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Cos’è il ferro
Il ferro è un minerale di cui il corpo ha necessariamente bisogno per funzionare in modo corretto; lo associamo tipicamente al sangue, dove in effetti rappresenta un atomo chiave dell’emoglobina, la proteina responsabile del trasporto di ossigeno, ma in realtà è indispensabile anche nella produzione di mioglobina, un’altra proteina che si occupa di ossigeno, ma questa volta all’interno del muscolo. E, ultimo ma non ultimo, è attivamente usato anche per la crescita fisica, lo sviluppo neurologico, il funzionamento cellulare e la sintesi di alcuni ormoni.
Alla luce di queste importanti funzioni, il ferro è considerato un minerale essenziale, ovvero da introdurre quotidianamente con la dieta, per compensare le perdite fisiologiche che si verificano attraverso urina, feci, tratto gastrointestinale e pelle.
La carenza di ferro, condizione nota anche come sideropenia, è una condizione medica relativamente comune ma spesso un po’ sottovalutata, o quantomeno trascurata, forse a causa dei suoi sintomi vaghi e poco specifici.
Carenza di ferro o anemia?
È importate comprendere che un’eventuale carenza di ferro non si trasforma necessariamente e immediatamente in anemia, e tra poco la definiremo meglio, ma passa invece attraverso diversi stadi: quando l’apporto con la dieta non è sufficiente a coprire le perdite, il corpo inizia ad attingere alle sue riserve, che in genere misuriamo nel sangue in forma di ferritina. Se le quantità in circolo sono inferiori al normale ci troviamo in condizione di carenza di ferro.
Qualora l’equilibrio tra assunzione e perdite non venga ristabilito, la carenza di ferro potrebbe progredire fino a interferire con la produzione di globuli rossi; c’è una fase in cui il corpo si trova a fare i conti con la carenza, ma riesce in qualche modo a porvi rimedio con alcuni adattamenti, salvo sfociare infine nella vera anemia da carenza di ferro, condizione caratterizzata da una riduzione della quantità di emoglobina nel sangue, oltre che da alterazioni rilevanti anche negli indici che riguardano i globuli rossi.
Per noi pazienti non è tanto importante ricordare i diversi passaggi, ma comprendere due aspetti fondamentali:
- un’eventuale carenza di ferro deve già essere affrontata e corretta prima di un’eventuale anemia,
- perché in realtà il nostro corpo è così bravo a compensare i principi di carenza che spesso i sintomi compaiono solo in fasi avanzate, ritardando così anche i tempi di risoluzione.
Aggiungo infine che anemia NON è un sinonimo di carenza di ferro, è invece una condizione caratterizzata da un’insufficiente quantità di emoglobina in circolo, di cui la carenza di ferro è senza dubbio la causa più comune, ma non l’unica.
Cause
Le donne in età fertile, a causa delle mestruazioni e della gravidanza, rappresentano il gruppo più a rischio di carenza di ferro, seguite dagli adolescenti, i quali attraversano una fase di rapido sviluppo fisico. Tuttavia, la carenza di ferro può interessare chiunque, qualora la dieta non fornisca quantità adeguate di questo nutriente o in presenza di perdite ematiche eccessive, che possono derivare non solo dalle mestruazioni, ma anche da sanguinamenti gastrointestinale o da una ridotta capacità di assorbimento dovuta a specifiche condizioni mediche o all’uso di certi farmaci.
Sintomi
Ma dicevamo dei sintomi… le manifestazioni di carenza di ferro iniziano in genere a farsi evidenti solo in caso di anemia conclamata e, uno dei sintomi più comuni e precoci della carenza di ferro, è un senso vago ma persistente di stanchezza e debolezza. Viene spesso interpretato e scambiato come una conseguenza inevitabile dello stress quotidiano, degli impegni professionali sempre più pressanti e da un riposo di scarsa qualità, ma in realtà si verifica perché l’emoglobina è essenziale per il trasporto dell’ossigeno a tutte le cellule dell’organismo, e se questa inizia a diminuire tutto il corpo inizia a farne le spese, ma primo fra tutti l’apparato muscolo scheletrico. E sempre grazie alle capacità compensatorie dell’organismo, l’insorgenza e la progressione può essere lenta, tanto lenta da passare inosservata.
