Introduzione
Proctite è il termine medico che indica l’infiammazione del rivestimento interno del retto, il tratto terminale dell’intestino, che si manifesta con fastidio e talvolta dolore, spesso accompagnati dalla perdita di sangue e muco dall’ano.
La proctite intesa come condizione generale viene affrontata nell’articolo specifico, mentre in questa pagina ci occupiamo di proctite ulcerosa, una forma lieve di rettocolite ulcerosa.
La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD) caratterizzata dalla formazione di ulcerazioni superficiali nel rivestimento interno della mucosa dell’intestino crasso, superficiali perché non raggiungono la parete muscolare dell’organo.
Circa il 25-30% delle persone con diagnosi di rettocolite ulcerosa soffre di proctite ulcerosa, una forma in cui l’infiammazione inizia nel retto e si diffonde per non più di 20 cm nel colon (ovvero quasi solo il retto).

iStock.com/ttsz
La progressione di questa forma verso la colite ulcerosa, che si estende per un tratto più lungo del colon, si verifica in circa il 30-50% dei pazienti con proctite ulcerosa, mentre non è impossibile osservare una remissione completa.
Le ragioni che spiegano la comparsa della malattia non sono ancora state chiarite, ma l’orientamento attuale, avvalorato dalla numerosa letteratura prodotta negli ultimi anni, suggerisce che possa derivare dalla combinazione di numerosi fattori di tipo:
- ambientale,
- biologico (in particolare viene studiata la composizione della flora batterica intestinale),
- immunitario,
- genetico.
Non è invece chiaro il motivo per cui l’infiammazione sia limitata al retto.
Sebbene siano oggi disponibili numerosi farmaci e trattamenti in grado di alleviare i sintomi, non esiste una cura definitiva; la diagnosi di proctite ulcerosa può essere posta a qualsiasi età, anche se è più comune nei bambini piccoli e poi di nuovo intorno ai 40-50 anni.

Porzione terminale dell’intestino (retto) iStock.com/sankalpmaya
Terminologia
La colite ulcerosa era già nota nel lontano 1859, mentre la malattia di Crohn è stata scoperta più recentemente, nel 1932, dai dottori Crohn da cui appunto prende il nome. Sono entrambe considerate malattie infiammatorie intestinali e così differenziate:
- Morbo di Crohn: L’intestino tenue è coinvolto in 4 pazienti su 5, mentre in genere il retto viene risparmiato.
- Colite ulcerosa: La malattia è limitata al colon, non all’intestino tenue, mentre il retto è sempre coinvolto (per questa ragione la maggior parte degli autori considera i termini colite ulcerosa e rettocolite ulcerosa come sinonimi).
- La proctite ulcerosa è una forma più lieve, in cui è coinvolto il retto ed al limite un modesto tratto del colon.
Causa
Le malattie infiammatorie intestinali (IBD in inglese, MICI in italiano) sono condizioni croniche (ovvero di lunghissima durata) caratterizzate dall’infiammazione dell’intestino, con la conseguente comparsa di sintomi quali dolore e dissenteria (diarrea con sangue).
Le malattie infiammatorie intestinali non vanno confuse con la sindrome del colon irritabile, patologia diversa sotto tutti i punti di vista (solo parzialmente sovrapponibile per alcuni sintomi).
Le due principali IBD sono
- colite ulcerosa,
- morbo di Crohn,
La colite ulcerosa è una condizione in cui l’infiammazione è limitata alla porzione terminale dell’intestino e tra i pazienti che ne sono colpiti è possibile individuarne una parte in cui il processo è circoscritto al solo retto, l’ultimo tratto del colon.
Questa situazione viene diagnosticata come proctite ulcerosa, una forma limitata nella sua estensione di rettocolite ulcerosa, che è tipicamente anche la meno grave dal punto di vista dei sintomi.
Le malattie infiammatorie intestinali sono patologie autoimmuni, condizioni in cui il sistema immunitario dell’organismo per errore attacca tessuti sani.
La teoria più accreditata suggerisce che il sistema immunitario possa per qualche ragione sconosciuta scambiare la normale flora batterica intestinale per una minaccia, attaccandola, quando si tratta in realtà di una preziosa risorsa utile alla digestione e non solo.
Non è chiaro quale sia il motivo per cui questo avvenga, così come non si sa perché in alcuni pazienti il tratto intestinale colpito sia più ridotto, ma si pensa che possa essere il risultato di una combinazione di fattori genetici ed ambientali.
