Introduzione
Le beta globuline sono proteine prodotte dal fegato che vengono rilasciate nel sangue in presenza di un processo infiammatorio oppure in corso di alcune malattie. Sono suddivise a loro volta in due gruppi, beta 1 e beta 2 globuline, il cui valore aumenta o diminuisce in parallelo nella maggior parte dei casi.
Dopo il prelievo del sangue, vengono separate in laboratorio nelle diverse componenti grazie a un procedimento definito elettroforesi, che permette di dividere e, di conseguenza, classificare e identificare le proteine in base alla loro mobilità all’interno di un campo elettrico.
Durante l’elettroforesi la frazione del siero del sangue (la parte liquida, privata delle cellule) viene posizionata su un supporto di carta ed esposto al passaggi di una corrente elettrica; le proteine, per effetto del campo elettromagnetico, si dispongono sulla carta a formare bande la cui dimensione è funzione della percentuale di ciascuna frazione proteica.

Un piccolo trucco per ricordare l’esito di un’elettroforesi delle proteine normale (immagine derivata da By Simon Caulton – Own work, CC BY-SA 3.0, Link e iStock.com/blackred)
Le singole proteine, ad eccezione dell’albumina, di solito non sono misurate singolarmente (visibile nell’immagine associata al mignolo).
Valori normali
- Proteine totali 6.0–8.0 g/dl
- Beta globuline 0.7–1.2 g/dl (7–14% del totale)
Fonte: McGraw-Hill’s Manual of Laboratory & Diagnostic Tests
Si sottolinea che i valori di riferimento possono cambiare leggermente da un laboratorio all’altro, per questo si raccomanda di fare sempre riferimento al proprio referto.
Descrizione
Nel loro insieme le beta globuline comprendono diverse proteine:
- beta 2 – microglobulina,
- plasminogeno,
- transferrina,
- angiostatine,
- properdina,
- globulina legante gli ormoni sessuali,
- fibrinogeno,
- proteine del complemento (in particolare C3 e C4),
- lipoproteine (in particolare LDL ossia lipoproteine a bassa densità).
Interpretazione dei valori
Da un punto di vista molto generale la concentrazione delle beta globuline nel sangue aumenta nel caso di infiammazione, ma una variazione dei valori dev’essere sempre contestualizzata e supportata da ulteriori parametri di laboratorio che possono indirizzare verso una diagnosi più precisa.
Beta globuline alte
Un valore significativamente aumentato delel beta globuline circolanti può essere legato a:
- cirrosi biliare,
- tumori (mieloma multiplo con aumento della beta 2 – microglobulina),
- malattia di Cushing,
- diabete mellito (non sempre),
- ipotiroidismo,
- anemia da carenza di ferro,
- ipertensione arteriosa maligna,
- sindrome nefrosica,
- poliarterite nodosa,
- ittero ostruttivo,
- ipercolesterolemia (venendo conteggiata anche la quantità di colesterolo LDL).
Anche uno stato di gravidanza, nel terzo trimestre, può indurre un aumento non preoccupante dei valori.
Beta globuline basse
Una diminuzione patologica delle beta globuline può essere conseguenza di
- malnutrizione (insufficiente assunzione di proteine),
- livelli molto bassi di LDL (dovuti alla presenza di malattie genetiche).
Essendo la frazione beta costituita prevalentemente da transferrina, è comune che un valore elevato sia la conseguenza di uno stato di carenza di ferro.
Quando viene richiesto l’esame
L’elettroforesi e, di conseguenza, la richiesta dei valori delle beta globuline, viene richiesta nel caso in cui vi sia il sospetto di:
- malattia autoimmune,
- patologia renale o del fegato,
- bassi livelli di emoglobina o globuli rossi (anemia),
- mieloma multiplo e sintomi associati (dolore osteoarticolare, stanchezza, disturbi renali, elevati livelli di calcio nel sangue, anemia, disturbi neurologici, infezioni ricorrenti),
- traumi associati a fratture frequenti.
Fattori che possono influenzare i valori
Alcuni farmaci sono in grado di alterare i risultati dell’esame, tra questi si annoverano:
- cortisonici,
- ipoglicemizzanti (utilizzati per il diabete),
- antibiotici (neomicina, sulfamidici, isoniazide),
- pillola anticoncezionale,
- neurolettici (clorpromazina),
- anticonvulsivanti (fenacemide).
Rischi e preparazione
Non sussistono particolari rischi legati all’esecuzione dell’esame, mentre è richiesto che il paziente rimanga a digiuno per almeno 8 ore prima del prelievo di sangue.
Seppur molto raramente, può accadere che si verifichi, come in un qualsiasi prelievo ematico:
- sanguinamento eccessivo,
- svenimento o sensazione di stordimento,
- ematoma (accumulo di sangue sottocutaneo),
- infezione (un rischio che, seppur basso, può esserci ogniqualvolta la cute non è integra).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Francesco Netto
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Trieste n. 4639