Cos’è un tafano?
I tafàni sono una famiglia d’insetti dell’ordine dei Ditteri (termine che significa 2 ali); rivestono un ruolo di primo piano non solo per numero di specie e diffusione globale, ma soprattutto per le implicazioni di carattere sanitario, medico e veterinario legate alla loro necessità di nutrirsi del sangue di altri animali.
Ad uno sguardo frettoloso possono legittimamente essere scambiati per semplici mosche, perché in effetti si presentano in modo molto simile, con un colore grigio o bruno; il tafano più comune in Italia è il “tafano dei buoi”, lungo fino a 2-2,5 cm.
L’apparato boccale delle femmine è descritto come di tipo perforante-succhiante, dotato quindi di un breve pungiglione atto a lacerare, più che a perforare, la cute dell’ospite per poi succhiarne il sangue; solo gli esemplari femmina sono infatti ematofagi (capaci cioè di nutrirsi di sangue), mentre i maschi si nutrono esclusivamente di nettare. A seconda delle specie possono rivolgere le sgradite attenzioni solo a mammiferi (grandi erbivori come cavalli e ruminanti, con l’eccezione delle pecore, ma talora anche l’uomo) oppure anche a uccelli, rettili ed anfibi.
Sono più diffusi in ambienti forestali e rurali, in particolare dove si verifichi una concentrazione di animali potenzialmente ospiti (pascoli, parchi e riserve naturali in cui siano presenti cervi od altri ungulati).
I tafani sono attivi durante il giorno (non attaccano di notte), soprattutto con clima caldo e afoso e quindi in particolar modo durante i mesi estivi; alcune specie si dimostrano curiosamente aggressive poco prima dei temporali. Il comportamento durante l’attacco è piuttosto caratteristico perché si manifesta mediante punture consecutive, ripetute in un breve arco di tempo nello stesso distretto corporeo, talvolta addirittura inseguendo la preda. L’emissione di sangue a seguito dalla puntura potrebbe inoltre fungere da richiamo per altri individui, rendendo quindi conto del proverbiale accanimento (“essere noioso come un tafano”).
L’impatto sugli animali da allevamento non è limitato ad un semplice fastidio, ma a causa dell’accanimento, dell’aggressività e della concentrazione numerica tipici del tafano può avere ripercussioni molto concrete sul benessere dell’animale (indebolimento, trasmissione di infezioni, riduzione dell’appetito, riduzione del peso e della produzione di latte, …).
Puntura o morso di tafano?
L’aggressione condotta a scopo alimentare avviene attraverso una lesione effettuata lacerando la pelle con le mandibole taglienti di cui l’insetto è dotato, allo scopo di causare una fuoriuscita di sangue che viene poi succhiato. Si può quindi parlare più propriamente di morso.
A differenza delle zanzare, che durante la puntura rilasciano un leggero anestetico, i tafani risultano immediatamente dolorosi; è in grado di mordere anche attraverso i vestiti.
Immagini e foto
Sintomi
Il morso del tafano, a differenza della maggior parte degli altri insetti presenti in Italia, causa una piccola ferita che sanguina; è dolorosa e capace di provocare reazioni che si manifestano con irritazioni cutanee estese, che possono durare a lungo, caratterizzate dalla presenza di
- arrossamenti
- gonfiore
- prurito.
A causa delle modalità con cui avviene il morso il dolore è pressoché immediato, mentre rossore e gonfiore si formano nell’arco di pochi minuti.
L’edema causato dalla puntura può essere particolarmente severo, tanto da essere spesso descritto in modo colorito dal paziente come gonfiore duro.
Alcuni soggetti particolarmente sensibili potrebbero anche sviluppare reazioni allergiche più importanti, anche a causa della grande quantità di saliva iniettata durante il pasto, in forma di
- orticaria
- vertigini
- senso di debolezza
- angioedema
- respiro sibilante.
In caso di sviluppo di questi sintomi è necessario farsi accompagnare immediatamente al più vicino Pronto Soccorso.
È pericolosa la puntura di tafano?
I morsi di tafano possono richiedere anche diverso tempo per guarire, ma soprattutto a causa delle modalità con cui avviene è particolarmente soggetto ad infettarsi; si raccomanda quindi di segnalare al medico l’eventuale sviluppo di
- un aumento del gonfiore,
- rossore,
- calore dell’area interessata,
- dolore (talvolta avvertito come pulsante),
- eventuale presenza di pus.
Nei soggetti più sensibili le punture dei tafani possono provocare shock anafilattico, una reazione allergica potenzialmente fatale; si tratta in ogni caso di un’eventualmente meno comune rispetto ad api, vespe, … Si raccomanda di rivolgersi in Pronto Soccorso in caso di:
- Vertigini
- Respiro sibilante
- Difficoltà a respirare
- Difficoltà a deglutire
- Gonfiore alla gola, alla bocca o al viso
- Aumento della frequenza cardiaca (tachicardia)
- Perdita di conoscenza
- Vomito.
Benché teoricamente possibile, in Italia non rappresentano in genere un pericolo per l’uomo come vettore di malattie infettive.
Rimedi
In caso di puntura di tafano si raccomanda di:
- Lavare bene la ferita.
- Disinfettare con cura.
- Applicare ghiaccio.
Cercare per quanto possibile di evitare di grattarsi, così da ridurre durata dei sintomi e rischio di infezione.
Evitare l’applicazione di aceto, bicarbonato, … che risulterebbero purtroppo inutili.
Può risultare utile e di sollievo l’applicazione di crema/unguento cortisonico, per ridurre la reazione infiammatoria.
Posso usare il Gentalyn Beta?
Gentalyn Beta è una crema che contiene due principi attivi:
- Gentamicina, un antibiotico
- Betametasone, un cortisonico.
Poiché l’antibiotico è inutile nella maggior parte dei casi, si raccomanda di farne utilizzo solo se espressamente prescritta dal medico, in caso contrario preferire una crema a base di solo cortisonico od eventualmente un’associazione di cortisone e antistaminico e/o anestetico locale.
Prevenzione
Poiché i tafani sono in grado di individuare il loro pasto anche attraverso l’attrazione verso il calore dell’ospite, in virtù degli occhi termici di cui sono dotati, e non dall’odore, risultano del tutto insensibili ai repellenti spray.
Sembrano prediligere infine i colori scuri (ad esempio i cavalli più colpiti sono quelli a
mantello scuro), quindi potrebbe essere utile preferire indumenti chiari.
In allevamenti, centri equestri ed ambienti simili l’unico mezzo di prevenzione è rappresentato dall’utilizzo di specifiche trappole.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.