Tumore da carcinoide e sindrome da carcinoide: cause, sintomi, pericoli e cura

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Cos’è un carcinoide?

Un carcinoide è un tumore neuroendocrino, che si sviluppa cioè in cellule che normalmente si occupano di

  • ricevere segnali di tipo nervoso (neuro-)
  • e trasformarli in segnali di tipo ormonale (-endocrino), ovvero rilasciando sostanze (ormoni) in circolo destinate a modulare un effetto di qualche tipo a distanza dal sito di produzione.

È possibile individuare cellule neuroendocrine in quasi ogni sistema/apparato, ciascuna con specifiche funzioni, ad esempio:

  • La serotonina viene prodotta (anche) nelle cellule neuroendocrine del tratto gastrointestinale, dove controlla il movimento del cibo attraverso il tratto gastrointestinale.
  • La gastrina è un ormone che regola la produzione acida dello stomaco.
  • L’insulina è secreta dalle cellule delle isole pancreatiche ed è coinvolta attivamente nella modulazione della quantità di zucchero in circolo (glicemia).
  • L’adrenalina è prodotta dalle cellule neuroendocrine della ghiandola surrenale e rilasciata durante episodi di stress, per aumentare frequenza cardiaca e pressione sanguigna.
  • L’ormone della crescita (GH) è prodotto dall’ipofisi (una piccola ghiandola che si trova alla base del cervello) e favorisce la crescita, lo sviluppo e la riparazione di ossa e muscoli.

La causa responsabile della nascita dei carcinoidi non è chiara e solo in alcuni pazienti è possibile individuare una predisposizione genetica allo sviluppo (MEN1).

I tumori carcinoidi spesso crescono molto lentamente ma, soprattutto negli adulti, con il tempo tendono a diffondersi a distanza dalla sede di origine (metastasi); poiché per definizione un tumore è una crescita anomala ed incontrollata di cellule, nel caso di tumori neuroendocrini si osserva spesso un aumento in circolo dell’ormone normalmente prodotto, con la conseguente amplificazione degli effetti che diventano quindi eccessivi e fonte di disturbi.

Sebbene persista qualche incertezza, e peraltro in modo improprio, spesso i termini tumore neuroendocrino e carcinoide vengono usati come sinonimi.

I sintomi di un carcinoide

I carcinoidi sono spesso tumori a crescita lenta, che possono rimanere silenti (privi di sintomi e manifestazioni) per lungo tempo; quando presenti, i sintomi dipendono ovviamente dalla sede in cui si sviluppa il tumore e dal tipo di cellule interessate.

In bambini e giovani adulti i tumori carcinoidi si sviluppano più spesso a livello dell’appendice e dei polmoni, mentre in età più avanzata sono più comuni nel tratto digestivo, (circa 70%) seguito dal tratto respiratorio (circa 25%), più raramente in altre aree come ovaie, testicoli e reni.

I pazienti con tumore carcinoide dell’appendice manifestano tipicamente gli stessi disturbi proprio dell’appendicite, come dolore addominale, mentre quando la sede è una diversa parte dell’apparato digerente il paziente potrebbe lamentare:

I pazienti con tumore carcinoide ai polmoni potrebbero sviluppare sintomi sovrapponibili a quelli di una polmonite:

In rari casi, i pazienti con tumore carcinoide possono sviluppare la cosiddetta sindrome carcinoide.

Sindrome da carcinoide

“Sindrome da carcinoide” è un termine ombrello che si riferisce ad un eterogeneo insieme di sintomi causati dal rilascio nell’organismo di ormoni ed altre sostanze con funzione di messaggero da parte di tumori neuroendocrini.

La sindrome carcinoide è comunemente causata da tumori neuroendocrini dell’intestino medio che metastatizzano al fegato, sebbene anche anche altre forme di tumore neuroendocrino possano occasionalmente esserne responsabili.

I tumori neuroendocrini sono tumori relativamente rari (anche se in aumento) e solo il 10% circa dei tumori neuroendocrini provoca la sindrome carcinoide.

I sintomi caratteristici sono il risultato del seguente processo:

  • Il tumore rilascia in circolo elevate quantità di ormoni,
  • di norma si tratta di sostanze che vengono inattivate dal fegato, la cui funzione può tuttavia essere compromessa dalle metastasi presenti (anche se in alcuni casi non è necessario che il fegato sia stato interessato).

