Atassia di Friedreich: cause, sintomi, pericoli e cura

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Introduzione

L’atassia di Friedreich è una rara malattia ereditaria che causa danni progressivi al sistema nervoso e conseguenti problemi di movimento; esordisce in genere nell’infanzia, inducendo la comparsa di una ridotta coordinazione muscolare (atassia) che peggiora nel tempo.

I nervi periferici trasportano informazioni dal cervello al corpo e dal corpo al cervello, ad esempio

  • iniziando un passo per raggiungere un posto diverso (dal cervello ai muscoli delle gambe),
  • oppure informando il cervello della sensazione di dolore quando si cammina a piedi nudi su un oggetto appuntito (dalla periferia del corpo al cervello).

Nell’atassia di Friedreich le fibre nervose del midollo spinale e dei nervi periferici degenerano, diventando più sottili. Anche il cervelletto, parte del cervello che coordina l’equilibrio e il movimento, degenera, benché in misura minore.

L’insieme di queste lesioni si manifesta in forma di movimenti goffi e instabili, oltre che ovviamente di funzioni sensoriali compromesse.

Il disturbo, che prende il nome da Nikolaus Friedreich, un medico tedesco che descrisse la condizione negli anni ’60 dell’Ottocento, causa anche problemi al cuore (in circa un terzo degli individui affetti) e alla colonna vertebrale, oltre che il diabete in un certo numero di casi. Non pregiudica invece le capacità di pensiero e di ragionamento (funzioni cognitive).

La malattia è causata da un difetto (mutazione) nel DNA, in particolare a livello del gene FXN, responsabile della produzione di una proteina chiamata fratassina. Solo i soggetti che ereditano due copie difettose del gene, una da ciascun genitore, svilupperanno la malattia.

La velocità di progressione varia da persona a persona, ma generalmente, entro 10-20 anni dalla comparsa dei primi sintomi il paziente si trova costretto alla sedia a rotelle, con ulteriori peggioramenti nelle fasi successive.

L’atassia di Friedreich può purtroppo ridurre l’aspettativa di vita e le malattie cardiache correlate sono la causa più comune di morte (anche se alcuni pazienti meno gravi vivono fino ai sessant’anni o più).

Cause

Sebbene rara, l’atassia di Friedreich è la forma di atassia ereditaria più comune in Europa, Medio Oriente, Asia meridionale (subcontinente indiano) e Nord Africa, interessando circa un soggetto ogni 40000.

Trasmissione ereditaria

Un gene è una porzione di DNA (codice genetico) responsabile della produzione di una specifica proteina (benché sia una definizione non perfettamente corretta, ma sufficiente a comprendere quanto segue).

Ogni essere umano possiede due copie di ogni gene, una copia ereditata da ciascun genitore. I pazienti affetti da atassia di Friedreich hanno ereditato due copie difettose del gene FXN, mentre soggetti che ne ereditino un’unica copia sono definiti portatori e non svilupperanno alcun sintomo (ma potranno trasmettere la malattia al figlio). Tecnicamente la malattia è quindi una condizione autosomica recessiva, che I disturbi genetici recessivi si verificano quando un individuo eredita due copie di un gene:

  • Se un individuo riceve un gene normale e un gene difettoso sarà portatore sano e non mostrerà sintomi.
  • Il rischio che due genitori portatori sani (e probabilmente inconsapevoli) trasmettano entrambi il gene difettoso e abbiano un figlio affetto è del 25% per ogni gravidanza.
  • La possibilità di avere un figlio portatore sano come i genitori è del 50% ad ogni gravidanza.
  • La possibilità che un bambino riceva geni normali da entrambi i genitori e sia geneticamente normale per quella particolare condizione è del 25%.

Il rischio è lo stesso sia per i maschi che per le femmine.

Fratassina

Fratassina

Rappresentazione grafica della proteina fratassina (Shutterstock/StudioMolekuul)

Il gene FXN contiene le istruzioni per la produzione di una proteina chiamata fratassina, che normalmente si trova nei mitocondri, una sorta di centrale energetica della cellula. Senza un livello adeguato di fratassina alcune cellule del corpo (in particolare quelle dei nervi periferici, del midollo spinale, del cervello e del muscolo cardiaco) soffrono di una disponibilità energetica insufficiente e, probabilmente, di un accumulo di sottoprodotti tossici che portano allo sviluppo di stress ossidativo.

