Linfonodi del collo ingrossati: quando preoccuparsi?

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Introduzione

Una piccola struttura a forma di fagiolo che fa parte del sistema immunitario del corpo, ecco come puoi immaginare un linfonodo.

Il prezioso lavoro dei linfonodi consiste nel filtrare ed analizzare le sostanze che viaggiano attraverso il sistema linfatico, un sistema circolatorio aggiuntivo rispetto a quello del sangue ed in questo caso specificatamente dedicato a difendere l’organismo da minacce esterne; contengono infatti cellule immunitarie che possono aiutare a combattere le infezioni attaccando e distruggendo gli eventuali germi che vengono trasportati attraverso il fluido linfatico.

Il corpo dispone di centinaia di linfonodi, collegati tra loro da vasi linfatici; in questo nutrito insieme è poi possibile individuare veri e propri grappoli di linfonodi, che si trovano ad esempio a livello di

  • ascella,
  • torace,
  • addome,
  • inguine
  • ed ovviamente collo, comprendendo anche quelli sotto a mento e mandibola.
I più importanti gruppi di linfonodi dell'organismo

Di Lymph_node_regions.jpg: http://training.seer.cancer.gov/ss_module08_lymph_leuk/lymph_unit02_sec02_reg_lns.htmlderivative work: Fred the Oyster – Lymph_node_regions.jpg, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9828280

Queste sono vere e proprie “stazioni linfonodali”: se immaginiamo il sistema linfatico come un sistema ferroviario scopriamo che ci sono piccole stazioni di paese, più o meno isolate dalle altre, in tutto l’organismo, ma questi importanti centri rappresentano snodi fondamentali della rete, come Milano, Bologna e Roma per i treni.

Perché un linfonodo s’ingrossa?

Un linfonodo ingrossato è indicativo del fatto che il sistema immunitario è attivo e sta combattendo un’infezione.

Di per sé non è quindi preoccupante, ma si tratta invece di un evento più o meno comune che si verifica in caso di necessità; tornando al paragone ferroviario è come la stazione di Bologna al sabato prima di ferragosto, sarà necessariamente un po’ congestionata perché sta smistando i vacanzieri verso le destinazioni definitive. Svolge normalmente il suo dovere e solo raramente la causa di un’eventuale traffico anomalo è un evento davvero preoccupante, come un incidente od un guasto.

Linfonodi ingrossati nel collo

EnvatoElements/mstandret

Cause

Poiché ogni linfonodo filtra il fluido e le sostanze captate dai vasi circostanti, di norma si verifica un ingrossamento in seguito ad un’infezione, o ad un tentativo di infezione, nelle immediate vicinanze;se parliamo di collo la causa più comune è probabilmente un’aggressione a livello della gola, dal più classico mal di gola virale, come il tipico raffreddore, fino a laringiti, tonsilliti batteriche e mononucleosi.

Linfonodi del collo

Di Henry Vandyke Carter – Henry Gray (1918) Anatomy of the Human Body (See “Libro” section below)Bartleby.com: Gray’s Anatomy, Plate 602, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=566193

Ma non solo, i linfonodi del collo raccolgono anche la linfa proveniente da testa, cuoio capelluto e viso, potendo quindi reagire anche in caso di infezioni in questi distretti, si pensi ad esempio all’herpes simplex (la cosiddetta febbre sul labbro) od un ascesso dentale, ma anche alla congiuntivite, alla bronchite, alle otiti e senza dimenticare che in alcuni casi il nostro sistema immunitario è così efficiente da prevenire lo sviluppo dell’infezione, che quindi non si manifesterà in altro modo se non con un temporaneo ingrossamento dei linfonodi.

In alcuni casi meno comuni quello che si osserva è invece un ingrossamento generalizzato dei linfonodi, tutto il corpo o quasi, la cosiddetta linfoadenopatia generalizzata, tipica ad esempio di faringite da streptococco e varicella, alcuni medicinali e malattie del sistema immunitario.

È però importante comprendere che un ingrossamento dei linfonodi del collo è un sintomo, non una diagnosi, perché come abbiamo appena visto, anche se solo superficialmente, le cause possibili sono varie e oltre a quelle più comuni appena citate possono comprendere anche origini

  • infiammatorie,
  • degenerative
  • o tumorali.

 

Bambini e adulti

In questo senso l’età è un utile fattore da tenere in considerazione, perché se nei bambini, la maggior parte dei casi ha una spiegazione infiammatoria o infettiva, negli individui di età superiore ai 50 anni aumenta un pochino di più la possibilità che si tratti di un tumore, sebbene rimanga in assoluto un’eventualità comunque non comune, soprattutto in assenza di altri sintomi.

Vale la pena notare che nei bambini è relativamente comune trovarsi di fronte ad un ingrossamento del linfonodo di origine ignota, ovvero non riconducibile a nessuna causa apparente, ma non per questo preoccupante (si consiglia in genere un semplice periodico monitoraggio a scopo precauzionale, ma in genere non emergono sorprese).

