Introduzione
Parlando di leucemia si fa riferimento ad una serie di malattie accomunate dall’essere un tumore delle cellule del sangue.
Le diverse forme possono essere classificate in base alle modalità di comparsa:
- Acuta: esordio improvviso e grave
- Cronica: tende a peggiorare in maniera graduale
Oppure può essere classificata sulla base delle cellule colpite dal tumore:
- Leucemia linfocitica: sono colpiti i precursori intermedi dei linfociti T o B (una forma di globuli bianchi)
- Leucemia mieloide: sono colpiti i globuli rossi, le piastrine ed i globuli bianchi
Tendenzialmente la forma acuta è quella prevalente nei bambini, viceversa quella cronica ha maggior diffusione nei soggetti adulti.
La leucemia promielocitica acuta (APL), anche nota come leucemia fulminante, è una leucemia mieloide acuta (rappresenta circa il 15% dei casi totali); è caratterizzata da un eccessivo sviluppo dei promielociti (uno stadio maturativo dei granulociti) contenuti nel sangue e nel midollo osseo. La malattia insorge frequentemente nei soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni, seppure abbia purtroppo un’incidenza elevata anche nei bambini.
Ancora oggi è difficile stabilire la causa della leucemia, ma sembrano essere coinvolti simultaneamente fattori endogeni ed esogeni (interni ed esterni all’organismo). Alla base della leucemia fulminante vi sono anomalie strutturali acquisite a carico di determinati cromosomi.
La sintomatologia ha esordio improvviso ed è simile a quella riscontrata nelle altre tipologie di leucemia, comprendendo
- febbre,
- pallore,
- emorragie (solitamente il primo sintomo che allerta il soggetto) anche gravi
- e stanchezza.
La diagnosi comprende l’esame obiettivo durante la visita medica, a cui seguono esami del sangue (emocromo completo e striscio del sangue periferico).
Il trattamento della leucemia promielocitica acuta prevede l’utilizzo di terapie prevalentemente medicinali e di trasfusioni di piastrine e plasma; nonostante permanga il rischio di recidiva anche dopo la cura, la prognosi ad oggi è molto buona e il tasso di letalità basso, a patto che la diagnosi sia tempestiva.
Cause
Le cause della leucemia promielocitica acuta sono le medesime delle altre leucemie mieloidali e sono da ricercare in una combinazione di fattori endogeni, quindi propri del soggetto che si ammala e tipicamente genetici, e di fattori ambientali.
Le alterazioni genetiche acquisite derivano da una traslocazione di materiale fra i cromosomi 15 e 17, generando la produzione di una proteina anomala chiamata PML/RAR-alfa. In condizioni normali, dalle cellule staminali presenti nel midollo osseo si formano diversi tipi di cellule del sangue tra cui i leucociti (globuli bianchi), i globuli rossi e le piastrine; in questa condizione, invece, le cellule staminali del sangue non si differenziano in globuli bianchi restando promielociti (precursori delle cellule). Nei soggetti con leucemia, i globuli bianchi prodotti hanno carattere anomalo, ossia tumorale, entrando in circolo insieme alle altre cellule.
Tra i fattori ambientali responsabili dell’insorgenza di leucemia fulminante si annoverano invece:
- Esposizione a radiazioni (ad esempio esplosioni atomiche)
- Frequenti radioterapie e chemioterapie effettuate per la cura di altri tumori
- Esposizione a sostanze chimiche, come ad esempio
- Fumo
- Benzene (sostanza utilizzata nelle industrie chimiche)
Fattori di rischio
Alcuni fattori di rischio, aggiunti ad una predisposizione dell’individuo, possono concorrere per l’insorgenza della patologia:
- Fumo
- Malattie ereditarie con anormalità cromosomiche, tra cui la sindrome di Down e l’anemia di Fanconi
- Altre malattie del sangue (mielodisplasia, mielofibrosi o policitemia vera)
- Familiarità (più rara)
- Assunzione di farmaci chemioterapici o antiblastici
- Esposizione ad agenti chimici (a rischio i lavoratori delle industrie chimiche) e/o radiazioni
Sintomi
La sintomatologia della leucemia fulminante è improvvisa, in quanto forma acuta, ma può gradualmente comportare peggioramenti nello stato dell’individuo se non viene trattata tempestivamente.
In molti pazienti i primi sintomi consistono in emorragie, localizzate ad esempio a livello gastrointestinale (con presenza di sangue nelle feci), cutaneo (facile formazione di lividi, ma anche sangue dal naso e dalle gengive), genitale e uretrale (perdite di sangue), o del sistema nervoso centrale a causa della riduzione del numero di piastrine; in numerosi casi le emorragie cerebrali possono purtroppo essere letali poiché improvvise.