I sintomi causati dalla sindrome da carcinoide sono quindi conseguenza di un eccesso di quantità di ormoni in circolo (molto spesso si tratta di istamina); in questo senso i sintomi più comuni sono

  • Arrossamento del viso, in episodi della durata compresa tra qualche minuto e diverse ore (l’arrossamento è dovuto all’effetto di vasodilatazione, ossia di aumento della dimensione dei vasi sanguigni); può manifestarsi spontaneamente, oppure essere innescato da attività fisica, stress, nonché cibi e bevande, come alcolici (soprattutto vino rosso), cioccolato ed alcuni formaggi (a causa di un elevato contenuto di tiramina.
  • Diarrea, accompagnata da crampi addominali e talvolta caratterizzata da steatorrea (feci grasse); non c’è in genere presenza di sangue, ma può essere drammatica in quanto a frequenza (fino a 30 scariche al giorno) e violenta.
  • Difficoltà a respirare (in forma di episodi di asma e broncospasmo)
  • Svenimento
  • Palpitazioni.

La crisi da carcinoide è invece una condizione estremamente rara, ma pericolosa per la vita, che può verificarsi in assenza di una corretta diagnosi e terapia, oppure in condizioni traumatiche (interventi chirurgici, incidenti automobilistici, …). Può causare:

  • Insufficienza cardiaca congestizia, a causa di lesioni alle valvole cardiache.
  • Diarrea severa, tale da creare squilibri elettrolitici per perdita di sali minerali
  • Palpitazioni
  • Forte mal di stomaco.
  • Alterazioni della pressione sanguigna
  • Sviluppo di un significativo rossore su volto e collo

In alcuni casi si tratta infine di tumori neuroendocrini che NON producono ormoni, in questi casi non si può verificare sindrome carcinoide.

Diagnosi

Il percorso che conduce alla diagnosi di un carcinoide è variabile in base alla sede di sviluppo, ma tipicamente comprende:

  • Visita medica (comprensiva di anamnesi ed esame obiettivo
  • Esami di laboratorio, volti ad esempio al dosaggio di specifici ormoni prodotti dalle cellule sospettate di essere tumorali, come ad esempio:
    • 5-HIAA nelle urine (si tratta del più importante prodotto di rifiuto derivante dal metabolismo della serotonina)
    • Cromogranina A, marker dotato di buona sensibilità, ma scarsa specificità
  • Esami di imaging, come TAC e risonanza magnetica per vedere dove si trovi esattamente il tumore e quanto sia grande; esami più specialistici (PET) possono contribuire ad individuare cellule tumorali neuroendocrine a crescita più rapida.
  • Biopsia: si tratta dell’esame di elezione che, seppure invasivo, consente la diagnosi di certezza. Consiste nel prelievo di un piccolo campione dal tumore con un ago, per essere poi analizzato in laboratorio.

In alcuni casi la diagnosi di tumore neuroendocrino può essere casuale, ad esempio l’intervento di appendicectomia.

Prognosi, sopravvivenza e mortalità

Stimare l’evoluzione futura di una malattia significa formulare una prognosi; nel caso dei tumori neuroendocrini la prognosi è strettamente dipendente da numerosi fattori, come ad esempio:

  • Sede di origine
  • Eventuale metastatizzazione
  • Possibile di rimozione chirurgica
  • Stato di salute generale.

In presenza di un tumore operabile, privo di metastasi, la prognosi è molto buona, con una sopravvivenza a 5 anni che spesso supera il 90% (ovvero su 10 persone affette, più di 9 sono ancora vive a 5 anni di distanza dalla diagnosi).

Cura

La scelta dell’approccio terapeutico è variabile in base al tipo di tumore ed alle caratteristiche deel paziente, ma tipicamente si tratta di una combinazione variabile di diverse terapie.

Quando praticabile, la chirurgia è l’opzione migliore, anche in un’ottica di prevenzione di diffusione delle metastasi.

Quando invece si sia già diffuso si prendono in considerazione (anche) altri approcci, come

  • Somministrazione degli analoghi della somatostatina (ad esempio octreotide, lanreotide o pasireotide), farmaci in grado di ridurre la produzione ormonale ed in questo modo rallentare la crescita delle metastasi.
  • Chemioterapia, un approccio volto ad eliminare le cellule a rapida proliferazione (purtroppo non solo tumorali, da cui i noti effetti indesiderati).
  • La terapia mirata è un tipo di trattamento che utilizza farmaci estremamente specifici che che mirano a determinati geni sul DNA o proteine, al fine di uccidere le cellule tumorali e prevenirne la proliferazione.

Fonti e bibliografia

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