massaggio, manipolazione fisioterapica di piede e caviglia ed esercizi volti a rafforzare l’equilibrio.

Il trattamento chirurgico viene avviato solo in presenza di un dolore severo ed intrattabile, perché le tecniche attualmente usate nascondono una certa complessità e comprendono:

  • procedure sui tessuti molli (rilascio della fascia plantare, allungamento del tendine di Achille, trasferimento del tendine);
  • osteotomia, ovvero un intervento chirurgico che prevede la recisione di un osso (che può riguardare metatarso, mesopiede o calcagno);
  • procedure di stabilizzazione ossea (ad esempio la tripla artrodesi).

Fonti e bibliografia

  • Pes Cavus – Travis J. Seaman; Thomas A. Ball.
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