- Cosa sono i linfonodi?
- Cos’è il linfonodo sentinella?
- È usato solo per il tumore al seno?
- Diffusione metastatica dei tumori
- Dove si trovano i linfonodi sentinella?
- Quanti linfonodi sentinella abbiamo?
- Un linfonodo sentinella positivo ha sintomi?
- Cos’è la biopsia del linfonodo sentinella?
- Cosa si intende per svuotamento ascellare?
- La biopsia del linfonodo sentinella fa male?
- Quanto dura la convalescenza
Cosa sono i linfonodi?
I linfonodi sono piccole ghiandole diffuse in tutto l’organismo, tipicamente raggruppati a formare piccoli grappoli.
Esercitano principalmente la funzione di filtro per la linfa che scorre nel sistema linfatico, una rete di vasi sostanzialmente indipendente dal sistema circolatorio sanguigno, allo scopo di individuare minacce per l’organismo (sia in forma di agenti esterni come batteri e virus, sia in forma di cellule tumorali).
Cos’è il linfonodo sentinella?
Secondo la teoria del linfonodo sentinella le cellule tumorali che si staccano dal tumore originale per andare a formare metastasi, ovvero tumori a distanza, si servono del sistema linfatico per provare a diffondersi.
Poiché la posizione delle diverse stazioni linfonodali nel corpo è sostanzialmente nota, così come è nota l’area dell’organismo servita da una una specifica stazione, è possibile individuare quali siano i principali linfonodi responsabili della linfa drenata dal seno e si tratta in particolare di quelli posizionati sotto l’ascella.
È quindi possibile analizzare il primo linfonodo incontrato per verificare se sia stato colonizzato da cellule tumorali; in questo senso funge quindi da prima sentinella (figurativamente un soldato addetto alla vigilanza di uno specifico spazio) .
È usato solo per il tumore al seno?
La biopsia del linfonodo sentinella è procedura di routine per il tumore al seno e per i melanomi, ma è allo studio anche per le neoplasie che colpiscono:
Diffusione metastatica dei tumori
La principale caratteristica dei tumori maligni, oltre all’invasività locale, è quella di possedere la capacità di disseminare metastasi nell’intero organismo, con l’obiettivo di diffondersi ad altri distretti corporei.
La diffusione può avvenire mediante il sangue o, inizialmente, mediante la linfa, che terminerà in ogni caso il suo percorso con lo sbocco nel sangue.
Nella diffusione per via linfatica le cellule malate raggiungono i linfonodi che, grazie alla loro azione di filtro, riescono a prevenirne temporaneamente il passaggio; semplificando il meccanismo, quindi, è possibile immaginare la cellula tumorale che si trova costretta a superare diversi step prima di poter raggiungere la circolazione sanguigna, in cui ogni linfonodo attraversato rappresenta un temporaneo ostacolo al suo percorso.
Dove si trovano i linfonodi sentinella?
Il linfonodo sentinella è il primo linfonodo immediatamente a valle del tumore, quindi la zona anatomica è facilmente prevedibile; nel caso del tumore al seno, ad esempio, si tratta delle stazioni linfonodali presenti nell’ascella.
Se il primo linfonodo non è stato raggiunto da cellule tumorali è ragionevole pensare anche a quelli posti a valle siano ancora perfettamente sani, e per identificarlo si ricorre ad una tecnica chiamata linfoscintigrafia, che consiste nell’iniezione di una piccola quantità di liquido radioattivo nel sottocute del seno, per seguirne poi la diffusione attraverso specifici strumenti fino ad individuare il percorso seguito nel sistema linfatico che si occupa di drenarlo.
In altre strutture ospedaliere si ricorre ad un colorante al posto del tracciante radioattivo; questo approccio è più economico e semplice dal punto di vista organizzativo, tuttavia gravato da una leggera diminuzione di sensibilità.
Quanti linfonodi sentinella abbiamo?
Gli esseri umani hanno circa 500-600 linfonodi distribuiti in tutto il corpo, con grappoli localizzati nelle ascelle, nell’inguine, nel collo, nel torace e nell’addome.
È quindi impossibile dare una risposta a questa domanda, per almeno due ragioni:
- Anche se in teoria ogni linfonodo può diventare sentinella, in realtà il numero effettivo appare molto più ridotto perché sono candidati quelli che si trovano immediatamente a valle del tumore e non i successivi,
- Questo tipo di approccio è limitato per ora a pochi tumori, fra tutti melanoma e seno.
Nel momento in cui il linfonodo sentinella risultasse positivo alla biopsia si procederebbe alla rimozione anche di tutti quelli adiacenti.
Un linfonodo sentinella positivo ha sintomi?
Non sempre il linfonodo invaso dalle cellule tumorali si mostra diverso dagli altri e, altrettanto difficile, è distinguere i sintomi di un cosiddetto linfonodo reattivo (infiammato a causa di infezioni) da uno neoplastico.
Tra i segnali cui prestare maggior attenzione ricordiamo:
- dimensione aumentata, che persiste nelle settimane successive,
- immobilità (il linfonodo reattivo non è adeso ai piani sottostanti),
- superficie irregolare e dura.
Per approfondire di rimanda all’articolo dedicato.
Cos’è la biopsia del linfonodo sentinella?
Una volta identificato il linfonodo sentinella questo viene prelevato con una piccola incisione sull’ascella (biopsia) e poi analizzato in laboratorio alla ricerca di cellule tumorali.
A seconda dei casi, la biopsia del linfonodo sentinella può essere eseguita prima dell’intervento o direttamente durante l’intervento al seno (in base all’eventuale disponibilità di un reparto di Anatomia Patologica immediato).
Cosa si intende per svuotamento ascellare?
Il cosiddetto svuotamento ascellare è un intervento chirurgico invasivo che prevede la rimozione di tutti i linfonodi del cavo ascellare. Se in passato è stato un approccio eseguito a scopo preventivo, ad oggi grazie alla tecnica del linfonodo sentinella non è più praticato se non realmente necessario.
In altre parole si procede alla rimozione degli altri linfonodi solo qualora quello sentinella risulti positivo (già colonizzato dal tumore).
La biopsia del linfonodo sentinella fa male?
Quando condotta durante l’intervento di quadrantectomia/mastectomia la paziente è generalmente sotto anestesia generale, mentre se praticato in precedenza viene praticata un’anestesia locale, con o senza sedazione.
In entrambi i casi la paziente non avverte quindi alcun dolore, se non in forma di leggera dolenzia al risveglio che tuttavia risponde facilmente ai normali antidolorifici.
Esiste come per tutti gli interventi chirurgici un certo numero di rischi associato alla procedura, come ad esempio:
- infezioni,
- emorragie,
- raccolte di sangue (ematoma), siero o linfa (linfedema),
- complicazioni legate all’anestesia.
Quanto dura la convalescenza
Quando eseguito in vista dell’intervento sulla ghiandola mammaria la dimissione avviene in giornata (day surgery), quando eseguito in contemporanea all’intervento stesso la dimissione può avvenire a seconda dei casi da 1 a 5 giorni dopo.
Autore
Dr. Roberto Gindro
laureato in Farmacia, PhD.Laurea in Farmacia con lode, PhD in Scienza delle sostanze bioattive.
Fondatore del sito, si occupa ad oggi della supervisione editoriale e scientifica.