Biancospino (Crataegus oxycantha): proprietà e controindicazioni

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Introduzione

Il biancospino è un arbusto appartenente alla famiglia delle Rosacee; il nome scientifico è Il Crataegus monogyna (ma si utilizza anche il Crataegus oxycantha) ed è usato da secoli in ambito fitoterapico (le prime testimonianze note risalgono al 659 d.C.).

Fiori e foglie sono le parti più usate della pianta perché le più ricche di principi attivi; cresce nelle regioni temperate di tutto il mondo e storicamente il biancospino è stato utilizzato per le malattie cardiache (in particolare per i sintomi cardiaci di origine nervosa), nonché per problemi digestivi e renali. Più recentemente viene promosso soprattutto per il trattamento di ansia e di alterazioni dei valori della pressione del sangue.

I più importanti principi attivi contenuti nella pianta sembrano essere:

  • flavonoidi tra cui l’iperoside e la vitexina;
  • composti triterpenici tra i quali l’acido ursolico;
  • ammine e steroli;
  • tannino e derivati purinici.

In particolare i flavonoidi potrebbero essere in grado di interagire con enzimi chiave della funzionalità cardiaca, aumentando l’apporto di sangue e ossigeno ai tessuti cardiaci.

Tradizionalmente è stato usato sia per la somministrazione in forma di tisane che di estratti solidi da assumere per via orale.

Bacche rosse di biancospino

Shutterstock/anitasstudio

A cosa serve

L’uso più consolidato del biancospino (riportato dalla monografia prodotta dall’EFSA) prevede due indicazioni:

  1. Sollievo da sintomi cardiaci occasionali e non correlati a malattie specifici (ovvero di origine benigna), ad esempio palpitazioni ed extrasistoli, soprattutto quando conseguenti ad ansia e disturbi nervosi in genere.
  2. Trattamento dei sintomi da stress mentale ed eventualmente per favorire il sonno.

Promettenti, ma ancora preliminari, gli studi sugli effetti sull’aterosclerosi.

Pressione

Il biancospino potrebbe abbassare i valori di pressione nei pazienti affetti da pressione alta; storicamente viene usato soprattutto quando si ritiene che l’aumento sia legato a origini nervose (ansia, stress, …); gli attuali studi sono sicuramente promettenti, ma è ad oggi difficile riuscire a tracciare un reale profili di efficacia.

Ansia e insonnia

Il biancospino viene spesso prescritto per un possibile effetto calmante e sedativo, in pazienti affetti da ansia, stress e/o insonnia.

Insufficienza cardiaca

Esistono prove contrastanti sugli effetti del biancospino nei pazienti affetti da insufficienza cardiaca; nonostante i risultati di alcuni studi preliminari fossero apparsi particolarmente promettenti, altri lavori di ricerca più recenti non hanno purtroppo confermato i benefici, anche se in realtà la metodologia di somministrazione non è stata perfettamente sovrapponibile, perché a differenza del passato (è stato somministrato biancospino in aggiunta ai trattamenti convenzionali).

È molto importante evitarne l’assunzione in caso di contemporanea terapia con altri farmaci per la stessa indicazione, digitalici in particolare (come la digossina, ad esempio Lanoxin®).

Dolore toracico (angina)

Studi preliminari suggeriscono che il biancospino può aiutare a combattere il dolore toracico causato da un ridotto afflusso di sangue al cuore (angina), ma sono senza dubbio necessari ulteriori ricerche prima di un effettivo utilizzo clinico.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Il biancospino è generalmente ben tollerato e non sono in genere emersi gravi effetti indesiderati in adulti sani; fa eccezione un unico studio in cui i pazienti che assumevano l’estratto avevano maggiori probabilità di peggiorare la propria insufficienza cardiaca subito dopo l’inizio dello studio, rispetto ai pazienti che assumevano un placebo (una sostanza inattiva).

La ragione non è chiara, ma tra le ipotesi sollevate dagli autori figura la possibilità di un’interazione con la terapia in corso.

Più in generale gli effetti collaterali del biancospino possono comprendere:

Poiché non esistono sufficienti evidenze di sicurezza, il biancospino è normalmente controindicato in gravidanza e allattamento (principio di cautela). Allo stesso modo la somministrazione in bambini e adolescenti non è consigliabile a causa della mancanza di studi di sicurezza.

Si raccomanda cautela in pazienti con pressione bassa.

Interazioni

Si sospetta che il biancospino possa interferire in modo pericoloso con altri farmaci, ad esempio quelli normalmente usati per il trattamento dell’insufficienza cardiaca (tra cui i digitalici, come la digossina). Prima di iniziare l’assunzione è quindi importante il preventivo parere del proprio medico.

In virtù di possibili effetti di abbassamento della pressione del sangue si raccomanda cautela in caso di contemporanea assunzione di terapia antipertensiva (farmaci per la pressione alta); per ragioni sovrapponibili si raccomanda prudenza in caso di associazione con farmaci sedativi (ad esempio benzodiazepine come alprazolam, lorazepam, bromazepam, …).

Alcuni autori sottolineano infine possibili interazioni con gli inibitori della 5-fosfodiesterasi (Viagra e simili), usati per il trattamento della disfunzione erettile e, più recentemente, per l’ipertrofia prostatica benigna. Il possibile rischio è legato a un aumentato effetto di abbassamento della pressione.

Fonti e bibliografia

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