Biotina per capelli e unghie: a cosa serve?

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Cos’è la biotina?

La biotina è una molecola essenziale, ovvero una sostanza che l’organismo umano deve necessariamente introdurre con la dieta perché incapace di produrla autonomamente.

È stata scoperta nei primi decenni del XX secolo in circostanze curiose: nel 1916 si osservò come una dieta eccessivamente ricca di albume d’uovo crudo diventasse rapidamente causa di tossicità in numerosi animali, oltre che nell’uomo; quando l’unica fonte proteica consisteva in questo alimento, comparivano disfunzione neurologica, perdita di capelli, dermatite e infine morte. Bisogna tuttavia aspettare molti anni affinché la biotina venga isolata e collegata agli esperimenti senza risposta relativi all’albume d’uovo.

Diversi gruppi di ricerca, tra cui anche lo scienziato ungherese Paul Gyorgy, si occuparono della questione scoprendo la biotina negli anni ’30, ma è solo nel 1941 che il mistero viene finalmente svelato: la tossicità dell’albume d’uovo era causata dal legame della biotina con l’avidina, un fattore antinutrizionale presente nell’albume, che impediva il corretto assorbimento della molecola, rendendo gli animali rapidamente carenti di una vitamina chiaramente essenziale.

La biotina è solubile in acqua ed è attivamente coinvolta in un’ampia gamma di processi metabolici, principalmente legati all’utilizzo di grassi, carboidrati e amminoacidi; una sua carenza può manifestarsi in forma di disturbi alla pelle, ai nervi e agli occhi.

Anche indicata con il nome di vitamina H, commercialmente si trova tipicamente inclusa negli integratori contro la caduta dei capelli e per la fragilità delle unghie.

Quanta ne serve?

Secondo le linee guida italiane non è ad oggi possibile definire il fabbisogno medio di biotina, né la dose massima tollerabile, mentre la quantità giornaliera considerata adeguata prevede (dosi in μg, ovvero microgrammi):

  • 6-12 mesi: 7
  • 1-3 anni: 10
  • 4-6 anni: 15
  • 7-10 anni: 20
  • 11-14 anni: 25
  • 15-17 anni: 30
  • Adulti: 30
  • Gravidanza e allattamento: 35

Dove si trova?

È possibile introdurre biotina attraverso numerosi alimenti; tra le fonti più ricche si annoverano:

  • frattaglie,
  • uova,
  • pesce,
  • carne,
  • semi,
  • noci
  • e alcuni ortaggi (come le patate dolci).
Alimenti contenenti biotina

Shutterstock/Yulia Furman

Il contenuto effettivamente presente può tuttavia variare sensibilmente, per fattori quali ad esempio la varietà del vegetale e la stagione di raccolta e lavorazione del cibo; si ricordi inoltre che l’avidina, una glicoproteina contenuta negli albumi crudi (la cottura la disattiva), si lega strettamente alla biotina alimentare e ne impedisce il corretto assorbimento.

Nei vegetali si osserva una biodisponibilità inferiore, ma è utile ricordare che può essere prodotta anche dai batteri intestinali (e si ritiene che nemmeno una dieta strettamente vegana possa costituire un rischio di carenza), nel complesso non si ritiene quindi che che si una un’effettiva diffusione di stati carenziali nelle popolazioni occidentali.

La biotina viene assorbita nell’intestino tenue e, per la maggior parte, immagazzinata poi nel fegato.

A cosa serve? Per capelli e unghie?

Fisiologicamente la biotina viene usata dall’organismo in numerosi processi metabolici e di regolazione dell’espressione genica, ma poiché tra i sintomi più caratteristici di una sua carenza figurano eruzioni cutanee, perdita di capelli e unghie fragili, non dovrebbe stupire che integratori a base di questa vitamina vengano spesso promossi per favorire la salute degli annessi cutanei. Nella migliore delle ipotesi, questi claim sono tuttavia supportati solo da pochi case report e piccoli studi.

Sebbene non esistano quindi particolari controindicazioni a provare un’integrazione di qualche settimana (la biotina è molto ben tollerata anche ad alti dosaggi), non esistono ad oggi evidenze chiare di efficacia nella popolazione generale.

Carenza

La carenza di biotina è rara e non è mai stata segnalata in forma grave in soggetti sani che seguano una normale dieta mista.

Segni e sintomi di carenza compaiono in modo graduale e possono comprendere:

  • diradamento dei capelli con progressione verso la perdita di tutti i peli del corpo
  • eruzione cutanea rossa e squamosa intorno alle aperture del corpo (occhi, naso, bocca e perineo)
  • congiuntivite (infiammazione della congiuntiva, con occhi rossi)
  • acidosi lattica (che si verifica quando la produzione di lattato supera la capacità di smaltimento) e aciduria (quantità eccessive di acido nelle urine)
  • convulsioni
  • infezioni della pelle
  • unghie fragili
  • compromissione neurologica negli adulti:
  • ipotonia (perdita del tono muscolare) letargia (incapacità di rimanere svegli) e ritardo dello sviluppo nei neonati.

Sono a rischio di carenza

  • pazienti affetti da deficit genetico di biotinidasi (una rara malattia autosomica recessiva)
  • alcolisti
  • donne in gravidanza e allattamento.

Si noti infine che l’assunzione di farmaci antiepilettici potrebbe ridurre la capacità di assorbimento della vitamina.

Effetti collaterali

La biotina è considerata ragionevolmente sicura anche ad alte dosi; diversi studi non hanno riscontrato effetti avversi fino a dosi molto elevate (anche perché l’eccesso viene rapidamente escreto con le urine). Secondo alcune fonti un drammatico eccesso di biotina potrebbe causare insonnia, sete eccessiva e aumento della minzione, ma si tratta di un rischio più teorico che pratico.

Va tuttavia tenuto presente che l’assunzione di integratori contenenti biotina potrebbe alterare l’esito di alcuni comuni esami del sangue, portando ad una gestione inappropriata del paziente o addirittura alla formulazione di una diagnosi errata. Tra gli esami con cui sono state accertate possibili interferenze figurano:

L’interferenza della biotina può produrre sia risultati falsamente normali che falsamente anormali, quindi in modo imprevedibile.

Si consiglia l’interruzione dell’assunzione dell’integratore almeno 48 ore prime del prelievo, anche di più in caso di dosi elevate.

Controindicazioni

Non si segnalano specifiche controindicazioni all’assunzione di integratori a base di biotina, con l’importanza avvertenza del paragrafo precedente, relativa al rischio di alterazione degli esami del sangue.

Biotina e tiroide

La biotina NON interferisce con il funzionamento della tiroide, ma è nota per la possibile interferenza negli esami del sangue utilizzati per la sua valutazione; l’Agenzia Italiana del Farmaco segnala che:

  • nei pazienti che assumono biotina si possono riscontrare risultati erroneamente alti oppure erroneamente bassi [… e] tali risultati non attendibili possono portare a una gestione inappropriata del paziente o ad una diagnosi errata.
  • [Ad esempio] la biotina può determinare dei risultati per i test della tiroide che mimano la malattia di Graves, e comportare quindi un trattamento non necessario con farmaci antitiroidei.

Fonti e bibliografia

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