Quando si è in chetosi si dimagrisce?

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Dipende… la risposta alla domanda del titolo non può che essere “dipende”.

La chetosi è un processo metabolico che si verifica quando il corpo inizia a bruciare più grassi per la produzione di energia, dovendo sopperire alla riduzione della disponibilità di carboidrati; limitandoci alla chetosi fisiologica, possiamo tuttavia individuare due estremi che caratterizzano questa condizione:

  • Chetosi indotta dal digiuno assoluto prolungato: In questo caso la chetosi è un processo innescato dalla completa assenza di cibo. La produzione dei corpi chetonici diventa indispensabile per sostenere le funzioni vitali, in particolare quelle cerebrali e, se protratta, può condurre l’organismo a sacrificare altri equilibri interni (ad esempio ormonali) per garantire la sopravvivenza. Non essendoci apporto di cibo il soggetto perde peso.
  • Chetosi indotta da una dieta chetogenica, ma ipercalorica: Anche quando l’apporto calorico è elevato (si mangia troppo), ma composto prevalentemente da grassi con una ridotta assunzione di carboidrati, il corpo può comunque entrare in uno stato di chetosi. In questo caso il corpo brucia i grassi assunti con l’alimentazione, piuttosto che quelli immagazzinati, per produrre energia e quello che avanza si deposita nel corpo. L’eccesso calorico induce cioè a un accumulo di grassi e il soggetto aumenta di peso.

Quando si entra nello stato di chetosi si perdono sempre 1-2 kg a causa dell’eliminazione dei liquidi precedentemente legati alle scorte di carboidrati, ma quello che succede da qui in poi dipende esclusivamente da quanto si mangia e quanto si brucia, esattamente come per qualsiasi altra dieta.

Se mangi più calorie di quelle bruci durante il giorno, anche in chetosi aumenterai di peso.

Dove stanno allora i vantaggi di questo regime dietetico quando l’obiettivo è perdere peso?

  1. La chetosi tende a ridurre naturalmente l’appetito, il che può portare a una diminuzione dell’assunzione calorica complessiva e una miglior sopportazione delle privazioni.
  2. La composizione della dieta chetogenica, ricca in grassi e proteine, può fornire una maggiore sensazione di sazietà rispetto a diete ad alto contenuto di carboidrati, aiutando a controllare le voglie e a ridurre gli spuntini fuori pasto.
  3. Essendo una dieta fortemente restrittiva (non si possono mangiare alimenti contenenti carboidrati, come pane, pasta, cereali, patate, …) riduce le tentazioni e incoraggia a esplorare e consumare una varietà maggiore di alimenti
    • a basso contenuto calorico, come verdure a foglia verde, frutta a basso indice glicemico,
    • e/o fortemente sazianti, come noci e semi.

Prima di avvicinarsi a questo regime è tuttavia importante evitare di idealizzarlo e valutarlo invece con consapevole spirito critico, ricordando che:

  • Sostenibilità: La dieta chetogenica è considerata da molti esperti un approccio estremo, non uno stile di vita. La chetosi può contribuire a una perdita di peso a breve termine, ma la sua sostenibilità a lungo termine è in genere scarsa, richiedendo quindi di sapere in anticipo cosa fare una volta raggiunto il proprio obiettivo di peso.
  • Bilancio calorico: La perdita di peso si verifica quando si consumano meno calorie di quante se ne bruciano. Anche in chetosi, il bilancio calorico è fondamentale.
  • Salute generale: Una dieta chetogenica dovrebbe essere equilibrata e, per quanto possibile, fondata su alimenti di qualità; per sua stessa natura tende a favorire un aumento dei valori di colesterolo LDL, parametro importante da considerare in presenza di altri fattori di rischio cardiovascolari (compreso il sovrappeso stesso).
Donna con in braccio una bilancia

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