Cos’è l’inulina?
Scoperta nel 1804, l’inulina è una fibra poco solubile; chimicamente è un polimero del fruttosio (β-D-fruttosio), ovvero formato da lunghe catene di molecole.
Mediante l’azione dell’enzima inulasi è possibile ottenere fruttosio, ma poiché l’organismo umano non è in grado di produrlo, l’inulina non può essere metabolizzata né assorbita ed è quasi priva di un reale impatto calorico.
Viene utilizzata da alcune piante come molecola per immagazzinare energia e si trova tipicamente nelle radici o nei rizomi.
Dove si trova?
È possibile trovare l’inulina soprattutto in:
- tuberi di topinambur,
- cicoria (da cui tipicamente viene estratta a scopo industriale; dopo la raccolta le radici vengono affettate e lavate, quindi immerse in un solvente, acqua calda o etanolo, ed infine isolata, purificata ed essiccata).
Più in generale la molecola può essere isolata in oltre 36.000 specie di piante, tra cui figurano anche
- agave,
- grano,
- cipolla,
- banane,
- aglio,
- asparagi.
Priva di colore e odore, dimostra un impatto sostanzialmente trascurabile sulle caratteristiche organolettiche dei prodotti alimentari (potrebbe essere avvertito un lieve sapore dolce).
A cosa serve
L’inulina viene usata nell’industria alimentare per sostituire, a seconda delle necessità e del risultato cercato, zucchero, farina e grassi, ma con un impatto calorico quasi trascurabile (1.5 calorie per grammo, contro i circa 4 di carboidrati/zuccheri). Questo è vantaggioso perché l’inulina contiene il 25-35% dell’energia alimentare dei carboidrati (amido, zucchero). Oltre ad essere un ingrediente versatile, l’inulina fornisce vantaggi nutrizionali aumentando l’assorbimento del calcio e possibilmente l’assorbimento del magnesio, favorendo la crescita dei batteri intestinali.
È considerata una forma di fibra solubile ed è talvolta classificata come prebiotico. Allo stesso tempo è anche considerata un FODMAP, una classe di carboidrati che fermenta rapidamente nel colon producendo gas. Sebbene i FODMAP possano causare alcuni disturbi digestivi in soggetti sensibili (ad esempio se affetti da colon irritabile), producono alterazioni potenzialmente favorevoli nella flora intestinale che contribuiscono al mantenimento della salute del colon.
A causa della limitata capacità del corpo di elaborare i fruttani, l’inulina ha un impatto minimo sulla glicemia e può potenzialmente essere utilizzata nella gestione delle malattie correlate alla glicemia, come la sindrome metabolica.
Perché se è fibra indigeribile apporta calorie?
I carboidrati alimentari hanno un apporto calorico di 3,9 kcal/g.
L’inulina (e l’oligofruttosio) estratti dalla cicoria resistono alla digestione e non vengono assorbiti nella parte superiore del tratto gastrointestinale, ma una volta raggiunto il colon intatto vengono idrolizzati e fermentati dai batteri presenti, che producono acidi a catena corta.
A seconda del grado di fermentazione e del modello utilizzato nel calcolo si stima che possa fornire un apporto variabile tra 0 e 2,5 kcal/g (ottenuti attraverso il catabolismo degli acidi a catena corta assorbiti).
Poiché è probabile che l’assunzione giornaliera di questi carboidrati sia sostanzialmente trascurabile, in genere si considera che l’apporto sia pressoché nullo a fini pratici.
Proprietà e benefici
Dal punto di vista alimentare rappresenta una fibra solubile (rientra nel più ampio gruppo dei fruttani) a cui vengono di norma associate le seguenti proprietà:
- riduzione dell’impatto calorico del pasto.
- effetto prebiotico sulla flora batterica intestinale (che è in grado di fermentarla),
- sembra in grado di migliorare i livelli circolanti di LDL (colesterolo cattivo),
- sembra in grado di migliorare i livelli circolanti di HDL e glicemia nella popolazione diabetica.
L’inulina è inoltre in grado di aumentare l’assorbimento del calcio e forse anche del magnesio.
Ad oggi l’unico claim autorizzato dall’EFSA relativamente alla cicoria è
L’inulina da cicoria contribuisce alle normali funzioni intestinali grazie a
un aumento della frequenza di evacuazione.
L’autorizzazione richiede che:
- Il consumatore [venga] informato che l’effetto benefico si ottiene con l’assunzione quotidiana di 12 g di inulina da cicoria.
- L’indicazione può essere usata solo per alimenti che forniscano un apporto giornaliero di almeno 12 g di inulina estratta da cicoria, una miscela non frazionata di monosaccaridi (< 10 %), disaccaridi, fruttani di tipo inulinico e inulina estratti dalla cicoria con un grado di polimerizzazione medio ≥ 9.
In parole più semplici si riconosce all’inulina la capacità di promuovere la salute dell’intestino, contrastando il fenomeno della stitichezza.
Metabolismo nell’organismo umano
L’inulina è indigeribile per l’uomo, perché la ptialina e l’amilasi (enzimi deputati alla digestione dei carboidrati complessi) non sono in grado di liberare le singole molecole di fruttosio.
L’inulina è una fibra solubile, questo significa che è in grado di dissolversi per formare un materiale gelatinoso; passa intatta attraverso gran parte del sistema digestivo e solo nel colon i batteri presenti sono in grado di fermentarla con rilascio di quantità significative di gas (anidride carbonica, idrogeno e/o metano), soprattutto in soggetti poco abituati al consumo.
Controindicazioni
Da un punto di vista alimentare l’inulina è un FODMAP, una classe di carboidrati a rapida fermentazione che può favorire la produzione di gas intenstinale, favorendo l’insorgenza di sintomi in alcuni soggetti affetti da sindrome del colon irritabile. Soggetti sensibili potrebbero lamentare
- Disagio intestinale (flatulenza, gonfiore, rumori di stomaco, eruttazione e crampi)
- Diarrea.
Rare, ma possibili, le reazioni allergiche.
Fonti e bibliografia
- Wikipedia
- Caloric value of inulin and oligofructose – M B Roberfroid
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.