In senso assoluto anche nell’adulto l’ipotesi tumore NON è comunque praticamente mai la prima che viene formulata; uno studio del 1985 ha per esempio evidenziato che su 250 soggetti adulti con linfonodi ingrossati in nessun caso ci si è trovati di fronte a malignità subdole senza ulteriori sintomi o segni.

Cosa significa questo? Che se presentare solo uno o più linfonodi ingrossati senza altri disturbi permette sempre un ragionevole ottimismo.

Cosa intendo per altri disturbi? Beh, per esempio

E se c’è dolore?

La percezione di dolore, oltre che gonfiore, è in genere un segno di infiammazione, una reazione acuta ad esempio ad un’infezione, ed è quindi poco probabile che si tratti di un processo maligno.

COVID: vaccino e infezione

Non dobbiamo infine dimenticare che anche l’infezione da COVID-19 potrebbe causare un ingrossamento dei linfonodi del collo, anche se in genere questo non figura tra i sintomi più comuni, mentre è al contrario una reazione frequente, per quanto ovviamente temporanea ed autolimitante, della maggior parte dei vaccini anti-COVID (Pfizer, Moderna, Novavax, …), soprattutto a seguito dei richiami. Si tratta comunque di un effetto indesiderato che si risolve normalmente in pochi giorni.

E se invece fosse un tumore?

Inutile nascondercelo, l’ingrossamento di un linfonodo del collo, così come in qualsiasi altra parte del corpo, può anche essere conseguenza di un cancro, che può essere espressione di

  • un tumore maligno primario, ovvero che ha origine dal sistema linfatico stesso, come il linfoma di Hodgkin, linfoma non Hodgkin e la leucemia;
  • un tumore metastatico, ovvero lo sviluppo di ulteriori tumori a distanza da quello originale, che proprio attraverso il sistema linfatico può diffondersi nel resto dell’organismo; in questo caso i linfonodi metastatici sono ingranditi perché le cellule tumorali si sono staccate dal tumore primario e hanno iniziato a crescere nel linfonodo stesso. Nel caso dei linfonodi del collo la mente corre immediatamente ai tumori di viso e gola.

È importante ricordare  che un ingrossamento che si risolve entro due settimane è fortemente improbabile che fosse da ascrivere ad un tumore, ma anche un linfonodo ingrossato che però rimanga di dimensioni pressoché stabili per un anno o più è difficile che sia neoplastico.

Inoltre, secondo l’AIRC, le dimensioni di linfonodi ingrossati per cause tumorali possono essere maggiori di quelle raggiunte in caso d’infezione, ma la differenza principale è proprio come questo tenda a continuare ad aumentare anziché regredire in qualche settimana.

 

Linfonodi della clavicola, un’importante eccezione

In genere i linfonodi si gonfiano quando si trovano nei pressi della parte del corpo interessata dalla malattia, ma non sempre e così e a questo proposito riveste una particolare importanza il linfonodo di Virchow, che si trova sopra alla clavicola e che raccoglie la linfa proveniente rispettivamente

  • dall’addome (clavicola sinistra)
  • mediastino, polmoni ed esofago (clavicola destra).

Sempre secondo l’AIRC “un loro aumento di volume è spia di un tumore maligno nel 90% dei casi se il paziente ha più di 40 anni, e in un quarto dei casi nelle persone più giovani”.

Quando preoccuparsi?

Il fattore più rilevante è probabilmente il tempo: in genere i linfonodi ingrossati migliorano da soli entro 2 settimane, se così non fosse NON è necessariamente indicativo di problemi gravi, ma è semplicemente consigliabile valutarli con il medico per circoscrivere meglio la causa.

Altri elementi che dovrebbero indirizzarti al medico sono:

  • arrossamento, calore e dolore, che NON sono indicativi di cause tumorali, ma ciononostante potrebbero indicare infezioni degne di nota,
  • superficie irregolare al tatto, una consistenza particolarmente dura o apparentemente appiccicato sul fondo (ovvero adeso ai piani sotto o sovrastanti).

Diagnosi

A seguito della visita medica è possibile ricorrere a diversi approcci diagnostici, di invasività crescente, per chiarire la natura dell’ingrossamento del linfonodo nel collo, tra cui:

  • ecografia, un esame assolutamente indolore e privo di esposizione a radiazioni che consente di farsi una prima idea diagnostica, eventualmente anche approfondita ricorrendo all’ecografia Doppler che è in grado di fornire informazioni anche sulla circolazione sanguigna locale;
  • TAC e risonanza magnetica sono esami di imaging di secondo livello che possono offrire ulteriori elementi di giudizio, per arrivare eventualmente ad approcci ancora più specialistici come la PET;
  • endoscopia, che consiste nell’introduzione di una piccola telecamera all’interno della gola per visualizzare le strutture presenti (è fastidiosa, ma non dolorosa);
  • agobiopsia, che consiste nel prelievo di un piccolo campione del linfonodo allo scopo di analizzarlo poi in laboratorio.

Rimedi

Non esistono rimedi specifici per ridurre il gonfiore di un linfonodo, che si risolverà spontaneamente una volta risolta la causa responsabile.

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