Quali sono i carboidrati sani?

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I carboidrati non sono tutti uguali

I carboidrati spesso vengono etichettati come il nemico numero uno della salute e della linea, da evitare a tutti i costi!

Tuttavia questa visione non è solo riduttiva, ma ancora più importante non fa giustizia alla complessità e all’importanza dei carboidrati nella nostra dieta.

I carboidrati sono uno dei tre macronutrienti (insieme a proteine e grassi) e la principale fonte di energia per il corpo. Si trovano in una vasta gamma di alimenti, dai cereali ai legumi, dalla frutta alle verdure, e sì, anche nei dolci e nelle bevande zuccherate.

Si dividono in tre categorie principali:

  • Zuccheri: semplici carboidrati ad assorbimento rapido. Esempi comuni comprendono zucchero da cucina e fruttosio.
  • Carboidrati complessi (amidi): sono lunghe catene di zuccheri.
  • Fibre: una forma di carboidrati che il corpo umano non può digerire, ma preziosa per la salute del sistema digestivo.

Non tutti i carboidrati sono uguali, quindi, e comprenderne le differenze è fondamentale per fare scelte alimentari sane, che possono garantire:

  • Controllo del peso: Le fibre che accompagnano i carboidrati sani aiutano a sentirsi sazi più a lungo, riducendo l’assunzione complessiva di cibo (e le relative calorie).
  • Salute del cuore: Una dieta ricca di fibre può contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache.
  • Controllo della glicemia: I carboidrati complessi e ricchi di fibre hanno un minore impatto sui livelli di glucosio nel sangue, a differenza degli zuccheri semplici e dei carboidrati raffinati.
  • Salute digestiva: Le fibre alimentari promuovono la regolarità intestinale e possono prevenire problemi come la costipazione.

I carboidrati sani

Esempi di carboidrati sani (cereali, legumi, patate, ...)

Shutterstock/Ground Picture

Carboidrati sani è un’espressione sbagliata… perché non esistono carboidrati sani e insani: tutte e tre le forme possono (devono?) far parte di una dieta sana ed equilibrata, ma in proporzioni diverse e, altrettanto importante, in alimenti che nell’insieme ne garantiscano un metabolismo ottimale.

La chiave per una corretta alimentazione risiede quindi nella scelta degli alimenti, non nella scelta dei carboidrati, privilegiando i carboidrati complessi agli zuccheri, ma in entrambi i casi possibilmente da fonti integrali e minimamente lavorate:

  • Cereali Integrali: I cereali integrali, a differenza dei loro omologhi raffinati, mantengono tutte e tre le parti del chicco (germe, endosperma e crusca), offrendo un maggior contenuto di fibre, vitamine e minerali. Ne sono esempi il grano integrale (e ovviamente derivati come pasta e pane integrale), il riso integrale, l’avena, il farro, il grano saraceno e il quinoa.
  • Legumi: Fagioli, lenticchie, ceci e altri legumi sono eccellenti fonti di carboidrati complessi. Ricchi di fibre, proteine e nutrienti essenziali, contribuiscono a una sensazione di sazietà prolungata e possono aiutare a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue.
  • Frutta e verdura: Sebbene contengano zuccheri, frutta e verdura sono ricche di fibre, vitamine, minerali e antiossidanti. La chiave è consumarle intere piuttosto che sotto forma di succhi, che possono avere un elevato contenuto di zuccheri e una ridotta quantità di fibre
  • Tuberi: Alimenti come le patate, patate dolci americane e barbabietole sono fonti nutrienti di carboidrati complessi. Contengono vitamine essenziali e fibre, soprattutto se consumate con la loro pelle.

Cos’hanno in comune questi alimenti?

Sono cibi vegetali minimamente trasformati, la bussola che dovrebbe guidare ogni tua scelta alimentare, non dimenticando mai che la chiave è comunque la varietà e l’equilibrio, perché soprattutto con uno stile di vita attivo in una dieta sana c’è sicuramente spazio anche per coccole e vizi gastronomici, come occasionali torte (meglio ancora se preparati dalla nonna! 😉) e patatine fritte (certamente non il modo migliore per consumare le patate, ma quanto sono buone…).

A proposito di patatine fritte… non dimenticare mai che spesso diamo la colpa ai carboidrati, quando in realtà dovremmo incolpare solo noi stessi: non solo per la porzione che portiamo nel piatto (carboidrati, proteine e grassi, se in eccesso, si trasformano sempre in chili sul girovita), ma anche per il condimento (l’olio nelle patatine fritte, sugo e formaggio sulla pasta, condimento sulla pizza… non è così improbabile che apportino più calorie di patate/pasta/base della pizza…).

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