Introduzione
La quercetina è un flavonoide, ovvero una molecole polifenolica prodotta dal metabolismo di alcune piante come ippocastano, calendula, biancospino, camomilla, iperico e ginkgo biloba, ma anche frutta, verdura, foglie, semi e cereali (vide infra).
Le si attribuiscono proprietà antiossidanti ed antitumorali.
Dove si trova? In che alimenti?
La quercetina è uno dei flavonoidi alimentari più abbondanti, tanto che se ne stima un consumo medio quotidiano attraverso la normale dieta compreso indicativamente tra 25-50 milligrammi.
Tra gli alimenti/cibi più ricchi di quercetina si annoverano:
- cappero (in rapporto al peso è la piante che ne contiene di più, 234 mg per 100 g di boccioli crudi),
- grano saraceno,
- uva bianca/rossa
- vino rosso (nell’uva infatti questa viene sintetizzata sia nelle varietà bianche che rosse, ma per quanto riguarda il vino si concentra soprattutto nel rosso in virtù del processo di trasformazione)
- cipolla rossa,
- tè verde,
- mirtillo,
- mela,
- propoli,
- sedano,
- radicchio,
- cavolo.

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Vale la pena ricordare che nelle cipolle rosse si rilevano concentrazioni maggiori di quercetina non solo nella parte più vicina alla radice, la porzione della pianta con la concentrazione più alta, ma anche negli anelli più esterni; questo fenomeno è piuttosto comune in natura ed è una regola da non dimenticare mai in cucina, soprattutto quando colpevolmente ci liberiamo con eccessiva disinvoltura di bucce e strati esterni di ortaggi e frutta dimenticando che rappresentano fonti particolarmente preziose di sostanze bioattive.
Il consumo di alimenti grassi in concomitanza alle fonti alimentari di quercetina sembra poterne aumentare l’effettivo assorbimento, di per sé piuttosto limitato; anche la presenza di carboidrati, grazie alla stimolazione di motilità gastrointestinale e fenomeni di fermentazione a livello intestinale, potrebbero influire positivamente in tal senso.
A cosa serve? Le proprietà della quercetina
Tra le indicazioni per cui viene più spesso utilizzata spiccano le proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti, che hanno ne spinto l’utilizzo in numerose aree mediche e con diversi obiettivi:
- supporto al sistema immunitario,
- riduzione del gonfiore,
- efficacia antitumorale (oltre che preventiva),
- controllo della glicemia,
- supporto alla prestazione sportiva,
- prevenzione di malattie cardiovascolari.
Tra le indicazioni minori si ritrovano
La quercetina è stata studiata in ricerca di base (in vitro, ovvero in provetta od al limite nel modello animale) e in piccoli studi clinici (sull’uomo), ma sebbene gli integratori siano stati spesso promossi per il trattamento del cancro e di varie altre malattie non ci sono ad oggi prove di sufficiente qualità che ne dimostrino una reale efficacia misurabile.
Esperidina e quercetina
L’esperidina è un flavonoide che si trova soprattutto negli agrumi; caratterizzata da effetti antiossidanti, gli vengono attribuite proprietà vasoprotettrici per azione su collagene e tessuto connettivo e per questo non è raro ritrovare in commercio integratori che la combinano alla quercetina.
Quercetina e COVID-19
Relativamente alla COVID-19 la quercetina ha mostrato di essere attiva sulla 3CLpro, una delle proteine fondamentali per la replicazione del virus SARS-Cov-2, destabilizzandola ed eventualmente ostacolandone la replicazione.
Il mio parere
L’interesse dei ricercatori verso la la quercetina e più in generale verso altri flavonoidi contenuti in frutta e verdura è evidente, anche alla luce del fatto (dimostrato) che i soggetti abituati ad un consumo elevato di frutta e verdura tendono a garantirsi una riduzione del rischio di sviluppare alcune forme di cancro. Studi condotti in provetta e sul modello animale dimostrano alcune proprietà antitumorali dei flavonoidi (la quercetina ed altri flavonoidi inibiscono la crescita delle cellule tumorali in tumori del seno, del colon, della prostata, delle ovaie, dell’endometrio e del polmone), ma è parere di chi scrive che la mancanza di un altrettanto evidente effetto sull’uomo sia probabilmente legato al fatto che la quercetina agisca nell’insieme di un complesso effetto sinergico in cui sono coinvolte numerose (centinaia? migliaia?) altre sostanze attive contenute in frutta e verdura, e che siano in grado di esibire un effetto tangibile solo quando consumate costantemente ed in abbondanti quantità, tali da garantire concentrazioni persistentemente elevate nel sangue nonostante la ridotta emivita di queste sostanze.