Altri ricercatori ipotizzano invece che alla base di tutto ci possa essere un’infezione virale o batterica responsabile dell’innesco del sistema immunitario, che per qualche ragione sconosciuta sono sia più in grado di “spegnersi” e continui così a sostenere l’infiammazione.
Studi effettuati sia a livello di nucleo famigliare che di popolazione sembrano infine suggerire la presenza di una qualche forma di predisposizione genetica allo sviluppo della condizione, innescata forse da fattori esterni (si è per esempio notato che la patologia è più comune in aree caratterizzate da una migliore situazione igienico-sanitaria).
Vale la pena notare che negli ultimi decenni si è verificato un importante aumento del numero di casi diagnosticati nelle società occidentali, non spiegabile dal solo affinamento delle tecniche diagnostiche.
Diffusione
Quasi 200.000 mila italiani soffrono delle cosiddette malattie infiammatorie croniche intestinali tra le quali si annoverano, fra le altre, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa: si tratta solo di una stima poiché manca un registro epidemiologico regionale e nazionale. Quello che risulta però evidente è l’aumento, in questi ultimi anni, dell’incidenza delle MICI fra i bambini.
Sintomi
I sintomi della proctite ulcerosa sono per lo più limitati al retto, la parte terminale dell’intestino; il sintomo chiave è la presenza di sangue nelle feci, riscontrabile nella quasi totalità dei pazienti (talvolta come unico sintomo, mentre è rara nel paziente affetto da Crohn).
Anche la diarrea (dissenteria se presente sangue) è una manifestazione comune, sebbene possa anche svilupparsi stitichezza, a causa delle difficoltà da parte dell’organismo di regolare adeguatamente la funzionalità intestinale.
Si verifica poi tenesmo, ossia il bisogno urgente, fastidioso e frequente di defecare, che tuttavia non trova completa risoluzione nemmeno dopo l’evacuazione (persiste spesso una sensazione di svuotamento incompleto).
Sintomi sistemici come febbre, stanchezza, nausea e perdita di peso sono possibili, ma non comuni.
Altri sintomi possibili possono essere:
- perdite di muco o pus dal retto,
- sensazione di pienezza del retto,
- dolori all’ano o al retto,
- dolore durante la defecazione,
- crampi addominali,
- dolore al lato sinistro dell’addome,
- defecazione con sangue.
Crohn e proctite ulcerosa molto spesso assumono un quadro clinico simile ed è per questo che non è facile diagnosticarle esattamente; anche la proctite è caratterizzata dall’alternarsi di fasi di benessere (remissione che dura settimane o mesi) e periodi di riacutizzazione.
Durante la riacutizzazione, scatenata da fattori ancora da chiarire (infezioni? stress?) il paziente può andare incontro anche a sintomi in altre parti del corpo, come ad esempio:
- artrite (dolore alle articolazioni),
- ulcere in bocca,
- arrossamenti sulla pelle,
- occhi rossi e irritati.
Nei casi più severi, definiti da una frequenza di evacuazione pari o superiore ai 6 episodi al giorno, possono comparire:
- mancanza di fiato,
- battito cardiaco irregolare,
- febbre,
- aumento del sangue nelle feci.
Questa presentazione è tuttavia più comune in forme più gravi di rettocolite ulcerosa.
Complicazioni
Le complicazioni principali sono in genere limitate all’infiammazione delle emorroidi e solo raramente si manifestano altre complicazioni come:
- ascessi (accumulo di pus, spesso accompagnato da gonfiore e dolore),
- sanguinamenti cronici o intensi, che possono determinare anemia;
- fistole, ovvero la formazione di vie di comunicazione abnormi (tunnel) tra due organi o tra un organo e l’esterno del corpo;
- stenosi rettali (restringimenti anomali del retto);
- ulcere (erosioni del rivestimento dell’intestino).
I pazienti con proctite ulcerosa non corrono un aumentato rischio di sviluppare tumore al colon.
Quando contattare il medico
In presenza dei sintomi seguenti, occorre consultare immediatamente un medico:
- sanguinamento dal retto,
- perdite di muco o pus dal retto,
- intensi dolori addominali.
Diagnosi
Il medico diagnostica la proctite ulcerosa in base all’anamnesi, all’esame obiettivo, a esami di laboratorio e a procedure mediche.
