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Introduzione
Una leggera perdita di sangue durante la gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, è un evento relativamente comune e non necessariamente indicativo di aborto, per quanto sia sempre indispensabile segnalarlo tempestivamente al proprio ginecologo per verificarne le cause.
Nei primi mesi di gravidanza si tratta di un sintomo che colpisce fino a una donna su quattro e in genere si tratta di piccole perdite (spotting); nei primissimi giorni dopo il concepimento potrebbe essere dovuto alle cosiddette perdite di impianto, ossia all’ovulo fecondato che trova il suo posto definitivo sulle pareti dell’utero, ma questo si verifica solo in alcune donne e prima del ritardo mestruale.
Concentreremo quindi la nostra attenzione sulle perdite che si verificano in seguito, quando tipicamente la donna è quindi già consapevole di essere incinta.
In alcuni casi non c’è una vera e propria ragione individuabile e la gravidanza procede regolarmente, in altri casi potrebbe trattarsi di una leggera infezione vaginale o del tratto urinario (cistite), o ancora alcune donne potrebbero manifestare un leggero sanguinamento a seguito di un rapporto sessuale, probabilmente perché il collo dell’utero è molto tenero e sensibile. Avere dei normali rapporti sessuali non aumenta il rischio di andare incontro ad un aborto spontaneo, ma per precauzione in caso di perdite si consiglia di sospenderli fino a controllo ginecologico.
Da un punto di vista generale si consiglia di:
- Contattare sempre il ginecologo in caso di perdite di sangue, anche se si trattasse solo di tracce.
- In caso di perdite di sangue si dovrebbe sempre portare un salvaslip in modo da poter controllare quanto e che tipo di sanguinamento si è verificato.
- Non si dovrebbe mai indossare un assorbente interno od introdurre qualsiasi altra cosa nella zona vaginale, e non bisogna avere rapporti sessuali se si è verificato un sanguinamento.
- Se si sta sperimentando anche uno qualsiasi degli altri sintomi menzionati qui di seguito in collegamento con una possibile complicazione, è preferibile contattare tempestivamente un medico.

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Prima parte della gravidanza
Aborto spontaneo
Le prime 12 settimane di gravidanza (primo trimestre) sono quelle legate a un maggior rischio di aborto spontaneo e si stima che fino a una gravidanza su cinque si concluda purtroppo in questo modo (in alcuni casi anche prima che la donna si renda conto della gravidanza, per esempio per un ovulo chiaro).
Quando l’aborto si verifica entro le prime 14 settimane generalmente la causa è da ricercarsi in un qualche errore verificatosi sin dal prime fasi della gestazione e non c’è nulla che si sarebbe potuto fare per impedirlo.
Il sanguinamento vaginale può variare sensibilmente quanto ad entità, da un leggero spotting a un forte sanguinamento, in genere di colore rosso vivo; la presenza di sangue può essere intermittente per diversi giorni, oppure presentarsi solo in un’occasione.
Oltre all’eventuale sanguinamento vaginale i sintomi cui prestare attenzione sono:
- crampi e dolore addominale/pelvico,
- perdite vaginali di muco od altro fluido,
- perdita di frammenti di tessuto dalla vagina (come durante la mestruazione),
- sparizione dei sintomi tipici della gravidanza (come la nausea e la tensione al seno).
Un aborto spontaneo non significa che non si possa avere una gravidanza futura sana, o che voi stessi non siate sani, ma è spesso solo un meccanismo di protezione creato dalla Natura verso eventi imprevedibili e nella maggior parte delle coppie dovuti al caso.
Gravidanze ectopiche
Una gravidanza ectopica si verifica quando l’ovulo s’impianta al di fuori delle zone previste all’interno dell’utero; nella maggior parte dei casi questo avviene nelle tube di Falloppio.
Il sintomo caratteristico di questa condizione è il sanguinamento, spesso accompagnato da dolore su un lato ben preciso; si tratta di una situazione di emergenza che, al di là della pur drammatica perdita della gravidanza, può essere causa di lesioni permanenti nella donna (ad esempio perdita della tuba interessata) e che richiede quindi immediata assistenza medica.
