Puntura di vespa, cosa fare? Quando preoccuparsi?

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Introduzione

Gli imenotteri sono un ordine di insetti che comprende tra l’altro api, vespe e formiche; uno dei modi più pratici per distinguere un’ape da una vespa è che la prima presenta una peluria visibile in diverse parti del corpo, assente nella vespa.

Le punture di imenotteri causano in genere solo infiammazioni locali, dolorose ma innocue, con un’importante eccezione: soggetti allergici possono infatti sviluppare rapidamente una pericolosa reazione alla puntura (shock anafilattico) che rappresenta la prima causa di morte per avvelenamento negli Stati Uniti.

Esseri umani ed animali da compagnia come i cani vengono in genere punti dal contatto accidentale con un unico individuo (puntura singola) o, più raramente, da diverse vespe contemporaneamente quando si trovano vicino ad un nido; si tratta di animali generalmente pacifici e non inclini a pungere l’uomo senza motivo, ma è comunque utile conoscere un po’ più a fondo le strategie utili a porre rimedio in caso di puntura.

Vale la pena notare che, a differenza delle api che perdono il pungiglione in caso di puntura, una vespa può pungere più volte consecutivamente.

Api, vespe e calabroni: le differenze

ShutterStock/Estragon

Gli sgradevoli sintomi causati dalle punture degli imenotteri sono la conseguenza dell’iniezione di veleno, che hanno effetti locali ed in soggetti predisposti anche manifestazioni sistemiche (che coinvolgono cioè l’intero organismo). Al momento della puntura il veleno viene iniettato nella pelle e gli enzimi proteolitici (in grado di degradare le proteine) contenuti iniziano a degradare il tessuto circostante. La risposta immediata alla puntura consiste nel rilascio di istamina, la sostanza che più di ogni altra è responsabile nel nostro organismo delle tipiche reazioni allergiche, dalle più banali come la puntura di una zanzare, alle più serie. I primi effetti dell’istamina consistono prevalentemente nell’indurre una dilatazione dei vasi sanguigni, che dà inizio alla reazione infiammatoria di difesa e che è accompagnata dai caratteristici sintomi di

  • gonfiore (edema),
  • dolore,
  • rossore (eritema),
  • calore localizzato.

Un individuo medio può tollerare con sicurezza 10 punture per ogni chilo di peso corporeo. Questo significa che un adulto medio può sopportare più di 1.000 punture, mentre 500 punture possono uccidere un bambino. Tuttavia, in un soggetto allergico una sola puntura può causare la morte per reazione anafilattica (una reazione allergica potenzialmente letale in cui la pressione arteriosa precipita e le vie aeree si ostruiscono). Fonte: MSD

Perché le vespe pungono?

Vespa

Shutterstock/xpixel

Il motivo principale per cui le vespe pungono gli esseri umani è perché si sentono minacciate, un meccanismo di difesa che ha l’obiettivo di infliggere abbastanza dolore da scoraggiare azioni nei loro confronti.

In natura invece le vespe pungono per catturare la loro preda (il veleno è abbastanza potente da paralizzare piccole prede, facilitandone così il successivo trasporto al nido)

Fonte: jcerlich.com

Sintomi

Le singola puntura di vespa produce un dolore pressoché immediato, spesso percepito con una sensazione di bruciore, accompagnato dalla rapida comparsa di infiammazione locale (gonfiore e rossore ), destinato in genere a risolversi entro poche ore. Facendo riferimento alla scala del dolore delle punture di insetto di Schmidt la puntura di una vespa viene classificata con un valore pari a 2 (la scala prevede valori compresi tra 1 e 4) e descritto come paragonabile ad una mano schiacciata in una porta girevole.

I sintomi comprendono nel complesso

  • dolore,
  • gonfiore,
  • arrossamento
  • prurito,
  • eventuale modesto sanguinamento.

Osservando la pelle è talvolta possibile individuare una piccola porzione biancastra, che origina esattamente nel sito di puntura.

Soggetti predisposti potrebbero sviluppare una reazione locale particolarmente estesa (5 cm o più), caratterizzata anche da una consistenza particolarmente dura e sintomi più severi, come un gonfiore che tende ad aumentare nei 2-3 giorni successivi; può venire scambiata per un’infezione, evento possibile ma non comune.

Quanto durano i sintomi?

I sintomi relativi a reazioni esclusivamente locali in genere regrediscono in un arco di tempo variabile da pochi minuti a pochi giorni, in base alle caratteristiche del paziente ed alla quantità di veleno inoculato.

In caso di reazioni estese i tempi potrebbero allungarsi fino ad una settimana o più.

Complicazioni

Con l’esclusione dei pazienti allergici le complicazioni sono rare (ad esempio è occasionalmente possibile osservare una sovrainfezione batterica che risponde bene e rapidamente ad una terapia antibiotica, spesso anche solo locale).

