Quali sono i carboidrati che NON fanno ingrassare?

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In un mondo dove le diete a basso contenuto di carboidrati sembrano regnare sovrane, è facile cadere nella trappola del pensare che tutti i carboidrati siano “cattivi” o che portino inevitabilmente ad aumentare di peso.

La realtà è tuttavia più complessa e sfumata, perché non tutti i carboidrati sono creati uguali. Scegliere carboidrati complessi, consumare porzioni moderate e mantenere un equilibrio nutrizionale può permettere di includere i carboidrati nella tua dieta senza temere un aumento di peso indesiderato (ed ecco invece perché e quando i carboidrati fanno ingrassare), ma ricorda:

Nessun alimento fa ingrassare e nessun alimento fa dimagrire, le variazioni di peso sono sempre determinate dalle calorie consumate.

Una dieta sana e bilanciata è la chiave per mantenere un peso corporeo corretto e promuovere il benessere generale, ma non solo, perché in un approccio di questo tipo si può trovare spazio anche per l’occasionale indulgenza verso alimenti meno sani, senza sensi di colpa.

Donna che si sente in colpa dopo aver mangiato un boccone di torta

Shutterstock/Nicoleta Ionescu

Comprendere i carboidrati

Prima di tutto è importante capire cosa sono i carboidrati.

Sono macronutrienti presenti in molti alimenti e bevande, essenziali per fornire energia al corpo. I carboidrati si suddividono in tre categorie principali: zuccheri, amidi e fibra.

  • Zuccheri: Gli zuccheri (o carboidrati semplici) sono la forma più semplice di carboidrati e sono rapidamente assorbiti dal corpo, fornendo energia immediata. Questi includono il glucosio, il fruttosio (zucchero della frutta) e il saccarosio (il comune zucchero da tavola). Gli zuccheri sono presenti naturalmente in molti alimenti (come la frutta), ma sono anche spesso aggiunti ai cibi industriali. Sebbene forniscano un rapido aumento di energia, il loro consumo eccessivo può essere associato a problemi di salute come l’obesità e il diabete.
  • Amidi: Gli amidi sono carboidrati complessi costituiti da lunghe catene di molecole di zucchero. Richiedono più tempo per essere scomposti nel corpo e quindi forniscono un rilascio di energia più lento e stabile. Sono propri di alimenti come pane, pasta, riso, patate e cereali. Gli amidi sono una parte importante di una dieta equilibrata, specialmente quelli provenienti da fonti integrali o meno raffinate, che conservano più nutrienti e fibre.
  • Fibre: Le fibre sono un tipo di carboidrati che il corpo umano non può digerire completamente. Si trovano in alimenti come frutta, verdura, cereali integrali e legumi. Le fibre sono cruciali per la salute digestiva, aiutando a regolare il movimento intestinale e a prevenire problemi come la stitichezza. Contribuiscono inoltre a favorire il senso di sazietà, aiutando a controllare il peso, e possono avere benefici per la salute cardiovascolare e per la regolazione dei livelli di glucosio nel sangue.

Una dieta equilibrata dovrebbe includere un appropriato mix di queste tre categorie, privilegiando cibi integrali e minimamente trasformati per ottenere il massimo dei benefici nutrizionali.

I carboidrati e il peso

Il legame tra carboidrati e peso non è così diretto come spesso si pensa.

Si aumenta di peso quando si verifica un eccesso calorico (ovvero quando si mangiano più calorie di quante se ne bruciano), indipendentemente dalla fonte di queste calorie, ma coltivare un metabolismo sano attraverso un’attenta scelta delle fonti si rivela essenziale.

Ad esempio un eccessivo consumo di carboidrati nel soggetto sedentario può portare a un aumento rapido della glicemia, stimolando la produzione di insulina e favorendo l’accumulo di grasso, specialmente se l’eccesso calorico non è compensato da un’attività fisica adeguata.