Tra gli altri sintomi possibili ricordiamo:
- dolore riflesso alla spalla,
- fastidio durante l’evacuazione o la minzione,
- diarrea.
In caso di rottura della tuba i sintomi possono trasformarsi come segue:
- un dolore forte, improvviso e intenso a livello della pancia,
- vertigini,
- sensazione di svenimento,
- malessere generale,
- pallore.
La diagnosi di certezza viene formulata attraverso l’ecografia.
Gravidanza molare
La gravidanza molare rappresenta una causa rara di sanguinamento, in cui si verifica una crescita di tessuto anomalo al posto dell’embrione.
In genere l’unico sintomo che può essere avvertito dalla donna è la presenza di perdite vaginali, mentre la diagnosi avviene attraverso l’ecografia.
Può nascere il sospetto di gravidanza molare in caso di livelli insolitamente elevati di beta-hCG (ormone della gravidanza).
Seconda parte della gravidanza
Placenta previa
La placenta previa è un’emergenza medica tipica del terzo trimestre di gravidanza ed è caratterizzata da una posizione anomala della placenta, che si trova tra la cervice e il feto; può essere causa di emorragie anche gravi.
Il sangue perso, talvolta molto abbondante, è di colore rosso chiaro.
Si tratta fortunatamente di una condizione poco comune, che tuttavia è spesso difficile da diagnosticare perché tipicamente priva di dolore.
Sono considerati fattori di rischio:
- precedenti episodi di placenta previa,
- precedenti parti cesarei,
- precedenti revisioni dell’utero,
- età materna inferiore ai 20 anni o superiore ai 35 anni,
- consumo di alcolici o sostanze d’abuso (fumo, cocaina, …),
- numerose gravidanze precedenti senza adeguata pausa tra una e l’altra.
Distacco della placenta
Il distacco intempestivo della placenta è una condizione potenzialmente grave della gravidanza che si verifica quando la placenta, l’organo temporaneo che permette gli scambi di sostanze nutritive tra mamma e feto, si stacca dall’utero prima del completamento del parto; si tratta di un’emergenza medica perché può diventare causa di importante emorragia materna e sofferenza fetale.
Si verifica in circa 0,5-1 casi ogni 200 gravidanze, ma fortunatamente nella gran parte dei casi si tratta di distacco parziale, e si verifica più comunemente nelle ultime settimane di gestazione.
Tra i fattori di rischio principali ricordiamo:
- precedenti di distacco di placenta,
- pre-eclampsia,
- ipertensione,
- trauma addominale,
- consumo di sostanze d’abuso (fumo, cocaina, …),
- cordone ombelicale corto,
- rottura delle membrane,
- trombofilia,
- gravidanza gemellare,
- età materna superiore ai 40 anni.
Il sanguinamento vaginale può essere causato dal distacco della placenta dalla parete uterina, prima o durante il travaglio. Solo l’1% delle donne incinte ha questo problema e si verifica di solito durante le ultime 12 settimane di gravidanza.
Nelle prime fasi non è in genere causa di sintomi, mentre in un secondo momento possono comparire:
- dolore diffuso a tutto l’addome o localizzato all’altezza dell’utero,
- mal di stomaco,
- perdite vaginali di sangue rosso scuro.
Vasa praevia
I vasa praevia sono una complicazione della gravidanza caratterizzata dalla presenza di vasi sanguigni del feto che attraversano o decorrono nelle vicinanze dell’apertura dell’utero verso la cervice; in caso di danno durante la rottura delle membrane può verificarsi un sanguinamento più o meno importante a livello vaginale.
Si tratta di un’eventualità molto rara (0.6 casi ogni mille gravidanze) e l’unico fattore di rischio conosciuto è l’inseminazione in vitro; in molti casi purtroppo possono causare la morte del feto.
