Dolore al ginocchio: cause, sintomi e cura

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Introduzione

I disturbi del ginocchio sono molto diffusi e colpiscono persone di tutte le età; in quest’articolo parleremo delle diverse patologie che possono interessare le ginocchia, descrivendo per le principali lesioni e malattie

  • i sintomi principali,
  • le modalità di diagnosi
  • e la terapia.

La patologia che più comunemente interessa il ginocchio è l’artrite. “Artrite” tecnicamente significa “infiammazione delle articolazioni”, ma questa parola viene usata in senso più ampio per descrivere molte malattie diverse che colpiscono le articolazioni. Nel seguito dell’articolo esamineremo alcune delle forme più diffuse di artrite e i loro effetti sulle ginocchia.

Le lesioni al ginocchio possono anche verificarsi come esito diretto di un trauma o di movimenti improvvisi che lo forzano oltre il suo ambito di movimento normale.

In alcuni casi, invece, le lesioni possono svilupparsi in modo più progressivo; i problemi al femore o ai piedi, ad esempio, possono indurre il mantenimento di posture errate ed alterazioni alla deambulazione, influendo negativamente sull’allineamento delle ginocchia e quindi causare danni che insorgono lentamente con il passare del tempo.

I problemi possono infine essere causati dal normale logorio dovuto all’età. Le articolazioni, più o meno come gli pneumatici, si consumano con il passare del tempo.

Come sempre, in caso di dubbi specifici, si raccomanda di discuterne col medico.

Uomo che corre sulla spiaggia e si tocca il ginocchio a causa del dolore

iStock.com/grinvalds

Che cosa sono le ginocchia? Come funzionano?

Le articolazioni sono i punti in cui due o più ossa entrano in contatto. Nelle articolazioni le ossa non esercitano attrito l’una contro l’altra, perché rivestite da cartilagine.

Le ossa sono tenute insieme dai legamenti, cioè da fasce di tessuto resistente ed elastico.

I muscoli sono legati alle ossa dai tendini, cioè da strisce di tessuto molto spesse.

I muscoli, quando si muovono, tirano i tendini, e quindi fanno entrare in movimento le articolazioni. I muscoli non fanno tecnicamente parte dell’articolazione, ma sono comunque fondamentali al loro buon funzionamento: i muscoli sani aiutano a sostenere e a proteggere le articolazioni.

Il ginocchio è l’articolazione dove si incontrano le ossa della parte superiore della gamba con quelle della parte inferiore: l’articolazione consente di muovere la gamba perché funziona come una specie di cerniera, conferendo stabilità e forza per sostenere il peso del corpo. Per stare in piedi e per compiere tutti i movimenti che facciamo ogni giorno (camminare, correre, piegarsi, saltare, girarsi) ci vogliono flessibilità, forza e stabilità.

Il ginocchio, per poter fare bene il suo lavoro, è dotato di diverse parti che lo sostengono e gli permettono di muoversi:

  • cartilagini,
  • muscoli,
  • legamenti,
  • tendini.

Ognuna di queste strutture può essere soggetta a malattie e lesioni. I problemi possono influire negativamente sulla vita quotidiana, ad esempio impedendo al paziente di fare sport, ma anche di alzarsi e di camminare normalmente.

Ossa e cartilagine

Il ginocchio è un’articolazione in cui confluiscono tre ossa:

  • femore (l’osso della parte superiore della gamba),
  • tibia (l’osso più grande della parte inferiore della gamba),
  • rotula (l’osso interno del ginocchio).

La rotula è larga da 5 a 7.5 centimetri, e lunga da 7.5 a 10 centimetri, per una superficie articolare pari a circa 12 cm2. Si trova nella parte frontale dell’articolazione, sopra alle altre due ossa, e, quando il ginocchio si muove, scivola senza fare attrito: la rotula serve per proteggere il ginocchio e fa da punto di appoggio per i muscoli, che grazie ad essa possono esercitare la loro forza e far muovere la gamba.

Le parti terminali delle tre ossa sono coperte dalla cartilagine articolare, un materiale spesso ed elastico che contribuisce ad assorbire gli urti e permette all’articolazione di muoversi senza attrito.

A separare le ossa all’interno ci sono i menischi (cuscinetti di tessuto connettivo): i menischi sono due dischi a forma di mezzaluna che si trovano tra la tibia e il femore nella parte esterna e interna del ginocchio. I due menischi assorbono gli urti, e proteggono la parte inferiore della gamba dal peso del resto del corpo, aumentando la stabilità.

Muscoli

Nel ginocchio ci sono due gruppi di muscoli: i quattro quadricipiti nella parte anteriore della coscia servono per riportare il ginocchio diritto dalla posizione piegata. I bicipiti femorali, che si trovano nella parte posteriore della coscia e vanno dal femore ad appena sopra il ginocchio, fanno piegare il ginocchio.

Tendini e legamenti

I tendini del quadricipite uniscono il muscolo quadricipite alla rotula, e permettono al muscolo di esercitare la forza necessaria per raddrizzare il ginocchio. I quattro legamenti seguenti uniscono il femore e la tibia, e danno forza e stabilità all’articolazione:

  • Il legamento collaterale mediale, che si trova nella parte interna dell’articolazione , dà stabilità alla parte interna (mediale).
  • Il legamento collaterale laterale, che si trova nella parte esterna dell’articolazione del ginocchio, dà stabilità alla parte esterna (laterale).
  • Il legamento crociato anteriore, che si trova al centro del ginocchio, limita la rotazione e il movimento in avanti della tibia.
  • Il legamento crociato posteriore, anch’esso nel centro dell’articolazione, limita il movimento all’indietro della tibia.

