Introduzione
Alcune dimenticanze rappresentano un’inevitabile conseguenza dell’invecchiamento, ma alcuni pazienti possono lamentare più disturbi di altri: il disturbo neurocognitivo minore, noto anche come compromissione cognitiva lieve o decadimento/deterioramento cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, o MCI, in inglese), è una condizione caratterizzata da
- difficoltà cognitive in termini di memoria, linguaggio e giudizio che siano superiori a quelle di altri pazienti di pari età,
- ma non così severe come quelli del morbo di Alzheimer o demenza correlata (definiti disturbo neurocognitivo maggiore).
Tra i sintomi più comuni si annoverano
- Perdere spesso le proprie cose
- Dimenticare appuntamenti
- Avere più difficoltà a trovare le parole rispetto ad altre persone della stessa età.
Pazienti affetti da disturbo cognitivo lieve in genere sono ancora in grado di prendersi cura di sé stesse e svolgere le normali attività quotidiane, ma corrono un rischio maggiore di sviluppare il morbo di Alzheimer o una demenza correlata (si stima che circa 1-2 pazienti su 10 di età pari o superiore a 65 anni con MCI sviluppino demenza nell’arco di un anno).

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Cause
Molti fattori possono causare problemi con la memoria e il pensiero, non esiste un’unica causa, ma la condizione di MCI è fortemente correlata con l’età; circa il 10-20% delle persone di età superiore ai 65 anni sviluppa MCI, con un rischio che aumenta con l’avanzare dell’età e nei soggetti predisposti geneticamente (ad esempio portatori del gene APOE e4).
Tra gli altri fattori di rischio si annoverano:
oltre che tutti i più comuni fattori di rischio cardiovascolari (fumo, pressione alta, colesterolo alto, obesità, sedentarietà) e altri meno noti, come un basso livello d’istruzione e un’insufficiente esposizione ad attività stimolanti intellettualmente e/o socialmente.
In alcuni casi invece i sintomi potrebbero essere causati da condizioni curabili ed essere pertanto reversibili, ad esempio una grave reazione ai farmaci, difficoltà emotive, alcolismo, trombi, traumi cranici o tumori al cervello.
Tra i farmaci che potrebbe valere la pena rivalutare con il medico alla luce dell’insorgenza di sintomi cognitivi si trovano:
- Benzodiazepine (come alprazolam, bromazepam, …), usate per trattare condizioni come ansia, convulsioni e disturbi del sonno
- Antistaminici, spesso usati per gestire i sintomi di allergia
- Oppioidi, spesso usati per trattare il dolore
- Inibitori della pompa protonica, prescritti per trattare reflusso gastroesofageo.
Altre condizioni cliniche in grado di favorire l’insorgenza di sintomi sovrapponibili, almeno in parte, al MCI sono:
- Pressione alta, che aumenta il rischio di danni vascolari cerebrali
- Sindrome delle apnee notturne, che influisce pesantemente sulla qualità del riposo notturno.
Sintomi
I sintomi associati al disturbo neurocognitivo minore si trovano nello spazio di confine tra i cambiamenti legati ad un fisiologico invecchiamento e quelli più caratteristici di vere e proprie forme di demenza senile, come ad esempio:
- perdere spesso oggetti di uso comune,
- dimenticare appuntamenti importanti,
- notare difficoltà a seguire la trama di un film o di un libro,
- avere più difficoltà a trovare le parole rispetto ad altre persone della stessa età, oppure a seguire una conversazione.
Talvolta sono state segnalate anche difficoltà di movimento e problemi relativi al senso dell’olfatto.
I pazienti affetti da MCI non sperimentano i cambiamenti di personalità o gli altri problemi che sono più caratteristici dell’Alzheimer, sono anzi perfettamente in grado di prendersi cura di se stesse e svolgere le normali attività quotidiane.
Complicazioni
Soggetti affetti da MCI potrebbero sviluppare
- Depressione
- Ansia
- Irritabilità e aggressività
- Una generica mancanza d’interesse
Essere affetti da MCI espone a un aumentato rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer o una demenza correlata; più in particolare si stima che dal 10 al 20% delle persone di età pari o superiore a 65 anni con MCI sviluppi demenza nell’arco di un anno, ma non tutti i pazienti con MCI svilupperà demenza, in molti casi i sintomi possono rimanere gli stessi o addirittura migliorare.
Diagnosi
Spesso sono familiari e amici a notare vuoti di memoria con affliggono con maggior frequenza e consigliare di rivolgersi al medico; non esiste ad oggi un esame di laboratorio o strumentale in grado di confermare il sospetto di decadimento cognitivo lieve; si tratta invece di una diagnosi cui si perviene attraverso la valutazione della situazione clinica (visita neurologica) e l’esito di alcuni specifici test.
Esami di imaging come risonanza magnetica e TAC possono tuttavia essere utili per escludere problemi organici, come tumori, ictus e sanguinamenti, così come specifici esami del sangue possono escludere sindromi da carenza di:
- ferro,
- vitamina B12 e folati.
Cura
Ad oggi non esiste alcun trattamento né farmaco per curare il MCI, ma ci sono numerose strategie in grado di limitare l’impatto dei sintomi nelle attività quotidiane: mantenere la mente attiva è sicuramente il cardine del trattamento, che può inoltre poggiare su semplici abitudini come:
- Attenersi ad una routine quotidiana.
- Aiutarsi con calendari, liste e promemoria.
- Ordina gli oggetti di uso comune nello stesso posto ogni giorno.
- Dedicarsi a nuove attività e nuovi hobby.
- Dedicarsi al volontariato (in comunità, scuola locale, Chiesa, …).
- Trascorrere del tempo con amici e familiari.
- Dormire a sufficienza, in genere dalle sette alle otto ore per notte.
- Praticare regolarmente attività fisica.
- Adottare una dieta sana, ricca di frutta e verdura.
- Ridurre o evitare il consumo di alcolici.
Poiché l’MCI può essere un segno precoce di un problema di memoria più serio, è importante consultare il medico ogni 6-12 mesi per tenere traccia di eventuali cambiamenti nella memoria e nelle capacità di pensiero nel tempo. Se i sintomi progrediscono fino alla demenza, ottenere una diagnosi precoce può aiutare a prepararsi per il futuro: sebbene non esistano farmaci per arrestare o invertire la malattia di Alzheimer o una demenza correlata, esistono medicinali che possono aiutare a rallentare alcuni sintomi, come la perdita di memoria o problemi comportamentali.
Prevenzione
Fonti e bibliografia
- NIH
- Alzheimer.gov
- Cognitive Deficits – Aayush Dhakal; Bradford D. Bobrin
- MayoClinic
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.