Fattore reumatoide alto? Cosa significa? È preoccupante?

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Cos’è il fattore reumatoide?

Gli anticorpi sono proteine prodotte dal sistema immunitario nella sua opera di difesa dell’organismo da minacce esterne, con la funzione di identificare e neutralizzare oggetti estranei, come ad esempio batteri e virus.

Il fattore reumatoide è un auto-anticorpo, ovvero un anticorpo erroneamente prodotto per attaccare tessuti del proprio organismo (più in particolare verso la porzione Fc delle IgG); il nome deriva dal fatto di essere stato per la prima volta isolato in soggetti affetti da artrite reumatoide, una delle più comuni malattie autoimmuni, responsabile di dolore, gonfiore e rigidità delle articolazioni, benché ne sia stata in seguito scoperta la presenza anche in soggetti affetti da altre malattie autoimmuni ed altre condizioni.

È importante comprendere che:

  • il fattore reumatoide potrebbe essere rilevato anche in soggetti perfettamente sani,
  • mentre alcuni pazienti affetti da malattie autoimmuni potrebbero mostrare concentrazioni nella norma,

quindi il risultato di questo esame deve sempre essere valutato nel contesto più generale delineato dai sintomi, dagli esiti di altri esami e da eventuali riscontri strumentali, nonché da un’accurata anamnesi del paziente (che indaghi ad esempio la familiarità per malattie autoimmuni).

Valori normali

L’intervallo di concentrazione del fattore reumatoide nel sangue considerato normale è  compreso 0 e 20 UI/ml (può variare leggermente da un laboratorio all’altro).

Fattore reumatoide

Shutterstock/Jarun Ontakrai

Fattore reumatoide alto, cosa indica?

Le condizioni associate alla presenza in circolo di elevate quantità di fattore reumatoide comprendono:

È importante notare che circa il 20% delle persone affette da artrite reumatoide mostra percentuali di fattore reumatoide circolanti scarse o addirittura nulle, così come alcuni soggetti sani potrebbero svilupparne la presenza pur in assenza di qualsivoglia malattia per ragioni ancora sconosciute (fino al 5% della popolazione, più spesso nella popolazione anziana), quindi è chiaro come da solo l’esame non consenta la formulazione di una diagnosi.

In altre parole un risultato negativo non esclude la malattia ed un risultato positivo non permette la certezza di diagnosi.

Concentrazioni molto elevate indicano in genere una prognosi peggiore, ovvero una forma di malattia più severa (e viceversa, ad esempio i pazienti che sviluppano noduli e/o vasculite in genere mostrano una positività all’esame).

Quando compaiono?

Non tutti i pazienti sviluppano la presenza di fattore reumatoide durante la stessa fase di malattia, alcuni mostrano quantità rilevabili prima dell’esordio dei sintomi, condizione spesso associata ad un decorso più aggressivo, ma d’altra parte la maggior parte delle persone asintomatiche con una positività al fattore reumatoide NON progredirà verso un effettivo sviluppo di artrite reumatoide.

Il fattore reumatoide è positivo in ​​meno del 40% dei pazienti con una malattia ai primi stadi di sviluppo; le concentrazioni variano infatti in base all’andamento della condizione e si stima che tra il 60-80% dei pazienti li svilupperà nel corso dell’evoluzione.

Quando viene richiesto?

L’esame del fattore reumatoide è uno dei principali test richiesti nell’ambito delle indagini volte alla diagnosi di artrite reumatoide, in associazione a numerosi altri parametri tra cui:

Tra i sintomi suggestivi della possibile presenza di artrite reumatoide spiccano per importanza:

Viene spesso richiesto anche nel contesto del percorso di diagnosi di altre malattie autoimmuni.

Preparazione

L’esame consiste in un normale prelievo di sangue venoso, tipicamente dal braccio. Non è richiesta alcuna preparazione particolare.

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