I sintomi tipici sono tre:
- sanguinamento senza dolore,
- rottura delle membrane,
- rallentamento del battito cardiaco fetale.
Quando viene riconosciuta richiede l’immediato parto cesareo.
Parto
Le perdite possono essere anche un segno dell’avvicinarsi del momento del parto (travaglio), possono comparire fino a poche settimane prima del termine, normalmente sotto forma di piccole quantità di muco e di sangue.
In alcuni casi può trattarsi della perdita del tappo mucoso, segnale che il parto è imminente (l’espulsione può avvenire da qualche giorno prima del parto fino al momento del travaglio).
Se si verifica in anticipo si potrebbe avere un parto prematuro ed è quindi importante consultare immediatamente il proprio ginecologo.
I seguenti sintomi, se si verificano prima della 37° settimana di gravidanza, sono segni di parto prematuro:
- contrazioni ogni 10 minuti o più frequenti,
- cambiamenti nelle perdite vaginali (muco, sangue, …),
- senso di pressione pelvica o sulla parte inferiore dell’addome a causa del feto che spinge,
- mal di schiena,
- crampi allo stomaco, con o senza diarrea, simili a quelli provati durante la mestruazione.
Altro
Nel secondo o terzo trimestre sono infine possibili ulteriori cause per spiegare possibili sanguinamenti vaginali, ricordiamo per esempio:
- aborto spontaneo,
- rapporti sessuali (che possono causare un leggero spotting),
- presenza di fibromi uterini o altre crescite uterine,
- cervice incompetente (una prematura apertura della cervice, il canale dell’utero attraverso cui passerà il feto al momento del parto),
- problemi di infezioni e/o infiammazioni alla cervice,
- rottura dell’utero (che si può verificare in genere a livello della cicatrice presente dovuta a un precedente cesareo).
Perdite bianche
Quasi tutte le donne manifestano un aumento delle perdite vaginali bianco-trasparenti durante i nove mesi di gravidanza (leucorrea gravidica), si tratta di un meccanismo del tutto fisiologico (normale) volto ad impedire la risalita di microrganismi patogeni verso l’utero.
Nel caso in cui le perdite, normalmente inodori,
- acquisiscano un odore sgradevole
- e/o cambino colore
- e/o siano accompagnate da altri sintomi (irritazione, prurito, …)
si raccomanda di verificare con il ginecologo che non si tratti di candida od altra infezione vaginale.
Verso la fine della gravidanza la quantità aumenta ulteriormente e, indicativamente nell’ultima settimana circa, può apparire in forma di strisce di muco rosa appiccicoso e gelatinoso, segno che il parto potrebbe essere ormai imminente.
Quando contattare il medico
Si raccomanda di contattare immediatamente il proprio ginecologo a seguito di perdite vaginali di sangue, soprattutto se:
- il sanguinamento è importante,
- sono presenti crampi o dolori,
- si manifestano vertigini,
- si avverte dolore addominale e/o pelvico.
SI raccomanda di contattare il ginecologo anche in caso di arresto del sanguinamento, in quanto rimane necessario capire la causa (o quantomeno escludere quelle patologiche); se il ginecologo non fosse disponibile rivolgersi in Pronto Soccorso.
Fonti e bibliografia
-
- American Pregnancy
- Vaginal bleeding in pregnancy, MedLinePlus
- NHS, licensed under the OGL
Le domande più frequenti
Perdite in gravidanza: quando preoccuparsi?
È normale avere mutande bagnate e perdite bianche in gravidanza?
Cosa significano le perdite marroni in gravidanza a 6 settimane?
Le perdite di sangue in gravidanza senza dolori sono preoccupanti?
Quali sono le implicazioni delle perdite di sangue durante la gravidanza e quando è necessario contattare un medico?
Quando è necessario recarsi al Pronto Soccorso durante la gravidanza?
Quali sono i sintomi che richiedono un consulto medico urgente durante la gravidanza?
È normale avere dolori addominali durante le prime settimane di gravidanza?
Autore
Dr. Roberto Gindro
DivulgatoreLaurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.