La capsula sinoviale è una struttura fibrosa che circonda e protegge l’articolazione. All’interno della capsula, l’articolazione è rivestita da un tessuto molto sottile e morbido, la membrana sinoviale.

Diagnosi

I medici diagnosticano i problemi del ginocchio basandosi su

  • anamnesi (storia medica del paziente),
  • visita,
  • eventuali esami di imaging e di laboratorio.

Anamnesi

Il medico domanda al paziente da quanto tempo accusa i sintomi e quali problemi avverte nell’uso del ginocchio. Inoltre il medico domanda al paziente se ha avuto traumi, malattie o problemi di salute che potrebbero aver influito sulla comparsa dei sintomi

Visita

Il medico fa piegare, raddrizzare, girare il ginocchio, oppure esercita una leggera pressione su di esso per capire

  • dove sia il problema,
  • qual è il punto che fa male
  • e come il paziente riesce a muoversi.

Il medico può chiedere di alzarsi, camminare o piegarsi sulle ginocchia per valutare meglio il funzionamento dell’articolazione.

Esami

A seconda dell’anamnesi e dei risultati della visita, il medico può usare uno o più esami per capire qual è il problema. Tra gli esami usati con maggior frequenza ricordiamo:

  • Ecografia: Basata sull’utilizzo di ultrasuoni, quindi priva di radiazioni pericolosi, si tratta di una metodica particolarmente utile per la diagnosi di disturbi tendinei, così come danni ai menischi e strappi muscolari, nonché danni artritici ed eventuale presenza di cisti.
  • Radiografia. Il ginocchio viene esaminato ai raggi X e si ottiene un’immagine bidimensionale delle ossa.
  • TAC (tomografia assiale computerizzata). È un esame indolore in cui i raggi X attraversano l’articolazione da varie angolazioni: i raggi X vengono rilevati da uno scanner e analizzati da un computer. La TAC permette di visualizzare i tessuti molli, come i legamenti o i muscoli, più chiaramente rispetto a una semplice radiografia, perché il computer è in grado di combinare le immagini per dare una visione tridimensionale del distretto osservato.
  • Scintigrafia ossea. Questa tecnica serve per creare immagini delle ossa su uno schermo di computer o su pellicola. Prima dell’esame, viene iniettata al paziente una sostanza radioattiva innocua che entra in circolo. La sostanza si raccoglie nelle ossa, e in particolare nelle zone che hanno problemi, e viene individuata tramite uno scanner.
  • Risonanza magnetica. Questo tipo di esame usa una potente calamita connessa a un computer per creare immagini delle parti interne del ginocchio. Durante l’esame la gamba è collocata in un cilindro: l’energia emanata dalla calamita (diversa dai raggi X, che invece sono usati nelle radiografie) attraversa il ginocchio. La risonanza magnetica è particolarmente utile per individuare le lesioni dei tessuti molli.
  • Artroscopia. È una tecnica chirurgica in cui il medico manipola l’artroscopio (un tubicino sottilissimo con una fonte luminosa in un’estremità) e lo inserisce nell’articolazione attraverso una piccola incisione nel ginocchio. Le immagini interne sono proiettate su uno schermo.
  • Ago aspirato articolare. Il medico usa una siringa per rimuovere i fluidi che si sono accumulati, e per diminuire il gonfiore e alleviare la pressione sull’articolazione. I fluidi prelevati vengono inviati in laboratorio: dal loro esame si può capire se c’è una frattura, un’infezione o una reazione infiammatoria.
  • Biopsia. Un campione di tessuto viene prelevato e studiato al microscopio.

Malattie e lesioni

Artrite

SI conoscono più di 100 forme diverse di artrite, malattie reumatiche e disturbi connessi; praticamente tutte le forme di artrite sono potenzialmente in grado di colpire in qualche modo il ginocchio, ma le più diffuse sono:

  • Osteoartrite. Alcune persone affette da problemi al ginocchio hanno una forma di artrite detta osteoartrite. In questa malattia, la cartilagine si usura gradualmente, e quindi la struttura dell’osso adiacente si modifica. L’osteoartrite può essere causata da lesioni articolari o dal sovrappeso. È collegata all’invecchiamento e di solito si verifica dopo i cinquant’anni d’età. Chi inizia a soffrire di osteoartrite in giovane età di solito ha avuto una lesione al ginocchio o può avere una forma ereditaria di questo disturbo.
  • Artrite reumatoide. L’artrite reumatoide, che di solito colpisce persone più giovani rispetto all’osteoartrite, è una malattia autoimmune, cioè si verifica perché il sistema immunitario attacca i tessuti che compongono l’organismo. Nell’artrite reumatoide il principale bersaglio dell’attacco da parte del sistema immunitario è la membrana sinoviale che avvolge l’articolazione del ginocchio. L’attacco causa l’infiammazione dell’articolazione, può portare alla distruzione della cartilagine e dell’osso e, in alcuni casi, anche dei muscoli, dei tendini e dei legamenti.

