Cosa sono i pappataci?
I pappataci, anche noti come flebotomi, sono piccoli insetti diffusi in tutto il bacino mediterraneo, Italia compresa. Il nome può indicare Phlebotomus papatasi o, più spesso, un insieme di insetti appartenenti alla sottofamiglia dei Phlebotominae (ed a questi, nel complesso, faremo riferimento nel resto dell’articolo).
Si tratta di insetti molto piccoli, lunghi 1.5-3.5 mm, dal caratteristico aspetto peloso, grandi occhi neri e zampe lunghe (che alcuni autori paragonano a trampoli).
Il volo è piuttosto sgraziato, caratterizzato da apparenti sbalzi e non fluido né tanto meno elegante come quello di altri insetti; non produce rumore volando (pappatacio deriva infatti da pappa e tace).

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I flebotomi hanno un ciclo di vita che comprende quattro fasi:
- uovo,
- larva,
- pupa
- e adulto.
Sia i flebotomi maschi che femmine si nutrono di succhi vegetali e secrezioni zuccherine, ma le femmine necessitano di sangue per la produzione delle uova; usano il loro apparato boccale per sondare la pelle esposta, fino a causare la formazione di una piccola pozza di sangue da cui si nutrono.
La saliva del flebotomo contiene componenti farmacologicamente attivi che aiutano nel processo di alimentazione; non hanno spiccate capacità di volo, quindi è sufficiente anche una leggera brezza a ridurne l’attività.
La maggior parte delle specie si nutre soprattutto al tramonto e durante la notte, quando la temperatura scende e l’umidità aumenta, ma possono verificarsi anche morsi diurni in condizioni specifiche (stanze buie, vegetazione fitta di alberi che producono ombra, ..), soprattutto se disturbati dall’attività umana.
Diffusione
Nelle regioni temperate i flebotomi adulti sono diffusi solo durante l’estate (da aprile a novembre, con importanti variazioni a seconda della latitudine); quella che segue è la diffusione del pappatacio in Europa e nel bacino mediterrano alla data di marzo 2020 (fonte ECDC).

Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control and European Food Safety Authority. Phlebotomine sandflies maps [internet]. Stockholm: ECDC; 2022. Available from: https://ecdc.europa.eu/en/disease-vectors/surveillance-and-disease-data/phlebotomine-maps
Puntura

Shutterstock/Cristian Storto
I pappataci femmine sono in grado di nutrirsi del sangue di un’ampia varietà di sfortunati ospiti vertebrati, inclusi l’uomo, bestiame, cani, roditori urbani e selvatici, rettili, anfibi e uccelli; non si osservano specifiche preferenze, che sembrano invece banalmente riflettere la disponibilità locale (in contesti urbani e periurbani gli esseri umani ed i cani domestici sono quindi i bersagli più comuni).
La puntura dei flebotomi può essere particolarmente dolorosa, perché l’approccio scelto per arrivare a nutrirsi del sangue della vittima consiste nella lacerazione di tessuti e vasi sanguigni; in seguito possono comparire
- arrossamento
- prurito
- gonfiore
come risposta allergica alle sostanze iniettate con la saliva dell’insetto.
A causa della scarsa capacità di volo le punture si concentrano (ma non si limitano) in genere negli arti inferiori (gambe, caviglie, piedi).
Rimedi per la puntura
Essere punti da un pappatacio può essere particolarmente doloroso, ma tipicamente il fastidio tende a risolversi velocemente; è consigliabile
- disinfettare la zona
- applicare impacchi di ghiaccio per ridurre il dolore
- ricorrere a creme antistaminiche/cortisoniche in caso di successiva irritazione allergica.
Pericoli per l’uomo
Sono stati segnalati episodi di ingestioni accidentali di larve con possibili rischi intestinali e respiratori, ma l’interesse sanitario è ovviamente rivolto verso l’attività ematofaga dei soggetti adulti; la puntura è nella maggior parte dei casi un innocuo fastidio per l’uomo, ma esiste la possibilità di contrarre infezioni anche gravi, tra cui spiccano per importanza:
- Virus: Spesso definita febbre dei tre giorni (ma anche febbre da pappataci, febbre di Sicilia, febbre di Napoli, …), l’infezione causata dai flebovirus ha in genere un decorso benigno che si manifesta con febbre alta, cefalea e dolori articolari; sono note alcune varianti più temibili come l’encefalite e meningoencefalite da virus Toscana. Isolato per la prima volta nell’omonima regione negli anni ’70 del secolo scorso, può diventare responsabile nei casi più severi di un coinvolgimento neurologico potenzialmente anche fatale, ma che in genere ha durata media di una settimana e con prognosi generalmente favorevole. Purtroppo il virus ospitato dalle femmine infette può essere trasmesso direttamente anche alle uova, rendendo così l’infezione capace di propagarsi per più generazioni anche senza il passaggio delle femmine su individui infetti. La diagnosi viene formulata a seguito di test di laboratorio, mentre non esistono terapie specifiche. Non deve rappresentare motivo di panico, ma è sicuramente un’affezione di cui è bene essere consapevoli.
- Batteri: Nella regione delle Ande (Sud-America) la puntura di un flebotomo può trasmettere la bartonellosi da Bartonella bacilliforme (parente del batterio responsabile della malattia da graffio da gatto).
- Protozoi: L’affezione da protozoi, è la più pericolosa in termini di frequenza e gravità, perché i pappataci sono vettori della Leishmania, causa di leishmaniosi, condizioni che si manifestano con quadri clinici variabili in base al patogeno trasmesso ed animale colpito:
- La leishmaniosi animale rappresenta una vera e propria emergenza anche in Italia, sia in termini di diffusione che di rischio fatale nei cani.
- La leishmaniosi umana può invece avere due diversi quadri e si rimanda all’articolo dedicato per i necessari approfondimenti. I flebotomi si infettato pungendo persone o animali infetti (sono circa 70 le specie animali coinvolte in grado di fungere da ospite intermedio, tra cui cani, roditori e altri mammiferi).
Fonti e bibliografia
- ECDC
- Leishmaniosi umana, Ministero della Salute
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.