Quali sono i carboidrati che fanno alzare la glicemia?

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Tutti i carboidrati inducono un aumento temporaneo della glicemia, ma in un soggetto sano questo è non solo del tutto normale, ma anche necessario, poiché il glucosio fornisce energia essenziale per le funzioni cellulari e il mantenimento delle attività quotidiane. Il corpo regola questo aumento attraverso la produzione di insulina, che aiuta a mantenere i livelli di glucosio nel sangue entro un intervallo sano e stabile.

I carboidrati sono quindi una componente fondamentale della nostra dieta, ma non tutti agiscono allo stesso modo sul nostro organismo, soprattutto per quanto riguarda la glicemia, ovvero il livello di zucchero nel sangue. Capire quali carboidrati hanno un impatto maggiore può aiutare a gestire meglio la salute, non per chi soffre di diabete o per chi è a rischio di svilupparlo, ma per chiunque sia attento alla propria dieta.

Carboidrati semplici o complessi?

Donna che mostra una fetta di pane con intagliato un cuore

Shutterstock/stockfour

I carboidrati si dividono in due categorie principali: semplici e complessi. Questa distinzione è fondamentale per comprendere il loro impatto sulla glicemia.

  • Carboidrati semplici: Sono composti da una o due molecole di zucchero e si trovano naturalmente in alimenti come frutta, latte e verdure, ma anche in zuccheri aggiunti e dolcificanti. Gli zuccheri semplici si assorbono rapidamente, causando un rapido aumento della glicemia. Esempi includono il glucosio, il fruttosio e il saccarosio.
  • Carboidrati complessi: Comprendono catene più lunghe di molecole di zucchero e si trovano in alimenti come cereali integrali, legumi e ortaggi ricchi di amido come le patate. I carboidrati complessi vengono digeriti più lentamente, il che comporta un rilascio più graduale di glucosio nel sangue, risultando in un impatto meno marcato sulla glicemia.

Fermarci a questa differenza sarebbe tuttavia un errore.

La fibra fa tutta la differenza del mondo

La presenza di fibre negli alimenti può modulare l’assorbimento dei carboidrati e quindi la risposta glicemica. Le fibre solubili, in particolare, si legano con l’acqua formando un gel che rallenta la digestione e l’assorbimento del glucosio. Questo è il motivo per cui alimenti ricchi di fibre, come avena, legumi e frutta, hanno spesso un effetto più blando sulla glicemia rispetto agli alimenti a basso contenuto di fibre.

Per approfondire:

Il vero problema non è quindi carboidrati semplici o complessi, ma una valutazione più generale dell’alimento, anche considerando che entra in gioco un altro importante fattore: la quantità.

Quale e quanto zucchero?

La risposta glicemica del nostro corpo non dipende solo dal tipo di zucchero o dalla presenza di fibre nell’alimento, ma è fortemente influenzata anche (e per certi versi soprattutto) dalla quantità totale di zuccheri consumati. Questo aspetto è fondamentale perché la quantità di carboidrati in un pasto o in uno snack determina la quantità di glucosio che entra nel flusso sanguigno, influenzando direttamente il livello di glicemia. Per esempio, mangiare una grande porzione di pasta raffinata può avere un impatto sulla glicemia più significativo rispetto a una piccola quantità dello stesso alimento, anche se il tipo di carboidrato è identico e tutt’altro che sano.

Quali sono i carboidrati su cui puntare?

È importante prediligere carboidrati complessi e alimenti a basso indice glicemico, che offrono una liberazione più lenta e controllata di glucosio nel sangue, contribuendo a una migliore gestione della salute metabolica, con l’importante eccezione della frutta, che pur avendo zuccheri semplici, fornisce anche una significativa quantità di fibre, vitamine e minerali essenziali. Questi nutrienti compensano gli effetti dei (comunque ridotti) zuccheri naturali presenti e aiutano a modulare l’assorbimento del glucosio/fruttosio, facendo sì che la frutta possa essere consumata come parte di una dieta equilibrata senza impatti negativi significativi sulla glicemia, se consumata in porzioni corrette.

Carboidrati sani da includere nella dieta:

  • Cereali integrali: come avena, quinoa, farro, segale e orzo. Questi alimenti sono ricchi di fibre e hanno un basso indice glicemico.
  • Legumi: come lenticchie, ceci e fagioli. Offrono proteine vegetali e fibre, rallentando l’assorbimento di zuccheri.
  • Verdure: come broccoli, spinaci e altre verdure a foglia verde. Contribuiscono a una digestione lenta e a una minore risposta glicemica di tutto il pasto.
  • Frutta intera, consumata con la buccia tutte le volte che è possibile.

Carboidrati da limitare:

  • Prodotti con farine raffinate: come pane bianco, pasta raffinata e dolci. Questi alimenti possono aumentare rapidamente la glicemia e sono impoveriti rispetto al cereale integrale.
  • Snack zuccherati e bevande dolci: come biscotti, caramelle e soft drinks, che offrono zuccheri semplici e un alto carico glicemico. Anche i succhi di frutta sono limitare.

Focalizzarsi su alimenti integrali e naturali e limitare quelli processati e raffinati può non solo aiutare a mantenere stabili i livelli di glicemia, ma anche contribuire a una dieta più sana e bilanciata.

E per valutare gli alimenti industriali? Puoi ricorrere alla regola del 10:1.

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