In parole più semplici, ritengo che la chiave di un reale effetto di prevenzione sia nel quotidiano consumo alimentare di frutta e verdura, più che nel miope tentativo di riprodurne gli effetti in forma di compressa.
Meccanismi d’azione
La quercetina ha da tempo attirato l’interesse dei ricercatori per la capacità di agire come inibitore naturale di numerosi enzimi umani; gli enzimi sono sostanze (in genere di natura proteica) in grado di favorire la velocità di una reazione chimica, talvolta accelerandola in maniera drammatica (tanto che in assenza dell’enzima la reazione avverrebbe con tempi talmente lunghi da non essere nemmeno considerata in corso).
La quercetina è quindi capace di bloccare o rallentare queste reazioni, tra cui:
- conversione del testosterone in diidrotestosterone
- trasformazione di androgeni in estrogeni
- sintesi dei leucotrieni ed acido arachidonico (coinvolte in fenomeni infiammatori)
- diverse vie biochimiche legate alla proliferazione cellulare.
Grazie a quest’ultima proprietà è spesso al centro dell’attenzione quando si tratta di ricerca oncologica, ovvero di ricercare molecole che possano diventa re potenziali farmaci anti-tumorali.
La biodisponibilità della quercetina nell’uomo, ovvero la quantità che una volta consumata passa effettivamente nel circolo sanguigno, è generalmente bassa e nella migliore delle ipotesi altamente variabile (0–50%).
Le ragioni della discrepanza di effetti tra provetta/organismo non sono sempre chiari, ma tra le ipotesi più accreditate spicca la differenza di biodisponibilità tra forma alimentare e forma tipicamente usata per la preparazione degli integratori (aglicone, mentre nel cibo è in forma di glicoside).
Viene poi rapidamente eliminata, tanto che la l’emivita (il tempo necessario ad osservare un dimezzamento della concentrazione nel sangue) è di sole 1–2 ore (a prescindere che la fonte sia alimentare o in forma di integratore). Anche per questa ragione molti ricercatori sono in realtà convinti che per questo il consumo alimentare non consenta alla sostanza di esibire realmente gli effetti osservati in vitro (laboratorio).
Effetti indesiderati
Il consumo alimentare della quercetina è considerato ragionevolmente sicuro, tanto da spingere la FDA americana nel 2010 ha riconoscerla come sicura anche in forma di additivo fino a dosi pari a 500 milligrammi per porzione.
Nel caso delle dosi presenti negli integratori la valutazione è più complessa (anche perché spesso si tratta di formulazioni pensate per l’assunzione quotidiana e non occasionale come negli alimenti) e si dispone di un’insufficiente quantità di lavori di ricerca di tipo tossicologico (ovvero incentrati sulla sicurezza della molecola) per trarre conclusioni definitive.
Alcune fonti segnalano il possibile sviluppo di mal di testa e disturbi gastrointestinali.
Nel complesso, sebbene alcuni autori sollevino dubbi (ad esempio relativamente ad un possibile rischio di promozione di tumori ormono-dipendenti), la quercetina è comunque considerata sicura alle dosi normalmente previste per l’integrazione negli adulti.
Controindicazioni
Per il principio di cautela (non ci sono prove di pericolosità, ma nemmeno di sicurezza) si raccomanda di evitare l’assunzione in forma di integratori in caso di:
- donne in gravidanza ed in allattamento,
- bambini e gli adolescenti.
È invece controindicata in pazienti con problemi renali noti.
Interazioni farmacologiche
La quercetina è un potente inibitore degli enzimi CYP3A4 e CYP2D6 del citocromo P450, uno dei meccanismi più importanti nel metabolismo di numerosi farmaci; questo significa che i medicinali che si avvalgono di questo meccanismo per essere eliminati potrebbero andare incontro ad un potenziamento degli effetti, con aumento del rischio di manifestare effetti indesiderati. In altre parole si raccomanda di NON assumere integratori a base di quercetina qualora si assumano farmaci metabolizzati da questi enzimi (solitamente evidenziati sul foglietto illustrativo, proprio perché molto comuni).
Esistono poi ulteriori cautele da adottare verso specifiche classi di farmaci, ad esempio:
- farmaci per la pressione alta (poiché alcuni autori ventilano un possibile effetto di abbassamento della pressione, l’associazione con farmaci assunti allo stesso scopo potrebbe esitare in un’esacerbazione degli effetti),
- farmaci contro il diabete (idem).
Fonti e bibliografia
- MedLinePlus
- Wikipedia EN
- Safety Aspects of the Use of Quercetin as a Dietary Supplement – Susanne Andres, Sophie Pevny, Rainer Ziegenhagen, Nadiya Bakhiya, Bernd Schäfer, Karen Ildico Hirsch-Ernst, Alfonso Lampen
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.