Nella versione normale del gene, una sequenza di triplette di DNA (guanina-adenina-adenina) viene ripetuta tra 7 e 22 volte, mentre nel gene difettoso la ripetizione GAA si verifica più e più volte, centinaia, anche fino a mille volte e più. Quest’anomalia riduce notevolmente la quantità di fratassina prodotta dalla cellula.

L’esordio precoce della malattia e la gravità della malattia possono essere correlati al numero di copie GAA presenti.

Sintomi

I sintomi in genere iniziano tra i 5 e i 15 anni, talvolta in età adulta (in circa il 15% dei pazienti dopo i 25 anni).

Il sintomo neurologico d’esordio è solitamente la difficoltà a camminare e uno scarso equilibrio (spesso descritto come stordimento o addirittura andatura da ubriaco). Un altro segno precoce della malattia consiste in un’alterazione della capacità di parola: il linguaggio diviene progressivamente lento e confuso (disartria), esitante e a scatti.

La difficoltà a coordinare il movimento (atassia) può comunque interessare tutti i muscoli, peggiorando gradualmente ed arrivando ad interessare lentamente anche braccia e tronco (busto).

Con l’aumentare della debolezza muscolare la maggior parte dei pazienti sviluppa un aumento del tono muscolare (spasticità) e fino a due terzi dei soggetti scoliosi (una curvatura anomala della colonna vertebrale verso su un lato) che spesso richiede un intervento chirurgico di correzione. La maggior parte delle persone colpite sviluppa anche difficoltà a deglutire, a causa delle criticità nella coordinazione muscolare di lingua e gola.

Oltre ai disturbi del movimento si manifesta spesso una perdita di sensibilità alle braccia e alle gambe, che può diffondersi ad altre parti del corpo. Altri sintomi comprendono la perdita dei riflessi, specialmente a livello di ginocchia e caviglie, ed in fase avanzata anche perdita dell’udito e della vista, palpitazioni cardiache e mancanza di respiro, quest’ultimi espressione di varie forme di malattie cardiache che spesso accompagnano l’atassia di Friedreich, come

Sono purtroppo comuni anche anomalie del ritmo cardiaco, ad esempio in forma di tachicardia (battito accelerato) e una ridotta conduzione degli impulsi cardiaci all’interno del cuore (blocco cardiaco).

Circa un paziente su due sviluppa intolleranza ai carboidrati e il 30% diabete.

Più in generale viene infine lamentata un’eccessiva affaticabilità, necessità di riposo e più tempo del normale per riprendersi da malattie comuni come raffreddore e influenza.

Diagnosi

La diagnosi di atassia di Friedreich richiede un attento esame clinico, che comprende un’anamnesi e un esame fisico approfondito, in particolare alla ricerca di

  • difficoltà di equilibrio,
  • perdita della sensibilità articolare (propriocezione),
  • assenza di riflessi
  • e segni indicativi di problemi neurologici.

I test genetici consentono infine una diagnosi di certezza, ma durante l’iter diagnostico e soprattutto in seguito possono essere utili:

  • Elettromiogramma, che misura l’attività elettrica delle cellule muscolari,
  • Studi di conduzione nervosa, che misurano la velocità con cui i nervi trasmettono gli impulsi,
  • Elettrocardiogramma, che consente di ottenere una rappresentazione grafica dell’attività elettrica o del ritmo del battito cardiaco,
  • Ecocardiogramma, che registra la posizione e il movimento del muscolo cardiaco,
  • Esami del sangue, volti ad esempio a verificare livelli elevati di glucosio (iperglicemia) e di vitamina E (utile a riconoscere una specifica forma del disturbo)
  • Risonanza magnetica o TAC, esami di imaging che forniscono immagini del cervello e del midollo spinale, utili per escludere altre condizioni neurologiche.

Cura

Come per molte malattie degenerative del sistema nervoso, attualmente non esiste una cura o un trattamento efficace per l’atassia di Friedreich, tuttavia molti dei sintomi e delle complicazioni associate possono essere gestite per aiutare le persone a mantenere una qualità di vita soddisfacente il più a lungo possibile.

Un approccio multidisciplinare è considerato indispensabile, in modo da garantire un’adeguata  attenzione a tutti gli aspetti della malattia:

  • diabete (in genere mediante farmaci),
  • disturbi cardiaci (in genere mediante farmaci),
  • problemi ortopedici (chirurgia),
  • debolezza (fisioterapia),
  • difficoltà di deglutizione e del linguaggio (logopedia),
  • riduzione dell’udito (protesi acustiche).

Fonti e bibliografia

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