Alfa globuline
Le alfa globuline sono proteine prodotte dal fegato che vengono rilasciate nel sangue in presenza di un processo infiammatorio, oppure in corso di alcune malattie. Sono suddivise in due gruppi:
- alfa 1 globuline
- e alfa 2 globuline.
Dopo il prelievo del sangue da una vena vengono separate in laboratorio nelle diverse componenti grazie a un procedimento definito elettroforesi, che permette di dividere, e di conseguenza identificare, le proteine in base alla loro mobilità all’interno di un campo elettrico.

Un piccolo trucco per ricordare l’esito di un’elettroforesi delle proteine normale (immagine derivata da By Simon Caulton – Own work, CC BY-SA 3.0, Link e iStock.com/blackred)
Una variazione dei valori dev’essere sempre contestualizzata e supportata da ulteriori parametri di laboratorio, che possano indirizzare il medico verso una diagnosi più precisa.
Valori normali
- Alfa 1 globuline: 0.1 – 0.3 g/dL o 2 – 3.5 %
- Alfa 2 globuline: 0.6 – 1.0 g/dL o 6 – 11 %
I valori di riferimento possono variare leggermente da un laboratorio all’altro, si invita il lettore a fare sempre riferimento al proprio referto.
Interpretazione
Le alfa globuline 1 e 2 comprendono a loro volta diverse proteine:
- Alfa 1 globluline
- Alfa 1-antitripsina
- Alfa 1-antichimotripsina
- Siero amiloide A
- Alfa 1-acido glicoproteina
- Alfa 1-lipoproteina
- Alfa 2 globuline
- Aptoglobina
- Alfa 2 -macroglobulina
- Alfa 2 -lipoproteina
- Globulina legante gli ormoni tiroidei (TBG)
- Ceruloplasmina
- Proteina C
- Angiotensinogeno
Valori alti o bassi dei livelli di alfa globuline possono far sospettare una malattia sottostante, ma devono sempre essere interpretate nel contesto generale fornito dagli altri esami richiesti, dai sintomi e segni emersi durante l’esame obiettivo e dalla storia clinica del paziente.
Alfa 1 globuline basse
Il riscontro di alfa globuline di tipo 1 più basse rispetto ai valori normali potrebbe essere causato da
- malattie del fegato,
- carenza di alfa 1-antitripsina (soprattutto genetico, con conseguenti disturbi al fegato e ai polmoni).
Alfa 1 globuline alte
Un aumento delle alfa 1 globuline potrebbe essere legato a:
- processi infiammatori acuti,
- tumori,
- malattie autoimmuni (lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, diabete tipo 1, …).
Anche lo stato di gravidanza può spiegare un aumento, che ovviamente viene in questo caso considerato para-fisiologico (cioè non preoccupante in quanto legato ad un evento del tutto normale e non legato a malattia).
Alfa 2 globuline basse
Una riduzione dei valori normali di alfa 2 globuline può essere la conseguenza di:
- malnutrizione,
- anemia megaloblastica,
- malattie del fegato,
- malattia di Wilson (malattia genetica che causa un accumulo di rame negli organi e tessuti),
- emolisi (eccessiva distruzione dei globuli rossi).
Alfa 2 globuline alte
Valori di alfa 2 globuline alti possono far sospettare:
- insufficienza dei surreni,
- diabete mellito in fase avanzata,
- sindrome nefrosica,
- ipertiroidismo,
- infarto,
- malattie del collagene,
- morbo di Alzheimer,
- linfoma di Hodgkin.
Come nel caso delle alfa 1 globuline, anche quelle di tipo 2 possono aumentare in modo non preoccupante durante la gravidanza.
Quando viene richiesto l’esame
L’elettroforesi e, di conseguenza, la richiesta dei valori delle alfa globuline avviene nei seguenti casi:
- malattie del sistema nervoso periferico non ben definite (non attribuibili a diabete mellito, esposizione a tossine, chemioterapia, …),
- ipercalcemia (valori elevati di calcio nel sangue) attribuita a possibili tumori,
- anemia (riduzione patologica di emoglobina e/o globuli rossi e/o ematocrito) di nuova insorgenza,
- infezioni ricorrenti,
- traumi associati a fratture frequenti.
Può infine essere prescritta come esame di routine.
Fattori che possono influenzare i valori
Prima dell’esecuzione del test, è sempre opportuno segnalare i farmaci che il paziente assume, perché sono numerosi quelli in grado di alterarne i valori, tra cui:
- cortisonici,
- ipoglicemizzanti (utilizzati per il diabete),
- antibiotici (neomicina, sulfamidici, isoniazide),
- pillola anticoncezionale,
- neurolettici (clorpromazina),
- anticonvulsivanti (fenacemide).
Preparazione
Non sussistono particolari rischi all’esecuzione dell’esame, mentre ai fini di una corretta valutazione è importante che il paziente rimanga a digiuno per almeno 8 ore prima del prelievo di sangue.
Rischi
Seppur molto raramente, può accadere che si verifichi, come in un qualsiasi prelievo ematico:
- sanguinamento eccessivo,
- svenimento o sensazione di stordimento,
- ematoma (accumulo di sangue sottocutaneo),
- infezione (un rischio che, seppur basso, può esserci ogniqualvolta la cute non è integra).
Fonti e bibliografia
Autore
Dr. Francesco Netto
Medico ChirurgoIscritta all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Trieste n. 4639