In caso di puntura multipla il quadro può essere più complesso, travolgente e potenzialmente grave, anche in assenza di allergie; oltre ai sintomi locali possono comparire disturbi sistemici a distanza di qualche giorno in risposta agli enzimi iniettati, come ad esempio:

Questi sintomi si manifestano perché il contemporaneo rilascio di istamina in diverse sedi è tale da indurre lo sviluppo di sintomi sistemici; in caso di allergia il tutto è ancora più drammatico e violento, perché assume la forma di una risposta esagerata alla presenza del veleno (shock anafilattico), con lo sviluppo di

Quando preoccuparsi?

Le punture di vespa possono essere dolorose, ma sono in genere innocue; si raccomanda di fare riferimento al proprio medico se dolore e gonfiore non dovessero migliorare entro un paio di giorni, per escludere la possibilità di un’infezione (spesso associata a dolore pulsante, che si può estendere anche oltre la localizzazione della puntura).

In caso di dubbio di possibile reazione allergica farsi accompagnare immediatamente al più vicino Pronto Soccorso senza esitazione, in quanto ogni minuto può fare la differenza; sono sintomi suggestivi di shock anafilattico:

È importante mantenere per quanto possibile la calma per non accelerare il rilascio e la diffusione dei mediatori dell’infiammazione in circolo.

Alcuni autori consigliano una preventiva verifica in Pronto Soccorso anche in caso di:

  • bambino che venga punto più di 5 volte
  • adulto che venga punto più di 10 volte
  • puntura in bocca o gola, perché la reazione localizzata potrebbe bloccare le vie respiratorie.

Cosa fare in caso puntura? I rimedi

Sebbene le vespe in genere non perdano il pungiglione in caso di puntura, il primo necessario provvedimento in caso di puntura consiste nell’esaminare attentamente l’area interessata per verificarne l’assenza; nel caso fosse riconosciuto è bene estrarlo il prima possibile, ad esempio mediante il passaggio di una carta di credito (o semplicemente le unghie) sulla pelle (raschiando); andrebbe evitato il ricorso alla pinzetta per non indurre un’ulteriore inoculazione del veleno residuo nella pelle.

Il passo successivo consiste nella terapia della reazione locale, che può essere trattata con approccio conservativo che preveda ad esempio:

  • lavaggio della pelle, per rimuovere eventuali tracce residue di veleno,
  • impacchi di ghiaccio (alternando 10 minuti di applicazione e 10 di pausa, per un totale di 3-6 volte),
  • se si tratta di un arto (gamba, braccio) sollevarlo oltre l’altezza del cuore per ridurre il gonfiore,
  • somministrazione di antinfiammatori/paracectamolo per il dolore,
  • antistaminici per il prurito,
  • applicazioni di creme antiallergiche (antistaminiche, cortisoniche, anestetiche o combinazioni di questi principi attivi).

Reazioni più importanti potrebbero beneficiare di un trattamento cortisonico per qualche giorno.

Si può eventualmente valutare un richiamo dell’antitetanica con il proprio medico.

Posso usare Gentalyn Beta su una puntura di vespa?

Gentalyn Beta è una crema contenente due principi attivi, un cortisonico ed un antibiotico; l’applicazione sulla puntura di una vespa può senza dubbio offrire sollievo, ma DEVE ESSERE EVITATA se non espressamente prescritta, perché l’applicazione di un antibiotico è superflua nella maggior parte dei casi.

Si raccomanda di preferire piuttosto una crema esclusivamente cortisonica (esistono anche utili associazioni cortisone/anestetico locale, in grado di indurre un immediato sollievo dal dolore) che potrà essere applicata 2-3 volte al giorno fino a risoluzione.

Posso applicare bicarbonato o aceto?

Le reazioni indotte dal veleno iniettato non sono determinate dal pH della sostanza, quindi l’applicazione di acidi/basi non hanno purtroppo grande effetto di sollievo.

Cosa fare in caso di soggetto allergico?

In caso di presunto (o prevedibile, sulla base di precedenti reazioni) shock anafilattico è necessario allertare immediatamente i soccorsi e procedere, se necessario, alle manovre di rianimazione cardiopolmonare. Se disponibile si raccomanda di procedere immediatamente, senza aspettare lo sviluppo di sintomi in soggetti consapevoli di essere allergici, alla somministrazione di adrenalina mediante autoiniettore; contattare poi ugualmente il Pronto Soccorso perché sono possibili e frequenti anche ulteriori reazioni.

Fotografia di un paziente che usa un autoiniettore di adrenalina sulla coscia

iStock.com/aoldman

Come per qualsiasi reazione anafilattica vengono in genere somministrati immediatamente adrenalina per via intramuscolare, cortisone ed antistaminici per via endovenosa:

  • l’iniezione di adrenalina può essere ripetuta ogni 5-15 minuti e supporta il tono vascolare (riduce la vasodilatazione), l’attività cardiaca e la broncodilatazione;
  • i corticosteroidi (prednisone, metilprednisolone, desametasone) riducono l’infiammazione e la risposta immunitaria;
  • gli antistaminici bloccano gli effetti dell’istamina riducendo prurito, rossore e orticaria.

Fonti e bibliografia

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