Menisco e ginocchio: rotto o semplice lesioni? Sintomi e cura

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Introduzione

L’articolazione del ginocchio è la più grande del corpo umano ed è formata dall’incontro di tre ossa:

  1. femore (coscia),
  2. tibia (gamba),
  3. rotula (o patella).

Ciascun ginocchio è dotato di due menischi, strutture cartilaginee a forma di C, che agiscono come cuscinetti tra gamba e coscia (in particolare rispettivamente tra tibia e femore) per ammortizzare gli shock causati dal camminamento e dalla corsa; si tratta di strutture resistenti e gommose, che contribuiscono a mantenere la stabilità dell’articolazione.

La rottura del menisco è una delle più frequenti lesioni del ginocchio, soprattutto tra gli sportivi, ma può essere causata da qualunque attività in grado di innescare una rotazione o una torsione forzata dell’articolazione, specie se il corpo pesa sulla gamba impedendo al piede di seguire il ginocchio nella rotazione. In questi casi si parla di rottura di origine traumatica.

Lesione del menisco

Shutterstock/Designua

Esiste un secondo tipo di condizione in grado di causare lesioni meniscali, che si verifica a causa di una progressiva degenerazione del tessuto che con l’età diventa più fragile e meno elastico; in questo caso anche i movimenti più banali possono provocare la rottura della struttura.

I sintomi più comuni di un menisco rotto sono:

  • dolore,
  • gonfiore,
  • rigidità,
  • spesso impossibilità di estendere completamente il ginocchio.

Nei casi di infortunio più grave ad essere interessate possono essere anche altre strutture articolari del ginocchio, come i legamenti (tipico è il caso di contemporanea rottura di menisco e crociato).

Il trattamento conservativo (riposo, ghiaccio e farmaci) è talvolta sufficiente ad alleviare il dolore e permettere la guarigione spontanea della lesione; purtroppo la cartilagine del menisco è però  scarsamente irrorata di sangue e questo si traduce in una certa difficoltà di riparazione. Se piccole rotture esterne possono quindi andare incontro a risoluzione in poco più di un mese, rotture più importanti possono richiedere necessariamente la correzione chirurgica.

Uomo che corre sulla spiaggia e si tocca il ginocchio a causa del dolore

iStock.com/grinvalds

Cause

Nella maggior parte dei casi il menisco va incontro a rottura durante l’attività sportiva, per esempio giocando a calcio o sciando, a seguito di traumi durante movimenti di torsione; molto più rari sono invece gli episodi di lesioni a seguito di iperflessione o iperstensione (per esempio quando si calcia a vuoto), o ancora in caso di contatti diretti (contrasti).

Spostando l’attenzione su soggetti anziani la probabilità di subire lesioni meniscali durante attività quotidiane aumenta in modo significativo, a causa della fisiologica degenerazione cui va incontro il tessuto articolare.

Fattori di rischio

  • Per quanto riguarda le rotture traumatiche sono a maggior rischio i soggetti giovani (10-45 anni) che praticano attività sportiva.
  • Relativamente alle rotture degenerative invece il rischio aumenta proporzionalmente all’età, indicativamente a partire dai 40 anni in poi.
  • Nei soggetti adulti in età pensionabile è comune individuare numerosi eventi di rottura meniscale nei soggetti che hanno lavorato a lungo sulle ginocchia o in posizione di squat.

Sintomi

I sintomi di un infortunio al menisco dipendono dal tipo e della posizione della rottura, in molti casi potrebbe anche non comparire alcun sintomo (soprattutto a seguito di rotture degenerative e in assenza di altri danni), soprattutto nelle fasi iniziali.

Nel caso di rotture traumatiche i sintomi più comuni di lesione al menisco sono:

  • dolore (che peggiora estendendo la gamba o caricando il peso durante la corsa),
  • gonfiore,
  • rigidità dell’articolazione (non è possibile muovere il ginocchio, se non con difficoltà).

In caso di rottura del menisco non è raro percepire un vero e proprio schiocco, ciononostante in un primo momento il dolore può essere ancora più che sopportabile, permettendo all’atleta di terminare l’attività in corso (nell’arco di 2-3 giorni tuttavia il ginocchio diventerà progressivamente più rigido e gonfio).

In assenza di trattamento un pezzo di menisco può staccarsi e ritrovarsi libero nell’articolazione, questo può causare slittamenti, schiocchi o veri e propri blocchi del ginocchio.

Quando chiamare il medico

Contattare il medico se il ginocchio è dolente o gonfio o non si è in grado di muoverlo come al solito.