Altre malattie reumatiche che vale la pena citare, perché in grado di colpire anche le ginocchia, sono:

  • Gotta. Questa malattia è una forma acuta ed estremamente dolorosa di artrite, in cui i cristalli di acido urico (un prodotto di scarto dell’organismo) si depositano nelle articolazioni.
  • Lupus eritematoso sistemico (lupus). È una malattia autoimmune caratterizzata da un’infiammazione che distrugge la pelle, gli organi interni e altri sistemi dell’organismo, tra cui le articolazioni.
  • Spondilite anchilosante. È una forma infiammatoria di artrite che colpisce principalmente la colonna vertebrale, facendola irrigidire e fondere in una posizione innaturale.
  • Artrite psoriasica. Le articolazioni infiammate producono i sintomi dell’artrite nei pazienti che già hanno la psoriasi o ce l’avranno.
  • Artrite reattiva. Quest’espressione descrive le forme di artrite causate da agenti infettivi, come i batteri o i virus. È essenziale che i medici intervengano con tempestività per curare l’infezione e minimizzare le lesioni articolari, soprattutto in caso di febbre.

Osteoartrite e running

Spesso additato come causa certa di sviluppo di artrosi, la pratica del running (podismo, corsa) secondo le ultime review pubblicate (ad esempio Running and Knee Osteoarthritis: A Systematic Review and Meta-analysisHistory of Running is Not Associated with Higher Risk of Symptomatic Knee Osteoarthritis: A Cross-Sectional Study from the Osteoarthritis Initiative) non costituirebbe invece un fattore di rischio, probabilmente grazie ai meccanismi di riparazione stimolati dalla stessa pratica fisica.

Lo stesso CDC americano conferma l’utilità della pratica di attività a basso impatto (camminare, nuoto, ciclismo, …) in caso di diagnosi conclamata.

Sintomi

I sintomi sono diversi a seconda della forma di artrite.

Artrite reumatoide, gotta o altri disturbi infiammatori, possono causare

  • gonfiore,
  • rossore
  • e persino la comparsa di calore sull’articolazione colpita.

In tutte le forme di artrite il paziente avverte dolore alle ginocchia, che possono anche irrigidirsi.

Diagnosi

Il medico può confermare la diagnosi con un’anamnesi e una visita medica approfondite.

Gli esami del sangue possono essere utili per diagnosticare l’artrite reumatoide, ma anche altri esami possono essere necessari. L’analisi del liquido sinoviale, ad esempio, può contribuire alla diagnosi della gotta.

Le radiografie possono essere utili per capire se ci sono lesioni

Terapia

Come per i sintomi, anche la terapia varia a seconda della forma di artrite che colpisce il ginocchio.

Per l’osteoartrite, la terapia mira ad alleviare i sintomi e può comprendere farmaci antidolorifici come l’aspirina o il paracetamolo, antinfiammatori non steroidei (FANS), come l’ibuprofene o, in alcuni casi, iniezioni di corticosteroidi direttamente nell’articolazione del ginocchio.

Tra le altre terapie per il dolore al ginocchio causato dall’osteoartrite ricordiamo le iniezioni di sostituti dell’acido ialuronico e gli integratori alimentari glucosamina e solfato di condroitina.

Fratture

Le ossa del ginocchio, compresa la rotula, possono andare incontro a rottura a causa di eventi traumatici come un incidente automobilistico o una caduta; nei pazienti affetti da osteoporosi, una condizione caratterizzata da un progressivo indebolimento delle ossa, la rottura può essere la conseguenza di un semplice movimento sbagliato.

Sintomi

I sintomi più comuni di una frattura rotulea sono

  • dolore e gonfiore,
  • comparsa di lividi,
  • incapacità di raddrizzare il ginocchio e/o mantenerlo esteso,
  • impossibilità di camminare.

Diagnosi

In molti casi la diagnosi può essere clinica, in quanto l’esame obiettivo permette di rilevare indicatori altamente suggestivi; in genere questa fase è comunque seguita da una radiografia che permette di determinare con sicurezza posizione e morfologia della frattura.

Terapia

Nei casi di frattura lieve, senza dislocazione dei frammenti, può talvolta essere sufficiente un approccio conservativo (per esempio ingessatura) per consentire una riparazione spontanea dell’osso.

Nei casi più seri diventa invece necessaria la chirurgia.

Condromalacia

La condromalacia (o condromalacia rotulea) è un disturbo in cui la cartilagine articolare della rotula risulta rammollita.

Questa malattia colpisce con maggior frequenza i giovani adulti e può essere causata da lesioni, sovraccarico o disallineamento della rotula, oppure dalla debolezza muscolare. Anziché scivolare senza attriti sulla parte inferiore del femore, la rotula fa attrito contro l’osso e quindi la cartilagine sottostante si indurisce e subisce delle lesioni, che possono andare da un leggero ispessimento della superficie della cartilagine fino alla sua completa rottura con esposizione dell’osso.

La condromalacia è collegata alle lesioni che si verificano quando un trauma alla rotula distrugge o un piccolo pezzo di cartilagine o un frammento più grande che contiene un pezzo di osso (frattura osteocondrale).

Sintomi

Il sintomo più frequente della condromalacia è il dolore sordo, percepito intorno o sotto alla rotula, che peggiora quando si scendono le scale o si cammina in discesa. Il paziente può anche avere male quando sale le scale oppure quando raddrizza la gamba mentre questa è sottoposta a uno sforzo.

Questo disturbo è molto diffuso tra i runner (corsa), ma anche tra gli sciatori, i ciclisti e i calciatori.