Ma attenzione, la parola chiave nella frase che hai appena letto è una: eccessivo. È il consumo eccessivo, in eccesso rispetto al tuo fabbisogno che determina sul lungo periodo l’incapacità del corpo di gestirli correttamente. Nel tempo questo può aumentare il rischio di sviluppare resistenza all’insulina e, a lungo termine, condizioni metaboliche come il diabete di tipo 2; entrambe le condizioni favoriscono un ulteriore aumento di peso causato da un peggioramento della capacità di gestire metabolicamente i carboidrati (pensa invece che, al contrario, nel soggetto attivo e normopeso tipicamente l’eventuale piccolo eccesso di carboidrati viene smaltito in forma di calore anziché essere accumulato in forma di grasso).

Sebbene l’eccesso calorico sia da evitare a prescindere dalla fonte, gli zuccheri semplici, pur apportando le stesse calorie di quelli complessi, possono diventare ancora più problematici sotto diversi punti di vista:

  • Mancanza di sazietà a lungo termine: Gli zuccheri semplici, a differenza dei carboidrati complessi, non forniscono un senso di sazietà prolungato. Questo può portare a rapide fluttuazioni dei livelli di insulina, causando picchi e cali di zucchero nel sangue che possono innescare attacchi di fame. Questo ciclo può facilmente portare a un consumo calorico eccessivo, poiché il corpo cerca costantemente di bilanciare questi sbalzi glicemici.
  • Calorie vuote in alimenti industriali: Spesso gli zuccheri semplici sono consumati sotto forma di cibo industriale, dove sono presenti come calorie vuote. Questo significa che, pur fornendo energia, sono privi di nutrienti essenziali come vitamine, minerali e fibre, che sono invece abbondanti in fonti di carboidrati più nutrienti come la frutta, i cereali integrali e le verdure. La mancanza di questi nutrienti essenziali non solo impatta negativamente sulla salute generale, ma può anche contribuire a carenze nutrizionali nel tempo.
  • Impatto metabolico e salute a lungo termine: La frequente assunzione di zuccheri semplici è associata a vari problemi di salute, tra cui aumento del rischio di sviluppare obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiache e altri disturbi metabolici. La costante necessità di produrre grandi quantità di insulina per gestire i picchi di glucosio nel sangue può, nel tempo, sovraccaricare il pancreas e contribuire allo sviluppo della resistenza all’insulina.

Porzioni ed equilibrio

La chiave, quindi, non è eliminare i carboidrati, ma sceglierli e consumarli in modo equilibrato, nel contesto di una dieta corretta e uno stile di vita attivo.

Porzioni controllate di carboidrati complessi, insieme a una buona quantità di proteine e grassi sani, possono formare la base di una dieta bilanciata che non ti farà aumentare di peso (e che, al contrario, ti permetterà di perderlo se necessario).

Carboidrati da preferire

Ecco alcune fonti di carboidrati che possono (dovrebbero… anzi, devono!) essere incluse in una dieta equilibrata, riducendo al minimo il rischio di aumento di peso (ma ricorda, alla fine è sempre l’eccesso calorico che determina le variazioni sulla bilancia):

  • Verdure: Spinaci, broccoli, cavolfiori, zucche e carote sono solo alcuni esempi. Questi alimenti sono bassi in calorie, ma ricchi di nutrienti e fibre.
  • Legumi: Fagioli, lenticchie e ceci sono non solo ricchi di carboidrati complessi, ma anche una buona fonte di proteine.
  • Cereali Integrali: Avena, quinoa, orzo, e riso integrale sono ottimi esempi di cereali integrali che forniscono energia di qualità (perché accompagnata da numerosi altri micronutrienti).
  • Frutta: Anche se contiene zuccheri naturali, la frutta è ricca di fibre, vitamine e minerali. Frutti come mele, pere e frutti di bosco devono essere consumati quotidianamente.
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