Pericoli

Un menisco rotto può favorire la progressione di fenomeni artrosici, in grado di andare a rovinare gradualmente la cartilagine dell’articolazione.

Diagnosi

A seguito di un infortunio al ginocchio è necessario rivolgersi al medico per una diagnosi esatta; durante la prima visita si procederà a:

  • anamnesi, ossia la raccolta dei dati salienti del paziente (sintomi lamentati, storia clinica, stato di salute, fattori di rischio, modalità di comparsa del dolore, …),
  • esame obiettivo, che prevede l’attenta ispezione del ginocchio, andando alla ricerca dei punti di comparsa del dolore, anche ma non solo attraverso specifiche manovre per evidenziare reazioni caratteristiche della rottura meniscale, per esempio un rumore secco a seguito del test di McMurray come illustrato nel seguente video:

Diagnostica per immagini

Poiché gli stessi sintomi possono essere causati da altri problemi del ginocchio, il medico può richiedere esami di diagnostica per immagini per confermare la diagnosi.

  • Radiografia: benché i raggi X non mostrino le lesioni meniscali, possono evidenziare altre cause di dolore al ginocchio, come l’osteoartrite.
  • Risonanza magnetica (RM): questa tecnica genera immagini migliori dei tessuti molli dell’articolazione del ginocchio, tra cui i menischi.
  • Artroscopia: nei casi più semplici è possibile procedere con un’artroscopia del ginocchio, che permette una conferma della diangnosi e una simultanea riparazione del danno.

Cura e terapia

Ne casi più semplici il trattamento RICE, dall’inglese Rest-Ice-Compression-Elevation è spesso più che sufficiente a favorire una rapida guarigione della rottura del menisco:

  • Riposo: evitare attività che aggravino il dolore al ginocchio, specie quelle che potrebbero generare torsioni. Eventualmente, si può ricorrere all’impiego di stampelle per rimuovere la pressione dal ginocchio e facilitarne la guarigione.
  • Ghiaccio: il ghiaccio può ridurre dolore e gonfiore del ginocchio. Si effettuano in genere sessioni di circa 15 minuti, da ripetere ogni 4 – 6 ore per un giorno o due, poi al bisogno.
  • Compressione: Il ghiaccio viene premuto con ragionevole forza sul ginocchio e, tra una sessione e l’altra, viene fasciato in modo da tenerlo compatto.
  • Elevazione: Dormire sollevando le gambe rispetto all’altezza del petto favorisce il ritorno venoso del sangue verso il cuore, questo permette una miglior circolazione in grado di drenare il liquido accumulato che causa gonfiore.

Si raccomanda inoltre di non esporre l’articolazione si a fonti di calore eccessivo, causando vasodilatazione potrebbe peggiorare infiammazione e dolore.

I medici possono infine ricorrere alla prescrizione di antinfiammatori in grado di aiutare ad alleviare il dolore al ginocchio; poiché la frazione di farmaco che raggiunge l’articolazione del ginocchio è davvero minima, una buona opzione di trattamento è rappresentata dalle infiltrazioni di acido ialuronico, a favorire la lubrificazione articolare.

Stile di vita

Un ruolo decisivo sia in termini di prevenzione che di trattamento è quello ricoperto dal peso corporeo; soprattutto nei casi inoperabili il recupero del proprio peso forma è una condizione imprescindibile per poter ridurre l’infiammazione e il dolore.

Potrebbe inoltre rendersi necessario modificare l’attività sportiva praticata, prediligendo sport che i cui movimenti non stressino eccessivamente il ginocchio.

Fisioterapia

Le lesioni più piccole tendono a guarire nell’arco di sei settimane circa, tempo che può essere impiegato al rinforzo della muscolatura attraverso un percorso fisioterapico di supporto.

Intervento chirurgico

Se il ginocchio rimane dolente, rigido o bloccato, o quando i sintomi non regrediscono spontaneamente, può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico, benché la letteratura scientifica non ne dimostri in modo inequivocabile l’efficacia (soprattutto nel caso di rotture degenerative); da un punto di vista generale l’orientamento attuale prevede d’intervenire più spesso nei casi di pazienti giovani, mentre per meniscopatie che sorgono in età più avanzate è spesso preferito un approccio più conservativo.

Una delle ragioni alla base di questo razionale è che nei pazienti anziani la lesione è tipicamente dovuta a fenomeni degenerativi e l’esperienza insegna che l’operazione di meniscectomia potrebbe accelerare il processo artrosico (sviluppo di artrosi).