Diagnosi

La descrizione dei sintomi e una radiografia di solito sono sufficienti al medico per giungere alla diagnosi. L’artroscopia può confermare la diagnosi, ma viene eseguita solo se la terapia conservativa non ha successo.

Terapia

Molti medici consigliano ai pazienti affetti da condromalacia di eseguire esercizi leggeri di rinforzo dei muscoli, in particolare quelli della parte interna del quadricipite, senza danneggiare le articolazioni. Nuotare, fare la cyclette e usare un simulatore di sci di fondo sono tutti esempi di esercizi ottimi per questo disturbo. Per rinforzare i muscoli può anche essere usata l’elettrostimolazione.

È sempre più comune il ricorso a un tipo di intervento chirurgico detto grafting: in quest’intervento si preleva un pezzetto di osso e di cartilagine sana, che viene trapiantato nella zona della lesione. Un’altra tecnica relativamente nuova è il trapianto di condrociti autologhi: si raccolgono le cellule di cartilagine sane, le si coltiva in laboratorio e le si trapianta sulla lesione.

Se queste terapie non risolvono il problema, il medico può eseguire un’artroscopia per levigare la superficie della cartilagine e “lavare via” i frammenti che causano l’attrito quando il ginocchio fa piegare e raddrizzare la gamba. Nei casi più gravi, può essere necessario l’intervento chirurgico per correggere l’angolazione della rotula ed alleviare l’attrito tra di essa e la cartilagine, oppure per riposizionare parti del ginocchio disallineate.

Lesioni dei menischi

I menischi possono essere facilmente soggetti a traumi, causati dalla forza di rotazione e dal peso che il ginocchio deve sostenere. La rottura, parziale o totale, può verificarsi se il paziente gira o ruota troppo velocemente la parte superiore della gamba, tenendo contemporaneamente il piede fermo (ad esempio quando, giocando a basket, dribbla un avversario, oppure si gira per colpire la pallina quando gioca a tennis).

Se la rottura è molto piccola, il menisco rimane collegato alla parte anteriore e a quella posteriore del ginocchio; se invece la rottura è più estesa, il menisco può rimanere “appeso” a un filamento di cartilagine. La gravità della lesione dipende dalla zona colpita e dalla gravità della rottura.

Sintomi

In generale, quando si subisce un trauma a un menisco, il ginocchio fa molto male, soprattutto quando si tiene la gamba dritta, ma il alcuni casi il dolore è lieve e il paziente può continuare a muoversi. Il dolore può essere molto forte se un frammento del menisco si va a incastrare tra il femore e la tibia.

Se il trauma interessa anche i vasi sanguigni, la zona può iniziare a gonfiarsi subito dopo che si è verificato il trauma. Il gonfiore può comparire anche diverse ore dopo, se il rivestimento dell’articolazione (membrana sinoviale) è infiammato.

In alcuni casi una lesione che si è verificata in passato ma non è stata curata può iniziare a far male dopo mesi o anni, in particolare se il ginocchio subisce un secondo trauma. Dopo un trauma, il ginocchio può iniziare a scricchiolare, a bloccarsi, ad essere più debole del solito o a cedere.

I sintomi del trauma al menisco possono scomparire senza alcuna cura, ma di solito continuano, o si ripresentano, ed è necessario combatterli con la giusta terapia.

Diagnosi

Oltre ad ascoltare la descrizione della comparsa del dolore e del gonfiore, il medico può fare una visita e una radiografia. Per confermare la diagnosi può essere utile la risonanza magnetica. In alcuni casi, il medico può usare l’artroscopia come aiuto alla diagnosi della rottura del menisco.

Terapia

Se la lesione è lieve e il dolore e gli altri sintomi scompaiono da soli, il medico può consigliare un programma di esercizi di rinforzo dei muscoli. Gli esercizi seguenti sono pensati per rinforzare i quadricipiti e i bicipiti femorali e aumentare la flessibilità e la forza dopo un trauma al menisco:

  • Riscaldate l’articolazione facendo un po’ di cyclette, e poi facendo dei movimenti di estensione e sollevamento della gamba (senza forzare).
  • Estendete la gamba da seduti (questo esercizio può anche essere eseguito applicando un peso alla caviglia).
  • Sdraiati a pancia in giù, sollevate la gamba, estendendola.
  • Fate esercizio in piscina (camminate il più velocemente possibile con l’acqua che vi arriva al petto, date dei piccoli calci verso l’alto tenendovi al bordo della piscina, alzate la gamba a 90 gradi con l’acqua che vi arriva al petto, premendo la schiena contro il bordo della piscina).

Prima di iniziare un qualsiasi programma di esercizio fisico, chiedete consiglio al medico o al fisioterapista, per capire quali sono gli esercizi che fanno al caso vostro e come devono essere eseguiti: fare gli esercizi sbagliati o farli nel modo sbagliato potrebbe causare problemi. Il medico può anche consigliarvi su come eseguire il riscaldamento nel modo corretto, e su quando un’articolazione affetta dall’artrite non deve essere esercitata.

Se il vostro stile di vita subisce delle limitazioni a causa dei sintomi, il medico può eseguire l’artroscopia o un intervento chirurgico per capire quanto sia grave la lesione e per rimuovere o riparare i tessuti danneggiati. La maggior parte degli atleti giovani è in grado di ritornare a praticare sport a livelli agonistici dopo questo tipo di intervento.