E quando i muscoli non ricevono abbastanza ossigeno, il corpo prova a compensare aumentandone l’apporto, ecco perché viene il fiatone e il cuore inizia a battere più velocemente; questi sono normali meccanismi compensativi dell’organismo, ma se quando stai bene vengono attivati solo in caso di sforzi intensi, come una corsa, nel paziente anemico anche una breve rampa di scale può diventare un ostacolo decisamente impegnativo. Nei casi più severi può addirittura comparire dolore al petto, testimonianza chiara delle difficoltà del cuore a tenere il passo in carenza di ossigeno.
E sai qual è un altro organo che dell’ossigeno non può proprio farne a meno? Il cervello, ecco perché se non hai abbastanza ferro per produrre adeguata emoglobina un flusso di ossigeno insufficiente al cervello può manifestarsi in forma di mal di testa e giramenti di testa, soprattutto in ambienti poco ventilati o durante l’esercizio fisico, quando tutte le cellule del corpo si litigano l’insufficiente ossigeno a disposizione.
Ma se l’anemia fosse davvero severa, non è impossibile arrivare a sviluppare anche difficoltà di concentrazione e apprendimento.
Il paziente anemico si presenta poi con pelle pallida, un altro segno molto comune, ma che in realtà si osserva solo quando la riduzione dell’emoglobina è già severa: meno emoglobina in circolo significa sangue un po’ meno rosso, perché è proprio questa proteina la responsabile del caratteristico colore del sangue.
Tra gli altri segni e sintomi, forse meno noti ma legati alla carenza di ferro, figurano poi:
- fragilità delle unghie
- perdita dei capelli
- desiderio di mangiare ghiaccio o di consumare sostanze non alimentari come terra o gesso, la cosiddetta pica, segno che il corpo cerca in qualunque modo di ingerire ferro
- infiammazione della lingua
- sviluppo di acufene, ovvero la percezione di un sibilo nelle orecchie
- comparsa della sindrome delle gambe senza riposo.
Diagnosi
In ogni caso la diagnosi della carenza di ferro non può prescindere dagli esami del sangue che misurano i livelli di ferro, ferritina, emoglobina ed eventuali altri indici.
Curare la carenza di ferro
Al di là dei casi più severi di anemia, che possono arrivare a richiedere urgenti trasfusioni di sangue, in genere la terapia consiste nella correzione della dieta, eventualmente associata all’integrazione quando necessaria.
Sulla dieta ne abbiamo parlato in passato (Alimenti ricchi di ferro e Come sostituire il ferro della carne), mentre può valere la pena spendere qualche parola in più sugli integratori; la scelta della dose e tipologia spetta ovviamente al medico, ma è importante ricordare che l’assunzione di ferro in forma di integratori è tipicamente un po’ ostica, antipatica, perché causa spesso disturbi quali nausea, disagio durante la digestione, stitichezza o diarrea. Per diminuire il rischio di questi fastidi puoi provare a suddividere l’assunzione in più momenti, per ridurre la dose assunta volta per volta, e assumere compressa o fialetta a stomaco pieno. Ah, a proposito, potrebbe anche colorarti di nero le feci, di questo non spaventarti. Ci sono comunque diversi tipi di integratori e, sempre con la guida del medico, si può provare a cercare quello più adatto al proprio caso, per prove ed errori.
Non dimenticare…
Un aspetto che ci tengo a sottolineare è che l’eccesso di ferro può essere tanto e per certi versi più pericoloso della carenza, quindi assumi integratori sempre solo dietro indicazione medica e, per quanto riguarda l’alimentazione, privilegia le fonti vegetali, perché è con quelle che il tuo intestino riesce a modulare meglio l’assorbimento, aumentandolo e diminuendolo nel tempo secondo i propri bisogni.
Altre fonti
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.