Nel complesso i sintomi associati alla leucemia comprendono:
- Sintomi da anemia (carenza di globuli rossi)
- Stanchezza e malessere
- Pallore
- Sintomi da leucopenia (carenza di globuli bianchi)
- Infezioni frequenti (batteriche, fungine e virali)
- Sintomi da piastrinopenia (carenza di piastrine)
- Facili e frequenti ematomi
- Sanguinamento di naso e gengive
- Sanguinamento mestruale intenso
- Formazione di petecchie (macchie sulla cute)
- Febbre
- Perdita di peso
- Dolori articolari
- Dolori ossei

Petecchie su una gamba (By James Heilman, MD – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49061280)
Sopravvivenza e complicazioni
A differenza della maggior parte delle leucemie, la forma promielocitica acuta ha una prognosi molto buona, con tassi di sopravvivenza a lungo termine fino al 90% a seguito di trattamento; il grosso scoglio da superare è tuttavia l’incidenza di morte precoce, che rimane ancora elevata riguardando circa un paziente su tre (morte entro 30 giorni dalla diagnosi), soprattutto quando il riconoscimento della malattia non è tempestivo.
Le complicazioni della leucemia acuta fulminante sono legate all’indebolimento del sistema immunitario (immunodepressione) sia a causa della condizione cellulare sia a causa delle cure farmacologiche che accompagnano il trattamento, e quindi anche alla maggiore probabilità di contrarre infezioni.
Un’altra complicazione che può essere anche letale riguarda le emorragie, come ad esempio quando colpiscono il cervello.
Le cure farmacologiche utilizzate per far fronte alla patologia potrebbero infine causare infertilità.
Diagnosi
Il medico di riferimento è l’ematologo, ma in molti casi il primo contatto è con il proprio medico curante o con il Pronto Soccorso.
La diagnosi della leucemia promielocitica acuta parte dall’esame clinico e obiettivo del paziente, con la valutazione della cartella clinica, l’indagine anamnestica e la ricerca di eventuali fattori di rischio; la sintomatologia tende ad essere per lo più aspecifica, per cui il medico dovrà porre attenzione prevalentemente ad eventuali sintomi patognomonici come le frequenti emorragie
Il sospetto di malattia viene poi seguito dall’indagine strumentale di laboratorio, effettuata attraverso:
- Emocromo con formula e striscio di sangue periferico da cui si identifica:
- Aumento dei globuli bianchi
- Diminuzione di emoglobina e piastrine
- Esame del midollo osseo con biopsia tramite:
- Ago aspirato
- Biopsia
- Studi istochimici
- Esame del liquor (situato a protezione del midollo) per accertare se le cellule tumorali hanno raggiunto anche il sistema nervoso centrale
- Esami di di diagnostica per immagini, quali:
- Radiografia
- TC
- PET
- Ecografia
Cura
Il trattamento della leucemia fulminante potrebbe non prevedere l’utilizzo di farmaci chemioterapici, in quanto potenzialmente pericolosi per questa specifica tipologia di leucemia (le cure chemioterapiche vengono in genere riservate a pazienti non debilitati).
La cura farmacologica prevede quindi la somministrazione di:
- Acido retinoico, utilizzato per agevolare la differenziazione delle cellule staminali
- Triossido di arsenico, al fine di distruggere le cellule tumorali
I tassi di recidive sono relativamente bassi, aggirandosi intorno al 2-5%, specialmente qualora venga diagnosticata tempestivamente.
Altre opzioni di trattamento più invasive, scelte se il soggetto non rispondesse alle cure farmacologiche o se la malattia tendesse a recidivare, comprendono:
- Trapianto di cellule staminali con le cellule staminali periferiche del malato dopo il trattamento delle stesse
- Trapianto di midollo di un donatore considerato compatibile; spesso, dunque, un membro stretto della famiglia (figlio, fratello, genitore) per diminuire le probabilità che venga rigettato
Prevenzione
È difficile prevenire l’insorgenza della leucemia fulminante; si possono evitare alcuni comportamenti a rischio, quali fumare, e sensibilizzare i soggetti che possono entrare frequentemente in contatto con sostanza tossiche rispetto ai rischi che corrono, così come quei soggetti che vivono in zone pericolose in questo senso.
Nonostante ciò, tendenzialmente rappresenta una patologia che difficilmente può essere prevenuta; è quindi raccomandabile rivolgersi tempestivamente al medico qualora si presentino segni e sintomi sospetti e anomali.
Fonti e bibliografia
- Jimenez, J. J., Chale, R. S., Abad, A. C., & Schally, A. V. (2020). Acute promyelocytic leukemia (APL): a review of the literature. Oncotarget, 11(11), 992.
Autore
specializzato in Medicina Generale, iscritto all'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Avellino, n. 4405