Il ginocchio impiega qualche settimana a guarire dopo l’intervento chirurgico. I risultati migliori nella terapia delle lesioni al menisco vengono raggiunti nei pazienti che non presentano alterazioni della cartilagine articolare e che hanno il legamento crociato anteriore intatto.

Lesioni del legamento crociato

Le lesioni del crociato spesso vengono chiamate distorsioni. Non sono necessariamente molto dolorose, ma sono invalidanti. Il legamento crociato anteriore nella maggior parte dei casi si allunga eccessivamente o subisce una distorsione (o entrambe le cose contemporaneamente), a causa di un movimento di rotazione improvviso (ad esempio se i piedi sono orientati in una direzione e le ginocchia in un’altra direzione). Le lesioni del legamento crociato posteriore nella maggior parte dei casi sono causate da traumi diretti, ad esempio da un incidente d’auto o da un confronto diretto sul campo di calcio.

Sintomi

In caso di lesione al crociato è spesso possibile sentire distintamente un rumore simile a un leggero scoppio, e la gamba può cedere quando si tenta di camminare scaricando il peso su di essa.

Diagnosi

Il medico può eseguire diversi esami per capire se le varie parti stanno nella posizione corretta se il ginocchio subisce pressioni nelle varie direzioni. È essenziale una visita approfondita.

La risonanza magnetica riesce a individuare la rottura del legamento, ma, se la rottura è solo parziale, l’artroscopia può essere l’unico metodo affidabile per la diagnosi.

Terapia

Se il menisco non è completamente rotto, il medico può consigliare un programma di esercizi di rinforzo dei muscoli circostanti. Può anche prescrivere un tutore da indossare durante l’attività fisica per proteggere il ginocchio.

Se il legamento crociato anteriore è completamente rotto e il paziente è un atleta che pratica sport a livello agonistico ed è motivato al recupero in tempi brevi, il medico probabilmente ricorrerà all’intervento chirurgico. Il chirurgo ricostruirà il legamento rotto usando un pezzo (graft) di tessuto sano proveniente dallo stesso paziente (autograft) o da una persona deceduta (allograft). Sono stati compiuti esperimenti con i legamenti sintetici, ma i risultati non sono così buoni come con il tessuto di origine umana.

Uno degli elementi più importanti per una corretta guarigione dopo l’intervento sui legamenti crociati è un programma di esercizio fisico e riabilitazione di durata da 4 a 6 mesi, eseguito in un centro specializzato usando attrezzature specifiche. L’intervento e la riabilitazione permettono al paziente di ritornare allo stile di vita precedente alla distorsione.

Lesioni del legamento mediale e laterale collaterale

Il legamento mediale collaterale subisce lesioni con maggior frequenza rispetto al collaterale laterale. La causa più frequente delle lesioni al collaterale sono i traumi sulla parte esterna del ginocchio: il legamento nella parte interna si estende più del dovuto e si lacera. Questo tipo di traumi è tipico degli sport di contatto, come il calcio e l’hockey.

Sintomi

Quando si verifica una lesione del legamento mediale collaterale si sente un rumore simile a un leggero scoppio dentro il ginocchio e questo tende a cedere e a piegarsi verso l’esterno.

In molti pazienti il ginocchio inizia da questo momento a fare male e a gonfiarsi.

Diagnosi

Per capire il tipo e la gravità della lesione è necessaria una visita medica approfondita. Per diagnosticare una lesione del legamento collaterale, il medico esercita una leggera pressione sul lato del ginocchio, per capire quanto male ha il paziente e qual è l’entità del danno all’articolazione. La risonanza magnetica contribuisce alla diagnosi delle lesioni a questi legamenti.

Terapia

La maggior parte delle distorsioni dei legamenti collaterali guarisce se il paziente segue il programma di esercizio fisico prescritto dal medico. Oltre alla fisioterapia il medico può consigliare di far diminuire il dolore e il gonfiore con la borsa del ghiaccio e con uno speciale tutore a forma di manicotto che serve a proteggere e stabilizzare il ginocchio.

La distorsione può impiegare da due a quattro settimane per guarire. Se il legamento collaterale ha una distorsione grave oppure è rotto, anche il legamento crociato anteriore può essere rotto: in questo caso di solito si deve ricorrere all’intervento chirurgico.

Lesioni dei tendini

Le lesioni dei tendini del ginocchio vanno da una “semplice” tendinite (infiammazione del tendine) fino alla rottura del tendine. Se il tendine viene sovraccaricato durante determinate attività, come la danza, il ciclismo o la corsa, si allunga troppo e si infiamma.

La tendinite del tendine rotuleo è anche detta “ginocchio del saltatore” perché negli sport in cui è necessario saltare, come il basket, la contrazione del muscolo e la forza che si sviluppa quando si ricade a terra possono stressare il tendine. Se lo stress è ripetuto, il tendine può infiammarsi o rompersi.

Sintomi

Chi soffre di tendinite di solito ha male o fastidio nel punto in cui il tendine rotuleo si unisce all’osso. Inoltre può avere male quando corre, cammina a passo veloce o salta. La rottura completa del tendine del quadricipite o rotuleo non è solo dolorosa, ma impedisce al paziente di piegare, estendere o sollevare la gamba.

Diagnosi

Se il ginocchio non è troppo gonfio, il medico di norma è in grado di avvertire al tatto il tendine rotto. La radiografia visualizza che la rotula si trova più in basso del normale se è rotto il tendine del quadricipite, e più in alto del normale se è rotto il tendine rotuleo. Il medico può usare la risonanza magnetica per confermare se la rottura del tendine è parziale o totale.