Anamnesi
Il medico analizza i sintomi e indaga l’anamnesi del paziente attraverso una serie di domande, che si concentrano in particolare su:
- condizioni mediche attuali e passate,
- sintomi,
- famigliarità per malattie infiammatorie intestinali.
Esame obiettivo
Il medico eseguirà un esame obiettivo, completo di esplorazione rettale digitale, durante la quale si valuta la presenza di dolore, sanguinamenti e problemi interni (emorroidi, polipi o ulcere).
Esami di laboratorio
Il medico può richiedere uno o più dei seguenti esami per confermare la diagnosi di proctite ulcerosa e/o distinguerla da altre forme di proctite:
- Esami del sangue: un campione di sangue verrà prelevato da personale sanitario e sottoposto a esame. L’esame del sangue può mostrare i segni di alcune condizioni e malattie che causano proctiti, come le MST e altre infezioni;
- Esame delle feci: l’esame delle feci può rivelare segni di sanguinamento dal retto e segni di infezioni all’origine di proctite.
- Coltura rettale: la coltura rettale è un esame in grado di evidenziare, se presente, un’eventuale infezione in grado di causare e sostenere la proctite; è quindi normalmente utile ad escludere l’ipotesi di rettocolite ulcerosa.
Procedure mediche
Il medico può richiedere una o più delle procedure di seguito elencate per confermare la diagnosi di proctite. Con tali procedure, il medico può anche diagnosticare alcune cause di proctite, come il morbo di Crohn e la colite ulcerativa, e alcune complicanze.
- colonscopia,
- sigmoidoscopia flessibile,
- rettoscopia (o proctoscopia), procedura in cui retto e ano vengono esplorati dall’interno usando un apposito endoscopio.
Cura
Gli obiettivi del trattamento sono sostanzialmente due:
- ridurre lo stato infiammatorio dell’intestino, e con esso i sintomi,
- prevenire eventuali recrudescenze dei sintomi, mantenendo il paziente in remissione.
Tra le più comuni classi di farmaci prescritti per il trattamento della proctite ulcerosa ricordiamo:
- Antidiarroici.
- Aminosalicilati; questi farmaci contengono acido 5-aminosalicilico (5-ASA), che aiuta a controllare l’infiammazione. Sono esempi di aminosalicilati:
- balsalazide,
- mesalamina,
- olsalazina,
- sulfasalazina.
- Corticosteroidi; anche detti cortisonici, questi composti aiutano a ridurre l’attività del sistema immunitario. Sono corticosteroidi:
- budesonide,
- idrocortisone,
- metilprednisolone,
- prednisone.
- Immunomodulatori; questi farmaci riducono l’attività del sistema immunitario, riducendo l’infiammazione del tratto digerente. Includono:
- 6-mercaptopurina,
- azatioprina,
- ciclosporina,
- metotrexate.
Dieta
Poiché la maggior parte dei nutrienti viene assorbita nei tratti precedenti dell’intestino, i pazienti colpiti da proctite ulcerosa in genere non sviluppano carenze nutrizionali, tuttavia l’attenzione alla dieta può essere un fattore di grande influenza nel contenimento dei sintomi.
Una dieta ad alto contenuto di fibre può peggiorare i sintomi, soprattutto nelle fasi acute d’infiammazione caratterizzate dalla comparsa di diarrea, durante i quali potrà essere necessario anche evitare alcuni alimenti che possono peggiorare il sintomo:
- caffeina,
- fruttosio, uno zucchero della frutta e del miele; viene aggiunto a molti cibi confezionati e a bibite come dolcificante sotto forma di sciroppo di glucosio-fruttosio, preparato dal mais,
- lattosio, uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati,
- alcoli dello zucchero, come maltitolo, sorbitolo, isomalto e xilitolo, dolcificanti usati nell’industria alimentare nei prodotti etichettati “senza zucchero”.
Consultare comunque il medico prima di variare la dieta, onde evitare pericolose carenze.
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.
Può verificarsi anche stipsi?
È sicuramente meno comune, ma può succedere:
http://www.siucp.org/patologie-colon-retto/Colite-ulcerosa-38.aspx#4
Esistono creme antiemorroidarie senza cortisone? Ho letto che in presenza di sangue non va applicato…
Non posso elencare/consigliare farmaci, ma le confermo che ne esistono numerose.