Una recente pubblicazione rileva inoltre che “mentre la gestione conservativa conservi un suo ruolo e possa essere indicata nei casi di osteoartrite avanzata o in pazienti con piccole lesioni, la meniscectomia parziale continua ad essere la procedura più eseguita per le lesioni meniscali. Sebbene la sua efficacia sia oggetto di dibattito, la sua breve curva di apprendimento e i risultati accettabili a breve termine hanno dissuaso molti chirurghi ortopedici a passare a procedure più efficaci. Le riparazioni del menisco sono cresciute in popolarità negli ultimi tre decenni e si sono dimostrate un’alternativa preferibile alla meniscectomia parziale. Ad oggi è quindi sempre più raccomandato tentare la riparazione del menisco in tutte le lesioni riparabili, specialmente nei pazienti giovani e fisicamente attivi. Anche gli impianti menischi parziali hanno mostrato risultati eccellenti in studi a lungo termine, ma la loro efficacia in contesti acuti richiede ancora ulteriori ricerche.”

L’intervento chirurgico è in genere minimamente invasivo perché eseguito in artroscopia, secondo diverse tecniche in base alla situazione, ma di norma prevede quindi la scelta tra

  • riparazione della lesione, per ridurre il rischio di fenomeni artrosici,
  • minima asportazione di tessuto meniscale (un menisco lesionato e non riparabile se lasciato in sede potrebbe creare impedimenti all’articolazione stessa).

La decisione ultima spetta ovviamente al chirurgo, prendendo anche in considerazione il sito esatto della lesione; la maggior parte delle lesioni sono piccole e si sviluppano in un zone prive di un reale afflusso di sangue, indispensabile al processo di riparazione. In questo caso si opta in genere per la “meniscectomia parziale”, rimuovendo la porzione lesionata e permettendo a quella rimasta di svolgerne la funzione. Qualora la lesione fosse più estesa e coinvolgesse un distretto irrorato è in genere preferibile optare per la riparazione.

Il tempo medio di degenza in ospedale è di una sola notte, ma in caso di lesioni non complicate viene talvolta scelto il regime di day hospital; l’artroscopia viene di norma eseguita in anestesia spinale (il paziente rimane sveglio, ma con le gambe addormentate; l’effetto termina in circa 3).

Dopo l’intervento chirurgico la convalescenza e riabilitazione sono determinanti per un corretto recupero; i tempi dipendono dal tipo d’infortunio, dalla tecnica dell’operazione e dallo stato di salute generale del paziente (nonché dalle sue caratteristiche, come un corretto peso corporeo).

Generalmente il paziente è in grado di camminare di nuovo nell’arco di pochi giorni, ma questo non esclude la necessità di ricorrere a un percorso graduale di fisioterapia; i tempi sono inferiori nel caso di rimozione, indicativamente occorrono

  • 1-2 giorni per tornare a camminare,
  • 2-4 settimane per riprendere le attività.

In caso di suturazione (riparazione del menisco):

  • è necessario camminare con un apposito tutore per 20 giorni,
  • evitare qualsiasi carico per circa un mese.

In generale le cicatrici residue sono minime (2 o 3 incisioni lunghe 1 cm circa).

Prevenzione

La rottura del menisco è un infortunio piuttosto comune nei soggetti che praticano attività sportiva, soprattutto quando si tratta di calcio, football americano, hockey su ghiaccio e tennis. Per ridurre il rischio di infortunio è consigliabile:

  1. Fare sempre uso dell’abbigliamento e degli accessori specifici (per esempio le scarpe con i tacchetti per chi gioca a calcio, per migliorare stabilità e bilanciamento).
  2. Programmare regolarmente specifici esercizi volti all’aumento della forza e dell’elasticità dei muscoli delle gambe.
  3. Curare con attenzione la tecnica alla base del gesto atletico (ad esempio come ruotare correttamente con il corpo) per evitare di sovraccaricare le articolazioni del ginocchio e relativi menischi.
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Domande e risposte
  1. In caso di lesione al menisco è sempre necessario l’intervento?

    1. Dr. Roberto Gindro

      No, a seconda del tipo e dell’entità della lesione possono essere valutati anche approcci più conservativi.

  2. Premesso che non sento male, ma quando in palestra eseguo alcuni specifici esercizi di flessione sento come degli scricchiolii provenire dal ginocchio. Potrebbe essere il menisco?

    1. Dr. Roberto Gindro

      Poco probabile, in genere sono legati alla rotula.