Terapia

Nella fase iniziale, la terapia della tendinite comprende il riposo a ginocchio alto, la borsa del ghiaccio e i farmaci antinfiammatori come l’aspirina o l’ibuprofene per alleviare il dolore e diminuire l’infiammazione e il gonfiore. È anche utile eseguire una serie di esercizi di riabilitazione. Se il tendine del quadricipite o rotuleo è completamente rotto, il chirurgo riuscirà a riattaccarlo. Dopo l’intervento il paziente dovrà portare il gesso per 3, 6 settimane e camminare con le stampelle. Se il tendine è rotto solo parzialmente, il medico potrà mettere il gesso senza dover ricorrere all’intervento chirurgico.

Per la riabilitazione dei tendini completamente o parzialmente rotti occorre seguire un programma di esercizi simile a quello prescritto per le lesioni ai legamenti, ma meno intenso. La fisioterapia ha come obiettivo il ripristino dell’abilità del ginocchio di piegarsi e raddrizzarsi, e il rinforzo della gamba nel suo complesso, per prevenire ulteriori lesioni. Il programma di riabilitazione può durare sei mesi, ma si possono riprendere le normali attività già da molto prima.

Cisti di Baker

Le cisti di Baker sono neoformazioni piene di liquido che si formano dietro il ginocchio. La condizione può essere causata da un infortunio al ginocchio o favorita da malattie come l’artrite.

I sintomi sono variabili, alcuni pazienti non lamentano alcun fastidio, per altri potrebbe essere un lieve dolore/disagio, per alcuni il disagio può essere molto più severo.

Nei casi più gravi la chirurgia può essere un’opzione, ma nella maggior parte dei pazienti si opta per un trattamento più conservativo.

Quale specialista si occupa del ginocchio?

Il medico di famiglia, che di solito è il primo a visitare il paziente, può richiedere l’intervento di un reumatologo, di un chirurgo ortopedico o di entrambi gli specialisti:

  • Il reumatologo è il medico specializzato nella terapia non chirurgica dell’artrite e di altri problemi di natura reumatica.
  • Il chirurgo ortopedico (o più semplicemente ortopedico) è specializzato nella terapia chirurgica e non chirurgica delle ossa, delle articolazioni e dei tessuti molli, come i legamenti, i tendini e i muscoli.

Il medico di famiglia può anche consigliarvi di rivolgervi a un fisiatra, cioè a un medico specializzato nella terapia non chirurgica e nella riabilitazione delle lesioni dei muscoli, delle ossa, dei tessuti e del sistema nervoso.

I danni lievi o l’artrite possono essere curati da un internista (medico in grado di diagnosticare e curare le malattie per le quali non è richiesto un intervento chirurgico) o dal medico di famiglia.

Prevenzione

Alcuni problemi del ginocchio, ad esempio quelli causati dagli incidenti, si verificano in modo imprevisto, e non è possibile prevenirli. Molti altri, invece, possono essere prevenuti seguendo questi semplici consigli.

  1. Prima di praticare sport o esercizio fisico, è necessario approcciarsi con una scrupolosa attività di riscaldamento: si cammina o si fa un po’ di cyclette, e poi si fanno dei semplici esercizi di stretching. Lo stretching dei quadricipiti (muscoli nella parte anteriore della coscia) e dei bicipiti femorali serve per sciogliere i tendini e allevia la pressione sul ginocchio durante l’attività fisica.
  2. Rinforzare i muscoli della gamba con esercizi specifici (ad esempio salire le scale o camminare in salita, o fare cyclette). Anche il lavoro coi pesi, seguendo le indicazioni di un preparatore, è utile per rinforzare i muscoli della gamba che sostengono il ginocchio.
  3. Evitare i cambiamenti improvvisi nell’intensità dell’esercizio. Aumentare gradualmente la forza o la durata dell’attività.
  4. Indossare scarpe in buone condizioni, e adatte al piede. In questo modo si riesce a mantenere l’equilibrio e l’allineamento della gamba quando si cammina o si corre. Il piede piatto valgo (piede che si appoggia storto verso l’interno) causa problemi al ginocchio. In molti casi si possono ridurre alcuni di questi problemi indossando plantari ortopedici su misura.
  5. Mantenere il peso forma, per diminuire lo stress sul ginocchio. L’obesità fa aumentare il rischio di osteoartrite del ginocchio.

Quali sono gli esercizi migliori per chi soffre di problemi al ginocchio?

Tutti noi, in teoria, dovremmo fare con regolarità tre tipi di esercizi:

  • Esercizi di mobilità articolare che aiutano a mantenere la mobilità normale dell’articolazione e a diminuire la rigidità.
  • Esercizi per la forza, che aiutano a conservare la forza muscolare o ad aumentarla. Mantenere la forza dei muscoli con l’esercizio fisico, ad esempio salendo le scale, facendo sollevamento pesi o le flessioni con le gambe, o facendo cyclette, contribuisce a supportare e proteggere il ginocchio.
  • Gli esercizi aerobici o per la resistenza servono a migliorare la funzionalità cardiaca e circolatoria e a tenere sotto controllo il peso. Il controllo del peso può essere importante per chi ha l’artrite, perché il peso eccessivo aumenta la pressione su molte articolazioni. Alcune ricerche dimostrano che l’esercizio aerobico può far diminuire l’infiammazione in alcune articolazioni.

Se già soffrite di problemi al ginocchio, il medico o il fisioterapista possono supportarvi con un programma di esercizi che aiuteranno l’articolazione senza aumentare il rischio di lesioni o di ulteriori danni.

Come regola generale, dovreste preferire gli esercizi a basso impatto come il nuoto, l’acquagym o le semplici passeggiate, anziché quelli che sovraccaricano l’articolazione, come il jogging o l’aerobica a forte impatto.

Fonti e bibliografia

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  1. Buongiorno, sono un uomo di 35 anni e da circa due anni soffro di dolori alle ginocchia particolarmente di notte e ultimamente anche quando sto seduto.
    La sintomatologia è cominciata esclusivamente di notte ed è maggiore al ginocchio destro. Poi ultimamente sento un leggere fastidio nel salire e scendere le scale ed un dolore quando sto seduto o guido che mi obbliga a distendere le gambe.
    Circa due anni fa e solo nel periodo invernale mi svegliavo con delle fitte alle ginocchia, come fosse un freddo intensissimo.
    Il mio medico di base mi diede inizialmente della tachipirina ma senza effetti poi con la stagione più calda il problema rientrava per poi ritornare l’inverno successivo.
    Col tempo ho imparato a convivere con il problema poiché ho notato che coprendo ulteriormente di notte le ginocchia con una coperta aggiuntiva riesco a non svegliarmi dal dolore. Indubbiamente quindi il freddo mi provoca i fastidi.
    L’anno scorso ho eseguito una radiografia da cui non è emerso nulla di rilevante mentre quest’anno ho eseguito una RMN da cui è emerso ad entrambe le ginocchia “Rotula alta in lieve bascula esterna su troclea displasica; aspetto ispessito del margine condrale rotuleo. Modesta reazione sinoviale retrorotulea”.
    Ho quindi fatto una visita ortopedica e mi hanno chiesto innanzitutto di eseguire degli esami del sangue da cui Ves, acido urico, proteina c reattiva e reuma test sono tutti risultati nella norma.
    L’ortopedico dice che la cartilagine è in buono stato e mi ha consigliato delle terapie (magneto, laser, tecar) che però da quello che ho capito agiscono solo sulla sintomatologia e per ora, data anche l’esperienza passata poco positiva con questi strumenti, non sono ancora convinto di eseguirle.
    Mi ha anche parlato di eventuale infiltrazione di acido ialuronico ma in ogni caso se ho capito bene agiamo sul sintomo.
    Ho letto in giro che c’è anche la possibilità del gel piastrinico e mi piacerebbe avere un vostro parere a riguardo.
    Ci sono alcune cose che mi lasciano un po’ perplesso. Se ho ben capito c’è un difetto anatomico con cui si nasce e/o cresce però la sintomatologia mi è iniziata dopo un lungo calvario coi piedi perché per circa 10 anni ho cambiato plantari in continuazione senza riuscire mai ad alleviare i dolori.
    L’ultimo plantare che ho usato prima che comparissero i dolori alle ginocchia erano molto alzati nella parte posteriore e molto alzati nella parte esterna sulla quale generalmente tendo a caricare maggiormente ( scalzo tendo a camminare con la parte esterna del piede ).
    Prima di andare dal suddetto ortopedico, quando ancora non avevo la RMN, ne consultai un altro che mi disse che quelle alzate esagerate dei plantari potevano contribuire ai dolori. Al che, stufato da anni di dolori ai piedi non risolti, circa sei mesi fa, ho deciso di togliere i plantari e da allora non ho più dolori ai piedi.
    E’ possibile che i plantari abbiano contribuito ad un male allineamento della rotula che ha accentuato la sintomatologia che magari sarebbe rimasta latente ancora per un po’ di anni ?
    L’ ortopedico che ho consultato non mi ha convinto sia perché si è limitato a leggere il referto della RMN senza guardare il cd sia perché non ha nemmeno ipotizzato che fosse necessario un approfondimento per valutare l’allineamento della rotula.
    Capisco che la troclea non è sufficientemente profonda e che questo può provocare i sintomi ma qualora ci fosse anche un cattivo allineamento della rotula potrebbe bastare migliorare questo per alleviare gran parte del dolore ?
    Grazie mille, un saluto

    1. Dr. Roberto Gindro

      1. Sì, un plantare non adatto potrebbe aver creato problemi anche alle ginocchia.
      2. Onestamente mi sembra di capire che ad oggi non ci sia una diagnosi esatta e mi trovo quindi in difficoltà nell’esprimere giudizi.

    2. La risonanza magnetica lo considererei un esame oggettivo, certo lascia margini di approfondimento, ma cosa mi puo’ dire a riguardo ? Me ne devo stare buono buono attendendo l’artrosi o ci sono margini perché, in caso di male-allineamento, la rotula possa scorrere meglio consentendo al dolore di regredire ? In tal caso mi si allevierebbe solo il dolore o anche l’usura della cartilagine sarebbe rallentata/bloccata ?
      grazie mille
      saluti

    3. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Buonasera, è una questione ultra-specialistica, serve una diagnosi che può fare solo l’ortopedico, ipotizzare qui serve a poco, anche se penso ci siano margini di terapia, anche risolutiva, non posso esprimermi più nello specifico però perché non sono specialista in ortopedia; il mio consiglio è quello di consultare un ortopedico specializzato in ginocchio.

    4. Flavio ti consiglio le scarpe MBT e il gel piastrinico per le ginocchia, oppure la laserterapia. Entrambe le trovi a Terni se non vuoi spendere molto. Per la cartilagine, ti consiglio di prendere l’integratore GLUCOSAMINA.

    5. Scusate, solo per aggiungere che la diagnosi dell’ortopedico è stata: “sindrome rotulea soprattutto a destra”.

      Ancora grazie
      saluti

    6. Grazie per le risposte.

      Per la dottoressa Fabiani: L’ortopedico che ho consultato è specializzato in ginocchio ma come dicevo nella mia esposizione all’inizio, non mi ha convinto del tutto. In genere quando si va da un professore mi aspetto che il referto non lo guardi nemmeno e valuti esclusivamente le lastre o risonanza che sia, ed invece non le ha nemmeno guardate e su questo non mi è piaciuto. Mi ha fatto una visita facendomi camminare, sul lettino muovendo le ginocchia e premendo in alcuni punti ma è chiaro che quando come soluzione prospettano terapie o infiltrazioni private presso un centro a cui il medico stesso si appoggio, i dubbi non possono che aumentarmi. Ultimamente dopo due anni di dolore di notte ho come la sensazione che di notte va meglio mentre di giorno coi movimenti va peggio. Quando sto seduto a lungo con gamba a 90° accuso un dolore che mi obbliga a distenderla, un eventuale corretto allineamento della rotula mi darebbe comunque questa sintomatologia o mi gioverebbe facendo sparire il fastidio ? Condivide i suggerimenti dall’utente Aries ?
      Grazie

      Per Aries:
      Tu hai gli stessi problemi o sei medico ?
      Mi hai dato due o tre dritte e vorrei approfondirle se magari ci fosse un modo per contattarti in privato.
      Grazie
      Saluti

    7. Dr. Roberto Gindro

      I consigli di Aries sono sicuramente fondati su un razionale scientifico, ma non è detto che si applichino altrettanto efficacemente al suo caso, che potrebbe essere in tutto o in parte diverso.

      Al suo posto probabilmente proverei a sentire un ulteriore parere specialistico.

    8. Salve sono Lucia o 41 da un paio di anni soffro con un dolore al ginocchio sinistro ho fatto ecografia e radiografia altro si digenerativa il mio dott mi ha chiesto risonanza seduta mi fa male a letto pure cosa mi consigliate

    9. Dr. Roberto Gindro

      Non posso che consigliare di procedere con la risonanza, per cercare di farsi un’idea più chiara.

  2. sono un bodybuilder di 16 anni. solitamente le mie articolazioni (sia ai gomiti che alle ginocchia ) “scrocchiano” quasi ad ogni movimento anche da prima che iniziassi con la pesistica. mentre facevo squat con carico addosso (110kg) però lo scrocchio è stato più forte del solito e sono giorni che mi fa male, e anche se riesco a farlo “oscillare”, “penzolare” tranquillamente trovo molti problemi a flettere le ginocchia. inoltre provando a fare una accosciata percepisco un impedimento meccanico del ginocchio, oltre al dolore molto pungente. specifico che i carichi che faccio sono della mia portata e non tendo nè a sovraccaricare nè ad eseguire male lo squat, che anzi lo eseguo perfettamente. sono molto preoccupato perchè temo di dover rimanere fermo per troppo tempo e questo sarebbe una catastrofe.

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Salve, spesso non è il carico eccessivo a causare danni ma la tecnica di esecuzione dell’esercizio, o un movimento involontario ma comunque scorretto durante l’esercizio stesso; è possibile un interessamento del tendine rotuleo, con un’infiammazione relativa, per cui eviti le sollecitazioni e i movimenti che scatenano il dolore e senta ovviamente il medico.

  3. Salve vorrei porvi il mio caso…. soffro di un dolore al ginocchio destro da un paio di settimane….
    La parte principalmente interessata è quella anteriore e quella anteriore-esterna. Non riesco a piegare del tutto il ginocchio o se ci riesco soffro un poco…. Vorrei sapere cosa ne pensa se possa essere grave o meno perchè ho abbastanza paura che posso rompersi qualcosa (menisco o crociato ecc ecc).
    Grazie mille per una eventuale risposta.

    1. Dr. Roberto Gindro

      Non posso che consigliare una visita medica, è davvero l’unico modo per verificare.

  4. Buonasera dottore, da ieri sera ho sentito un dolorino al ginocchio destro, oggi piu’ forte, si sente il dolore quando salgo le scale quando cammino nn lo sento, quando mi siedo sento dolore, nn sono caduta nn ho preso contro a niente, cosa sara’?

  5. 5 minuti fa’sono scesa dalle scale sentivo forte dolore, nn ho mai sofferto prima di dolore al ginocchio e’ la prima volta nella mia vita, cosa e ‘ sucesso?

    1. Dr.ssa Fabiani (Medico Chirurgo)

      Le ipotesi sono diverse, forse un problema tendineo o articolare, ma va verificato col medico.

  6. Cosa significa tendineo o problema articolare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Un disturbo che colpisce il tendine oppure l’articolazione.

  7. Ho appena preso un colpo molto forte sul ginocchio e fatico a camminare, cosa devo fare?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Impacchi di ghiaccio per tamponare dolore e gonfiore e poi visita medica.